10 Luglio 1976: 40 anni dall'incidente di Seveso
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10 Luglio 1976: 40 anni dall'incidente di Seveso
L'incidente causò la fuoriuscita e la dispersione di una nube della diossina TCDD, una sostanza chimica fra le più tossiche.
Il 10 Luglio del 1976 si verificò un incidente in un piccolo impianto in cui si produceva un pesticida, nel comune di Meda, nei pressi di Milano.
A causa di un aumento di temperatura del vapore riscaldante venne attivata una reazione secondaria fortemente esotermica che portò alla formazione di TCDD (2,3,7,8 tetraclorodibenzop-diossina, semplicemente diossina).
Il calore sviluppato determinò un aumento della temperatura e della pressione all’interno del reattore che determinò l’apertura del disco di rottura, che nei reattori in pressione viene installato proprio per evitare lo scoppio del reattore, molto più dannoso.
Di conseguenza venne rilasciata, su un territorio di 18 km2, per lo più ricadente nel comune di Seveso, una quantità di circa di 6 tonnellate di materiale che contenevano circa 1 kg di TCDD.
A causa della elevatissima tossicità della diossina, si determinarono gravi conseguenze come centinaia di casi di cloroacne, la morte di animali di piccola taglia e la contaminazione del terreno, con divieto di consumare prodotti ortofrutticoli coltivati nella zona.
L’incidente non causò morti immediatamente mentre le ricerche successive riscontrarono una maggiore incidenza di alcune forme di cancro.
Tuttavia, per la carenza di informazioni sui livelli di esposizione e per il limitato numero di casi esaminati, non fu possibile stabilire correlazioni statistiche certe con l’esposizione alla diossina.
Direttiva Seveso I
L’incidente di Seveso, il primo ed ancora oggi il più grave caso di contaminazione da diossina verificatosi in Europa, suscitò profonda impressione e l’Unione Europea emanò nel 1982, pochi anni dopo, la Direttiva Seveso I, nell’intento di evitare il ripetersi di incidenti simili e uniformare la normativa degli Stati membri in materia di sicurezza e prevenzione dei rischi.
La direttiva in particolare obbliga i fabbricanti a prendere tutte le misure atte a prevenire gli incidenti rilevanti e a limitarne le conseguenze per i lavoratori, la popolazione e l’ambiente.
Direttiva Seveso II
Alla Direttiva Seveso I ha fatto seguito nel 1996 la Direttiva Comunitaria Seveso II, attuata in Italia con il D. Lgs. n° 334 del 1999, che sposta l’attenzione dal tipo di lavorazione alle sostanze trattate e ne fissa i limiti sopra i quali viene applicata la normativa.
Questa prevede una serie di obblighi per il gestore degli impianti, tra cui la redazione dei rapporti di sicurezza, e per le autorità competenti, come la stesura dei piani di emergenza e di evacuazione.
Direttiva Seveso III
Il 4 luglio 2012 è stata emanata, dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea, la direttiva 2012/18/UE (cd. “Seveso III”) sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti.
Il 26 giugno 2015, con l’emanazione del decreto legislativo n° 105, l’Italia ha recepito la direttiva.
L’aggiornamento della normativa comunitaria in materia di controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose è, in primis, dovuto alla necessità di adeguare la disciplina al recente cambiamento del sistema di classificazione delle sostanze chimiche. Tale cambiamento è stato introdotto con il regolamento CE n. 1272/2008, relativo alla classificazione, all’etichettatura ed all’imballaggio delle sostanze e delle miscele, al fine di armonizzare il sistema di individuazione e catalogazione dei prodotti chimici all’interno dell’Unione europea con quello adottato a livello internazionale in ambito ONU (GHS - Globally Harmonised System of Classification and Labelling of Chemicals).
Direttiva 2012/18/UE - Seveso III