Progettazione reti di idranti: quadro normativo e UNI 10779:2021
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27 Novembre 2024 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Progettazione reti di idranti: quadro normativo e UNI 10779:2021 ID 4834 | Rev. 1.0 del 06.06.2021 / Documento completo allegato Documento sulla Progettazione rete di idranti antincendio completa di: Il DM 20 dicembre 2012 (G.U. n. 3 del 4 gennaio 2013) è la Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. Per la progettazione, installazione ed esercizio delle reti di idranti può essere utilizzata la norma UNI 10779 (2021) ed anche riferimenti UNI EN 12845 (2020) secondo quanto prescritto dal DM 20 dicembre 2012. 4. DISPOSIZIONI PER LE RETI DI IDRANTI 4.1 RETI DI IDRANTI NELLE ATTIVITÀ REGOLAMENTATE DA SPECIFICHE DISPOSIZIONI DI PREVENZIONE INCENDI - Tipologia di rete di idranti (UNI 10779 Cap. 4) La necessità di realizzare una rete di idranti può inoltre essere stabilita nell’ambito della valutazione del rischio d’incendio di cui alla normativa vigente. Per le attività indicate in tabella 1, laddove la rete di idranti sia richiesta dalle regolamentazioni ivi richiamate, si applica la norma UNI 10779, ed i parametri di cui sopra sono individuati come di seguito specificato. 4.2 RETI DI IDRANTI NELLE ATTIVITÀ NON REGOLAMENTATE DA SPECIFICHE DISPOSIZIONI DI PREVENZIONE INCENDI Livelli di pericolosità UNI 10779:2021 Sono stati individuati, ai fini della presente norma per le aree da proteggere, tre differenti livelli di pericolosità in base al loro contenuto ed alla probabilità di sviluppo di un incendio; per ciascun livello di pericolosità sono state indicate le portate, le pressioni, le contemporaneità e le durate di erogazione minime della rete di idranti antincendio considerate adeguate. La definizione del livello di pericolosità non può essere eseguita semplicemente tramite verifica di parametri prestabiliti, ma deve essere determinata secondo esperienza e valutazione oggettiva delle condizioni specifiche dell’attività interessata. I criteri utilizzati per tale determinazione devono essere esplicitati nella relazione di progetto affinché siano noti nel tempo anche al gestore dell’impianto. Ai fini della presente norma si identificano, per le aree da proteggere, i seguenti livelli. B.1.1 Livello di pericolosità 1 Aree nelle quali la quantità e/o la combustibilità dei materiali presenti sono basse e che presentano comunque basso pericolo di incendio in termini di probabilità d’innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell’incendio da parte delle squadre di emergenza. Rientrano in tale classe tutte le attività di lavorazione di materiali prevalentemente incombustibili ed alcune delle attività di tipo residenziale, di ufficio, ecc., a basso carico d’incendio. Nota B.1.2 Livello di pericolosità 2 Aree nelle quali c’è una presenza non trascurabile di materiali combustibili e che presentano un moderato pericolo di incendio come probabilità d’innesco, velocità di propagazione di un incendio e possibilità di controllo dell’incendio stesso da parte delle squadre di emergenza. Rientrano in tale classe tutte le attività di lavorazione in genere che non presentano accumuli particolari di merci combustibili e nelle quali sia trascurabile la presenza di sostanze infiammabili. Nota B.1.3 Livello di pericolosità 3 Sono le aree nelle quali c’è una notevole presenza di materiali combustibili e che presentano un alto pericolo di incendio in termini di probabilità d’innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell’incendio da parte delle squadre di emergenza. Rientrano in questa categoria le aree adibite a magazzinaggio intensivo come definito dalla UNI EN 12845, le aree dove sono presenti materie plastiche espanse, liquidi infiammabili, le aree dove si lavorano o depositano merci ad alto pericolo d’incendio quali cascami, prodotti vernicianti, prodotti elastomerici, ecc. Nota Caratteristiche dell'alimentazione idrica UNI EN 12845 UNI EN 12845:2020 9.1 Generalità L'alimentazione idrica deve essere una o più dei seguenti tipi: a) acquedotto in conformità al punto 9.2; 9.2 Acquedotto L'acquedotto deve essere in grado di soddisfare i requisiti di pressione, portata e durata, tenendo conto di un'eventuale portata maggiore richiesta ai sistemi di estinzione manuale di incendi (idranti, naspi antincendio, ecc.). Deve essere installato un pressostato che aziona un allarme quando la pressione di alimentazione scende al di sotto di un valore predeterminato. Il pressostato deve essere posizionato a monte di una qualsiasi valvola di non ritorno e deve essere dotato di una valvola di prova (vedere appendice I e punto H.2.5). In alcuni casi la qualità dell'acqua rende necessario predisporre dei filtri su tutti i collegamenti derivanti dall'acquedotto. I filtri dovrebbero possedere un'area di passaggio di almeno 1,5 volte l'area nominale della tubazione e non dovrebbero permettere il passaggio di oggetti aventi un diametro maggiore di 6 mm. Nota 1 Nota 2 UNI EN 12845 10.6.1 Generalità - almeno due terzi della capacità effettiva del serbatoio di aspirazione devono essere al di sopra del livello dell'asse della pompa; Se ciò non è fattibile, la pompa potrebbe essere installata in condizioni di soprabattente oppure si potrebbero utilizzare le pompe verticali immerse a flusso assiale (vertical turbine pumps). Le installazioni soprabattente e con pompe sommerse dovrebbero essere evitate e usate solamente dove non è praticabile un'installazione sottobattente. Pompe sommerse La UNI EN 12845:2020 al punto 10.6.1 sconsiglia l'installazione di pompe soprabattente / sommerse in quanto di difficile manutenzione e verifica (da considerare che la pompa antincendio non lavora mai e stando sommersa può accadere un malfunzionamento quando occorra). Alimentazione idrica da pozzi o piscine In merito all'idoneità dell'impianto idrico antincendio alimentato tramite pozzo e supportato da apposita relazione geologica, si ritiene che non sia casuale il fatto che la norma UNI 12845, che ha sostituito la UNI 9490, non preveda detta alimentazione. Pertanto, si è del parere che l'alimentazione degli impianti idrici antincendio non possa avvenire tramite pozzo ma in tal caso sia necessario anche un'idonea riserva idrica antincendio. (Nota prot. n. P320/4101 sott. 72/C.1(17) del 16/7/2008). La necessità di realizzare una rete di idranti può inoltre essere stabilita nell'ambito della valutazione del rischio d'incendio di cui alla normativa vigente. Disponibilità del servizio Assicurazione della portata idrica "in ogni tempo" Le attestazioni relative alla continuità dell'alimentazione idrica e/o elettrica sono rilasciate dagli Enti erogatori o da professionista antincendio.
NOTE: (*) La Disposizione vigente è quella riportata alla data di pubblicazione del DM 20 dicembre 2012, controllare evoluzioni del riferimento normativo (Link) Nota prot. n. P320/4101 sott. 72/C.1(17) del 16 luglio 2008 – Quesito. – Con riferimento alla richiesta pervenuta con nota indicata a margine con la quale si chiede di avere un chiarimento in merito all'idoneità dell'impianto idrico antincendio, alimentato tramite pozzo e supportato da apposita relazione geologica, questo Ufficio ritiene che non sia casuale il fatto che la norma UNI 12845, che ha sostituito la UNI 9490, non preveda detta alimentazione. Con riferimento al quesito in oggetto … si concorda con il parere espresso al riguardo da codesta Direzione Regionale VV.F.(*) (*) È confermata la validità di quanto chiarito con nota prot. n. P320/4101 sott. 72/C.1(17) del 16 luglio 2008 UNI EN 14384 Idranti antincendio a colonna soprasuolo. La norma specifica i requisiti minimi, i metodi di prova, la marcatura e la valutazione di conformità per gli idranti a colonna soprasuolo per antincendio da installarsi in reti di distribuzione dell'acqua UNI 10779:2021 APPENDICE A. ALIMENTAZIONI IDRICHE A.1 Alimentazione dedicata Per la realizzazione delle alimentazioni idriche si applicano le corrispondenti prescrizioni della UNI EN 12845 con le seguenti integrazioni. A.1.1 Locale pompe Per i locali che ospitano l’alimentazione delle reti idranti si applicano i requisiti minimi indicati nella UNI 11292. Qualora non sia possibile l’ubicazione in locali esclusivi, è ammessa l’ubicazione delle pompe antincendio, limitatamente alle unità elettriche, in locali comuni ad altri impianti tecnologici purché caratterizzati da pericolo d’incendio molto ridotto, carico d’incendio comunque minore di 100 MJ/m2, accessibili direttamente dall’esterno e separati dai locali adiacenti, ove presenti, tramite strutture di resistenza al fuoco adeguata alla classe dei suddetti locali, con un minimo di 60 min. La temperatura nel locale dove sono ubicate le pompe deve essere compatibile con le caratteristiche delle pompe stesse, e comunque tale da garantire condizioni di non gelo (t > 4°C) A.1.2 Avviamento e fermata Le pompe di alimentazione della rete di idranti devono essere ad avviamento automatico e fermata manuale come previsto dalla UNI EN 12845. Ove ritenuto necessario, per attività non costantemente presidiate, è ammesso l’arresto automatico, sempre che il sistema di pompaggio sia ad esclusivo utilizzo della rete di idranti. In tal caso l’arresto automatico può avvenire dopo che la pressione si sia mantenuta costantemente al di sopra della pressione di avviamento della pompa stessa per almeno 20 min consecutivi. A.1.3 Tipo di alimentazione In assenza di specifiche disposizioni normative, il tipo di alimentazione deve essere definito in sede di progetto, a seguito dell’analisi effettuata dal progettista dell’impianto. A.1.4 Continuità dell’alimentazione Si applicano le corrispondenti prescrizioni della UNI EN 12845. L’assicurazione della continuità per gli acquedotti, va intesa durante la normale erogazione del servizio. Nota A.1.5 Rinvio degli allarmi I segnali di allarme provenienti dai quadri delle pompe e dai sistemi di supervisione devono essere oggetto di analisi in sede di progetto del sistema. Il progetto quindi deve definire, in accordo alle caratteristiche proprie dell’attività protetta, il modo più opportuno per dare le segnalazioni essenziali. Vedere UNI 9795, per le parti applicabili. A.1.6 Protezione sprinkler Nel locale pompe, se adibito esclusivamente all’alimentazione di idranti per aree di livello di pericolosità 1 e 2 ed in assenza di gruppi azionati da motori a combustione interna, può essere omessa la protezione automatica sprinkler. Nota Nel caso si utilizzino riserve idriche di capacità ridotta, con rincalzo, la capacità utile minima deve essere pari al 50% del valore nominalmente richiesto. A.1.8 Alimentazione da acquedotto Nell’alimentazione da acquedotto può essere prevista, in funzione del regolamento che governa il collegamento alla rete pubblica, l’installazione di dispositivi che prevengono il riflusso dell’acqua verso la rete stessa. A.2 Alimentazione promiscua Nelle aree di livello di pericolosità 1, quando l’impianto prevede la sola protezione interna (vedere punto B.2.1), essa può essere realizzata, in alternativa a quanto previsto nel punto A.1, anche come derivazione dal sistema di alimentazione idrico generale dell’edificio, purché siano rispettate le disposizioni di carattere igienico / sanitario applicabili e siano osservati i seguenti requisiti: - portata e pressione minima come richieste per garantire le prestazioni dell’impianto antincendio, in contemporanea alla domanda nominale del sistema idrico dell’edificio con le stesse caratteristiche di "Continuità dell’alimentazione" di cui al punto A.1.4; Nel caso di alimentazione promiscua in cui siano rispettati i precedenti requisiti, non si applicano le disposizioni di cui al punto A.1. Figura A.1 Alimentazione promiscua Legenda B.3 Requisiti di progetto degli impianti Sono di seguito specificati i requisiti minimi dell’impianto che devono essere soddisfatti nella generalità dei casi; situazioni particolari possono comportare l’adozione di soluzioni differenti da documentare a livello di progetto dell’impianto. L’alimentazione idrica deve garantire la portata specificata per almeno 30 min. a) Protezione interna Sono consentiti impianti sia ad idranti a muro sia a naspi. Impianti con idranti a muro La protezione può essere realizzata con l’installazione di idranti a muro. L’impianto deve essere in grado di garantire il simultaneo funzionamento di non meno di 2 idranti a muro (o di tutti gli idranti a muro installati nel compartimento antincendio se meno di 2) nella posizione idraulicamente più sfavorevole con le prestazioni idrauliche minime definite nel punto B.2.3. Impianti con naspi La protezione può essere assicurata con l’installazione di soli naspi. L’impianto deve essere dimensionato in modo da garantire il simultaneo funzionamento di non meno di 4 naspi (o tutti i naspi installati nel compartimento antincendio se meno di 4) nella posizione idraulicamente più sfavorita con le prestazioni idrauliche minime definite nel punto B.2.3 per prestazione normale. Compartimenti antincendio maggiori di 4 000 m2 In assenza di protezione esterna, qualora nell’ambito dell’attività sia previsto almeno un compartimento antincendio di dimensioni complessive maggiori di 4 000 m2, il numero di idranti o naspi interni da considerare contemporaneamente operativi deve essere doppio rispetto a quanto sopra indicato, oppure tutti quelli presenti se in numero minore. b) Protezione esterna Per le aree di livello 1 non è generalmente prevista la protezione esterna. Certifico Srl - IT | Rev. 1.0 2021 Matrice Revisioni
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