Pesticidi nelle acque | Quadro normativo / Rev. 2.0 Novembre 2023
Appunti Ambiente | |||||||||||||||||
27 Novembre 2024 | |||||||||||||||||
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Pesticidi nelle acque | Quadro normativo Rev. 2.0 Novembre 2023 ID 9907 | Rev. 2.0 del 03.11.2023 / Documento completo allegato I pesticidi sono sostanze utilizzate per combattere organismi ritenuti dannosi, ma possono comportare effetti negativi per tutte le forme di vita. In seguito all'uso possono lasciare residui nell'ambiente, con un rischio per l'uomo e per gli ecosistemi. I pesticidi, da un punto di vista normativo, comprendono i prodotti fitosanitari utilizzati per la protezione delle piante e per la conservazione dei prodotti vegetali, e i biocidi impiegati in vari campi di attività. Monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque I pesticidi, dal punto di vista normativo, si distinguono in: Fig. 1 - Suddivisione Pesticidi dal punto di vista normativo Spesso i due tipi di prodotti utilizzano gli stessi principi attivi. Essendo concepiti per combattere organismi considerati nocivi, possono essere pericolosi per gli organismi viventi in generale. In funzione delle caratteristiche molecolari, delle condizioni di utilizzo e di quelle del territorio, infatti, possono migrare e lasciare residui nell’ambiente e nei prodotti agricoli, con un rischio per l’uomo e per gli ecosistemi. Il monitoraggio dei pesticidi è complesso e oneroso a causa del grande numero di sostanze e delle aree interessate dall’uso. Sono circa 400 le sostanze impiegate in agricoltura e sono state vendute circa 130.000 tonnellate di prodotti fitosanitari [ISTAT, 2014]. Per i biocidi non si hanno informazioni analoghe ed è difficile, anche in ragione dei diversi scenari d’uso, dare indicazioni utili al monitoraggio. In ogni caso si richiede la predisposizione di una rete che copra gran parte del territorio nazionale e il controllo di un grande numero di sostanze. Negli anni c’è stata un’evoluzione positiva del monitoraggio, con un’estensione della rete di campionamento, un aumento delle sostanze cercate e un miglioramento delle prestazioni dei laboratori. (Si veda Documento ISPRA Monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque). Livelli di contaminazione delle acque da pesticidi Normativa di riferimento Le concentrazioni dei residui di pesticidi sono confrontate con i limiti nelle acque stabiliti a livello europeo e nazionale, definiti Standard di Qualità Ambientale (SQA). Per standard di qualità ambientale, come specificato nella Direttiva Quadro Acque (DQA - Direttiva 2000/60/CE), si intende “la concentrazione di un particolare inquinante o gruppo di inquinanti nelle acque, nei sedimenti e nel biota che non deve essere superata, per tutelare la salute umana e l'ambiente”. Gli standard di qualità ambientale si basano sui livelli di tossicità di tipo acuto e cronico per le specie rappresentative dell’ambiente acquatico. Per la loro definizione è stata prodotta, nell’ambito della DQA, una guida tecnica (Technical Report 2011/055). Pesticidi nelle acque La presenza di pesticidi nelle acque pone la questione delle possibili ripercussioni negative sull’uomo e sull’ambiente. Il confronto con i limiti stabiliti dalle norme dà indicazioni sulla possibilità di effetti avversi. I limiti di concentrazione sono espressi come valore medio annuo (SQA-MA) e come concentrazione massima ammissibile (SQA-CMA), quest’ultima solo per alcune sostanze, inoltre sono differenziati per tipologia di acque. Acque superficiali A livello nazionale, il Decreto legislativo 152/2006 nella tabella 1/A riprende gli standard di qualità ambientale per le sostanze dell’elenco di priorità della Direttiva 2008/105/CE, e nella tabella 1/B stabilisce standard di qualità ambientale per alcune sostanze non appartenenti all’elenco di priorità, tra cui diversi pesticidi. In quest’ultimo caso gli standard sono espressi solo come concentrazioni medie annue. Per tutti i singoli pesticidi (inclusi i metaboliti) non specificati in tabella 1/B si applica il limite di 0,1 μg/L e per la somma dei pesticidi il limite di 1 μg/L (fatta eccezione per le risorse idriche destinate ad uso potabile per le quali il limite è 0,5 μg/L). La Direttiva 2006/118/CE (recepita in Italia con il D.Lgs. 16 marzo 2009, n. 30), relativa alla protezione delle acque sotterranee, stabilisce norme di qualità ambientale, definite come la concentrazione di un determinato inquinante, gruppo di inquinanti o indicatore di inquinamento nelle acque sotterranee che non dovrebbe essere superata al fine di proteggere la salute umana e l'ambiente. In particolare per i pesticidi e i relativi prodotti di degradazione i limiti sono uguali a quelli per l’acqua potabile, pari a 0,1 μg/L e 0,5 μg/L, rispettivamente per la singola sostanza e per la somma delle sostanze. Modalità di confronto con i limiti normativi Nel confronto con gli SQA si è tenuto conto di quanto previsto nella direttiva 2009/90/CE (recepita in Italia con il D.lgs. 219/2010), che detta le specifiche tecniche per il monitoraggio dello stato chimico delle acque, fissa criteri minimi di efficienza per i metodi di analisi e le regole per comprovare la qualità dei risultati delle analisi. In particolare i criteri minimi di efficienza per i metodi di analisi prevedono un’incertezza di misura pari o inferiore al 50% dello SQA pertinente e un limite di quantificazione pari o inferiore al 30% dello SQA. La Direttiva definisce anche le modalità per il calcolo delle concentrazioni medie ai fini del confronto con i limiti, in particolare: per le misure al di sotto del LoQ si assume un valore della concentrazione pari al 50% del LoQ. Conformemente a quanto stabilito nel Decreto legislativo 152/2006, in relazione alla classificazione dei corpi idrici e all’analisi di conformità con i valori di legge, i valori delle concentrazioni misurate sono arrotondati al numero di cifre decimali con cui è espresso lo SQA, al fine di armonizzare l’espressione dei risultati. Le linee guida ISPRA (ISPRA MLG 116/2014) riconoscono che l’arrotondamento dei valori può influire sull’attribuzione della classe di qualità del corpo idrico, in tal senso vengono considerati border line tutti i punti nei quali il rispetto del limite è ottenuto grazie all’arrotondamento del valore misurato. Alla classificazione del corpo idrico è associato, dunque, un livello di confidenza che rappresenta un giudizio di affidabilità della classificazione e che tiene conto di una serie di elementi, tra cui i valori border line. Sebbene nel Rapporto il livello di contaminazione sia riferito ai singoli punti di monitoraggio e non esprima un giudizio complessivo sulla qualità del corpo idrico, i risultati delle misure di concentrazione in questa edizione sono arrotondati come da normativa, al fine di armonizzare le diverse valutazioni sullo stato di qualità delle acque. Nel Rapporto i livelli di concentrazione sono associati a diversi colori. Il rosso indica i punti di monitoraggio con contaminazione superiore allo SQA, il blu indica i punti con concentrazione inferiore allo SQA, e il grigio quelli dove la concentrazione non è quantificabile, essendo inferiore al limite di quantificazione (LoQ) della metodica analitica. Si precisa, tuttavia, che il mancato riscontro analitico può dipendere anche dal fatto che i LoQ non sono adeguati al confronto con i limiti normativi perché troppo alti, o dal numero delle sostanze analizzate, in certi casi limitato e non rappresentativo degli usi sul territorio. Livelli di contaminazione A livello nazionale su 1.980 punti di monitoraggio delle acque superficiali, 415 (21%) hanno livelli di concentrazione superiore agli SQA. Se si considera anche la percentuale di punti border line, per omogeneità con le precedenti edizioni del Rapporto, il valore complessivo raggiunge il 24,6%. Nelle acque sotterranee su 2.795 punti, 146 (5,2%) hanno concentrazioni superiori agli SQA. La somma dei punti non conformi e border line corrisponde al 7,2%. La presenza di pesticidi, come già ampiamente segnalato negli anni precedenti, è più diffusa nelle aree della pianura padano-veneta. Tale stato è legato ovviamente alle caratteristiche idrologiche del territorio in questione e al suo intenso utilizzo agricolo, ma dipende anche dal fatto, non secondario, che le indagini sono più complete e rappresentative nelle regioni del nord. D’altra parte, l’aumentata copertura territoriale e la migliore efficacia del monitoraggio, sta portando alla luce una contaminazione significativa anche al centro-sud. Fig. 2 - Livelli di contaminazione, ripartizione percentuale dei punti di monitoraggio, nel 2020 Tab. 1 - Livelli di contaminazione, nel 2020 Sopra i limiti: le concentrazioni medie misurate sono superiori agli SQA Fig. 3 - Punti monitoraggio / Portale pesticidi (esempio) I punti di monitoraggio vengono rappresentati con colori diversi secondo i risultati dei confronti con i limiti suddetti: - il colore rosso indica i punti di monitoraggio con valori di concentrazione superiori agli SQA segue in allegato
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