Valutazione del rischio ambienti freddi / Rev. 2.0 Settembre 2023
Appunti Sicurezza lavoro | |||||||||||||||||
12 Dicembre 2024 | |||||||||||||||||
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Valutazione del rischio ambienti freddi / Rev. 2.0 Settembre 2023 ID 5371 | Update: Rev 2.0 del 26 Settembre 2023 / Documento completo allegato ISO 15743:2008:standard confermato da ISO nel 2022 Questo standard è stato rivisto e confermato l'ultima volta nel 2022. Pertanto questa versione rimane attuale. EN ISO 15743 | Valutazione del rischio Il Documento allegato illustra la Valutazione del rischio di ambienti severi freddi, con la metodologia dettata dalle norme: Vedi il EN ISO 15743 Documento Valutazione rischio posti di lavoro freddi Norme ISO UNI EN ISO 15743:2008 UNI EN ISO 11079:2008 Excursus I rischi legati al freddo sono di vario tipo, come mostratoin figura 2, nella quale per ogni tipo di stress sono riportati i fattori che lo determinano. Secondo il tipo di stress, i rischi legati all’esposizione al freddo vanno dal discomfort alle difficoltà respiratorie, dal dolore all’ipotermia, senza contare che il freddo può provocare anche incidenti legati all’intorpidimento muscolare. Figura 2 – Relazione tra i diversi tipi di stress da freddo e i fattori fisici che li determinano. A monte di un’attenta politica di prevenzione del rischio, va prevista un’accurata valutazione dell’analisi e dell’interpretazione delle cause di rischio. 1. osservazione; a loro volta composte da una serie di attività come risulta dalla Figura 3. Figura 3 – Modello di valutazione del rischio secondo la norma 15743 La norma EN ISO 15743 si occupa anche della gestione del rischio, che va integrata nel sistema di gestione della sicurezza sui luoghi di lavoro. In particolare, la norma prevede corsi di formazione sui rischi collegati al lavoro al freddo per tutti coloro che sono coinvolti nel processo produttivo, per i responsabili della sicurezza e per i medici competenti. In figura 4 è riportato il modello per la gestione del rischio da freddo. Figura 4 – Modello di gestione del rischio da freddo secondo la norma EN ISO 15743. FASE I - IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI DA FREDDO - ALLEGATO A EN ISO 15743 Check per identificare i problemi legati al freddo sul lavoro A.1 Come utilizzare la checklist A.1.1 Considerare l'ambiente di lavoro in modo completo. Prima di utilizzare la checklist, individuare i diversi lavori/attività da osservare. Classificare la situazione lavorativa prevalente per includere tutte le situazioni possibili durante il giorno e per un periodo di tempo accettabile. Utilizzare la checklist di osservazione separatamente per ogni attività lavorativa. Se non è possibile osservare tutte le lavorazioni in programma, effettuare il controllo in un secondo momento. Se ci sono molti dipendenti impegnati con gli stessi compiti, condurre l'osservazione per l'individuo che, a proprio avviso, ha la maggior parte dei problemi legati al freddo. A.1.2 Controllare separatamente ciascuna categoria/specialità e segnare il punteggio che meglio corrisponde alla situazione. Il punteggio "0" indica che non sono necessarie azioni preventive, "1" che i problemi legati al freddo esistono e dovrebbero essere affrontati a lungo termine, mentre "2" indica che problemi relativi al freddo possono comportare un rischio per la salute. Un punteggio di "2" significa che l'azione correttiva necessaria a ridurre o eliminare il problema deve essere implementata immediatamente. ... A.3 Valutazione dei risultati e delle azioni correttive A.3.1 Segnare il punteggio (0, 1 o 2) per ognuno dei punti della checklist nella tabella dei punteggi. Tabella 2 - Modulo per la sintesi dei risultati ottenuti con la checklist e della pianificazione delle azioni future. I punteggi sono quelli attribuiti nella checklist. FASE II – QUANTIFICAZIONE DEGLI EFFETTI DA FREDDO - ALLEGATO B EN ISO 15743 Analisi dei problemi legati al freddo B.1 Generale La fase 2 (analisi) della valutazione del rischio da freddo è destinata all'uso da parte di persone con conoscenza dell'argomento e che hanno familiarità con gli standard pertinenti (ad es. ingegneri della sicurezza, igienisti industriali). Gli obiettivi della valutazione in questa fase sono: - controlli periodici sulla base della checklist della fase 1 (allegato A), Per le misure preventive e le soluzioni ai problemi, vedere Allegato C. Informazioni rilevanti per questo livello di analisi possono anche essere trovate nei riferimenti della norma EN ISO 15743. B.2 Aria fredda Valutare lo stress da freddo utilizzando IREQ (richiesta la conoscenza del grado di isolamento e degli effetti dell’abbigliamento specifico - ISO 11079): a) misurare o stimare la temperatura dell'aria (ISO 7726); 1. Gli indici di stress da freddo La norma EN IS0 11079:2008 (Determinazione e interpretazione dello stress termico da freddo con l’utilizzo dell’isolamento termico dell’abbigliamento richiesto (IREQ) e degli effetti del raffreddamento locale) definisce due importanti indici per lo stress termico da freddo: - indice di raffreddamento complessivo IL RAFFREDDAMENTO GLOBALE Questo tipo di raffreddamento, come si evince dalla definizione, si riferisce al corpo nel suo complesso. Partendo dalla considerazione che con un’opportuna resistenza termica dell’abbigliamento l’uomo si può proteggere dal freddo, è stato proposto negli anni 80 un indice di stress da freddo per il corpo nel suo complesso,IREQ (da “I”, Isolamento, simbolo della resistenza termica dell’abbigliamento e “REQ” di required, richiesto). LE FORMULE Per il calcolo di IREQ si parte dal bilancio di energia sul corpo umano, che in ambiente freddo è espresso come: S = M – W – Eres – Cres – E – K – R – C (1) IL CALCOLO DI IREQ Per calcolare IREQ, si parte dalla nota equazione generale del bilancio di energia termica sul corpo umano valutato in ambiente freddo. I passi da seguire sono i seguenti: 1. misurare i quattro parametri ambientali da cui dipendono i termini che compaiono nel bilancio (Eres + Cres, E, R, C) dalla quale: - trascurando il termine conduttivo K se, come accade spesso, esso risulta piccolo rispetto ad altri che compaiono nella (1), 0 = M – W – Eres – Cres – E – R – C Ricordando la definizione di resistenza termica dell’abbigliamento: R + C = (tsk – tcl)/Icl Imponendo Icl = IREQ (tsk – tcl)/IREQ = M – W – Eres – Cres – E (3) Una volta calcolati i valori di IREQneutral e IREQmin si confrontano con quelli dell’isolamento termico risultante, ricavato con l’equazione (3); si possono verificare i seguenti tre casi: Come detto in (A) si può calcolare IREQneutral e IREQmin usando anche tabelle sperimentali del tipo: Figura 9 - IREQmin in funzione della temperatura operativa dell’ambiente per 8 livelli del metabolismo energetico 1 CLO è definito come il gradiente termico di 0.18°C su un’area di 1 m attraversata da un flusso termico di 1 Kcal/h (1 CLO = 0.155 m2K/W). Il valore della resistenza termica dell'abbigliamento ICL (IREQ) può essere ricavato da tabelle, come in figura di cui sopra, che riportano valori ottenuti con misure sperimentali. Tool di calcolo: ESEMPIO APPENDICE EN ISO 15743 (TRADUZIONE NON UFFICIALE) Valutazione e gestione del lavoro a freddo nel lavoro indoor - Esempio da l'industria alimentare E1 Il luogo di lavoro I rischi da freddo sono stati analizzati in una società di trasformazione alimentare, dove sono stati studiati i reparti di imballaggio della salsiccia, della carne congelata e marinata. La temperatura dell'aria nei reparti variava tra 3 °C e 6 °C. La velocità dell'aria era di solito inferiore a 0,2 m/s, ma occasionalmente superiore vicino alle aperture. L’umidità era di circa l'80%. La temperatura dei prodotti e delle superfici della macchina era di solito tenuta tra 3 °C e 4 °C, e alcune volte a -2 °C (carne marinata). Le pause, di circa 8 minuti ogni ora, con 35 minuti per il pranzo, si svolgevano in una stanza con una temperatura normale (circa 21 °C). Gli indumenti indossati dai lavoratori consistevano in biancheria intima lunga e abbigliamento di media lunghezza e di uno speciale indumento per lo strato esterno. Erano utilizzati guanti di cotone sottili coperti da sottili guanti di plastica. Il lavoro era solitamente leggero, costituito da movimenti ripetitivi di entrambe le braccia. Il lavoro era fatto solitamente in due turni, a partire dalle 06:00 o dalle 14:30. Circa il 70% dei lavoratori erano donne di età compresa tra 19-56 anni. E.2 Fase 1 - Osservazione (Allegato A EN ISO 15743) Per l'analisi dei rischi nella prima fase, è stata utilizzata la checklist di controllo del punto A.2 per l'identificazione dei problemi legati al freddo. Il sistema di punteggio applicato è stato quello specificato in A.1.2. 1. Aria fredda Analisi: la temperatura dell'aria provoca problemi evidenti (punteggio 2). I problemi riscontrati sono stati in particolare quelli connessi alla mano, vedi quesiti 3, 4 e 6. 2. Vento/Movimenti dell’aria Analisi: spostamenti d'aria leggeri (ad esempio spifferi, vento leggero) (punteggio 1). 3. Contatto con superfici fredde durante la manipolazione di utensili/materiale o quando si è seduti, in ginocchio o sdraiati su superfici fredde Analisi: lavoro con le mani nude o non sufficientemente protette o per periodi più lunghi seduti, inginocchiati, in piedi o sdraiati su superfici fredde (punteggio 2). Il raffreddamento delle mani ha causato decremento delle prestazioni, dolore da freddo e intorpidimento occasionale. 4. Esposizione ad acqua/liquidi/umidità Analisi : lunghi periodi di esposizione (ad esempio continua movimentazione di liquidi freddi o materiali umidi) (punteggio 2). E.3 Fase 2 - Analisi (dall'allegato B) 1. Aria fredda Il calcolo di IREQ mostra che la necessità di isolamento è 1,8 clo. (vedi Fig. 9 impostando to=0 | Metabolismo Light work 90 W/m2) Fonti UNI EN ISO 12894:2002 UNI EN ISO 15265:2005 UNI EN ISO 8996:2022 UNI EN ISO 15743:2008 UNI EN ISO 9920:2009 UNI EN ISO 13732-3:2009 Il rischio termico in ambienti severi freddi Sommario
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