Sanificazione con Ozono | Rev. 2.0 del 24.05.2020
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23 Novembre 2024 | |||||||||||||||||
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Sanificazione con Ozono: nessun dato certo efficacia COVID-19 ID 10681 | Rev. 2.0 del 24.05.2020 - Documento PDF Allegato Note Rev. 2.0 del 24.05.2020 La Rev. 2.0 del 24.05.2020 tiene conto delle indicazioni riportate nella Circolare Min. Salute n. 0017644 del 22.05.2020 Oggetto: Indicazioni per l’attuazione di misure contenitive del contagio da SARS-CoV-2 attraverso procedure di sanificazione di strutture non sanitarie (superfici, ambienti interni) e abbigliamento, e: Raccomandazioni sanificazione strutture non sanitarie - Rapporto ISS n. 25 Vedi in pag. 8 Per quanto attiene l'uso dell'ozono, quale presidio da utilizzare per la decontaminazione COVID-19, non ci sono prove scientifiche della sua efficacia. L'Ozono come "biocida" soggetto al Regolamento (UE) n. 528/2012 Biocidi (BPR), prodotto in situ per sanificazione delle superfici (PT2) è in valutazione, si veda a seguire. Fonte ECHA (07.05.2020) Il protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del 24 aprile 2020 individua al punto 4 prevede che per la pulizia e sanificazione in azienda le seguenti misure: - l’azienda assicura la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago La Circolare Ministero della Salute n. 0005443 del 22 febbraio 2020 - avente ad oggetto COVID-2019. Nuove indicazioni e chiarimenti - raccomanda che, per la decontaminazione di ambienti non sanitari, vengano utilizzati l’uso di: I coronavirus (ai quale appartiene l’agente eziologico di COVID-19) sono microrganismi dotati di involucro (envelope) e, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, i virus di questo tipo sono normalmente meno resistenti dei cosiddetti virus “nudi” cioè senza involucro. Schematicamente: - Virus senza involucro sono resistenti alle alte temperature, agli acidi, ai detergenti e all’essiccamento. Ogni principio attivo agisce mediante un preciso meccanismo di azione anche in relazione al “bersaglio”. Poiché i virus sono microorganismi semplici, costituti da materiale genetico (RNA o DNA) e da un “guscio”, detto anche capside, proteico ed eventualmente da un ulteriore involucro, il meccanismo d’azione è relativamente poco specifico. Ad esempio: l’etanolo ad alte concentrazioni è un potente agente virucida in grado di inattivare tutti i virus lipofili (virus vaccinico, herpes e virus dell’influenza) e anche molti virus non lipofili (adenovirus, rotavirus, enterovirus, ma non il virus dell’epatite A); il propan-2-olo (alcol isopropilico) è attivo solo contro i virus lipofili; il perossido di idrogeno produce radicali liberi che attaccano gli involucri lipidici e il DNA. I virus finché non entrano nelle cellule ospiti (quando cioè infettano l’uomo o gli animali) hanno pochi modi per difendersi dagli attacchi esterni. Pertanto, anche il solo essiccamento causato dall’alcol o i danni causati dal perossido di idrogeno possono essere sufficienti a distruggerli. Sebbene non siano disponibili dati specifici sull’efficacia contro il SARS-CoV-2 diversi agenti antimicrobici disinfettanti sono stati testati su alcuni coronavirus, come riportato nella linea guida del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) che propone, per la decontaminazione delle superfici dure, l'uso di ipoclorito di sodio allo 0,1% dopo pulizia con acqua e un detergente neutro mentre, per quanto riguarda le superfici che potrebbero essere danneggiate dall'ipoclorito di sodio, l’uso di prodotti a base di etanolo al 70% (non specificato se p/p o v/v) sempre dopo la pulizia con acqua e detergente neutro. Risultati simili sono stati ottenuti utilizzando detergenti di uso domestico contenenti sodio lauriletere solfato, alchil poliglicosidi e ammide,cocco,N,N-bis(idrossietil). Uno studio su due coronavirus diversi dal SARS-CoV-2, che ha confrontato diversi agenti disinfettanti, ha dimostrato che quelli con concentrazione di etanolo al 70% (non specificato se in p/p o v/v) sono più efficaci su due diversi coronavirus (virus dell'epatite di topo e virus della gastroenterite trasmissibile) dopo un minuto di contatto su superfici dure rispetto all’ipoclorito di sodio allo 0,06% v/v. Un altro studio ha inoltre confermato che virus umani come SARS coronavirus (non dimostrato su SARS-CoV-2) possono “sopravvivere” sulle superfici dure fino a nove giorni; la disinfezione delle superfici con soluzioni di ipoclorito di sodio allo 0,1% o di etanolo fra 62-71% (non specificato se p/p o v/v) o di perossido di idrogeno allo 0,5% risultano efficaci dopo un minuto di esposizione. Tuttavia la riduzione logaritmica del titolo virale, osservata con l’utilizzo di etanolo tra il 62 e il 71% in condizioni sperimentali, non è sempre in linea con gli standard europei (norme EN). Tali standard, sui quali si basa la valutazione dell’efficacia dei prodotti disinfettanti/biocidi per la commercializzazione, richiedono che venga dimostrata una riduzione del titolo logaritmico > 4. Altri biocidi testati, con soluzioni a concentrazioni tra 0,05 e 0,2 % di benzalconio cloruro o 0,02% di clorexidina digluconato, sono risultati meno efficaci. Attenzione: ECHA BPR OZONO Approval in progress Information on active substances for which an application for approval for a specific biocidal product-type has been submitted under the Biocidal Products Directive (Directive 98/8/EC) or the Biocidal Products Regulation (Regulation (EU) No 528/2012). L’ozono è una molecola costituita da tre atomi di ossigeno che la rendono per questo un prodotto efficace nella disinfezione grazie alle spiccate capacità ossidanti. Il Ministero della Sanità con protocollo del 31 luglio 1996 n°24482, ha riconosciuto l'utilizzo dell'ozono nel trattamento dell'aria e dell'acqua, come presidio naturale per la sterilizzazione di ambienti contaminati da batteri, virus, spore, muffe ed acari. Il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare il 21 ottobre 2010 ha ammesso l’utilizzo dell’ozono nel trattamento dell’aria e dell’acqua, ritenendolo utile come agente disinfettante e disinfestante. Può essere utilizzato sotto forma di gas per la disinfezione di ambienti, sia sotto forma di acqua ozonizzata per la disinfezione di superfici e materiali. Non lascia residui ed ha bassa emivita. L’Ozono viene prodotto mediante generatori che sfruttano l’elettricità (effetto corona). Un flusso di gas (aria secca oppure ossigeno) viene fatto attraversare da una scarica elettrica ad alta tensione generata da un dielettrico in ceramica o vetro. I generatori di ozono consentono di produrre il disinfettante direttamente in loco e nel momento dell’utilizzo, ma occorre prendere molte precauzioni in quanto il gas può causare fenomeni di irritazione ed intossicazione per le persone presenti. L’ozono viene utilizzato sotto forma di gas (in assenza di persone) oppure disperso in acqua per lavaggio. Marco Benedetti, presidente dell’Anid, l’Associazione nazionale delle imprese di disinfestazione, a tale proposito ha dichiarato: Procedure di sanificazione riconducibili a OZONO, CLORO ATTIVO generati in-situ, PEROSSIDO D’IDROGENO applicato mediante vaporizzazione/aerosolizzazione Tali procedure di sanificazione, non assimilabili a interventi di disinfezione, sono descritte nel Rapporto ISS COVID-19 n. 25 del 15/05/2020. Fonti:
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