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IPCC special report 2019

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IPCC special report 2019

IPCC special report 2019

Global warming of 1.5°C

An IPCC Special Report on the impacts of global warming of 1.5°C above pre-industrial levels and related global greenhouse gas emission pathways, in the context of strengthening the global response to the threat of climate change, sustainable development, and efforts to eradicate poverty

https://ipccitalia.cmcc.it/ipcc-special-report-global-warming-of-1-5-c/

Estratto Comunicato stampa

Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C richiede cambiamenti rapidi, lungimiranti e senza precedenti in tutti gli aspetti della società, afferma l'IPCC in un nuovo rapporto.

Fornendo chiari benefici per le persone e per gli ecosistemi naturali, ha affermato l'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto a 2°C, potrebbe andare di pari passo con il raggiungimento di una società più sostenibile ed equa.

Il Rapporto costituirà un riferimento scientifico di grande importanza nella Conferenza sui Cambiamenti Climatici che si terrà a Katowice in Polonia il prossimo dicembre, quando i governi riesamineranno il Trattato di Parigi per affrontare i cambiamenti climatici.

"Con le citazioni di oltre 6.000 riferimenti scientifici e il contributo di migliaia di esperti e di revisioni da parte dei governi di tutto il mondo, questo importante rapporto è una testimonianza della portata e della rilevanza politica dell'IPCC", ha affermato Hoesung Lee, Presidente dell'IPCC.

Novantuno autori e revisori provenienti da 40 paesi hanno redatto il rapporto IPCC in risposta ad un invito avanzato dalla Convenzione Quadro per i Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC) nel 2015 quando fu adottato il Trattato di Parigi.

Il titolo completo del rapporto è: Riscaldamento globale di 1,5°C, un rapporto speciale dell'IPCC sugli impatti del riscaldamento globale di 1,5°C rispetto ai livelli del periodo pre-industriale e i relativi percorsi di emissioni di gas serra, in un contesto mirato a rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, allo sviluppo sostenibile, e agli sforzi per sconfiggere la povertà.

"Uno dei messaggi chiave che emerge con molta forza da questo rapporto è che stiamo già vedendo le conseguenze di un riscaldamento globale di 1°C quali, tra l'altro, l'aumento di eventi meteo estremi, innalzamento del livello del mare, diminuzione del ghiaccio marino in Artico", ha detto Panmao Zhai, Co-Presidente del Working Group I  dell'IPCC.

Il rapporto mette in evidenza un numero di impatti dei cambiamenti climatici che potrebbero essere evitati limitando il riscaldamento globale a 1,5°C anziché 2°C o più. Per esempio, entro il 2100 l'innalzamento del livello del mare su scala globale sarebbe più basso di 10 cm con un riscaldamento globale di 1,5°C rispetto a 2°C. La probabilità che il Mar Glaciale Artico rimanga in estate senza ghiaccio marino sarebbe una in un secolo con un riscaldamento globale di 1,5°C, mentre sarebbe di almeno una ogni decennio con un riscaldamento globale di 2°C. Le barriere coralline diminuirebbero del 70-90% con un riscaldamento globale di 1,5°C, mentre con 2°C se ne perderebbe praticamente la totalità (>99%).

"Ogni piccola quantità di  riscaldamento in più ha importanza, specialmente per il fatto che un riscaldamento di 1,5°C o oltre aumenta il rischio associato a cambiamenti di lunga durata o irreversibili, come ad esempio la perdita di alcuni ecosistemi", ha affermato Hans-Otto Pörtner, Co-Presidente del Working Group II  dell'IPCC.

Limitare il riscaldamento globale darebbe alle persone e agli ecosistemi anche maggiore possibilità di adattamento e di rimanere sotto la soglia di rischi rilevanti, ha aggiunto Pörtner. Il rapporto esamina inoltre i percorsi disponibili per limitare il riscaldamento a 1,5°C, cosa ci vorrebbe per praticarli e quali potrebbero essere le conseguenze.

"La buona notizia è che alcune delle azioni che sarebbero necessarie per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C sono già in corso in alcune regioni, ma avrebbero bisogno di un'accelerazione", ha spiegato Valerie Masson-Delmotte, Co-Presidente del Working Group I.

Il rapporto riscontra che limitare il riscaldamento globale a 1,5°C richiederebbe "rapide e lungimiranti" transizioni in molti settori quali suolo, energia, industria, edilizia, trasporti, e pianificazione urbana. Le emissioni di CO2 nette globali prodotte dall'attività umana dovrebbero diminuire di circa il 45% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030, raggiungendo lo zero intorno al 2050. Questo vuol dire che ogni emissione rimanente dovrebbe essere bilanciata dalla rimozione di CO2 dall'atmosfera.

"Limitare il riscaldamento a 1,5°C è possibile per le leggi della chimica e della fisica, ma richiederebbe cambiamenti senza precedenti", ha detto Jim Skea, Co-Presidente del Working Group III.

Consentire alla temperatura globale di eccedere o superare ('overshoot') 1,5°C significherebbe dover contare maggiormente su tecniche di rimozione della CO2 dall'atmosfera per far tornare la temperatura sotto 1,5°C entro il 2100. L'efficacia di queste tecniche non è provata su larga scala, ed alcune di queste - si legge nel report – potrebbero portare rischi significativi per lo sviluppo sostenibile.

"Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, comparato ai 2°C, potrebbe ridurre impatti complessi su ecosistemi, salute e benessere, rendendo così più semplice il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite" ha detto Priyardarshi Shukla, Co-Presidente del Working Group III.

Le decisioni che prendiamo oggi sono decisive per assicura un mondo sicuro e sostenibile per tutti, sia oggi che in futuro, ha detto Debra Roberts, Co-Presidente del Working Group II.

"Questo rapporto fornisce ai decisori politici e agli attori del settore le informazioni di cui hanno bisogno per prendere decisioni finalizzate ad affrontare i cambiamenti climatici tenendo in considerazioni i contesti locali e i bisogni delle persone. I prossimi anni sono probabilmente i più importanti della storia", ha continuato.

L'IPCC è l'organo leader mondiale per la valutazione della scienza dei cambiamenti climatici, i relativi impatti e potenziali rischi futuri, e le possibili risposte.

Il rapporto è stato redatto sotto la leadership scientifica dei tre working group dell'IPCC. Working Group I valuta le basi fisico-scientifiche dei cambiamenti climatici; Working Group II affronta il tema degli impatti, dell'adattamento e delle vulnerabilità; Working Group III si occupa della mitigazione dei cambiamenti climatici.

L'Accordo di Parigi, adottato da 195 nazioni alla 21 Conferenza delle Parti dell'UNFCCC nel dicembre 2015, conteneva l'obiettivo di rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici "mantenendo l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto al periodo pre-industriale e perseguendo sforzi per limitare l'aumento della temperatura a 1,5°C sopra i livelli del periodo pre-industriale.

In quanto parte della decisione di adottare il Trattato di Parigi, l'IPCC è stato invitato a produrre nel 2018 un Rapporto Speciale su sul Riscaldamento Globale di 1,5°C sopra i livelli del periodo pre-industriale e i relativi percorsi di emissioni di gas serra. L'IPCC ha accettato l'invito, aggiungendo che il Rapporto Speciale avrebbe guardato a questi temi nel contesto di rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, allo sviluppo sostenibile, e agli sforzi per sconfiggere la povertà.

Riscaldamento Globale di 1,5°C è il primo di una serie di Rapporti Speciali che saranno prodotti durante il ciclo che porterà al Sesto rapporto di Valutazione. Il prossimo anno l'IPCC pubblicherà il Rapporto Speciale sull'Oceano e la Criosfera in un Clima che Cambia, e Cambiamenti Climatici e Suolo, che ha per oggetto il modo in cui i cambiamenti climatici influiscono sull'uso del suolo.

La Sintesi per Decisori Politici (Summary for Policymakers - SPM) presenta i risultati chiave del rapporto Speciale, si basa sulle valutazioni della letteratura scientifica, tecnica e socio-economica disponibile e rilevante per il riscaldamento globale di 1,5°C.

La Sintesi per Decisori Politici (Summary for Policymakers - SPM) del Report Speciale Riscaldamento globale di 1,5°C (Special Report on Global Warming of 1.5°C - SR15) è disponibile online:

http://www.ipcc.ch/report/sr15/

http://www.ipcc.ch

__________

DOMANDE E RISPOSTE TRATTE DA IPCC SPECIAL REPORT GLOBAL WARMING OF 1.5 °C 

1. Perché parliamo di 1,5°C?

I cambiamenti climatici rappresentano una sfida urgente e potenzialmente irreversibile per le società umane e per il pianeta. Per questo motivo, nel dicembre 2015, è stato adottato l'Accordo di Parigi, che ha tra i suoi obiettivi principali quello di perseguire sforzi per limitare l'innalzamento della temperatura globale a 1,5°C. Nel fare questo, le nazioni che hanno sottoscritto l'accordo hanno invitato, attraverso la Convenzione Quadro per i Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC), l'IPCC a realizzare un Rapporto Speciale sugli impatti del riscaldamento globale di 1,5°C rispetto all'era pre-industriale, con riferimento agli andamenti di emissioni di gas a effetto serra.

2. Quanto siamo vicini al riscaldamento globale di 1,5°C?

Oggi il riscaldamento prodotto dalle attività umane ha già raggiunto il livello di circa 1°C rispetto al periodo pre-industriale. Nel decennio 2006-2015 la temperatura è cresciuta di 0,87°C (±0,12°C) rispetto al periodo pre-industriale (1850–1900). Se questo andamento di crescita della temperatura dovesse continuare immutato nei prossimi anni, il riscaldamento globale prodotto dall'uomo raggiungerebbe 1,5°C intorno al 2040.

3. Quale strada stiamo percorrendo per limitare il riscaldamento a 1,5°C?

Non esiste una e una sola strada definitiva da percorrere per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. Questo Rapporto Speciale identifica due principali andamenti concettuali per illustrare due diverse interpretazioni. Il primo prevede di stabilizzare la temperatura globale a 1,5°C, o appena sotto. L'altro vede la temperatura globale superare temporaneamente il limite di 1,5°C, prima di scendere e stabilizzarsi. Gli impegni degli Stati per ridurre le proprie emissioni di gas serra non sono al momento in linea con l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.

4. Come devono cambiare la domanda e la produzione energetica per limitare il riscaldamento a 1,5°C?

Limitare il riscaldamento globale a 1,5°C richiede notevoli riduzioni di emissioni di gas serra in tutti i settori della società e dell'economia. Questi settori, tuttavia, non sono indipendenti gli uni dagli altri, e generare cambiamenti in uno di loro può avere ripercussioni su altri. Ad esempio, se le nostre società consumano molta energia, avremo meno flessibilità nella scelta di opzioni valide per la mitigazione, ossia per la riduzione delle emissioni. Abbassando i consumi energetici, avremo un ventaglio più ampio di opzioni possibili. Ad esempio, in questo secondo caso, potremmo aver meno bisogno di affidarci a tecnologie che rimuovono CO2 dall'atmosfera.

5. Quali sono gli impatti di un riscaldamento a 1,5°C e quali invece sono attesi per un riscaldamento a 2°C?

Gli impatti dei cambiamenti climatici riguardano tutti i continenti e gli oceani. Tuttavia, non sono distribuiti sul pianeta in maniera uniforme: nelle varie regioni gli impatti dei cambiamenti climatici si manifestano in maniera diversa. Tra i molti impatti possibili, un riscaldamento medio globale di 1,5°C aumenta il rischio di ondate di calore e piogge intense. Limitare l'innalzamento della temperatura a 1,5°C anziché a 2°C, può aiutare a ridurre questi rischi, ma allo stesso tempo gli impatti dipendono dallo specifico andamento delle emissioni di gas serra. Le conseguenze di un temporaneo superamento del limite di 1,5°C, per poi rientrare successivamente entro la fine del secolo, per esempio, possono essere più ampie rispetto all'ipotesi in cui la temperatura si stabilizza a 1,5°C. L'ampiezza e la durata del superamento del limite sono fattori che influiscono sugli impatti futuri.

6. Quali cambiamenti potranno rendere possibile l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C?

Per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto all'era pre-industriale, il mondo dovrà affrontare una serie di trasformazioni complesse e connesse. Se alcune città, regioni, stati, aziende e comunità stanno già portando avanti transizioni per diminuire le emissioni di gas serra, sono poche le realtà che sono attualmente in linea con l'obiettivo di 1,5°C. Rispettare questo limite richiederà un'accelerazione nella dimensione e nel ritmo del cambiamento, soprattutto nei prossimi decenni. Sono molti i fattori che influiscono sulla fattibilità delle diverse opzioni di adattamento e di mitigazione che possono contribuire a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e di adattarsi con successo alle relative conseguenze.

7. Che cosa sono la rimozione di anidride carbonica (Carbon Dioxide Removal) e le emissioni negative?

L'espressione rimozione dell'anidride carbonica (Carbon Dioxide Removal - CDR) si riferisce al processo attraverso il quale si toglie CO2 dall'atmosfera. Poiché si tratta di un concetto opposto a quello delle emissioni, spesso le pratiche e le tecnologie che rimuovono CO2 sono considerate e descritte come "emissioni negative". A volte, nel caso coinvolgano altri gas oltre all'anidride carbonica, questi processi sono definiti, in senso più ampio, come "Rimozione dei gas serra". Esistono due tipi principali di CDR. Il primo riguarda il potenziamento di processi naturali esistenti che rimuovono il carbonio dall'atmosfera (ad esempio: aumentarne l'assorbimento ad opera di alberi, suolo o altri "depositi di carbonio"). Il secondo, consiste nell'utilizzo di processi chimici finalizzati, ad esempio, a catturare direttamente la CO2 dall'aria e ad immagazzinarla altrove (nel sottosuolo, ad esempio). Tutti i metodi di CDR sono attualmente a diversi livelli di sviluppo, alcuni più teorici di altri, e non sono mai stati testati su larga scala.

8. Perché l'adattamento è importante in un mondo più caldo di 1,5°C?

L'adattamento è un processo di adeguamento ai cambiamenti climatici e ai loro effetti attuali o attesi. Nonostante i cambiamenti climatici siano un problema globale, i loro impatti sono avvertiti in maniera diversa in diverse regioni del mondo. Questo significa che le risposte sono spesso specifiche a un contesto locale, e quindi persone, società e ambienti di aree diverse devono adattarsi in maniera diversa. Un aumento della temperatura tra 1°C e 1,5°C e oltre incrementerebbe il bisogno di adattamento. Pertanto, stabilizzare la temperatura globale a 1,5°C sopra i livelli dell'epoca pre-industriale, richiederebbe meno risorse per l’adattamento di quante ne saranno richieste con un aumento della temperatura di 2°C. Nonostante esistano numerosi esempi di successo in diverse parti del mondo, l'adattamento è distribuito in maniera non uniforme a livello globale e in molte regioni sta ancora muovendo i primi passi.

9. Quali connessioni esistono tra lo sviluppo sostenibile e il contenimento del riscaldamento globale a 1,5°C?

Lo sviluppo sostenibile ambisce a soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere i bisogni delle generazioni future attraverso un'equa considerazione di fattori sociali, economici e ambientali. I 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (Sustainable Development Goals, SDGs) comprendono obiettivi mirati a eliminare la povertà, assicurare salute pubblica, energia e sicurezza alimentare, ridurre le disuguaglianze, proteggere gli ecosistemi, realizzare città ed economie sostenibili. Un obiettivo specifico è dedicato ai cambiamenti climatici (SDG13), i quali influiscono sulla capacità di raggiungere gli altri obiettivi. Limitare l'aumento della temperatura a 1,5°C aiuterà a raggiungere alcuni degli obiettivi di sviluppo sostenibile. A sua volta, perseguire gli SDG avrà influenze sulle emissioni, sugli impatti e sulle vulnerabilità ai cambiamenti climatici. Le risposte ai cambiamenti climatici in termini di adattamento e mitigazione interagiranno con lo sviluppo sostenibile producendo effetti positivi, noti come sinergie, o effetti negativi, chiamati trade-off. Le risposte ai cambiamenti climatici possono essere pianificate per massimizzare le prime e limitare i secondi.

10. Quali sono le strade per ridurre povertà e ineguaglianze e, allo stesso tempo, raggiungere il mondo a 1,5°C?

Delle strade indicate per limitare l'innalzamento della temperatura a 1,5°C, alcune contribuiscono anche allo sviluppo sostenibile. Queste implicano un mix di misure per ridurre le emissioni e gli impatti dei cambiamenti climatici e, allo stesso tempo, contribuiscono a sconfiggere la povertà e ridurre le ineguaglianze. Le strade possibili e auspicabili sono diverse a seconda della regione, della nazione, dell'area geografica. Questa situazione è dovuta al fatto che lo sviluppo non è distribuito equamente nel mondo, così come i rischi legati ai cambiamenti climatici non sono uguali in ogni regione. Per assicurare che le soluzioni che si prenderanno siano inclusive, eque ed adeguate per evitare di peggiorare le condizioni delle popolazioni povere e svantaggiate, saranno necessarie politiche flessibili. I Percorsi di Sviluppo Resilienti al Clima (Climate-Resilient Development Pathways - CRDPs) offrono possibilità di realizzare un futuro che sia allo stesso tempo equo e a basso contenuto di carbonio.

 Fonte: IPCC

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