Radioattività nell'acqua potabile e nel cibo: Quadro Normativo e Valori Limite
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30 Novembre 2024 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Radioattività acqua potabile/cibo: Quadro Normativo e Valori Limite ID 16210 | 28.03.2022 / Documento completo allegato Documento sulla radioattività nell'acqua potabile e nel cibo, quadro normativo UE, Codex Alimentarius OMS, altri documenti. L'esposizione della popolazione a sorgenti naturali di radiazioni ionizzanti comprende, tra le altre, quella derivata dall'ingestione di radionuclidi presenti nel cibo e nell'acqua destinata al consumo umano. Questo tipo di esposizione, ed è bene chiarirlo, è imputabile a radionuclidi naturalmente contenuti nella crosta terrestre che, per fenomeni fisici di diversa natura, finiscono negli alimenti e nell'acqua. La Commissione scientifica delle Nazioni Unite (UNSCEAR - United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation) sugli effetti delle radiazioni stima che, in media, circa il 12% dell’esposizione complessiva di un individuo alle sorgenti naturali di radiazioni sia attribuibile proprio all'ingestione di cibi e al consumo di acqua. A questa prima sorgente di esposizione, dovuta a radionuclidi di origine naturale, si sovrappone quella imputabile a radionuclidi di origine antropica, la cui presenza nelle acque e nei cibi è riconducibile ad attività umane. L’Organizzazione Mondiale della Sanità non differenzia tra i radionuclidi naturali e artificiali relativamente alla valutazione del rischio per la salute della popolazione mentre propone una differenziazione in relazione alle strategie di controllo. Inoltre, relativamente all'importanza per la salute della popolazione, è bene sottolineare come l’origine naturale dei radionuclidi contenuti in acqua e cibo non sia da associare automaticamente a un rischio minore: viceversa, generalmente, proprio i radionuclidi naturalmente presenti nella crosta terrestre, che finiscono disciolti nelle acque e contenuti nei cibi, contribuiscono maggiormente all'esposizione dei singoli individui. Discorso a parte merita il radon, un gas radioattivo che può essere contenuto nelle acque, soprattutto in quelle di origine sotterranea (acque di falda e di sorgente), e che può facilmente abbandonare la fase acquosa e accumularsi negli ambienti chiusi (anche domestici) come conseguenza di quelle attività che prevedono l’utilizzo, e quindi la movimentazione, della stessa acqua. A dimostrazione di questo, si stima che l’esposizione al radon inizialmente disciolto in acqua avvenga solo per il 10% attraverso l’ingestione e per il 90% tramite l’inalazione. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e il Ministero della Salute hanno compiti specifici di indirizzo e coordinamento del controllo della radioattività nelle acque destinate al consumo umano, come stabilito dal Decreto Legislativo 15 febbraio 2016 n.28 (che ha recepito la direttiva 2013/51/Euratom), e dal successivo decreto del Ministro della Salute del 2 agosto 2017. Linee guida e documenti Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): Guidelines for drinking water: 4th edition plus 1rst addendum 2018 Management of Radioactivity in Drinking-Water 2018 1. Livelli massimi di radioattività nelle acque Le acque destinate al consumo umano devono rispettare una serie di requisiti relativi al contenuto di sostanze radioattive di origine sia naturale che artificiale. Come detto, a livello nazionale tali requisiti sono disciplinati dal Decreto Legislativo 15 febbraio 2016 n.28 che dà attuazione alla direttiva 2013/51/Euratom del Consiglio del 22 ottobre 2013. La Direttiva definisce i “valori di parametro” per Radon, Trizio e Dose Indicativa (DI) nelle acque destinate al consumo umano; tali valori sono stati in seguito recepiti dal citato Decreto Legislativo 15 febbraio 2016 n.28 e sono indicati nella seguente tabella.
(*) ad eccezione di trizio, potassio-40, radon e prodotti di decadimento del Radon a vita breve I valori di parametro sono i valori con cui confrontare la media annua dei valori misurati e al di sopra dei quali è obbligatorio valutare se la presenza di sostanze radioattive costituisca un rischio per la salute umana tale da richiedere un intervento. La verifica del rispetto della Dose Indicativa può essere effettuata tramite una strategia di screening basata sulla misura della concentrazione di attività alfa totale e beta totale. I livelli di screening sono fissati a 0.1 Bq/l e 0.5 Bq/l per l'attività alfa totale e per l'attività beta totale rispettivamente. Se i valori di screening non risultano superati, allora non è generalmente superato nemmeno il valore di parametro della Dose Indicativa (0.1 mSv all’anno) e non sono richiesti ulteriori approfondimenti. Principali radionuclidi da analizzare in caso di superamento dei livelli di screening 1. Concentrazioni derivate relative alla radioattività nelle acque destinate al consumo umano (1)
(1) La tabella comprende i valori dei radionuclidi naturali e artificiali più comuni; si tratta di valori puntuali calcolati per una dose di 0,1 mSv e un’ingestione annua di 730 litri, utilizzando i coefficienti di dose stabiliti nell’allegato III, tabella A, della direttiva 96/29/Euratom; le concentrazioni derivate per altri radionuclidi possono essere calcolate sulla stessa base ed i valori possono essere aggiornati alla luce delle informazioni più recenti approvate dalle autorità competenti dello Stato membro. 2. Livelli massimi di radioattività nei prodotti alimentari - La Raccomandazione 14 aprile 2003 è volta a mantenere sotto controllo i livelli di contaminazione da cesio in alcuni prodotti di raccolta spontanei, prodotti entro il territorio dell’Unione e destinati al mercato interno anche attraverso canali differenti da quelli della catena alimentare agro-industriale; la Raccomandazione prevede quindi per l’immissione sul mercato di selvaggina, bacche selvatiche, funghi selvatici e pesci carnivori di lago il rispetto del livello di 600 Bq/kg per la somma di cesio 134 e cesio 137. - Il Regolamento 733/2008, stabilisce il livello massimo di contaminazione da radiocesio nei prodotti d’importazione, agricoli e trasformati, destinati all’alimentazione umana. In senso stretto questi limiti valgono solo per l’importazione da paesi terzi (cioè per i paesi che non appartengono all’Unione Europea). - Il Regolamento (Euratom) 2016/52 stabilisce i livelli massimi ammissibili di radioattività per i prodotti alimentari e per gli alimenti per animali a seguito di un incidente nucleare o in qualsiasi altro caso di emergenza radiologica. Il Regolamento (Euratom) 2016/52 abroga i regolamenti (Euratom) n. 3954/87, (Euratom) n. 944/89 e (Euratom) n. 770/90 della Commissione. Eventuali riferimenti agli atti abrogati vanno letti come riferimenti al presente regolamento. Il regolamento disciplina i livelli massimi ammissibili per i prodotti alimentari, i prodotti alimentari secondari* e agli alimenti per animali. - Il regolamento (UE) 2017/625 stabilisce le regole per i controlli ufficiali sulla catena agroalimentare dell’Unione. - Il Regolamento di esecuzione (UE) 2020/1158 stabilisce i livelli massimi ammissibili per l'entrata nell'UE, riferiti alla concentrazione di attività di Cesio-137: Livelli massimi di contaminazione ammissibili Qualora la Commissione europea riceva comunicazione ufficiale di un incidente nucleare o di qualsiasi altro evento di emergenza radiologica che possa dar luogo o che abbia dato luogo a una significativa contaminazione radioattiva dei prodotti alimentari e degli alimenti per animali, deve adottare un regolamento di esecuzione (Vedi Regolamento di esecuzione (UE) 2020/1158) che: La Commissione è assistita in materia dal comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi istituito a norma del regolamento (CE) n. 178/2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare. La Commissione deve presentare al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione che illustri le misure adottate, nel caso di un incidente o di un’emergenza che possa causare o abbia causato una contaminazione radioattiva significativa dei prodotti alimentari e degli alimenti per animali. - DPCM 19 marzo 2010 Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche. Tabella A3.3. Livelli massimi ammissibili di radioattività per i prodotti alimentari in caso di emergenze nucleari e radiologiche (CCE 1989a; CCE 1989b)
Tabella A3.4. Livelli massimi di radioattività negli alimenti per animali in caso di emergenze nucleari e radiologiche (CCE 1990)
(1) Sono esclusi i prodotti alimentari secondari, per i quali i livelli massimi ammissibili da applicare sono 10 volte superiori a quelli riportati in tabella. (2) I presenti livelli costituiscono uno strumento per contribuire all'osservanza dei massimi livelli consentiti per gli alimenti; essi non garantiscono di per sé stessi tale osservanza in ogni circostanza e lasciano impregiudicata la necessità di controllare i livelli di contaminazione nei prodotti animali destinati al consumo umano. (3) Tali livelli si riferiscono agli alimenti per animali pronti al consumo Raccomandazione 2000/473/Euratom 8 giugno 2000 Raccomandazione della Commissione dell'8 giugno 2000 sull'applicazione dell'articolo 36 del trattato Euratom riguardante il controllo del grado di radioattività ambientale allo scopo di determinare l'esposizione dell'insieme della popolazione. Gli Stati membri, per adempiere all'obbligo di cui all'articolo 36 del trattato Euratom, di comunicare periodicamente le informazioni relative ai controlli dei livelli di radioattività che sono tenuti ad effettuare ai sensi dell'articolo 35 dello stesso, trasmettono alla Commissione, con la cadenza periodica di cui al punto 5, lettera c), i risultati dei controlli di cui all'allegato I, si dovranno inviare anche i dati relativi. Tipi di campioni e misurazioni
ALLEGATO III Livelli notificabili Sono stati definiti livelli uniformi notificabili sulla base del loro significato da un punto di vista dell'esposizione, senza tener conto dei limiti di individuazione applicati dai vari laboratori
(1) Becquerel/giorno/persona 3. Il Codex Alimentarius OMS Parallelamente all'Unione Europea anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce, attraverso il Codex Alimentarius, valori di riferimento ("Guideline Levels") per la contaminazione degli alimenti a seguito di un'emergenza nucleare o radiologicaai fini della regolamentazione del commercio internazionale (Tabella 1). Tabella 1 - Guideline Levels stabiliti dall'OMS nel Codex Alimentarius e stima delle dosi annue.
4. Quadro internazionale / raffronto Gli indici sulle sostanze radioattive negli alimenti (Bq/kg) del Cesio
Non è possibile confrontare semplicemente i valori numerici perché i valori di riferimento (limiti standard) sono stati fissati prendendo in considerazione l'impatto stimato della quantità di cibo ingerito, la proporzione degli alimenti contenenti sostanze radioattive, etc. La Commissione del Codex Alimentarius, l'UE e il Giappone ha fissato i limiti massimi delle dosi aggiuntive a 1 mSv/anno. Esposizione alle radiazioni ionizzanti nell'UE Le norme di sicurezza dell’Unione per l’esposizione alle radiazioni ionizzanti sono stabilite nella direttiva 2013/59/Euratom recepita con il D.Lgs. 31 luglio 2020 n. 101 (GU n.201 del 12-08-2020 - S.O. n. 29) Collegati |
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