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Dati INAIL n. 12/2024: Panoramica sul mondo della sanità

ID 23296 | | Visite: 76 | Documenti SicurezzaPermalink: https://www.certifico.com/id/23296

Dati INAIL n  12 2024 Panoramica sul mondo della sanit

Dati INAIL n. 12/2024: Panoramica sul mondo della sanità

ID 23296 | 15.01.2025 / In allegato

Il nuovo numero del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, offre una panoramica aggiornata sul settore della Sanità e assistenza sociale, con approfondimenti dedicati all’andamento degli infortuni e delle malattie professionali, al rischio aggressioni e agli aspetti medico-legali della violenza contro il personale sanitario, oltre a un focus sulle novità legislative per la protezione dei lavoratori contro i rischi che possono derivare dall’esposizione a sostanze cancerogene, mutagene e reprotossiche.

L’effetto Covid sul quinquennio 2019-2023. Nel 2023 i lavoratori (addetti-anno) del settore erano 1.760.591, pari a oltre il 9% di tutti quelli dell’Industria e servizi, impiegati in 94.222 aziende. Nello stesso anno gli infortuni sul lavoro denunciati sono stati oltre 55mila, il 12% del totale dell’Industria e servizi. L’andamento rilevato nel quinquennio 2019-2023 è altalenante, a causa dell’effetto dei contagi professionali da Covid-19 nel triennio 2020-2022, con la sovraesposizione del personale sanitario al rischio di contrarre il virus. Nel primo anno della pandemia, infatti, le denunce complessive sono triplicate, raggiungendo i 167mila casi. Dopo il dimezzamento dei casi nel 2021, la riacutizzazione del virus ha provocato un nuovo aumento nel 2022, con oltre 146mila denunce. I decessi denunciati nel 2023 sono 25, il dato più basso del quinquennio, nel quale spiccano le 215 vittime del 2020.

Tre denunce su quattro riguardano le donne. Gli infortuni avvengono in gran parte in occasione di lavoro, ma la quota del 21% di quelli occorsi in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, supera di tre punti percentuali quella rilevata nel complesso dell’Industria e servizi. A contraddistinguere il settore della sanità e assistenza sociale è anche l’elevata percentuale di eventi riguardanti le donne, pari mediamente a tre quarti di tutte le denunce e coerente con i dati occupazionali, che vedono in ambito sanitario una presenza importante di lavoratrici. I nati all’estero rappresentano il 15% degli infortunati, in particolare rumeni (1.465 denunce nel 2023), peruviani (1.060), albanesi (549) e marocchini (441).

Più a rischio infermieri e ostetriche. Le professioni in prima linea sono anche le più coinvolte negli infortuni sul lavoro: tre incidenti su 10 interessano infermieri e ostetriche, uno su quattro professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali come operatori sociosanitari, assistenti alla poltrona e puericultrici, seguiti a distanza da addetti all’assistenza personale, ausiliari, personale addetto alla riabilitazione e autisti, compresi i conduttori di ambulanza. Il 48,3% degli infortunati ha più di 49 anni. La fascia 50-64 anni è la più colpita anche in termini di decessi, con quattro su cinque di quelli avvenuti nel 2023. Prendendo in considerazione i casi definiti positivi in occasione di lavoro emerge che le parti del corpo più colpite sono la mano e la colonna vertebrale, entrambe con poco più del 15% dei casi codificati, seguite da ginocchio e caviglia. Ai primi posti delle diagnosi contusioni, lussazioni, distorsioni e distrazioni, che insieme rappresentano oltre il 70% degli eventi.

Un infortunio su 10 deriva da un’aggressione. La Sanità e assistenza sociale è anche uno dei settori più colpiti dal grave fenomeno delle aggressioni sul lavoro, talmente marcato da spingere il legislatore alla promulgazione di una norma specifica, la legge n. 113 del 14 agosto 2020, a tutela dei suoi operatori e all’istituzione presso il Ministero della Salute di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. I circa 2.500 infortuni da aggressione del 2023, riconosciuti positivamente alla data del 30 aprile 2024, sono in aumento di quasi il 3% rispetto al 2022 (a sua volta in crescita del 15,9% rispetto al 2021), pur restando ancora al di sotto dei 2.875 registrati nel 2019. Tra gli infortuni del 2023 accertati positivamente in occasione di lavoro e adeguatamente codificati per causa o circostanza, nella Sanità e assistenza sociale quelli per aggressione sono ben uno su 10, il triplo di quanto registrato nell’intera gestione Industria e servizi.

Anche per le malattie professionali netta prevalenza delle lavoratrici. Tra il 2019 e il 2023 anche l’andamento delle patologie di origine professionale ha risentito del periodo pandemico, durante il quale i provvedimenti restrittivi adottati dal governo hanno fermato molte attività economiche, diminuendo di conseguenza l’esposizione al rischio. Se nel 2019 sono stati protocollati 3.030 casi nella Sanità e assistenza sociale, nel 2020 è stato raggiunto il livello più basso del quinquennio con 2.343 patologie denunciate, in calo del 23% rispetto all’anno precedente. Negli anni successivi il trend è progressivamente aumentato fino ai 3.529 casi del 2023, in crescita del 16% rispetto ai 3.043 del 2022. In ottica di genere, la prevalenza delle donne è netta anche per le tecnopatie, con otto denunce su 10 nel 2023 riferite alle lavoratrici, che a livello territoriale raggiungono un picco del 90% nel Nord-Est e un minimo del 67% al Sud. Considerando i casi indennizzati per postumi permanenti, ovvero con grado di inabilità riconosciuto dal 6% al 100%, le patologie più comuni nel 2023 sono risultate essere per entrambi i generi quelle a carico del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo: il 95% per le donne e il 93% per gli uomini.

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Fonte: INAIL

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Tags: Sicurezza lavoro Rischio chimico INAIL Malattie professionali

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