EN ISO 12100: Pericoli, Situazioni pericolose ed Eventi pericolosi / Rev. Nov. 2024
Appunti macchine | |||||||||||||
Newsletter n. 98949 del 24 Novembre 2024 | |||||||||||||
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EN ISO 12100: Pericoli/Situazioni pericolose/Eventi pericolosi 2024 ID 986 | Rev. 17.11.2024 / Documento completo allegato Documento sull'Appendice B della EN ISO 12100 dove sono riportati esempi di pericoli, eventi pericolosi e situazioni pericolose, relativi alla sicurezza di macchine. I pericoli della EN ISO 12100 possono essere di supporto per la valutazione dei rischi di attrezzature di lavoro di cui all'Allegato V del D.Lgs. 81/2008. I pericoli, eventi pericolosi e situazioni pericolose sono anche utilizzati nella valutazione dei rischi di CEM4 per macchine rientranti in Direttiva 2006/42/CE "Direttiva macchine" o Regolamento (UE) 2023/1230 "Regolamento macchine". Nel Documento 2024 sono aggiunte, inoltre, le definizioni d'interesse estratte dalla EN ISO 12100. EN ISO 12100 Appendice B 1. ESEMPI DI PERICOLI L'appendice B della EN ISO 1210 fornisce, in prospetti separati, esempi di pericoli, situazioni pericolose ed eventi pericolosi per chiarire questi concetti e per aiutare le persone che svolgono la valutazione del rischio nel processo di identificazione dei pericoli. Gli elenchi dei pericoli, delle situazioni pericolose e degli eventi pericolosi riportati nella presente appendice non sono esaustivi e non sono presentati in ordine di priorità. Pertanto, il progettista dovrebbe anche identificare e documentare tutti gli altri pericoli, situazioni pericolose o eventi pericolosi esistenti nella macchina. In allegato si riporta: 1. Estratto relativo all'Appendice Informativa B con definizioni della norma e differenza tra: 2. Elenco estrapolato dalla norma tecnica UNI EN ISO 12100:2010, pericoli modificabili, aggiornabili e stampabili in CEM4. Definizioni d'interesse - Estratto EN ISO 12100 3.5 danno: Lesione fisica o danno alla salute. 3.6 pericolo: Potenziale sorgente di danno. Nota 1 Il termine “pericolo” può essere qualificato al fine di definire la sua origine (per esempio, pericolo di natura meccanica, elettrica) o la natura del danno potenziale (per esempio, pericolo di elettrocuzione, pericolo di taglio, pericolo tossico, pericolo di incendio). Nota 2 Il pericolo trattato nella presente definizione: - è permanentemente presente durante l’uso previsto della macchina (per esempio, movimento di elementi mobili pericolosi, arco elettrico durante una fase di saldatura, postura insalubre, emissione di rumore, alta temperatura), oppure Nota 3 Il termine francese “phénomène dangereux” non dovrebbe essere confuso con il termine “risque”, che è stato invece utilizzato a volte in passato. 3.7 pericolo specifico: Pericolo che è identificato come presente nella macchina o associato alla stessa. Nota 1 Un pericolo specifico è identificato come il risultato di una fase del processo descritto nel punto 5. Nota 2 Questo termine è incluso come terminologia di base per norme di tipo B e C. 3.8 pericolo significativo: Pericolo che è identificato come specifico e che richiede un’azione specifica da parte del progettista per eliminare o ridurre il rischio secondo la valutazione del rischio. Nota Questo termine è incluso come terminologia di base per norme di tipo B e C. Nota Un evento pericoloso può verificarsi per un breve o per un lungo periodo di tempo. 3.10 situazione pericolosa: Circostanza in cui una persona è esposta almeno a un pericolo. Nota L'esposizione può determinare un danno immediatamente o dopo un periodo di tempo. 3.11 zona di pericolo; zona pericolosa: Tutti gli spazi, all'interno e/o attorno al macchinario, in cui una persona può essere esposta a un pericolo. 3.12 rischio: Combinazione della probabilità di accadimento di un danno e della gravità di quel danno. 3.13 rischio residuo: Rischio che rimane dopo aver preso le misure di protezione. Nota 1 La presente norma internazionale distingue: - il rischio residuo dopo che il progettista ha implementato le misure di protezione; Nota 2 Vedere anche figura 2. 3.14 stima del rischio: Definizione della probabile gravità del danno e della probabilità del suo 3.15 analisi del rischio: Combinazione della determinazione dei limiti della macchina, dell'identificazione dei pericoli e della stima del rischio. 3.16 ponderazione del rischio: Giudizio destinato a stabilire, sulla base dell’analisi del rischio, se gli obiettivi di riduzione del rischio sono raggiunti. 3.17 valutazione del rischio: Processo complessivo che comprende un'analisi del rischio e una ponderazione del rischio. 3.18 adeguata riduzione del rischio: Riduzione del rischio almeno in conformità ai requisiti legali, prendendo in considerazione l’attuale stato dell’arte. Nota Criteri per determinare quando è stata raggiunta un’adeguata riduzione del rischio sono forniti nel punto 5.6.2. 3.19 misura di protezione: Misura prevista per raggiungere la riduzione del rischio, implementata: - dal progettista (progettazione intrinsecamente sicura, protezioni e misure di protezione complementari, informazioni per l'uso); e/o Nota Vedere figura 2. 3.20 misura di protezione integrata nella progettazione: Misura di protezione che elimina i pericoli o riduce i rischi associati ai pericoli modificando le caratteristiche di progettazione o di funzionamento della macchina senza l’uso di ripari o dispositivi di protezione. Nota Vedere il punto 6.2. 3.21 protezione: Misura di protezione che utilizza mezzi di protezione per proteggere le persone dai pericoli che non possono essere ragionevolmente eliminati o dai rischi che non possono essere sufficientemente ridotti mediante misure di protezione integrate nella Nota Vedere il punto 6.3. 3.22 informazioni per l'uso: Misura di protezione che consiste in mezzi di comunicazione (per esempio testo, parole, segni, segnali, simboli, diagrammi) utilizzati separatamente o in combinazione per trasmettere informazioni all’utilizzatore. Nota Vedere il punto 6.4. 3.23 uso previsto: Uso di una macchina in conformità alle informazioni per l'uso fornite nelle istruzioni. 3.24 uso scorretto ragionevolmente prevedibile: Uso di una macchina in un modo non previsto dal progettista, ma che può derivare da un comportamento umano facilmente prevedibile. 3.25 mansione: Attività specifica svolta da una o più persone sulla macchina o nelle vicinanze della stessa durante il suo ciclo di vita. segue in allegato
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