Rischio esposizione ad oli minerali usati | Note 09.03.2021
Appunti Sicurezza lavoro | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
25 Novembre 2024 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Rischio esposizione ad oli minerali usati | Note ID 13011 | 09.03.2021 / Documento completo allegato, Scheda rilevo esposizione, altri Con l’attuazione della Direttiva (UE) 2019/130 e della Direttiva (UE) 2019/983 ad opera del Decreto 11 febbraio 2021, sono state recepite nell’ordinamento italiano, le ultime due direttive, mancanti, relative alle modifiche della Direttiva 90/394/CEE (VI Direttiva particolare) del Consiglio, del 28 giugno 1990, sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni durante il lavoro (sesta direttiva particolare ai sensi dell'articolo 16, paragrafo 1 della direttiva 89/391/CEE. In particolare il decreto inserisce l'esposizione agli oli minerali usati nei motori a combustione interna (processo e sostanza) quale rischio cancerogeno. Modifiche / aggiunte tra cui: 2. Allegato XLIII Valori limite di esposizione professionale: In entrambi i casi si tratta di processi lavorativi e pertanto non soggetti a classificazione a norma del regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio. Nel primo caso il comitato scientifico per i limiti dell'esposizione professionale agli agenti chimici (SCOEL) ha individuato la possibilità che tali oli siano assorbiti in misura significativa attraverso la pelle e ha vivamente raccomandato l'introduzione di osservazioni in tal senso. L’introduzione di queste due lavorazioni nell’elenco dei cancerogeni costituisce una novità rilevante se si considera l’elevato numero di lavoratori potenzialmente esposti a tali inquinanti. Nel 1983(1) e nel 1987(2) l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ("IARC") ha valutato la cancerogenicità degli "oli minerali" ed è giunta alla conclusione che studi condotti sull'uomo rivelano l'esistenza di elementi di prova sufficienti circa la cancerogenicità per l'uomo degli oli minerali (contenenti diversi additivi e impurità) impiegati in attività quali la filatura, la lavorazione dei metalli e la trasformazione della iuta. Tale valutazione dell'IARC comprende anche gli oli minerali utilizzati nei motori. La valutazione finale dell'IARC non cita esplicitamente gli "oli minerali sotto forma di oli motore usati", ma conclude che studi condotti sull'uomo rivelano l'esistenza di elementi di prova sufficienti circa la cancerogenicità per l'uomo (IARC gruppo 1) degli "oli minerali non trattati o blandamente trattati". L'IARC ha rivisto la valutazione alla luce dei nuovi dati contenuti nella Monografia 100F (2012)(3) e ha mantenuto tale qualifica in relazione ai tumori della pelle. Il comitato scientifico per i limiti dell'esposizione professionale ("SCOEL")(4) ha valutato gli effetti sulla salute dei lavoratori sul luogo di lavoro degli "oli minerali sotto forma di oli motore usati", definiti come "gli oli precedentemente usati nei motori a combustione interna per lubrificare e raffreddare le parti mobili all'interno del motore" (di seguito "gli oli minerali sotto forma di oli motore usati"). Tenendo conto della valutazione dell'IARC, lo SCOEL è giunto alla conclusione, conformemente alla propria metodologia, che gli "oli minerali sotto forma di oli motore usati" sono agenti cancerogeni del gruppo A per i quali non è disponibile una soglia in funzione della modalità di azione(5). La nota relativa alla penetrazione cutanea è stata fortemente raccomandata dallo SCOEL, che ha valutato che l'esposizione professionale agli oli minerali sotto forma di oli motore usati avviene per via cutanea. La nota indicante la possibilità di una rilevante assunzione per via cutanea è stata approvata dal Comitato consultivo per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro ("CCSS") (1) IARC (1984), Polynuclear aromatic hydrocarbons, parte 2, Carbon blacks, mineral oils (lubricant base oils and derived products) and some nitroarenes. IARC Monogr Eval Carcinog Risk Chem Hum, 33: 1–222. PMID:6590450 (http://monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol1-42/mono33.pdf). Il pericolo degli oli usati - Per gli oli che contengono in partenza anche piccole % di IPA è possibile con l’uso un incremento della concentrazione di tali sostanze; - Per gli oli che nella formulazione contengono dietanolammina, è possibile, con l’uso, la formazione di N-Nitrosodietanolammina (sostanza cancerogena); L’eventuale presenza di IPA e di dietanolammina (DEA) si dovrebbe ricavare da quanto dichiarato nelle schede di sicurezza nell'olio in origine. - Nella formulazione iniziale possono essere presenti battericidi ed antifungini (ad es.formaldeide, antibiotici vari): qualora tali sostanze siano state consumate si può sviluppare una flora batterica pericolosa che può causare dermatiti, allergie, patologie respiratorie, ecc. Durante l'uso, la composizione dell'olio cambia a causa delle alte temperature e sollecitazioni meccaniche. Nitrazione, cracking del polimero, ossidazione e decomposizione di composti organometallici all'interno dell'olio si verificano durante l'uso con conseguente accumulo di benzina o diesel, acqua, metalli, ossidi metallici e prodotti della combustione (inclusi IPA) nell'olio. L'efficienza del motore, la frequenza dei cambi d'olio e il chilometraggio del veicolo possono influenzare la composizione degli oli usati. L'olio motore usato varia in base al tipo di carburante e alle condizioni meccaniche del motore. Di tutti i metalli presenti nell'olio motore, il piombo è stato trovato nelle concentrazioni più elevate, tuttavia, con l'introduzione di combustibili senza piombo le concentrazioni di piombo negli oli motore usati sono diminuite. Zinco, rame, cromo e nichel si trovano anche negli oli motore usati. In passato, piccole quantità di bifenili policlorurati (PCB) sono stati incorporati nei fluidi di trasmissione per controllare il rigonfiamento delle guarnizioni in gomma. I PCB degli anni '80 sono stati rilevati in campioni di olio usato in concentrazioni comprese tra 7 e 65 ppm. La produzione commerciale di PCB da allora è cessata e dagli anni '90 è improbabile che i PCB sono stati presenti negli oli motore usati. Tabella 1: Principali IPA e loro classificazione secondo diversi criteri (Ufficio federale della sanità pubblica UFSP CH - 2020)
Estratto parere SCOEL Allegato "...Le composizioni chimiche degli oli motore variano a seconda delle esigenze dei diversi motori e delle condizioni operative. Sono utilizzati principalmente nei motori di automobili e motocicli, motori ferroviari diesel, motori marini, motori aeronautici e sono utilizzati nei motori di macchinari portatili, comprese motoseghe e tosaerba. La composizione chimica dell'olio motore cambia nel tempo con l'utilizzo del motore, a causa delle alte temperature e dell'usura meccanica. Durante l'uso si verificano nitrazione, cracking del polimero, ossidazione e decomposizione dei composti organometallici nell'olio, con conseguente accumulo di componenti del carburante, acqua, metalli, ossidi metallici e prodotti di combustione (compresi gli IPA) all'interno dell'olio usato. Inoltre, va notato che la composizione degli oli motore vergini e quindi la composizione degli oli motore usati è cambiata nel tempo. Ciò è avvenuto non solo per soddisfare i requisiti dei nuovi progetti di motori e requisiti di prestazioni, ma anche per conformarsi alla legislazione dell'UE. In passato, molti oli minerali erano solo leggermente raffinati e contenevano livelli significativi di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA). Inizialmente, il trattamento con acido è stato utilizzato per rimuovere IPA e altre impurità e per migliorare le proprietà tecniche degli oli finiti. Negli ultimi decenni, il trattamento con acido è stato ampiamente sostituito da una raffinazione estensiva con estrazione con solvente e/o idrotrattamento, che ha ulteriormente ridotto il livello di IPA e altri contaminanti. Gli oli minerali sono stati prodotti mediante la procedura di idrotrattamento severo sin dagli anni '60. Dall'inizio degli anni '90, nell'UE, il processo di produzione degli oli lubrificanti è controllato utilizzando il metodo IP346(*) (IP, 1993). La classificazione non deve essere applicata ai sensi del regolamento UE (CE) n. 1272/2008 sulla classificazione, l'etichettatura e l'imballaggio se è possibile dimostrare che la sostanza contiene meno del 3% di estratto di dimetilsolfossido DMSO (m/m) come misurato da IP 346 (*). Va anche notato che "oli minerali, leggermente trattati o non trattati" sono flussi specifici di prodotti di raffinazione, all'inizio del processo di raffinazione; sono cancerogeni per via cutanea a causa degli IPA presenti, che hanno origine dal petrolio naturale. In quanto tali, non vengono utilizzati per produrre oli lubrificanti poiché sarebbe illegale nell'UE. Tutti gli oli lubrificanti immessi sul mercato dell'UE o utilizzati in articoli immessi sul mercato dell'UE sono conformi a IP346 (*), il che significa che hanno un basso livello di IPA (che è stato ridotto da processi specifici come l'idrotrattamento). Tuttavia, il presente parere si rivolge in generale agli oli minerali poiché gli oli motore usati sono oli che sono stati utilizzati in precedenza nei motori a combustione interna per lubrificare e raffreddare le parti mobili all'interno del motore e come definito sopra..." (*) IP 346:2015 Misure di Prevenzione e Protezione Riduzione dei rischi alla fonte con l'uso di oli a bassissimo contenuto di IPA / dietanolammina /metalli. Una serie di migliori pratiche può essere utilizzata per limitare la penetrazione cutanea, fra cui il ricorso a dispositivi di protezione individuale, quali i guanti, la rimozione e la pulizia degli indumenti contaminati. Fonti: vedi allegati Certifico Srl - IT | Rev. 00 2021 Collegati |
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