Covid-19 | Sanificazione con Perossido di Idrogeno
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23 Novembre 2024 | |||||||
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Covid-19 | Sanificazione con Perossido di Idrogeno ID 10857 | 25.05.2020 Il Perossido d'idrogeno (EC 231-765-0) (CAS 7722-84-1) o acqua ossigenata (H2O2) è un composto contenente ioni perossido (O-O)2- ed è un forte ossidante. L’azione biocida è mediata dal radicale libero OH che si forma per decomposizione del perossido e che è dotato di reattività elevata. L’effetto ossidativo avviene a livello delle membrane lipidiche, DNA e altri componenti essenziali per i microrganismi. L’azione antisettica, piuttosto blanda, è accompagnata da una efficace detersione meccanica, grazie allo sviluppo di ossigeno nascente. Secondo la Circolare del Ministero della Salute n. 5443 del 22 febbraio 2020, la concentrazione minima efficace per igienizzare le superfici è dello 0,5% / attività biocida al 3% (acqua ossigenata 10 volumi). Raccomandazioni sanificazione strutture non sanitarie - ISS n. 25/2020 Ambito normativo specifico Il perossido d’idrogeno (non generato in situ / applicato mediante vaporizzazione/aerosolizzazione) è un principio attivo biocida approvato ai sensi del BPR (Regolamento di esecuzione (UE) 2015/1730) per i disinfettanti PT1, PT2, PT2, PT4, PT5 e PT6 (PT11 e PT12 in approvazione). Alla luce dei dati disponibili nel CAR - Competent Authority Report (Relazione dell’autorità competente) - presso ECHA risulta che il principio attivo è efficace contro numerosi microorganismi (batteri, lieviti, funghi e virus). PT01 - Human hygiene Specificamente, per quanto riguarda i virus, il perossido d’idrogeno è risultato efficace contro poliovirus e adenovirus. In questo caso, viene considerata la sola applicazione mediante vaporizzazione/aerosolizzazione del principio attivo. Valutazione tecnico-scientifica Il meccanismo d’azione del perossido d’idrogeno è legato alle sue proprietà ossidanti e alla denaturazione dei componenti essenziali di microrganismi quali membrane lipidiche, proteine ed acidi nucleici. L’attività antimicrobica scaturisce infatti dalla formazione di potenti ossidanti, quali i radicali idrossilici e i “singlet” dell’ossigeno. Tali specie reattive causano danni irreversibili ai componenti cellulari e al DNA. A seconda del metodo di applicazione, può avere molteplici utilizzi. Esiste un tipico processo di decontaminazione basato su perossido d’idrogeno sotto forma di gas plasma con il quale un tasso prestabilito di perossido di idrogeno viene vaporizzato e iniettato in una camera di decontaminazione. L’obiettivo è quello di favorire il più rapidamente possibile la formazione di un film sottile di perossido di idrogeno sulle superfici esposte. Una volta erogata la quantità necessaria di perossido di idrogeno, si passa alla fase di aerazione dove il vapore di perossido di idrogeno viene convertito cataliticamente in ossigeno e acqua. Tale applicazione è soprattutto utilizzata per sterilizzare componenti elettroniche e dispositivi medici (DM) riutilizzabili termolabili ma è un processo spazialmente limitato, in quanto deve essere effettuato in autoclave. Per la disinfezione delle superfici/ambienti il perossido d’idrogeno può essere applicato mediante aerosol o vapore. La diffusione mediante aerosol, con apparecchiature in grado di produrre particelle nell’ordine di 0,3-0,5 µm, ne consente una diffusione uniforme nell’ambiente. Responsabili dell’azione biocida del prodotto sono i radicali ossidrilici OH-, altamente ossidanti. L’applicazione di perossido d’idrogeno vaporizzato si è dimostrata efficace oltre che su un gran numero di microorganismi anche per il trattamento di ambienti ospedalieri che avevano ospitato pazienti affetti da virus Lassa ed Ebola (56,57). Il perossido d’idrogeno si decompone rapidamente in acqua e ossigeno nei diversi distretti ambientali, quali acque di superficie, terreno e aria. Inoltre si decompone già nei liquami prima di raggiungere il sistema fognario, con un basso impatto ambientale. In merito alla pericolosità, il perossido di idrogeno è classificato in modo armonizzato secondo il CLP come: liquido comburente di categoria 1 [Ox. Liq. 1 – “può provocare un incendio o un’esplosione (forte ossidante)]”; corrosivo per la pelle di categoria 1 (Skin. Corr. 1A – “provoca gravi ustioni cutanee e gravi lesioni oculari”) e nocivo per ingestione e per inalazione di categoria 4 (Acute Tox. 4 - “nocivo se ingerito” e “nocivo se inalato”).
Perossido d’idrogeno Sanitizzante / Disinfettante BPR
(*) Perossido d’idrogeno Disinfettante / Sanitizzante
Il perossido di idrogeno è un disinfettante ai sensi del Regolamento (UE) n. 528/2012 (BPR) sui biocidi Tipo di Prodotto PT1, PT2, PT3, PT4, PT5, PT6 e non mediante aerosol o vapore; in quest’ultima modalità di utilizzo può essere visto come “sanitizzante” in quanto le sostanze generate in situ non sono autorizzate come disinfettanti BPR.
Etichette CLP
Considerata la classificazione del principio attivo, come anche il metodo di applicazione, l’utilizzo di perossido d’idrogeno vaporizzato/aerosolizzato è ristretto ai soli operatori professionali. Per i trattamenti andranno pertanto osservate le precauzioni del caso (D.Lgs. 81/2008) ed è inoltre necessario rispettare i tempi per l’accesso ai locali e i tempi di decadimento. Circolare Min. Salute n. 0017644 del 22.05.2020 Tali procedure di sanificazione, non assimilabili a interventi di disinfezione, sono descritte nel Rapporto ISS COVID-19 n. 25 del 15/05/2020. Nel Rapporto sono anche riportate dettagliate indicazioni per il loro corretto utilizzo. Queste sostanze generate in situ non sono autorizzate come disinfettanti, e quindi attualmente non possono essere utilizzate in attività di disinfezione: solo al termine di una valutazione eventualmente positiva da parte dell’Autorità sanitaria di idonea documentazione tecnico scientifica che ne dimostri l'efficacia e la sicurezza, si potranno definire sostanze disinfettanti e si potranno autorizzare sistemi di generazione in-situ. Tali sostanze sono tutte caratterizzate da un profilo di rischio critico che richiede il rispetto di complesse e definite procedure di utilizzo utili a garantire da un lato l'efficacia dell'applicazione e dall'altro la sicurezza degli operatori e la tutela della salute pubblica; quindi tali sostanze sanitizzanti devono essere impiegate esclusivamente da personale rispondente ai requisiti tecnico professionali, definiti dalla normativa di settore citata nel Rapporto ISS n. 25/2020. Pertanto, tali procedure possono essere utilizzate per finalità di sanificazione, intesa in questo caso come il complesso di procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante la pulizia e il controllo e il miglioramento della qualità dell’aria. Le procedure di utilizzo delle sostanze sanificanti possono essere complementari a procedure di pulizia e ottimizzazione ambientale, o essere integrate con attività di disinfezione: in questo ultimo scenario, la procedura di sanificazione deve prevedere la preventiva disinfezione diretta delle superfici esposte secondo il seguente ordine: 1. pulizia Definizione di principi attivi generati in situ L'approvazione di tale sostanza necessita la valutazione del principio attivo generato e del precursore/i da cui è generato, nell'ambito di ciascun tipo di prodotto (PT). Seguono alcuni esempi di tali combinazioni: Segue in allegato Collegati |
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