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Inquinamento dell’aria e malattie cardiovascolari

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Inquinamento dell aria e malattie cardiovascolari

Inquinamento dell’aria e malattie cardiovascolari 

ID 23442 | 11.02.2025 / In allegato

Il documento “Inquinamento dell’aria e malattie cardiovascolari”, elaborato dall’Alleanza italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari, analizza gli aspetti principali delle relazioni tra inquinamento dell’aria e malattie cardiovascolari e fornisce suggerimenti per mitigare il rischio cardiovascolare e ridurre gli eventi patologici correlati. 

Periodo di riferimento 2024

Le malattie cardiovascolari costituiscono ancora oggi la principale causa di disabilità, ospedalizzazioni e morte. Nei soli Stati Uniti d’America nel 2019 si sono contate 957.000 morti per cause cardiovascolari, mentre a livello globale si stima che dette patologie abbiano causato nel 2021 19,4 milioni di decessi, con una incidenza di 66,8 milioni di casi e una prevalenza di 612 milioni di casi. I dati ISTAT 2021 rilevano nel nostro Paese 217.523 decessi per malattie del sistema circolatorio, di cui 59.396 per malattie ischemiche del cuore, comprendenti 19.162 casi di infarto acuto del miocardio, mentre 49.978 sono stati imputati alla voce “altre malattie del cuore” e 53.683 alle malattie cerebrovascolari.

La progressiva identificazione dei principali fattori di rischio cardiovascolari, da quelli comportamentali (tabagismo, sedentarietà/insufficiente attività fisica, consumo rischioso e dannoso di alcol, scorretta alimentazione) a quelli cardiometabolici (pressione arteriosa elevata, ipercolesterolemia, diabete mellito, sovrappeso/obesità), assieme al loro contrasto, favorito da una sempre maggiore consapevolezza dei cittadini, hanno consentito di conseguire rilevanti miglioramenti nella prevenzione, diagnosi e cura delle malattie cardiovascolari che ne hanno determinato un progressivo declino della mortalità negli ultimi 50 anni, sebbene questo trend favorevole si sia appiattito negli anni più recenti.

Tuttavia, nel recente studio condotto in 34 Paesi dal Global Cardiovascular Risk Consortium su circa 1,5 milioni di individui esaminati in 112 studi di coorte è emerso che 5 fattori di rischio maggiori (fumo, ipertensione arteriosa, dislipidemie, diabete ed eccesso ponderale) rendono conto di oltre il 50% degli eventi cardiovascolari e di un quinto delle morti, richiamando l’attenzione sull’importanza di prevenire e intercettare precocemente queste patologie. È peraltro evidente che vi sono molti altri fattori, alcuni dei quali ad oggi non del tutto caratterizzati e identificati, che contribuiscono a determinare oltre il 40% delle malattie cardiovascolari e del conseguente pesante carico di malattia, in termini sia di mortalità e disabilità che di impatto socio-economico e sanitario.

Nell’ambito di questi fattori che possono contribuire in modo rilevante allo sviluppo e alla progressione delle malattie cardiovascolari, negli ultimi decenni si è gradualmente affermato il ruolo importante ed emergente collegato all’inquinamento dell’aria.

A tale riguardo, la “Lancet Commission on pollution and health”, sulla base dei dati del Global Burden of Diseases Study (GBD) del 2015, ha stimato che l’inquinamento dell’aria (sia “outdoor” che “indoor”) rappresenta il più importante fattore ambientale di malattia (Figura 1), individuando come popolazioni più vulnerabili soprattutto quelle che vivono nelle città collocate in aree geografiche a reddito medio-basso.

A livello nazionale esistono esperienze consolidate nell'ambito di progetti, quali quelli del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) sull'inquinamento atmosferico EpiAir, EpiAir2 e VIIAS, e la valutazione del burden of disease attribuibile all'inquinamento atmosferico aggiornato periodicamente dalla Rete Italiana Ambiente e Salute.

Questo Documento è stato realizzato da un gruppo di esperti delle Società Scientifiche aderenti all’Alleanza italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari con lo scopo di analizzare gli aspetti principali delle relazioni tra inquinamento dell’aria e malattie cardiovascolari e di accrescere la consapevolezza di cittadini, operatori sanitari, politici e media.

L’inquinamento dell’aria, definito comunemente con il termine inglese comprensivo “pollution”, che riflette la presenza nell’aria di sostanze nocive per gli organismi viventi e l’ambiente, costituisce un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari molto importante, ma allo stesso tempo ampiamente sottovalutato e molto spesso negletto nelle indagini epidemiologiche, così come nella comunicazione scientifica e nella divulgazione al pubblico. Infatti, sino ad oggi l’inquinamento dell’aria ha ricevuto scarsa attenzione sia nelle principali linee guida internazionali sulla prevenzione cardiovascolare, sia nei programmi sviluppati al fine di ridurre le malattie cardiovascolari e le loro pesanti conseguenze sulla salute pubblica e sui Servizi Sanitari.

Detta sottovalutazione del problema si è mantenuta nonostante i numeri drammatici che sono stati anche pubblicati dal GBD che ha stimato, probabilmente con una valutazione per difetto, circa 9 milioni di morti attribuibili agli effetti della “air pollution” di cui circa il 60% attribuibili a cause di morte cardiovascolare (circa 32% cardiopatia ischemica e 28% ictus). Sebbene il nostro Paese, secondo questa indagine, non figuri tra quelli con i maggiori livelli di eventi cardiovascolari legati all’inquinamento dell’aria, è evidente come occorra tenere il problema in alta considerazione, anche in rapporto alle stime crescenti di inquinamento riportate soprattutto in alcune aree geografiche e alle modificazioni climatiche che possono rappresentare un fattore determinante dell’accumulo di sostanze inquinanti nell’ambiente.

Questo documento mira a esaminare le ricadute dell’inquinamento dell’aria sullo sviluppo delle patologie cardiovascolari alla luce delle più recenti acquisizioni sui principali meccanismi che collegano la “pollution” al danno cardiovascolare, fornendo al contempo suggerimenti per mitigare il rischio cardiovascolare e ridurre i correlati eventi patologici nei soggetti più esposti all’inquinamento dell’aria negli ambienti esterni, di lavoro o domestici in cui vivono.

[...] Segue in allegato

Fonte: Ministero della Salute

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