Rivalutazione Pacchi bombole non marcati “π”
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Rivalutazione Pacchi bombole non marcati “π” ID 9314 | 20 Ottobre 2019 I Pacchi bombola sono soggetti alla marcatura “π” in accordo con la direttiva 2010/35/UE (TPED) recepita in Italia con il D. Lgs. 35 del 7 gennaio 2010. La preesistente Direttiva 99/36/CE (abrogata) prevedeva la rivalutazione di conformità delle attrezzature a pressione trasportabili esistenti dal 1° luglio 2001 prorogata 1° luglio 2005. Premessa La Direttiva 99/36/CE preesistente ha stabilito le procedure per la verifica di conformità agli allegati della direttiva 94/55/CE (direttiva merci pericolose - abrogata) delle attrezzature a pressione trasportabili di nuova costruzione e la rivalutazione di conformità delle attrezzature a pressione trasportabili esistenti, in vigore dal 1° luglio 2001, prevedeva tuttavia agli articoli 17 e 18 che tale potesse essere rinviata "per talune attrezzature a pressione trasportabili per le quali non esistano pescrizioni tecniche dettagliate o per le quali non siano stati aggiunti agli allegati delle direttive 94/55/CE e 96/49/CE sufficienti riferimenti alle norme europee pertinenti, e all'articolo 1 che gli stati membri dovessero autorizzare "l'immissione sul mercato e la messa in servizio sul loro territorio di attrezzature a pressione trasportabili che rispettano la normativa vigente sul loro territorio anteriormente al 1° luglio 2001, fino a due anni a decorrere da tale data, nonché la successiva messa in servizio di tali attrezzature immesse sul mercato prima di tale data". Per i fusti a pressione, i pacchi bombole e le cisterne, la data del 1° luglio 2001 è stata successivamente rinviata al 1° luglio 2005. Coerentemente con quanto indicato sopra, nell' edizione 2005 dell' ADR, quale riferimento per la progettazione, fabbricazione, identificazione e prove di pacchi bombole è stata inserita la norma EN 13769:2003, integrata nell'ADR 2007 dall'Appendice A1:2005 rimasta in vigore fino al 31 dicembre 2014 e sostituita dal 1° gennaio 2015 dalla norma EN ISO 10961:2012. Nell' ADR 2015 è stata infine inserita la norma EN 15888:2014 con specifiche dettagliate per i controlli e prove periodiche dei pacchi bombole. Fino al 1° luglio 2005 la progettazione, fabbricazione, identificazione e prove dei pacchi bombole sono state quindi regolate solo dalle norme nazionali dei singoli stati membri, che sono rimaste comunque applicabili fino al 1° luglio 2007 (in IT il DM 12 settembre 1925 e smei). In Italia la normativa nazionale, costituita dal DM 12 settembre 1925 e successiva serie di norme integrative, comprendeva le disposizioni per la progettazione, fabbricazione, identificazione e prove iniziali e periodiche delle bombole, ma non conteneva disposizioni per i pacchi, non considerati come recipienti a pressione indipendenti dalle bombole componenti. Nell'edizione ADR 2015 al capitolo 1.6 la disposizione transitoria 1.6.2.1, già presente nelle edizioni precedenti, prevede che "I recipienti costruiti prima del 1° gennaio 1997 e che non sono conformi alle disposizioni dell' ADR applicabili dal 1° gennaio 1997 ma il cui trasporto era autorizzato secondo le disposizioni ADR applicabili fino al 31 dicembre 1996 possono continuare possono ad essere trasportati dopo questa data a condizione che soddisfino le prescrizioni per gli esami periodici delle istruzioni di imballaggio P200 e P203". Inoltre sono state inserite le disposizioni 1.6.2.13 e 1.6.15 che prevedono la possibilità di utilizzo sino al primo collaudo periodico successivo al 1° Luglio 2015 rispettivamente per: - i pacchi bombole fabbricati prima del 1 ° luglio 2013 che non sono marcati conformemente ai punti 6.2.3.9.7.2 e 6.2.3.9.7.3 applicabili dal 1° gennaio 2013 o del 6.2.3.9.7.2 applicabili dal 1e gennaio 2015; e per: Secondo il chiarimento della Circolare MIT 26422 Div. 3/H del 13.11.2015 se i Pacchi bombole contengono anche una sola bombola fabbricata in conformità alla normativa nazionale preesistente – non rivalutata e non marcata π – possono essere trasportati ed eserciti solo sul territorio nazionale. 1. Introduzione Il lavoro prende spunto dalla Circolare MIT 26422 Div. 3/H del 13.11.2015, la quale, per i Pacchi bombole costruiti prima del 01.07.2007, così recita: “Questi pacchi possono contenere sia bombole conformi alla Direttiva 99/36/CE marcate “π” in sede di verifica iniziale, sia marcate “π” per adeguamento della marcatura “ɛ” o per rivalutazione di conformità, sia bombole progettate, fabbricate e sottoposte a collaudo iniziale e revisioni periodiche in conformità alla normativa nazionale – applicabile fino al 30 giugno 2001 – non rivalutate. Pertanto i Pacchi bombole che contengono anche una sola bombola fabbricata in conformità alla normativa nazionale preesistente – non rivalutata e non marcata “π” – possono essere trasportabili e utilizzabili solo sul territorio nazionale. Le relative bombole comunque devono soddisfare le disposizioni delle istruzioni di imballaggio P200 relative alla frequenza delle operazioni di revisione periodica”. Questa situazione coinvolge anche l’INAIL, in quanto titolare unitamente al Ministero dei Trasporti, delle competenze relative alla effettuazione delle ispezioni periodiche previste per i recipienti fabbricati in conformità ai regolamenti nazionali antecedenti la T-PED, utilizzabili esclusivamente sul territorio italiano. 2. Lo sviluppo normativo Da un punto di vista normativo (certificazione, fabbricazione e utilizzo) nulla è cambiato per i Pacchi bombole, denominati “incastellature” nella Direttiva TPED, dall’entrata in vigore della direttiva 2008/68/CE recepita in Italia con il D. Lgs. 35 del 7 gennaio 2010, che ha stabilito regole uniformi per il trasporto su strade, ferrovie o su vie navigabili interne delle merci pericolose all’interno degli Stati membri e tra gli Stati membri in ambito delle Comunità. Di norma le incastellature vengono marcate “π” e tutti i loro componenti principali (bombole, valvole di sicurezza, blocchetti, riccioli) godono della marcatura “π”. Secondo il chiarimento della circolare MCTC citata, se i Pacchi bombole contengono anche una sola bombola fabbricata in conformità alla normativa nazionale preesistente – non rivalutata e non marcata π – possono essere trasportati ed eserciti solo sul territorio nazionale. Tutte le bombole devono comunque soddisfare le disposizioni delle istruzioni di imballaggio P200 relative alla frequenza delle operazioni di revisione periodica ed a quanto altro previsto dalle stesse in funzione del gas trasportato. 3. Descrizione e principio di funzionamento Da un punto di vista descrittivo i Pacchi bombole non sono altro che gruppi di bombole (normalmente 16 o 25 pezzi), atte a contenere gas compressi, racchiuse in un telaio metallico avente delle specifiche caratteristiche geometriche e strutturali. Le modalità di posizionamento delle bombole all’interno della incastellatura prevedono due possibili configurazioni, una con pacchi verticali e l’altra con pacchi orizzontali (Fig.1). Figura 1. Pacchi bombole orizzontali e verticali Il concetto di partenza di un Pacco bombole è la possibilità di avere a disposizione un volume di gas compresso superiore a quello che può essere contenuto in una sola bombola senza ricorrere ad istallazioni fisse; ciò si traduce, di conseguenza, in una maggiore autonomia di lavoro per l’utilizzatore del pacco. 3.1 Sostanze e materiali I gas aventi temperatura critica inferiore a -10 °C non sono liquefacibili a temperatura ambiente, perciò per ridurne il volume è necessario aumentare di molto la pressione. Le bombole destinate a questi gas (Fig. 2) operano a pressioni di 200÷220 bar, quindi devono avere caratteristiche strutturali adatte a tali valori. Sono realizzate in acciaio senza saldatura, hanno generalmente un corpo cilindrico con le basi semisferiche (ogive) e sulla parte superiore una valvola protetta da un cappellotto avvitato ad un collare filettato; un piede d'appoggio sulla parte inferiore garantisce una buona stabilità. Il formato più comune è la bombola da 40 litri, il cui peso a vuoto si aggira intorno ai 45 kg e contiene circa 8,5 m³ di gas. Ne deriva che nel trasporto dei gas compressi l'imballo (cioè la bombola) costituisce almeno l'80% del peso. Figura 2. Bombole per gas con temperatura critica inferiore a -10 °C L'ogiva superiore, su cui sono marcate una serie di informazioni (Fig. 3), è colorata secondo un codice-colore contenuto nella norma UNI EN 1089-3 e indicata nel decreto del Ministero dei Trasporti del 7 gennaio 1999. Per le bombole di nuova fabbricazione il nuovo sistema di identificazione è obbligatorio dal 10 agosto 1999, mentre per quelle già in circolazione il limite è il 30 giugno 2006. Il colore della restante parte della bombola non è vincolante ma non deve portare a fraintendimenti con il colore dell'ogiva. Figura 3. Marcatura ogiva Il gas contenuto nella bombola è identificato da una etichetta che indica il numero ONU e la denominazione del gas, la sua composizione, i simboli di pericolo, le frasi di rischio, il nome del produttore/importatore, i consigli per la sicurezza e il numero CE. Per utilizzare il gas è sempre necessario installare sulla valvola un riduttore di pressione adatto al prodotto. Le norme prevedono che la filettatura della valvola sia diversa a seconda della tipologia del gas, evitando così sostituzioni accidentali con prodotti incompatibili. 3.2 I componenti principali di un pacco-bombole Un Pacco bombole è costituito da componenti “strutturali” e componenti “funzionali”. I primi (telaio e bombole - Fig. 4) hanno rispettivamente la funzione di sostenere durante l’uso e il trasporto (telaio) e di contenere la sostanza in pressione (bombole), i secondi invece (blocchetti, riccioli, valvole, riduttori – Fig. 5) hanno invece il compito di consentire il funzionamento dell’attrezzatura e di garantirne la sicurezza. Figura 4. Componenti strutturali Figura 5. Componenti funzionali Tutti i suddetti componenti vengono assemblati in un copro unico (Fig. 6) per rendere possibile l’utilizzo del gas contenuto nelle bombole e quindi del paccostesso. Figura 6. Pacco bombole 4. Procedura INAIL di verifica Il presupposto dell’attività di verifica connessa alla Circolare MIT 26422 Div. 3/H del 13.11.2015 è che l’Azienda proprietaria del Pacco bombole non marcato π sia in possesso di una certificazione TPED di tipo del pacco- bombole marcato π, quindi validata da un ON competente. Questo perché la stessa circolare stabilisce che il pacco-bombole che si va a verificare, anche se non contiene tutti i componenti marcati π (nella fattispecie bombole), deve comunque soddisfare i requisiti richiesti dall’ADR. In particolare il telaio deve essere conforme alla certificazione di tipo rilasciata dall’ON; in altre parole deve avere la geometria costruttiva richiesta nella certificazione di tipo, in quanto quest’ultima garantisce il soddisfacimento dei RES della Direttiva TPED (prove di caduta, materiali impiegati per la costruzione del telaio,ecc.). Tanto premesso, la procedura di verifica si può articolare secondo il seguente iter: a) sussistenza della certificazione TPED di tipo del pacco-bombole, rilasciata dall’Organismo Notificato a nome del proprietario; b) controllo documentale dei componenti strutturali e funzionali del pacco-bombole: in particolare controllo dell’avvenuta revisione periodica, con esito positivo (secondo le normative nazionali), delle bombole contenute nel pacco, verifica della corrispondenza tra le matricole riportate sui verbali e quelle indicate sulla targa-dati del pacco, e della disponibilità delle certificazioni di blocchetti, riccioli e valvole (queste ultime necessariamente marcate“π”); c) controllo visivo e dimensionale del pacco-bombole: questo controllo si riferisce soprattutto ai componenti strutturali del pacco, in particolare al telaio e ai collegamenti (riccioli e blocchetti) nonché alle bombole. La finalità di questo controllo è duplice: da unlato l’accertamento della conformità del pacco-bombole alla certificazione di tipo, il che garantisce la congruità delle caratteristiche geometriche e strutturali del telaio, verticale o orizzontale che sia, con quanto riportato nei disegni costruttivi del progetto approvato dall’ON (come detto in precedenza, tale accertamento rappresenta, secondo la circolare del M.I.T. 26422 Div. 3/H del 13.11.2015, la condizione necessaria e sufficiente per la circolazione solo sul territorio nazionale di merci trasportabili e quindi di pacchi-bombole non marcati “π”); dall’altro la verifica del corretto assemblaggio del pacco-bombole (conformità alla certificazione di tipo), l’assenza di danni (deformazioni per non corretto assemblaggio, urti per movimentazione, ecc.) sui componenti strutturali (telaio e bombole); d) prova di tenuta del pacco-bombole: in genere questo tipo di operazione viene fatta dal proprietario del pacco o dal fornitore di gas a pacco assemblato; tale operazione viene fatta al fine di verificare la tenuta di tutti i componenti strutturali del pacco-bombole alla pressione di carica del gas secondo le istruzioni di imballaggio P200 dell’ADR, è presieduta dal funzionario INAIL e fa parte della procedura di verifica. Nel caso in cui il proprietario del pacco sia anche fornitore del gas e sia dotato di un sistema di qualità certificato ISO, la prova di tenuta coincide con il riempimento del pacco-bombole e quindi può essere certificata in fase di riempimento senza la presenza del funzionarioINAIL; e) Marcatura del pacco-bombole: eseguite le verifiche suddette, la procedura si conclude con la marcatura del pacco-bombole; ovviamente la targa dati del pacco (Fig. 7) non riporterà né la marcatura “π” né il numero dell’ON poiché, pur rispettando i requisiti di sicurezza previsti dalla TPED, non gode della libera circolazione sul territorio comunitario ma solo su quello nazionale. Figura 7. Esempio di targa dati di un pacco-bombole L’evidenza dell’avvenuta procedura di verifica da parte del funzionario INAIL è rappresentata dalla compilazione ed emissione del “Certificato di adeguamento alla circolare del MIT n.p. 26422 Div. 3/H del 13.11.2015” (Fig. 8) e della “Relazione tecnica” (Figg. 9 e 10). Fonte: INAIL Certifico Srl - IT | Rev. 00 2019 Collegati |
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