Decreto MASE 10 gennaio 2024 n. 7 / Atto di indirizzo priorità politiche 2024-2026
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Decreto MASE 10 gennaio 2024 n. 7 / Atto di indirizzo sulle priorità politiche 2024-2026
ID 21229 | 23.01.2024
Con Decreto 10 gennaio 2024 n. 7 il MASE ha adottato l’Atto di indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica per l’anno 2024 e per il triennio 2024-2026.
Il documento è emanato ai sensi delle disposizioni vigenti in materia di meccanismi e strumenti di monitoraggio, di ciclo della performance e in preparazione al ciclo di programmazione economico-finanziaria 2024-2026 e si rivolge, in particolare, ai Centri di Responsabilità Amministrativa del Ministero.
Le priorità politiche sono state definite in coerenza con il programma di Governo e, nello specifico, con il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2023 e con la relativa Nota di aggiornamento, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) approvato il 24 novembre 2023, con gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’ONU con l’Agenda 2030 e richiamati in Italia nella rinnovata Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, con gli impegni internazionali per il contrasto ai cambiamenti climatici fissati nell’Accordo di Parigi del 2015 con particolare riferimento alla Conferenza delle Parti – COP29, con il “Post 2020 Global Biodiversity Framework (GBF)” approvato a dicembre 2022 dalla COP 15 della CBD, che definisce il quadro decennale al 2030 delle azioni per arrestare ed invertire la perdita della biodiversità e garantire la salvaguardia e il ripristino degli ecosistemi terrestri e marini, con il Green Deal europeo, la proposta “Fit for 55” e RePowerEU, incluse le misure per gli investimenti e la finanza sostenibile con gli impegni sull’Iniziativa Youth4Climate in partnership con il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), con gli impegni derivanti dal turno di Presidenza italiana del G7 e il G20 a presidenza Brasiliana, con le disposizioni applicabili alle aree di competenza del Ministero, nonché con la vigente normativa in materia di trasparenza e prevenzione della corruzione nelle Amministrazioni pubbliche.
Ciascun Responsabile procederà a veicolare, nell’ambito delle proprie competenze, le risorse finanziarie, strumentali e umane per guidare e favorire il raggiungimento delle priorità indicate nel presente Atto per il 2024 e per il prossimo triennio.
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Atto di indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica per l’anno 2024 e per il triennio 2024-2026
Indice
1. Il quadro programmatico di riferimento
2. Le priorità politiche
Priorità politica n. 1 Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e Piano nazionale integrato per l’energia e il Clima
Priorità politica n. 2 Sicurezza energetica, decarbonizzazione e sostenibilità
Priorità politica 3 Economia circolare e prevenzione dell’inquinamento atmosferico
Priorità politica n. 4 Tutela della biodiversità e degli ecosistemi terrestri, costierie e marinia: attuazione della Strategia Nazionale per la Biodiversità, efficientamento della gestione della “Rete Natura 2000”, riforma e innovazione della governance e del sistema di gestione degli Enti parco nazionale e della Aree Marine protette e digitalizzazione dei Parchi e delle Aree Marine protette, prevenzione e mitigazione dell’inquinamento marino e riduzione degli impatti antropici sugli ecosistemi
Priorità politica n. 5 Prevenzione e mitigazione del dissesto idrogeologico, difesa del suolo, tutela della risorsa idrica e risanamento ambientale
Priorità politica n. 6 Azioni internazionali per la transizione ecologica e per lo sviluppo sostenibile
L’obiettivo è continuare a sostenere e a tutelare il sistema del riciclo italiano che è un valore aggiunto della Strategia nazionale per l’economia circolare, la cui attuazione sarà fondamentale anche in relazione all’approvvigionamento di materia e alla decarbonizzazione. Di particolare rilevanza è il tema delle materie prime critiche al fine dell’utilizzo, ridurre la dipendenza dall’estero ed individuare catene di approvvigionamento alternative a livello nazionale, anche all’interno della revisione del nuovo capitolo PNRR previsto dal Repower EU. A questo proposito si lavorerà per definire un quadro strategico nazionale, ossia una Strategia nazionale delle Materie Prime critiche e le necessarie riforme normative.
Verrà data attuazione al Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (PNGR) in particolare monitorando e vigilando sui piani regionali per la gestione dei rifiuti, incentivando la preparazione per il riutilizzo, le attività di riciclo e l’utilizzo delle materie prime secondarie, sostenendo economicamente i Comuni nel miglioramento dei processi di raccolta differenziata e la valorizzazione degli scarti anche attuando la riforma del sistema di Responsabilità Estesa del Produttore applicandola anche a nuovi settori/materiali. Quanto sopra anche al fine di ridurre i divari territoriali e i conferimenti in discarica. Inoltre, verrà data attuazione al Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti (PNPR) in ottemperanza del Dlgs 152/2006 e della Direttiva 2008/98/CE.
Nell’ambito della Strategia per l’Economia Circolare verrà sviluppata una Strategia nazionale per la plastica, per prevenire la dispersione delle plastiche, incentivare la raccolta delle varie frazioni, garantire il raggiungimento degli obiettivi europei di riciclo e favorire lo sviluppo tecnologico del riciclo meccanico e chimico delle plastiche. Verrà inoltre sostenuto lo sviluppo tecnologico della filiera della bioplastiche.
Il Ministero continuerà nell’attività di adozione dei provvedimenti attuativi con particolare riferimento ai decreti inseriti tra le priorità di Governo MONITOR, nonché attuando le disposizioni del Regolamento Europeo Pile ed Accumulatori.
Particolare attenzione verrà posta ai negoziati europei in corso sui Regolamenti Spedizione dei Rifiuti, Imballaggi e Rifiuti da imballaggio, Ecodesign, Materie prime critiche, Fine vita degli Autoveicoli e alla revisione della Direttiva Quadro Rifiuti relativa al focus spreco alimentare e tessili, nonché alla direttiva Green Claims e alle proposte del Pacchetto UE finanza sostenibile.
Per lo sviluppo della crescita delle imprese e trasformare l’ambiente in opportunità di mercato e finanziaria, rinnovata attenzione sarà volta alla tassonomia, ai criteri ESG, rendicontazioni non finanziarie e certificazioni ambientali, incluso l’applicazione dei metodi dell’impronta ecologica e Life Cycle Assessment.
In attuazione delle Convenzioni di Stoccolma e Rotterdam saranno predisposti, inoltre, i documenti strategici sulle sostanze chimiche ivi collegate.
Verrà assicurato l’utilizzo dello schema nazionale Made Green in Italy per la misura e la riduzione dell’impronta ambientale dei prodotti anche in termine di prevenzione dei rifiuti, recupero e riutilizzo delle risorse. Proseguirà l’attività di definizione e revisione dei Criteri ambientali minimi e saranno attuate le ulteriori azioni di competenza previste nel Piano d’azione nazionale per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ivi definiti, e con l'obiettivo di massimizzare la diffusione degli acquisti pubblici verdi (Green Public Procurement, GPP). Verranno perfezionati gli strumenti di supporto allo sviluppo di filiere «circolari», attraverso la promozione di programmi e schemi di certificazione volti alla valutazione e riduzione dell’impronta ambientale e al miglioramento delle prestazioni di sostenibilità di prodotti e imprese.
Verrà dato nuovo impulso ai decreti relativi alla cessazione della qualifica di rifiuto (si dedicherà alla stesura (c.d. end of waste) essenziali al rafforzamento delle filiere circolari.
Proseguirà l’azione di supporto ai beneficiari per l’attuazione delle misure PNRR relative agli investimenti inseriti nella Missione 2 Componente 1 per l’economia circolare relativi all’ammodernamento e alla realizzazione di nuovi impianti per gli EGATO e i Comuni (investimento 1.1) e per le imprese (investimento 1.2, progetti “faro” di economia circolare) al fine di garantire il raggiungimento dei target associati alle misure.
Particolare attenzione verrà posta agli interventi mirati alla risoluzione delle procedure di infrazione e del precontenzioso comunitario in tema di gestione dei rifiuti, anche in attuazione degli impegni assunti con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
L’Italia, chiamata ad attuare il Piano di azione Ue “Verso l’inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo” varato nel 2021 nel prossimo futuro dovrà garantire la completa attuazione del Programma Nazionale per il Controllo delle Emissioni in Atmosfera (PNCIA), redatto ai sensi della direttiva 2016/2284 e contenente interventi mirati al raggiungimento di precisi obblighi di riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici entro il 2030, nonché implementare le azioni in campo per il miglioramento della qualità dell’aria, assicurando la messa in campo di azioni nazionali a supporto di quelle regionali, al fine di accellerare il processo di rispetto dei livelli massimi in atmosfera imposti dall’UE sul particolato PM10 e sul biossido di azoto NO2, e per il contenimento dell’inquinamento acustico ed elettromagnetico. Nel processo assumerà particolare rilievo anche l’avvio delle attività di recepimento della nuova direttiva sulla qualità dell’aria, che sarà pubblicata nel prossimo futuro. La riforestazione delle aree urbane, la tutela dei parchi nazionali e la rigenerazione degli habitat naturali consentiranno anche di migliorare il processo di assorbimento di CO2 e una migliore qualità dell’aria. Per l’attuazione di tale strategia, in ogni caso, sarà fondamentale un approccio sinergico, sia con gli altri dicasteri competenti per la gestione di dossier estremamente complessi, come quello relativo ad esempio, all’ILVA di Taranto, in cui il rispetto degli obblighi ambientali dovrà essere conciliato con le ricadute economiche ed occupazionali; sia con le Regioni e gli altri enti territoriali per la conclusione di accordi di programma per il miglioramento della qualità dell’aria.
Nell’ambito della qualità dell’aria nelle città portuali, giocherà un ruolo importante la recente designazione (dicembre 2022), da parte dell’Organizzazione Marittima Internazionale, dell’intero Mediterraneo quale area SECA (Sulphur Emission Control Area), nonché il percorso avviato e fortemente appoggiato dall’Italia di estendere la misura anche agli ossidi di azoto collegati alle emissione dei motori navali, attraverso la designazione dell’intero Mediterraneo anche quale area NECA (NOx Emission Control Area), con evidenti ed immediati benefici da parte delle popolazioni delle città costiere. All’attuazione ed al rafforzamento di queste politiche potranno contribuire anche i fondi ETS il cui utilizzo è allo studio anche nell’ambito del trasporto marittimo. Valorizzando il ruolo attivo che l’Italia ha svolto durante l’ottantesima sessione del Comitato per la Protezione dell’Ambiente Marino, nel quale è stata approvata la nuova versione della strategia mondiale di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra per il settore navale, introducendo nuovi obiettivi in linea con l’Accordo di Parigi e per i quali, sarà necessario sostenere lo sviluppo di nuove tecnologie a basse/nulle emissioni di CO2, come ad esempio nuove tipologie di combustibili di cui al progetto “Hydrogen Valleys” espressa nel paragrafo precedente sviluppando la relativa rete di distribuzione per renderli disponibili alle navi
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Fonte: MASE
Tags: Ambiente