Dati INAIL n. 11/2024 - Focus settore costruzioni
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Dati INAIL n. 11/2024 - Focus settore costruzioni
ID 23099 | 12.12.2024 / In allegato
Costruzioni: un settore in espansione - Costruzioni: settore trainante dell’economia ma sempre rischioso - I dati confermano la crescita delle malattie professionali nelle costruzioni - L’influenza del fattore umano per la gestione della salute e sicurezza sul lavoro nelle micro e piccole imprese edili - Nuova veste e più contenuti per la banca dati delle professioni
Oltre a essere un pilastro del nostro sistema produttivo, con un valore aggiunto pari a circa 100 miliardi di euro nel 2023, l’edilizia si conferma una delle attività con il più alto numero di infortuni: l’anno scorso ne sono stati denunciati 43.480, 202 dei quali mortali
Il nuovo numero di Dati Inail, periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, aggiorna l’analisi sull’andamento infortunistico e tecnopatico nelle Costruzioni, un settore di attività che negli ultimi anni ha trainato l’economia del Paese e la crescita del Pil, favorito anche dai consistenti investimenti associati agli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione del patrimonio abitativo e al Piano nazionale di ripresa e resilienza. A fronte della sostanziale stasi del periodo pre-pandemia, nel 2023 il suo valore aggiunto è stato pari a circa 100 miliardi di euro, il 42% in più rispetto ai 70,4 miliardi del 2019 e il 50% in più rispetto ai 66,5 miliardi del 2015.
Il 95% delle imprese ha meno di 10 addetti. Nonostante l’impulso degli incentivi per le ristrutturazioni stia venendo meno, il comparto rimane un pilastro fondamentale del sistema economico italiano: nel 2022, ultimo dato disponibile nel registro statistico Asia, l’Istat ha rilevato 537.886 imprese attive, di cui quasi il 95% con meno di 10 addetti, e 1.572.885 addetti medi annui. Il 77% delle imprese operava nella divisione lavori di costruzione specializzati, il 22% nella costruzione di edifici e l’1% nell’ingegneria civile. Dati più recenti ricavati dalla Contabilità nazionale mostrano che nel 2023 risultavano impiegate nelle Costruzioni 1,7 milioni di unità di lavoro annue che hanno lavorato per oltre 3,3 miliardi di ore complessive, valori superiori rispettivamente del 23% e del 25% rispetto al 2019.
Nell’Industria e servizi maglia nera per i decessi. Nonostante la legislazione molto specifica e gli sforzi di istituzioni e parti sociali per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza, l’edilizia si conferma uno dei settori più rischiosi. Nel 2023 gli infortuni denunciati nelle Costruzioni sono stati 43.480, in calo del 2,6% rispetto ai 44.658 dell’anno precedente. I casi mortali sono stati 202, nove in meno rispetto ai 211 del 2022. Al netto degli incidenti avvenuti in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, con 39.305 denunce di infortunio in occasione di lavoro il settore edile si colloca al terzo posto nella gestione assicurativa Industria e servizi, dopo il Manifatturiero (77.190) e la Sanità (43.782). Con 176 decessi denunciati in occasione di lavoro, alle Costruzioni spetta però la maglia nera dei casi mortali, davanti al Trasporto e magazzinaggio (125) e al Manifatturiero (111).
Al Nord quasi sei denunce su 10. Il 57,4% delle denunce è concentrato nel Nord Italia, senza particolari differenze tra parte occidentale e orientale, con la quota rimanente distribuita tra Centro e Sud (21,3% per entrambe le aree). Tra le regioni la Lombardia, con il 15,3% delle denunce, precede Emilia Romagna (11,9%), Veneto (11,6%) e Toscana (9,1%). Circa il 30% dei lavoratori infortunati sono stranieri, a conferma dell’alta percentuale di manodopera non italiana impiegata nel settore. La fascia di età più colpita è quella compresa tra i 40 e i 59 anni, con il 53,9% degli infortuni e il 56,3% dei casi mortali denunciati.
Confermato il trend in crescita delle malattie professionali. Per quanto riguarda le malattie professionali, il quinquennio 2019-2023 si è chiuso confermando una tendenza in crescita. Le patologie lavoro-correlate denunciate nel 2023, infatti, sono state 12.950, pari al 21,4% del totale dell’Industria e servizi e in aumento del 23,9% rispetto alle 10.452 dell’anno precedente. Dal punto di vista territoriale, è il Centro Italia a registrare il maggior numero di denunce (5.272), seguito da Sud (3.237), Nord-Est (2.062), Isole (1.407) e Nord-Ovest (972), con Toscana (2.199) e Marche (1.739) ai primi due posti tra le regioni. In linea con quanto osservato negli ultimi anni, è aumentato il numero delle malattie denunciate dai lavoratori stranieri, passate dalle 852 del 2022 alle 1.094 del 2023 (+28,4%).
Tre patologie su quattro riguardano l’apparato muscolo-scheletrico. L’analisi per tipologia di malattie, secondo la classificazione Icd-10, mostra che quelle muscolo-scheletriche sono ormai da anni le più denunciate. Nel 2023, in particolare, rappresentano il 75,3% di tutti i casi: 9.752 denunce ripartite tra disturbi dei tessuti molli (principalmente da patologie quali la sindrome della cuffia dei rotatori, epicondilite mediale e laterale, lesioni della spalla), dorsopatie (disturbi dei dischi intervertebrali, da ernie e degenerazioni di altro disco invertebrale specificato) e artropatie (altre lesioni al menisco e artrosi del ginocchio). Seguono a distanza con 1.365 denunce (10,5% dei casi totali) le malattie del sistema nervoso (prevalentemente con sindrome del tunnel carpale) e con 1.239 (9,6%) quelle dell’orecchio.
Lo studio sull’importanza del fattore umano nei cantieri. Con riferimento alla corretta ed efficace gestione della salute e sicurezza in edilizia, il nuovo numero del periodico statistico dell’Istituto si sofferma anche sui risultati di un recente studio Inail che ha esaminato l’importanza del fattore umano sulla base di due variabili ritenute rilevanti nella realtà dei cantieri: la “percezione del rischio” e il “time management”. A tale scopo sono stati realizzati questionari e interviste su un campione di circa 300 lavoratori di micro e piccole imprese di Roma e provincia. Dalle loro risposte emerge come una buona programmazione del lavoro determini una scarsa presenza di imprevisti. Oltre l’80% del campione ritiene, inoltre, di avere a disposizione supporti operativi adeguati, grazie ai quali i processi risultano più gestibili e controllabili. La maggioranza dei lavoratori segnala, però, di avere tempi stretti per la realizzazione delle opere e dichiara di dover svolgere più compiti in contemporanea per rispettare i tempi di consegna. Di qui l’importanza di adottare strategie per prevenire gli effetti negativi del multitasking e gestire il fattore età, che in un settore ad alto rischio come quello edile può condizionare le capacità lavorative.
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Fonte: INAIL