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31 Ottobre 2002: Crollo Edificio scolastico S. Giuliano

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31 Ottobre 2002: nel Crollo edificio scolastico San Giuliano morirono 27 bambini e una maestra

Il 31 Ottobre 2002 durante il terremoto del Molise crollò l'intero edificio che ospitava la scuola elementare di San Giuliano di Puglia morirono 27 bambini e una maestra.

In allegato le Sentenze di 1°, Appello, Cassazione

Il terremoto del Molise del 2002 è stato un sisma verificatosi tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2002, con epicentro situato in provincia di Campobasso tra i comuni di San Giuliano di Puglia, Colletorto, Bonefro, Castellino del Biferno e Provvidenti.

La scossa più violenta, alle 11.33 del 31 ottobre, ha avuto una magnitudo di 6,0 gradi della magnitudo momento, con effetti corrispondenti all'VIII-IX grado della scala Mercalli. 

Durante il terremoto crollò una scuola a San Giuliano di Puglia: morirono 27 bambini e una maestra. Le indagini giudiziarie, portate a compimento dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Larino, Nicola Magrone, e sfociate in un processo, hanno stabilito che il crollo della scuola era stato determinato da responsabilità umane: costruttori, progettisti, tecnico comunale e sindaco dell'epoca sono stati definitivamente condannati dalla corte di cassazione il 28 gennaio 2010.

In occasione del sisma crollò l'intero edificio che ospitava la scuola elementare di San Giuliano di Puglia, in via Giovanni XXIII. In quel momento nell'Istituto c'erano quattro insegnanti, due bidelli e 58 bambini.

Per tutto il giorno continuarono a scavare Vigili del Fuoco, volontari della Protezione Civile, persone del posto: anche a mano, a causa della difficoltà, ovvia, di adoperare mezzi meccanici. Ancora la sera furono estratte persone vive dalle macerie. La mattina seguente i Vigili del Fuoco comunicarono di non sentire più voci provenire da sotto le macerie. Sotto la scuola "Francesco Jovine" si registrò il tributo di vite umane più pesante: 27 bambini ed un'insegnante morti, quei bimbi erano tutti del 1996 da allora San Giuliano di Puglia non ha più la leva del 1996. Diverse vittime si erano riparate sotto i banchi al momento del sisma, ma morirono. Un giovane alunno si salvò avendo puntato d'istinto una finestra e uscendone pochi secondi prima del crollo.

La scuola elementare fu l'unico edificio a crollare del tutto a San Giuliano di Puglia. Altre due donne rimasero vittime della caduta di detriti e calcinacci.

La tragedia fu così pesante che seguirono subito le polemiche: si cominciò a parlare della cattiva qualità della costruzione[, tra l'altro ristrutturata ed ampliata da poco. Vennero così avviate indagini per determinare le responsabilità del crollo: le indagini stabilirono che, nonostante la scuola avesse subito rimaneggiamenti e persino una sopraelevazione, bambini e maestre vi erano stati fatti entrare senza neppure un collaudo. Il procuratore Magrone nella sua requisitoria nell'aula del processo di primo grado sottolineò che la vicenda della scuola di San Giuliano rappresenta l'Italia peggiore, «quella delle violazioni, del sistematico calpestamento delle leggi e delle normative». «Se è vero - disse - che il sisma del 31 ottobre 2002 fu l'evento scatenante della tragedia, è anche vero che, se le norme fossero state rispettate quando si decise di sopraelevare l'istituto scolastico, quella scossa da sola non sarebbe bastata a far crollare l'edificio, e prova ne sia che nel resto del paese ci furono crolli e danni anche gravi a case e palazzine, ma nessun edificio implose come la scuola, fino a polverizzarsi». Mancanza dei calcoli necessari, mancanza dei collaudi, mancato rispetto delle norme e mancato adeguamento alla riclassificazione sismica del 1998: queste, secondo l'accusa, furono le vere cause della morte dei bambini e della loro maestra.

Il 13 luglio 2007, nonostante la mole di elementi portati dall'accusa nell'aula di udienza, i sei imputati nel processo per le morti conseguite a quel crollo - costruttori, progettista, tecnico comunale e sindaco - furono assolti in primo grado dal giudice monocratico Laura D'Arcangelo. Il processo è stato trasmesso su Rai 3 dal programma Un giorno in pretura, nelle puntate del 1° e dell'8 dicembre 2008.

Il 15 gennaio 2008 cominciò il processo di appello. Il 26 febbraio 2009 la corte di appello di Campobasso affermò le responsabilità di cinque imputati - due costruttori, il progettista, il tecnico comunale e il sindaco - infliggendo loro pene tra i due e i sette anni.

La Corte di Cassazione il 28 gennaio 2010 ha definitivamente stabilito che i cinque imputati sono colpevoli. Inoltre, ha confermato la condanna a 2 anni e 11 mesi per l'ex sindaco di San Giuliano di Puglia, Antonio Borrelli, e ha disposto che per altri quattro imputati - Giuseppe La Serra (progettista della sopraelevazione crollata) e Mario Marinaro (tecnico del Comune) e i costruttori Giovanni Martino e Carmine Abiuso - sia rideterminata l'entità della pena dalla Corte di appello di Salerno. «Volevamo dei responsabili e ora ci sono - ha detto Antonio Morelli, portavoce dei genitori delle piccole vittime, commentando la sentenza della Cassazione - volevamo giustizia e verità e l'abbiamo avuta».

A San Giuliano di Puglia è poi stata costruita una nuova scuola, e in tutta Italia, a seguito di interventi legislativi rapidamente varati dopo questa tragedia che ha indignato tutto il Paese, si è proceduto a ridisegnare le mappe del rischio sismico e a definire quali edifici pubblici debbano essere sottoposti ad interventi di adeguamento alle norme di sicurezza antisismiche.

La tragica vicenda di San Giuliano di Puglia, con i suoi risvolti umani, mediatici e legislativi, è ricostruita in un'inchiesta di Caterina Stagno e Silvia Tortora per La Storia siamo noi (Rai Edu) e successivamente anche dal programma Report di Rai 3.

Nel 2012, nel decennale della tragedia e in occasione della "Giornata della Memoria" di San Giuliano di Puglia che si celebra il 31 ottobre di ogni anno, è stato dedicato un libro dal titolo: "C'era una volta per sempre - una favola che non dovrebbe mai essere raccontata", Robin Edizioni, autrice Nadia Giannoni.

Fonte: WP

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N. 75 2007
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