Stima del rischio: scelta delle matrici del rischio / Rev. 1.0 Luglio 2023
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26 Novembre 2024 | |||||||||||||
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Stima del rischio: scelta adeguata matrici del rischio / Luglio 2023 ID 19663 | Rev. 1.0 del 25.07.2023 / Documento completo allegato L'uso di matrici del rischio semi-quantitative per la rappresentazione di determinate tipologie di rischio, è metodo di stima soggettivo comunemente usato, ma può porre molti dubbi ed incertezze sull'applicazione in relazione: Ipotizzando il medesimo tipo di rischio e similare livello qualitativo di R, si nota, in generale, come la matrice a sinistra sia "più cautelativa" nel valore calcolato di R per gli stessi valori di P e D (minori celle verdi e maggiori celle rosse), ma non significa che sia più adeguata, in quanto è in gioco la soggettività del tecnico per l'applicazione del metodo. Stime del rischio non adeguate possono inficiare il processo di valutazione del rischio. Spesso troviamo matrici del rischio (su dati semi-quantitativi) che non hanno una validazione corretta delle modalità di elaborazione (rispetto al tipo di rischio rappresentato in matrice) in termini di variabili scelte, operazioni scelte tra le variabili, valori delle variabili assunti e livello di rischio qualitativo associato all’indice di rischio numerico (si veda a seguire). Illustriamo le nostre considerazioni in merito, più ampie possibili, e quindi senza pretese assolutive. R = f (P, D, A1, A2,…) (*) Stima semi-quantitativa La rappresentazione del rischio può avere carattere oggettivo e soggettivo. Quando si è in possesso di dati numerici di origine certa ed affidabile (provenienti da banche dati pubbliche, private, aziendali, ecc.), l’indice di rischio risulta un valore numerico oggettivo. Nel caso in cui non ci sia disponibilità dei suddetti dati numerici, allora l’indice di rischio si basa su dati qualitativi ed assume un valore soggettivo. La stima del rischio è il processo globale di identificazione, analisi e valutazione del rischio. L’identificazione del rischio rappresenta il processo per la determinazione di cosa accade, perché accade e come accade. L’analisi del rischio è l’uso sistematico delle informazioni disponibili per determinare con quale probabilità di accadimento specificati eventi possano avvenire e la magnitudo delle loro conseguenze. La valutazione del rischio è il processo utilizzato per determinare le priorità di gestione del rischio per mezzo della comparazione del livello di rischio trovato durante il processo di analisi, con criteri di accettazione di rischio stabiliti in precedenza. L’analisi del rischio, e i criteri con i quali il rischio è messo a confronto durante la valutazione, dovrebbero essere considerati sulla stessa base. Pertanto, valutazioni qualitative relazionano confronti di livelli qualitativi con criteri qualitativi e valutazioni quantitative coinvolgono confronti di livelli numerici di rischio con criteri che possono essere espressi con specifici numeri, esprimenti quantificazione del danno, frequenze o valori monetari. L’identificazione, l’analisi e la valutazione del rischio rappresentano lo strumento di base che permette di identificare sostanze, attrezzature, situazioni, ecc., che potrebbero arrecare danni ai lavoratori e di prendere i necessari provvedimenti per salvaguardarne la sicurezza. Il processo di stima del rischio consiste può essere sintetizzato in tre fasi: 1. individuazione delle possibili sorgenti di pericolo; Formulazione del rischio È importante sottolineare la differenza concettuale tra pericolo e rischio: il pericolo esiste anche quando non ci sono i presupposti per l’accadimento dell’evento dannoso. I termini "pericolo" e "rischio" non hanno sempre lo stesso significato in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea e nemmeno all’interno delle singole discipline scientifiche. Da D.Lgs. 81/2008 Art. 2 - Definizioni: q) "valutazione dei rischi": valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell'ambito dell'organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza; Rappresentazione del Rischio La rappresentazione del rischio può avere carattere oggettivo e soggettivo. Quando si è in possesso di dati numerici di origine certa ed affidabile (provenienti da banche dati pubbliche, private, aziendali, ecc.), l’indice di rischio risulta un valore numerico oggettivo. Nel caso in cui non ci sia disponibilità dei suddetti dati numerici, allora l’indice di rischio può essere basato su dati qualitativi ed assume un valore soggettivo. Fig 1 - Rappresentazione del Rischio (1) Percorsi 1 e 2 standard, possibile incrociare i vari elementi del diagramma (3) La funzione f può essere (P x D), (P + D), con altri fattori f (P, D, A) (A = Altro - scegliere adeguatamente la/e variabile/i), inoltre P, D, altro, devono assumere valori adeguati - Garantire che la soggettività della stima del rischio sia ben giustificata, con funzioni, variabili e valori assunti. (6) Vedere UNI/TR 11430:2011 Calzature di sicurezza, di protezione e da lavoro - Criteri per la scelta, l’uso, la cura e la manutenzione (a seguire). (7) Curve isorischio non sono spesso disponibili, si propende per matrici del rischio (9) Altre metodologie di rappresentazione del rischio su dati soggettivi (valori curve/rette, mappe, ecc) Giustificazione della matrice del rischio scelta nel DVR (per il tipo di rischio) Fig. 2 - Giustificazione della matrice scelta nel DVR per il tipo di rischio Dalla matrice del rischio alle curve isorischio A. Matrice R = P x D (scale da 0 a 4) Si assuma che sia la probabilità P e il Danno D vengano definite su scale da 0 a 4. Il rischio R = P x D sarà una grandezza da 0 a 16. Si decida ad esempio di rappresentare sulla matrice del rischio le curve isorischio R = 2, R = 3, R = 4 e R = 8 Si può osservare che le curve isorischio corrispondono a funzioni di proporzionalità inversa (del tipo y = k/x). NB: in rosso i valori non interi della curva isorischio costruita (non sono presi altri valori che può assumere R): R = 2 Per poter disegnare la corrispondente curva isorischio è necessario individuare tutti i punti sul piano che soddisfano l’equazione P x D = 2, ad esempio (1, 2), (2, 1) (4, 0,5) (0,5, 4) (3, 1,33) (1,33, 3) In questo caso D = 2 / P R = 3 Per poter disegnare la corrispondente curva isorischio è necessario individuare tutti i punti sul piano che soddisfano l’equazione P x D = 3, ad esempio (1, 3), (3, 1) (2, 1,5) (1,5, 2) In questo caso D = 3 / P R = 4 Per poter disegnare la corrispondente curva isorischio è necessario individuare tutti i punti sul piano che soddisfano l’equazione P x D = 4, ad esempio (2, 2), (3, 1,33), (1,33, 3), (4, 1), (1, 4): In questo caso D = 4 / P R = 8 Per poter disegnare la corrispondente curva isorischio è necessario individuare tutti i punti sul piano che soddisfano l’equazione P x D = 8, ad esempio (4, 2), (3, 2,66), (2,66, 3), (2, 4): In questo caso D = 8 / P Fig. 3 - Curve isorischio F = P x D (scale da 0 a 4) B. Matrice R = P x D (scale da 0 a 4) Se si definisce il Rischio come somma di P e D (R = P + D), le corrispondenti curve isorischio saranno rette y = mx + q, infatti: D = R - P Fig. 4 - Curve isorischio F = P + D (scale da 0 a 4) Esempio UNI/TR 11430:2011 Criteri per la scelta, l’uso, la cura e la manutenzione APPENDICE B (informativa) Rappresentazione del Rischio Da un punto di vista quantitativo, il rischio R (indice di rischio) è generalmente riconducibile a due fattori, quali: - la probabilità P (o frequenza F) che si verifichi un dato evento dannoso; - la magnitudo delle conseguenze M (entità del danno). Esso è valutato come il prodotto delle due sopra citate grandezze secondo la seguente formula: R = P x M La frequenza è il rateo con cui un evento si verifica ed è espresso in termini di un numero di eventi/anno. La probabilità è invece un numero compreso tra 0 e 1, che esprime il grado di fiducia riguardante il possibile verificarsi di un evento. Le conseguenze sono l’effetto, diretto o indiretto, dell’evento pericoloso: le conseguenze si possono misurare in termini di effetti sulla salute degli esseri umani e sull’integrità dell’ambiente, oppure come danni economici. B.3 Rappresentazione del rischio La rappresentazione del rischio può avere carattere oggettivo e soggettivo. Quando si è in possesso di dati numerici di origine certa ed affidabile (provenienti da banche dati pubbliche, private, aziendali, ecc.), l’indice di rischio risulta un valore numerico oggettivo. Nel caso in cui non ci sia disponibilità dei suddetti dati numerici, allora l’indice di rischio si basa su dati qualitativi ed assume un valore soggettivo. La riduzione del rischio può essere attuata mediante l’approntamento di idonee misure atte a ridurre la probabilità di accadimento di un determinato evento (misure di prevenzione) e/o a mitigarne le eventuali conseguenze (misure di protezione). L’intervento di riduzione del rischio è considerato prioritario per quelle situazioni dove l’indice di rischio trovato è maggiore di un predeterminato indice Ra considerato come livello accettabile. B.3.1 Rappresentazione con curve di isorischio Quando si dispone di dati numerici oggettivi è possibile utilizzare le curve isorischio. È consueto rappresentare in un piano cartesiano (figura B.1) in ordinate la frequenza di accadimento F (o la probabilità P) e in ascisse la magnitudo M, le curve di isorischio Ri (con R3 > R2 > R1, ecc.) che sono rappresentate da iperboli equilatere. Figura B.1 Curve isorischio Legenda A Protezione Dove: Ogni evento dannoso si trova sulla curva da un livello di rischio Ri del diagramma e con la valutazione del rischio si verifica che esso sia al di sotto della soglia di accettabilità Ra. In caso contrario, per riportare il rischio entro livelli di accettabilità sarà necessario intervenire: - sulla frequenza o probabilità di accadimento (misure di prevenzione); B.3.2 Rappresentazione con le matrici di rischio Quando non si dispone di dati numerici, può essere fatta un’altra rappresentazione del rischio, introducendo le matrici di rischio. Per esempio, a tal fine si suddividono i campi della probabilità di accadimento e della magnitudo degli effetti secondo una percezione qualitativa (soggettiva) dei parametri caratteristici degli eventi dannosi. Ciascuna delle due grandezze è valutata su una scala numerica da 1 (probabilità o magnitudo trascurabile) a 4 (probabilità o magnitudo elevata). L’indice di rischio R assume quindi valori compresi tra 1 e 16 e determina il seguente grado di attenzione richiesto: R ≥ 8 : rischio massimo Nel prospetto B.1 è riportata la matrice che pone in relazione l’indice di rischio al grado di attenzione richiesto. Prospetto B.1 Matrice che correla l’indice di rischio al grado di attenzione Per una immediata individuazione del grado di attenzione, nel prospetto le caselle della matrice sono state evidenziate con le seguenti sfumature di grigio. Il grado di attenzione indica l’urgenza e l’entità delle misure che si devono adottare per eliminare o ridurre il rischio di un evento dannoso. Necessariamente al massimo grado di attenzione devono essere predisposti DPI con il massimo livello di protezione. Può essere determinata una correlazione tra il grado di attenzione ed il livello di protezione in accordo al prospetto B.2. Prospetto B.2 Correlazione tra grado di attenzione e categoria di DPI La legislazione vigente di cui al Regolamento (UE) 2016/425 per quanto concerne le categorie dei DPI riporta quanto segue: Regolamento (UE) 2016/425 Il presente allegato definisce le categorie di rischio da cui i DPI sono destinati a proteggere gli utilizzatori. Categoria I Categoria II Categoria III Curve isorischio Dal Prospetto B.1 sono ricavate le curve isorischio per: Allegato A A. 1 Definizioni Stima del rischio nel contesto della valutazione dei rischi EN ISO 12100 - Macchine Fig. A.1 - Processo iterativo di valutazione del rischio Allegato B BS 18004:2008 (La norma BS 18004 è stata ritirata e sostituita da BS 45002-0:2018) Tabella 1 Legenda R: Rischio funzione di Probabilità e Danno [R=f(p;d)] (RMB Rischio Molto Basso; RB Rischio Basso; RM Rischio Medio; RA Rischio Alto; RMA Rischio Molto Alto; Si nota come rischi aventi bassa probabilità e alto danno (Rischio alto) hanno un risultato diverso rispetto a rischi con alta probabilità e basso danno (Rischio basso).
Il 27 Giugno 2023 è stata approvata l'edizione 2023 della norma ANSI B11.0. Matrice del rischio MIL-STD 882E segue in allegato Certifico Srl - IT | Rev. 1.0 2023 Matrice revisioni
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