La Convenzione di Stoccolma: Inquinanti organici persistenti - Update 2013
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24 Novembre 2024 |
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La Convenzione di Stoccolma: Inquinanti organici persistenti La Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti è stata adottata in una conferenza dei plenipotenziari il 22 maggio 2001 a Stoccolma, Svezia. La convenzione è entrata in vigore il 17 maggio 2004, novantesimo giorno successivo alla data di deposito del cinquantesimo strumento di ratifica, accettazione , approvazione o adesione in relazione alla convenzione. L'articolo 18 della convenzione prevede la Conferenza delle Parti ad adottare procedure di arbitrato e conciliazione per governare la composizione delle controversie tra Parti della Convenzione. Gli inquinanti organici persistenti danneggiano la salute dell’uomo e l’ambiente. La convenzione di Stoccolma si basa sul principio di precauzione e mira a garantire l’eliminazione sicura di tali sostanze, nonché riduzioni nella relativa produzione e uso. Adozione UE L'UE ha adottato la convenzione con la Decisione 2006/507/CE del Consiglio, del 14 ottobre 2004, relativa alla conclusione, a nome della Comunità europea, della convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti. Sintesi La Convenzione di Stoccolma Approva la decisione dell’Unione europea (o meglio, della Comunità europea, quale era al momento dell’adozione) di prendere parte alla convenzione di Stoccolma. Gli inquinanti organici persistenti sono sostanze chimiche con determinate proprietà tossiche che resistono alla degradazione. Si accumulano negli organismi viventi, vengono trasportati dall’aria, dall’acqua e dalle specie migratorie e accumulate negli ecosistemi terrestri e acquatici. L’inquinamento provocato dagli inquinanti organici persistenti è un problema transfrontaliero che richiede un’azione internazionale. Ambito di applicazione La convenzione riguarda prioritariamente 23 inquinanti organici persistenti prodotti sia intenzionalmente che non intenzionalmente (per esempio da fonti quali gli inceneritori di rifiuti). Tali inquinanti sono: aldrin, clordano, clordecone, diclorodifeniltricloroetano (DDT), dieldrin, endrin, eptacloro, esabromodifenile, esabromociclododecano, composti del PFOS ottabromodifenil etere, esaclorobenzene (HCB), alfa-esaclorocicloesano, beta-esaclorocicloesano, lindano, mirex, acido perfluorottano sulfonato, i suoi sali e floruro di perfluorottano e sulfonile, policlorodibenzo-p-diossine (PCDD), policlorodibenzofurani (PCDF), bifenili policlorurati (PCB), endosulfano tecnico e relativi isomeri, tetrabromodifenil etere e pentabromodifenil etere e toxafene. Attuazione Tre organismi attuano la convenzione a livello internazionale: L’obiettivo è ridurre al minimo e, laddove possibile, eliminare la produzione non intenzionale e il rilascio di inquinanti organici persistenti. A tale scopo, i firmatari devono sviluppare piani d’azione e puntare all’uso di materiali, prodotti e processi sostitutivi. Principio di precauzione Il "Principio di precauzione" è un approccio alla gestione del rischio in base al quale, qualora vi sia la possibilità che una determinata politica o azione possa causare danno ai cittadini o all'ambiente e qualora non vi sia ancora consenso scientifico sulla questione, la politica o l’azione in questione non dovrebbe essere perseguita. Update 2013 |
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