Buone pratiche sicurezza del comparto Metallurgia - ISPESL
ISPESL: Buone pratiche - Sicurezza del comparto Metallurgia
Ricerca di buone pratiche presenti nei settori lavorativi delle Piccole Medie Industrie relativi alla “Metallurgia”
Sicurezza di comparto
Metallurgia
Produzione ferroleghe
Acciaieria elettrica
Laminatoio a caldo semilavorati di acciaio
Fonderia leghe ferrose e non ferrose
Produzione semilavorati di leghe non ferrose
a cura di Angelo Borroni
Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica, Politecnico di Milano
ISPESL - Area Buone Pratiche
Indagine Lombardia rischi asfaltatura - INAIL
Indagine INAIL Lombardia rischi asfaltatura
Pubblicazione realizzata a dall’INAIL Direzione Regionale Lombardia.
L'opuscolo è rivolto ai lavoratori impiegati nel settore delle opere di asfaltatura, dalla produzione alla stesa. In particolare vuole essere un pratico strumento informativo sui rischi per la sicurezza e la salute, che si possono incontrare nelle diverse fasi di lavoro, e sugli interventi di prevenzione da adottare per ottenere una loro significativa riduzione.
L’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIndaIL) garantisce ai lavoratori, mediante l’assicurazione infortuni e malattie professionali, un sistema integrato di tutela che da alcuni anni, in particolare dopo l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 38/2000, si affianca ad una serie di iniziative nel campo della prevenzione realizzate in collaborazione attiva con enti e istituzioni. In tale ambito si inserisce la realizzazione di questo opuscolo, finalizzato alla sensibilizzazione degli operatori del settore delle opere d’asfaltatura in tema di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. Esso, infatti, nasce dall’esperienza acquisita nell’ambito del Progetto Prevenzione dei Tumori Professionali (PPTP) e del Progetto Operativo Protezione Asfaltatori (POPA) della Regione Lombardia: una felice esperienza di collaborazione che ha visto protagonisti l’Università di Milano con il Dipartimento di Medicina del Lavoro e la Scuola di Specializzazione, le ASL di Lodi e Milano con i Servizi Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (PSAL) dei Dipartimenti di Prevenzione, l’INAIL Direzione Regionale Lombardia con la Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (Con.T.A.R.P.) e l’Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori dell’Edilizia (ASLE-RLST).
L’opuscolo è stato realizzato come strumento didattico di facile consultazione atto a supportare qualsiasi percorso informativo o formativo. In particolare ha lo scopo di analizzare ed affrontare, partendo dalla valutazione del ciclo produttivo, i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori impiegati nelle opere di asfaltatura, fornendo utili indicazioni per un appropriata ed efficace prevenzione.
Nella parte iniziale sono affrontati gli aspetti di carattere generale, i ruoli e le specifiche competenze delle diverse figure aziendali nel sistema prevenzione. Successivamente sono presentati i diversi momenti del ciclo tecnologico delle opere di asfaltatura, unitamente ad una tabella di riferimento per ogni fase lavorativa, che facilita l’individuazione delle singole fonti di rischio.
Quindi vengono presentate le schede tecnico-informative dedicate alle singole tipologie di rischio individuate, che danno informazioni sintetiche sulle fonti di pericolo, i rischi e i danni correlati e le principali misure di prevenzione e protezione da adottare per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Conclude l’opuscolo l’indicazione del ruolo di tutela dell’INAIL e delle prestazioni fornite al lavoratore in caso di infortunio o malattia professionale.
Tutto ciò appare ancor più di rilievo pratico se applicato ad un settore caratteristico, quale quello delle opere di asfaltatura, dove gli ambienti di lavoro appaiono molteplici ed articolati. Nelle diverse fasi del ciclo tecnologico (produzione, asfaltatura strade, asfaltatura marciapiedi), accanto a rischi comuni all’intero settore, sono evidenziabili rischi specifici della singola lavorazione.
Inoltre in uno scenario di cantiere devono essere identificati i pericoli e valutati i rischi ad essi connessi, che possono essere generati dal contesto ambientale confinante con la zona dove si svolgono le lavorazioni specifiche di asfaltatura (es. viabilità, altre lavorazioni concomitanti, ecc.).
Indice
1. Introduzione
2. Il sistema della prevenzione in azienda
3. Individuazione e valutazione dei rischi nelle opere di asfaltatura
3.1 Definizioni
3.2 Ciclo lavorativo
3.3 Individuazione dei rischi
4. Gestione dei rischi per la salute e la sicurezza
4.1 Agenti chimici
4.2 Utilizzo di macchine: infortuni
4.3 Utilizzo di macchine: rumore
4.4 Utilizzo di macchine: scuotimenti
4.5 Utilizzo di macchine: vibrazioni
4.6 Utilizzo di macchine: videoterminale
4.7 Ambiente di lavoro: infortuni
4.8 Ambiente di lavoro: microclima
4.9 Ambiente di lavoro: polveri
4.10 Ambiente di lavoro: agenti biologici
4.11 Ambiente di lavoro: radiazione solare ultravioletta
4.12Movimentazione di carichi con macchine
4.13Movimentazione manuale di carichi
4.14 Organizzazione del lavoro
5. Aspetti assicurativi e normativi
Fonte: INAIL
Collegati
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
Indagine INAIL Lombardia rischi asfaltatura.pdf INAIL |
722 kB | 755 |
Ergonomia settore metalmeccanico - INAIL
Guida Tecnica Ancoraggi
Guida Tecnica Ancoraggi
ID 580 | 16.07.2014
GUIDA TECNICA
per la scelta, l’uso e la manutenzione degli ANCORAGGI
Scopo della presente guida è quello di definire in maniera chiara e sufficientemente esaustiva il concetto di ancoraggio ovvero del termine più frequentemente utilizzato dagli operatori di settore tramite il quale si identifica il sistema con cui con l’elemento da fissare viene collegato, permanentemente o no, ad una struttura.
Il tema degli ancoraggi nel settore delle costruzioni è da sempre molto dibattuto, la legislazione in materia di prevenzione degli infortuni e della sicurezza sul lavoro e quella tecnica non affrontano mai in maniera organica, esplicita ed esauriente la problematica di come identificare, qualificare, progettare ed installare questi sistemi.
La confusione scaturisce dal fatto che essi possono essere classificati secondo la direttiva prodotti da costruzione 89/106/CEE, recepita in Italia dal DPR 246/93, secondo la direttiva DPI 89/686/CEE, recepita in Italia dal DLgs 475/92, secondo le norme tecniche (si pensi alla UNI EN 795), secondo alcune circolari del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale (è il caso degli ancoraggi dei ponteggi) mentre per altri non esiste di fatto un preciso riferimento normativo.
Ulteriore elemento di riflessione è quello derivante dall’applicazione del Decreto Ministeriale 14/1/2008 “Norme tecniche per le costruzioni” in cui vengono definiti i principi per il progetto, l’esecuzione e il collaudo delle costruzioni, nei riguardi delle prestazioni loro richieste in termini di requisiti essenziali di resistenza meccanica e stabilità, e che trattano, quindi, gli aspetti attinenti alla sicurezza strutturale delle opere. Gli ancoraggi, infatti, sono componenti strutturali.
Questa guida si propone di contribuire a far chiarezza nel settore, fissando alcuni concetti che costituiscono il punto di partenza per successive valutazioni.
Marco Fabio Sartori
Presidente INAIL
INAIL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza (ex ISPESL)
Collegati
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
Guida Tecnica Ancoraggi - INAIL.pdf INAIL |
4642 kB | 47 |
Guida ISPESL per l’esecuzione in sicurezza delle attività di scavo
Guida ISPESL per l’esecuzione in sicurezza delle attività di scavo
La cantieristica civile è un settore ad alto rischio di incidente ed le attività di scavo presentano una serie di problematiche che non permettono una esecuzione improvvisata e non accuratamente programmata.
Sebbene oggi si abbia una esperienza consolidata nel settore degli scavi e siano disponibili sia tecnologie che normative atte a realizzare metodologie di lavoro sicure, si verificano numerosi infortuni causati per lo più da procedure o abitudini errate nell’utilizzo delle macchine e delle attrezzature. Gli scavi sono un’attività lavorativa a “rischio rilevante” ed il Legislatore, con il D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 “Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, ha ritenuto di dover elencare in un allegato, una lista di lavori che comportano rischi particolari, tra cui quello di seppellimento o sprofondamento.
Elemento fondamentale nella gestione in sicurezza di un’attività di scavo risulta essere la corretta pianificazione della stessa, a seguito di una serie di attività preliminari di valutazione, e la predisposizione delle attrezzature e delle metodologie di lavoro adeguate.
La Legislazione Nazionale inoltre, prevede sempre l’utilizzo prioritario dei mezzi di protezione collettiva in luogo di quelli individuali; qualora le misure collettive da sole siano insufficienti ad eliminare o ridurre sufficientemente i rischi, in relazione alla quota ineliminabile di rischio residuo, subentra l’obbligo del ricorso ai Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).
II mercato offre la possibilità di scelta di una vasta gamma di macchine movimento terra, di sistemi alternativi allo scavo a cielo aperto, di attrezzature di sostegno e di DPI e risulta quindi fondamentale una analisi preventiva approfondita delle attività da eseguire e delle diverse fasi operative, per stabilire l’utilizzo di idonee macchine, sistemi alternativi e di opere provvisionali di protezione collettiva oltre che i DPI.
Questa guida vuole fornire indicazioni relative ai criteri di valutazione dei rischi nella attività di scavo, anche in relazione alla scelta e all’utilizzo di macchine, sistemi ed attrezzature, in modo di facilitare il compito del datore di lavoro in un particolare settore di attività, in cui la sicurezza e la salute dei lavoratori, esposti costantemente a rischi particolarmente elevati, dipendono da una scelta idonea ed un uso corretto dei mezzi impiegati.
Autori:
Luigi Cortis, Luca Rossi
con la collaborazione di Davide Geoffrey Svampa
Collegati
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
Guida ISPESL esecuzione in sicurezza attivita' scavo.pdf ISPESL |
2854 kB | 150 |
Gestire la Sicurezza negli Stabilimenti Industriali
![](/images/373.jpg)
Gestire la Sicurezza negli Stabilimenti Industriali
Il presente volume illustra i problemi che possono incontrare RSPP e ASPP durante lo svolgimento delle loro attività negli stabilimenti industriali e fornisce suggerimenti su come possano essere risolti con strumenti specifici.
Il volume è senz’altro utile anche agli enti di controllo (ASL, INAIL, VVF, ARPA) per migliorare l’attività ispettiva, considerando le potenzialità di un approccio di tipo sistematico al problema della sicurezza all’interno degli stabilimenti industriali.
INAIL ex ISPESL
Dipartimento Installazioni di Produzione e Insediamenti Antropici
Pubblicazione curata da:Paolo Pittiglio e Paolo Bragatto
L’importanza assegnata alla gestione sistematica della sicurezza è una delle novità introdotte dal Testo Unico.
Il sistema di gestione non è fatto per aggiungere ulteriori “fardelli” inutili, ma serve a gestire più razionalmente tutte le altre attività già svolte per la sicurezza, ad assicurarne la coerenza, a monitorarle, a poterle meglio documentare e presentare all’interno e all’esterno.
Sulle problematiche di tipo generale, le imprese sono ormai da tempo abituate ad adottare un approccio “sistematico”. Si riconosce, infatti, che solo così si hanno risultati continui e uniformi, ripetibilità e trasferibilità delle procedure, dimostrabilità all’esterno.
Tutte cose che sarebbero impossibili con l’approccio “fai da te”. Per questo scopo, nei decenni passati, sono nati sistemi di gestione della qualità che nel tempo si sono radicati in molti settori industriali e sono diventati, in molti casi, condizione obbligatoria per entrare fra i fornitori delle grandi aziende e degli enti pubblici.
Dopo il sistema della qualità si sono poi affermati i sistemi di gestione ambientale che hanno consentito alleaziende di affrontare razionalmente in nuovi impegni ambientali.
Si può dire che per ogni nuova questione che appare all’orizzonte vengono con tempestività stilati dei nuovistandard, così abbiamo ormai standard riconosciuti per l’efficienza energetica, per la sicurezza informatica e addirittura per l’etica.
Purtroppo il sistema di gestione della sicurezza del lavoro per la complessità e diversità dei temi coinvolti presenta delle difficoltà senz’altro superiori agli altri sistemi.
La realizzazione di sistemi efficienti è senz’altro un compito difficile per i gestori e anche a livello di standardizzazione, a differenza degli altri settori sopra nominati, non esistono ancora sistemi universalmente riconosciuti.
A maggior ragione è dunque essenziale mettere a disposizione del gestore, oltre ai codici disponibili, anche linee guida e strumenti pratici che supportino concretamente una gestione efficace della sicurezza sul lavoro negli stabilimenti industriali.
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
Gestire Sicurezza Ambienti Industriali - INAIL.pdf INAIL |
4477 kB | 65 |
Esposizione a radiazioni esterne: Raccomandazioni Tecniche C.E. - 2009
Esposizione a radiazioni esterne: Raccomandazioni Tecniche C.E. - 2009
RADIATION PROTECTION NO 160
Technical Recommendations for Monitoring Individuals Occupationally Exposed to External Radiation Final Report of Contract TREN/07/NUCL/S07.70121
Directorate-General for Energy and Transport
Directorate H — Nuclear Energy
Unit H.4 — Radiation Protection
Commissione Europea
2009 - EN
Presse piegatrici idrauliche: Check list della norma tecnica UNI EN 12622:2010
![](/images/393.jpg)
Presse piegatrici idrauliche: Check list della norma tecnica UNI EN 12622:2010
Check list
Presse piegatrici idrauliche
Elaborazione puntuale sulla norma tecnica:
UNI EN 12622:2010
Sicurezza delle macchine utensili - Presse piegatrici idrauliche
Utilizzabile per Verifiche di Conformità:
1. Adeguamento Testo Unico Sicurezza All. V D. Lgs. 81/2008
2. Valutazione dei Rischi All. I RESS Direttiva Macchine 2006/42/CE
UNI EN 12622:2014
Pag.: 85
Formato: docx
Abbonati: SI
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
UNI EN 12622 - Check list presse idrauliche Rev00_2012.zip UNI EN 12622 |
1919 kB | 85 |
Domanda autorizzazione emissioni PR. Venezia
Documento Unico Valutazione Rischi da Interferenze
Documento Unico Valutazione Rischi da Interferenze
Il DUVRI è il Documento Unico Valutazione Rischi da Interferenze (art. 26 comma 3 D. Lgs. 81/2008)
La normativa prevede che l'azienda committente, in caso di affidamento di lavori all'interno della propria azienda (pulizia, manutenzione, fornitura di materiale, ecc.) a imprese appaltatrici/subappaltatrici o a lavoratori autonomi debba redigere un documento unico di valutazione dei rischi (DUVRI) legato all’eventuale presenza di interferenze tra le varie attività.
In particolare:
Il DUVRI rappresenta lo strumento operativo per guidare le attività lavorative del committente e degli appaltatori negli ambienti/reparti dell’azienda ove si possono verificare, anche con discontinuità spaziale e temporale, le eventuali interferenze lavorative tra le due attività.
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
DUVRI.doc Sicurezza |
83 kB | 80 |
Denuncia silicosi asbestosi
Corso carrelli elevatori UNI PD
Corso carrelli elevatori UNI PD
Il lavoro con i carrelli elevatori - Corso di Formazione per gli utilizzatori ed i gestori dei carrelli elevatori dell'Università degli Studi di Padova
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
Corso carrelli elevatori UNI PD.pdf ASL |
1306 kB | 58 |
Check List Testo Unico Sicurezza - Ambiente 2008
Check List Testo Unico Sicurezza - Ambiente 2008
La Check Testo Unico Sicurezza - Ambiente elenca gli adempimenti legislativi necessari all’espletamento di una attività. Tali adempimenti sono classificati secondo le seguenti categorie:
1 Autorizzazioni generali per l’esercizio dell’attività
2 Antincendio
3 Impianti ed attrezzature
4 Settore ecologia
5 Igiene e salute dei lavoratori
6 Sostanze utilizzate
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
Check List Sicurezza-Ambiente 2008.doc Sicurezza Lavoro |
102 kB | 75 |
Check list DVR
Check list DVR
Il datore di lavoro quindi, che per redigere il "documento", deve analizzare i luoghi di lavoro dei quali è responsabile, può avvalersi di opportune chek-list, che pur non sostituendo l'analisi dei luoghi di lavoro, CHE E' E DEVE ESSERE il risultato di verifiche dirette delle aree di lavoro, possono risultare assai utili per evitare possibili errori ed omissioni.
La presente trattazione quindi, vuole fornire una idonea linea guida (non esaustiva) concernente:
A) Strutture edilizie - sicurezza e benessere dei lavoratori;
B) Macchine ed impianti;
C) Attività ed attrezzature di lotta agli incendi,
che necessitano di essere opportunamente considerate nella compilazione del documento di valutazione dei rischi e nella successiva, importantissima, programmazione delle manutenzioni.
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
Check list DVR.pdf ISPESL |
81 kB | 216 |
Certificazione medica infortunio
Buone prassi trattori
Buone prassi trattori
Controllo periodico dello stato di manutenzione ed efficienza dei trattori agricoli o forestali.
Il presente documento si pone l'obbiettivo di fornire soluzioni organizzative e/o procedurali in grado di supportare gli operatori del settore (datori di lavoro, avoratori autonomi,organi di controllo, ecc.) nelle attività di verifica e antenimento dei requisiti di sicurezza dei trattori agricoli o forestali, in ottemperanza agli obblighi previsti dall’articolo 71 comma 4 lettera a) punto 2 e lettera b) del D.Lgs. 81/08.
Documento tecnico redatto dal Gruppo di Lavoro Nazionale istituito presso INAIL.
Fonte: INAIL
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
INAIL - Buone prassi trattori.pdf INAIL |
2119 kB | 33 |
Indagine INAIL Umbria fibre vetrose
Linee di Indirizzo SGSL-AR - INAIL
INAIL: Linee di Indirizzo SGSL-AR
INAIL
Modello comune di Sistema di gestione della salute e della sicurezza sul lavoro delle aziende a rete
Linee di Indirizzo SGSL-AR
Per l’implementazione dei sistemi di gestione per la salute e la sicurezza nelle imprese a rete
Le Linee di Indirizzo SGSL-AR hanno carattere volontario; le aziende hanno quindi facoltà di aderire o meno alle stesse.
L’adesione deve essere preceduta da specifico accordo aziendale con le rappresentanza dei lavoratori sulla condivisione del modello proposto nelle linee di indirizzo.
Si aderisce attraverso l’implementazione di un Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro conforme alle presenti Linee di Indirizzo.
L’efficace implementazione del SGSL aziendale è da considerarsi, in virtù delle disposizioni legislative e regolamentari e ai sensi delle modalità di applicazione della tariffa dei premi INAIL, un intervento rilevante nel campo della salute e sicurezza sul lavoro, da cui consegue la possibilità per l’azienda di richiedere all’INAIL la riduzione del premio assicurativo nei modi e nella misura previste.
Le Linee di Indirizzo SGSL-AR sono state redatte in conformità alle Linee Guida per un Sistema di Gestione per la Salute e Sicurezza sul Lavoro (SGSL) pubblicate dall’UNI nel 2001, avendo anche cura di assicurare una congruenza di contenuti con le BS OHSAS 18001:2007 emesse da BSI (British Standard Institute).
Guida tecnica verifica impianti DPR 462/01
![Guida DPR 462 2001 Guida DPR 462 2001](/images/news2018/Guida-DPR-462-2001.PNG)
Guida tecnica verifica impianti
DPR 462/01 Guida tecnica alla prima verifica degli impianti di protezione dalle scariche atmosferiche e impianti di messa a terra
Il DPR 22 ottobre 2001, n. 462 “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi” (di seguito indicato come DPR 462/01) disciplina i procedimenti relativi alle installazioni e ai dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, agli impianti elettrici di messa a terra e agli impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione collocati nei luoghi di lavoro.
Al riguardo, il DPR 462/01 ha previsto l’emanazione di uno o più decreti volti a:
- dettare disposizioni per adeguare le vigenti prescrizioni in materia di realizzazione degli impianti;
- individuare i dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, gli impianti elettrici di messa a terra e gli impianti relativi alle installazioni elettriche in luoghi con pericolo di esplosione.
Il successivo D.Lgs. 9 aprile 2008, n.81 e s.m.i. (di seguito indicato come D.Lgs. 81/2008) che ha abrogato, tra gli altri, il DPR 547/55, ha lasciato ferme le disposizioni del DPR 462/01 in materia di “verifiche periodiche”. Lo stesso D.Lgs. 81/2008 ha introdotto un ulteriore regime di “controllo” degli impianti elettrici e degli impianti di protezione dalle scariche atmosferiche a carico del datore di lavoro rinviando ad un successivo decreto le modalità ed i criteri per l’effettuazione delle “verifiche” e dei “controlli” sopra richiamati.
Da ultimo si fa presente che la legge 30 luglio 2010, n. 122 di conversione con modificazioni del D.L. 78/2010, ha previsto l'attribuzione all'INAIL di tutte le funzioni già svolte dall'ISPESL tra le quali anche quelle relative alle attività di verifica degli impianti di cui al DPR 462/01.
In questo quadro è nata l’esigenza di aggiornare le indicazioni finora fornite in materia mediante la presente guida di indirizzo finalizzata all’uniformità dei comportamenti dei Dipartimenti territoriali dell’Istituto in materia di prima verifica degli impianti in argomento. La presente guida, quindi, non può applicarsi alle verifiche periodiche previste dal DPR 462/01 in quanto queste hanno una diversa finalità.
La presente guida è stata elaborata dal Gruppo di Lavoro “Criteri per il controllo a campione degli impianti di terra e scariche atmosferiche”
INAIL
Settore Ricerca, Certificazione e Verifica
Dipartimento Certificazione e Conformità dei Prodotti e Impianti
Collegati
DPR 462/01 - Organismi abilitati
D.Lgs. 81/2008 Testo Unico Salute e Sicurezza Lavoro
Guida Operativa per la Sicurezza degli Impianti Elettrici - Norme generali
Guida Operativa per la Sicurezza degli Impianti Elettrici - Norme generali
ID 802 | 18.07.2014
GUIDA OPERATIVA PER LA SICUREZZA DEGLI IMPIANTI IMPIANTI ELETTRICI N. 1 - NORME GENERALI
CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME
Il documento è stato redatto da: ITACA - Istituto per l'Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale
Gruppo di Lavoro “Sicurezza Appalti”
Coordinatore: Ing. Marco Masi - Regione Toscana
27.01.2010
Vedi tutte le parti:
Collegati
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
Guida Operativa per la Sicurezza degli Impianti - CRPA.pdf Impianti Elettrici |
1686 kB | 40 |
Guida Formazione Antincendio
![](/images/485.jpg)
Guida Formazione Antincendio
Criteri generali di sicurezza antincendio per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro Decreto Ministero dell’Interno 10 marzo 1998
INAIL Ed. 2012
Come noto, il Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 e s.m.i. obbliga ogni datore di lavoro, in relazione alla natura dell’attività dell’azienda di cui è responsabile, ad una valutazione circa la scelta:
1. delle attrezzature di lavoro,
2. delle sostanze o dei preparati chimici impiegati,
3. della sistemazione dei luoghi di lavoro,
con riguardo a tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori.
In base a tale analisi il datore di lavoro elabora un “documento” contenente:
- la valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante il lavoro;
- l’individuazione delle misure di prevenzione e protezione da adottare;
- il programma delle misure da adottare ritenute più opportune per garantire nel tempo il miglioramento della sicurezza.
Con il Decreto Ministeriale 10 marzo 1998 sono stati forniti i criteri per la valutazione dei rischi d’incendio nei luoghi di lavoro e sono state indicate le misure di prevenzione incendi da adottare al fine di evitare che possa innescarsi un incendio e di portare in salvo le persone esposte, nel caso in cui l’incendio si fosse comunque innescato.
Si evidenzia che le problematiche che devono essere affrontate, e risolte, al fine di ottenere un’idonea difesa contro gli incendi nei luoghi di lavoro non progettati e costruiti con criteri antincendio sono spesso assai complesse, ed in alcuni casi, come quando si ha a che fare con edifici storici sottoposti a vincoli architettonici ed urbanistici, non sempre realizzabili.
In questi casi la strada da percorrere per raggiungere lo scopo non potrà che essere:
- tecnica, installano opportuni impianti, dispositivi e mezzi di lotta agli incendi, ovvero separando i luoghi di lavoro a rischio specifico d’incendio da quelli adiacenti tramite idonee compartimentazioni;
- organizzativa, collocando i posti di lavoro delle persone presenti, il più vicino possibile alle vie e alle uscite, ovvero limitando il numero di persone presenti contemporaneamente nei luoghi di lavoro.
Si riporta, di seguito, l’articolo 46 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i.:
Articolo 46 - Prevenzione incendi
1. La prevenzione incendi è la funzione di preminente interesse pubblico, di esclusiva competenza statuale, diretta a conseguire, secondo criteri applicativi uniformi sul territorio nazionale, gli obiettivi di sicurezza della vita umana, d’incolumità delle persone e di tutela dei beni e dell’ambiente.
2. Nei luoghi di lavoro soggetti al presente Decreto Legislativo devono essere adottate idonee misure per prevenire gli incendi e per tutelare l’incolumità dei lavoratori.
3. Fermo restando quanto previsto dal Decreto Legislativo 8 marzo 2006, n. 139 e dalle disposizioni concernenti la prevenzione incendi di cui al presente Decreto, i Ministri dell’interno, del lavoro, della salute e delle politiche sociali, in relazione ai fattori di rischio, adottano uno o più Decreti nei quali sono definiti:
a) i criteri diretti atti ad individuare:
1) misure intese ad evitare l’insorgere di un incendio ed a limitarne le conseguenze qualora esso si verifichi;
2) misure precauzionali di esercizio;
3) metodi di controllo e manutenzione degli impianti e delle attrezzature antincendio;
4) criteri per la gestione delle emergenze;
b) le caratteristiche dello specifico servizio di prevenzione e protezione antincendio, compresi i requisiti del personale addetto e la sua formazione.
4. Fino all’adozione dei Decreti di cui al comma 3, continuano ad applicarsi i criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro di cui al Decreto del Ministro dell’interno in data 10 marzo 1998.
5. Al fine di favorire il miglioramento dei livelli di sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro, ed ai sensi dell’articolo 14, comma 2, lettera h), del Decreto Legislativo 8 marzo 2006, n. 139, con Decreto del Ministro dell’interno sono istituiti, presso ogni Direzione regionale dei Vigili del fuoco, dei nuclei specialistici per l’effettuazione di una specifica attività di assistenza alle aziende. Il medesimo Decreto contiene le procedure per l’espletamento della attività di assistenza.
6. In relazione ai principi di cui ai commi precedenti, ogni disposizione contenuta nel presente Decreto Legislativo, concernente aspetti di prevenzione incendi, sia per l’attività di disciplina che di controllo, deve essere riferita agli organi centrali e periferici del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, di cui agli articoli 1 e 2 del Decreto Legislativo 8 marzo 2006, n. 139. Restano ferme le rispettive competenze di cui all’articolo 13.
7. Le maggiori risorse derivanti dall’espletamento della funzione di controllo di cui al presente articolo, sono rassegnate al Corpo nazionale dei vigili per il miglioramento dei livelli di sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro.
Dott. Ing. Raffaele Sabatino
Responsabile del SPP - Ricerca INAIL
con la collaborazione del
Dott. Ing. Massimo Giuffrida
Dipartimento Tecnologie di Sicurezza - Ricerca INAIL
Collegati
Materiale didattico Formazione Addetti Antincendio Rischio Elevato
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
Guida Formazione Antincendio.pdf INAIL |
4756 kB | 91 |
GRU Installazione
GRU Installazione
Ai sensi dell’art. 16 del DM 12.09.1959 i datori di lavoro devono tempestivamente comunicare la cessazione dell’esercizio, le modifiche sostanziali e il trasferimento o spostamento degli impianti e delle attrezzature medesime.
Trasferimento di gru usate su autocarro.
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
GRU_installazione.pdf ISPESL |
42 kB | 37 |
Ergonomia a Scuola - A scuola di ergonomia
![](/images/454.jpg)
Ergonomia a Scuola – A scuola di ergonomia
Il volume “Ergonomia a Scuola – A scuola di ergonomia”, propone un progetto educativo sull'ergonomia scolastica ideato per fornire agli insegnanti delle scuole primarie strumenti didattici che, facendo leva sulla creatività dei bambini, siano in grado di sensibilizzare gli alunni sui problemi derivati da posture scorrette e comportamenti ergonomici sbagliati.
Il prodotto è strutturato in quattro moduli informativi/formativi su: il mal di schiena e la colonna vertebrale, lo zainetto, il banco di scuola, il VDT.
Conclude il volume un modulo didattico con esercizi ginnici da poter eseguire in classe e alcune proposte operative (ludico/didattiche) per la valutazione finale dell’intero programma educativo.
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
Ergonomia a scuola.pdf INAIL |
10308 kB | 44 |
DPI Motoseghe
DPI Anticaduta
DPI Anticaduta
Linee guida ISPEL per la scelta, l'uso e la manutenzione di dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto.
I lavori in quota possono esporre i lavoratori a rischi particolarmente elevati per la loro salute e sicurezza, in particolare a rischi di caduta dall’alto e ad altri gravi infortuni sul lavoro, che rappresentano una percentuale elevata del numero di infortuni, soprattutto per quanto riguarda quelli mortali.
Il miglioramento della sicurezza, dell’igiene e della salute sul luogo di lavoro è un obiettivo essenziale, per il cui conseguimento, le direttive europee costituiscono il mezzo più appropriato assieme alle disposizioni nazionali
vigenti.
Questa linea guida vuole essere un contributo concreto al miglioramento della sicurezza sul lavoro fornendo, al datore di lavoro e agli operatori della sicurezza, indicazioni relative ai contenuti minimi del documento di valutazione dei rischi e criteri per l’individuazione e l’uso dei Dispositivi di Protezione
Individuale (DPI) contro le cadute dall’alto.
Tali DPI, in conformità all’art.41 del D.Lgs. 626/94 e s.m.i., “devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro”.
Sono state prese in considerazione le seguenti aree di intervento: valutazione dei rischi di caduta dall’alto, descrizione dei sistemi di arresto caduta, scelta, uso, ispezione, manutenzione, deposito e trasporto degli stessi.
Monografico di Fogli d'Informazione ISPESL
Distributori di carburante - Normativa
Distributori di carburante - Normativa
Disciplina distributori di carburante per autotrazione
Indice del Documento
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Normativa nazionale.
Normativa Regione Umbria
DOCUMENTAZIONE DI GESTIONE DEL DISTRIBUTORE (Ambiente e sicurezza)
PROFILI DI RISCHIO NEL COMPARTO DISTRIBUTORI DI CARBURANTE
Fase 1: Rifornimento impianto.
Fase 2: Stoccaggio.
Fase 3: Erogazione carburante.
Fase 4: Servizi vari alle autovetture.
Fase 5: Servizi di manutenzione e pulizia.
Fase 6: Autofficina.
Fase 7: Autolavaggio.
Fase 8: Vendita prodotti per autoveicoli /altro.
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
Distributori carburante.zip Sicurezza |
144 kB | 69 |
D.P.I. - Dispositivi di Protezione Individuale
D.P.I. - Dispositivi di Protezione Individuale
D.P.I. - Dispositivi di Protezione Individuale - Documento .pdf 88 pagine
Per "DPI" è da intendersi qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo (art. 40, titolo IV – Dlgs 626/94 e s.m. e i.).
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
Dispositivi di protezione Individuale DPI.pdf Sicurezza Lavoro |
925 kB | 190 |
Checklist carrelli elevatori
Check list Sicurezza macchine
![](/images/Check_list_quipaggiamenti.png)
Check list Sicurezza macchine Parte I: Equipaggiamenti
Check list sulle norme tecniche armonizzate:
EN ISO 4413
EN ISO 4414
EN 61439-1
EN 60204-1
280 punti di verifica in Controllo Tecnico ed Esame Visivo EV sugli equipaggiamenti di macchine.
Check List Sicurezza macchine Parte 1 Equipaggiamenti
Certificazione medica malattia professionale
Buone Prassi - Aggiornamento 29 Maggio 2013
![](/images/554.jpg)
Buone Prassi - Aggiornamento 29 Maggio 2013
Buone prassi in materia di salute e sicurezza sul lavoro
Validate dalla Commissione consultiva in data 29 maggio 2013
Finalizzate a promuovere la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro le buone prassi costituiscono soluzioni organizzative e procedurali adottate a seguito di una scelta volontaria da parte di soggetti pubblici e privati in coerenza con la normativa vigente e con le norme di buona tecnica.
Nella seduta del 29 maggio 2013 la Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro ha proceduto alla validazione delle seguenti buone prassi:
Agg. 29 Maggio 2013
1. Sicuramen…E TRA noi: formazione, non obbligatoria, dipendenti settore ambiente, migliorare SSL [ETRA]
2. Premio “Idea Sicura” [Sofind]
3. Creazione di supporti audio-video informativi/formativi con la partecipazione dei lavoratori [CNR Pisa]
4. Sicurezza nel prendersi cura….in ottica di genere [Fondazione Policlinico Tor Vergata – Roma]
5. Informativa ai lavoratori in fase di assunzione [ENEA Centro Ricerche Casaccia]
Agg. 17 Aprile 2013
1. Emergenza su postazione di lavoro nascosta [Sertec]
2. Sistemi di rilevazione in tempo reale per la valutazione dei rischi nei cantieri edili [Contarp]
3. Utilizzo della videosorveglianza per incrementare il livello di sicurezza sul lavoro [UNI Ing. Brescia]
Agg. 6 Marzo 2013
1. Un patto per la NOSTRA sicurezza sul lavoro [Bauli SpA]
2. PLAY SAFE - EXPLORA “Play Safe: il gioco è una cosa seria” [ENEL SpA]
3. Il Progetto Health & Safety First: passare da comportamenti apparenti a effettivi [FIAT SpA]
4. Miglioramento del sistema di gestione del rischio a polveri di farine [USL 3 PT]
Elaborato: Certifico S.r.l.
Raccolta Adobe portfolio
Descrizione | Livello | Dimensione | Downloads | |
---|---|---|---|---|
![]() |
MLPS Buone Prassi Aggiornamento 29 Maggio 2013.pdf Buone prassi |
53781 kB | 21 |
Buone Prassi Trattori - INAIL
Buone Prassi Trattori - INAIL
Controllo periodico dello stato di manutenzione ed efficienza dei trattori agricoli o forestali
Controllo periodico dello stato di manutenzione ed efficienza dei trattori agricoli o forestali in ottemperanza agli obblighi previsti dall’art. 71 comma 4 lettera a) punto 2 e lettera b) del D.Lgs. 81/08
Documento tecnico redatto dal Gruppo di Lavoro Nazionale istituito presso INAIL
INAIL