Amianto e materiale rotabile ferroviario
Appunti Sicurezza lavoro | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
24 Novembre 2024 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Amianto e materiale rotabile ferroviario Le Ferrovie dello Stato e le linee locali hanno fatto uso importante di amianto nei rotabili ferroviari dall'inizio del secolo fino agli anni 80, il presente articolo e Documento completo allegato, intende fornire un quadro generale della storia dell'uso, dell'epidemiologia e di studi rilevanti in merito, nel contesto della Salute e Sicurezza dei lavoratori. Storia dell'amianto in uso nei rotabili ferroviari Le Ferrovie dello Stato e le linee locali hanno fatto molto uso di amianto nei rotabili ferroviari. È opportuno distinguere i periodi di impiego individuando la metà degli anni 50 come linea di demarcazione ben netta. Fino a quella data l'uso di amianto riguardava le locomotive a vapore, per le quali non vi sono ancora notizie precise circa la coibentazione della caldaia, con parti rivestite in nastri o corde per la protezione del rischio da contatto, e la linea di riscaldamento a vapore sviluppata verosimilmente negli anni 30. Quest'ultimo sfruttava il vapore della locomotiva che poteva essere anche integrato da una carrozza caldaia. La condotta del vapore che correva sotto la carrozza era coibentata con lana di vetro ma i mezzi flessibili di accoppiamento erano rivestiti con nastro o corda di amianto; pure di amianto era la guarnizione di tenuta sulle flangie di accoppiamento. Dalla fine degli anni 40 è iniziato l'uso di amianto sotto forma di cartoni per l’isolamento delle scaldiglie del riscaldamento elettrico. Dalla metà degli anni 50 è iniziata la coibentazione sui nuovi rotabili con amianto spruzzato della varietà crocidolite. All'inizio degli anni 60 fu deciso di estendere questo tipo di coibentazione a tutte le carrozze circolanti, tanto che il loro numero complessivo ammontava a circa 8.000. La presenza di questi rivestimenti è proseguita fino agli anni 80 o fino alla dismissione dei vecchi modelli di carrozze che la montavano. Anche la dismissione delle locomotive a vapore è databile alla fine degli anni 70 inizio 80. Negli anni 90 le carrozze con la coibentazione della cassa in amianto friabile furono accantonate ed il programma di bonifica è stato completato all'inizio degli anni 2000.
Epidemiologia Il rischio di esposizione ha interessato i macchinisti di locomotive a vapore e di locomotive elettriche, i costruttori di rotabili fino alla fine degli anni 70, i manutentori di rotabili fino alla fine degli anni 80 ed in misura minore il personale viaggiante. Dagli ultimi dati emerge che il registro mesoteliomi (ReNaM) riporta per il settore della costruzione dei rotabili ferroviari 555 casi nel periodo che va dal 1993 al 2012.
segue in allegato Inoltre, considerando che il registro annovera circa 40 casi l’anno, con un conteggio fermo al 2012, si possono stimare ad oggi 2018 non meno di oltre 700 casi. I 505 casi sono riferiti sia al personale viaggiante che agli addetti alla manutenzione. Mentre gli operai, in officina, l’amianto lo hanno maneggiato e conseguentemente respirato, macchinisti e capitreno lo hanno invece ‘solo’ respirato. Come? Tutte le parti motoristiche e frenanti (soggette quindi ad alte temperature) delle locomotive a vapore, diesel, elettriche e tutte le carrozze e i carri per trasporto merci erano coibentati con amianto spruzzato e pannelli contenenti amianto che, col tempo, si sono convertiti da matrice compatta a friabile. Non solo: anche per via dei sassi, del pietrisco bianco presente tra un binario e l’altro, il quale si ricopre di polvere di amianto, rilasciato dai dischi e dai ferodi dei freni dei convogli, la quale col vento si alza e si libera nell’aria. Aria che hanno respirato anche normali viaggiatori in sosta sulla banchine delle stazioni. Tali pietre, Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), l’azienda delle Ferrovie che gestisce le infrastrutture sul territorio nazionale, si sta apprestando ad inertizzarle, anche se in alcune regioni, Puglia in special modo, le operazioni vanno a rilento per la presenza, ancora oggi, di treni con dischi in amianto. Sono sotto osservazione anche tutte le altre officine di manutenzione rotabili italiane, poiché tutti coloro che a seguito della legge 257/92 (norme sulla cessazione dell’impiego di amianto) vennero interessati da una enorme mole di lavoro di rimozione e smaltimento di coibentanti in amianto sono a rischio di sviluppo malattie asbesto correlate, senza contare i tanti che purtroppo ne sono già affetti o hanno già pagato con la vita. L’esposizione all’asbesto, per montatori di carpenteria metallica, meccanici e saldatori e lattonieri, è stata determinata anche dall’applicazione a spruzzo di amianto in fibra sulle parti interne delle scocche metalliche di motrici e carrozze passeggeri, postali e bagagliai. In aggiunta, il materiale killer era utilizzato nel rivestimento dei mezzi di accoppiamento delle condotte di vapore, nei rotabili che avevano questo tipo di riscaldamento. L’Osservatorio nazionale sull’amianto, “oltre a proseguire nella sua azione di informazione a tutela dei cittadini, lavoratori esposti o ex esposti, offrendo gratuitamente consulenza legale, sociale e scientifica”, annuncia “una serie di esposti querela” nelle diverse sedi competenti sul territorio nazionale per la morte da mesotelioma pleurico di alcuni ex dipendenti delle Ferrovie. Siti di interesse nazionale ai fini della bonifica ai sensi del D.Lgs. 152/2006 D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152 Legge di Bilancio 2018 Fig. 3 - Officine Grandi Riparazioni delle FF.SS. di Bologna (sito di interesse nazionale ai fini della bonifica Art. 252 c. 2bis del D.Lgs. 152/2006) Studi recenti e possibili ricadute (Merler) La segnalazione di un aumento del rischio di mesoteliomi nel settore ferroviario in Italia ha inizio, nella letteratura pubblicata, con lo studio di C. Magnani e coll., pubblicato su La Medicina del Lavoro, (Magnani C e coll, 1986), sugli addetti dell’Officina Grandi Riparazioni (OGR) delle Ferrovie dello Stato di Foligno. In questa OGR si effettuava la grande riparazione di locomotori elettrici. Il dr. B. Deidda, Pubblico Ministero al Tribunale di Firenze, nell’ambito di un procedimento a carico i responsabili delle FFSS, richiede di svolgere un approfondimento sulla presenza di casi di mesotelioma emersi in Italia in dipendenti FFSS o di ditte del comparto ferroviario (1989). A quella data non era ancora stato attivato il Registro Nazionale dei Mesoteliomi. I risultati sono pubblicati su Rassegna di Medicina dei Lavoratori (Merler E e coll. 1990,1991). Negli anni successivi allo studio di Magnani e coll. sono pubblicati numerosi studi di coorti su addetti di diversi siti produttivi dove si svolgeva la costruzione o riparazione di mezzi ferroviari. In aggiunta sono presentate segnalazioni di casi di mesotelioma in persone che hanno lavorato per questo settore produttivo (Maltoni C. e coll, 1989, 1991, 1995). Vengono avviate attività di sorveglianza su questi luoghi di lavoro per effetto del coinvolgimento delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale (Servizi di Prevenzione di numerose AULSS). Le Ferrovie dello Stato erano autorizzate per legge ad una gestione separata e autonoma della legislazione di protezione dei rischi di infortunio e malattie da lavoro, che organizzavano attraverso un proprio Servizio sanitario aziendale. La «questione amianto» viene progressivamente affrontata da parte delle FFSS - coinvolgendo enti (Università) e consulenti esterni (ad es. prof. B. Terracini, G. Chiappino, M. Governa) - e, negli anni successivi, con una riorganizzazione delle modalità di lavoro attuata attraverso: 1. I capitolati delle FFSS richiedevano che la coibentazione a spruzzo fosse svolta utilizzando amianto del tipo commerciale crocidolite; sono stati suggeriti dubbi che crocidolite sia stata sempre effettivamente usata. Studio epidemiologico mortalità asbesto-correlato OGR Bologna - AUSL Bo 2017 Studio epidemiologico mortalita’ coorte lavoratori dipendenti FS assegnati all’OGR Bologna. Fonti: Certifico Srl - IT | Rev. 00 2018 |
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