Impianti di biogas discariche: rischi professionali ed ambientali - UNI/TR 11917:2023
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UNI/TR 11917:2023 ID 19943 | 09.07.2023 / Documento allegato Documento estratto dal Rapporto tecnico UNI/TR 11917:2023 Linee guida in materia di sicurezza ed ambiente per gli impianti di biogas presenti nelle discariche, elaborato dal Comitato Termotecnico Italiano (CTI) e pubblicato a luglio 2023. Si prendono in esame i principali rischi professionali ed ambientali relativi agli impianti biogas di discarica di agli Allegati in formativi C, D, E e G del Rapporto Tecnico: UNI/TR 11917:2023 Il rapporto tecnico definisce gli aspetti di sicurezza e ambientali per gli impianti di biogas presenti nelle discariche Vedi preview Introduzione Questo rapporto tecnico, che può anche essere visto come una guida informativa alla sicurezza e all'ambiente per gli impianti di biogas di discarica (landfill gas - LFG), fornisce una descrizione completa in merito alla questione della sicurezza e dell'ambiente negli impianti di biogas di discarica e fornisce vari consigli sulla captazione, estrazione e convogliamento del biogas a recupero energetico. Esso costituisce quindi una fonte di informazioni per tutti coloro che sono coinvolti nella produzione, captazione, estrazione e convogliamento del biogas a recupero energetico e nella manutenzione delle attrezzature impiantistiche. Non si occupa invece del processo di recupero energetico del biogas. Inoltre, questo documento si concentra sull'impatto ambientale della produzione, captazione, estrazione e convogliamento del biogas e della manutenzione delle relative attrezzature impiantistiche di discarica al fine di evitare l'inquinamento e ridurre i valori limite delle emissioni sia di natura odorigena sia GHG, contribuendo, pertanto, a risolvere queste sfide e questi problemi tecnici. Questo rapporto tecnico è sostanzialmente diviso in tre sezioni principali: - produzione e captazione del biogas, Le sezioni coprono argomenti importanti come l'ambiente e la sicurezza degli impianti di biogas di discarica. Questo documento è stato redatto al fine di migliorare la gestione in sicurezza della costruzione, dell’esercizio e della manutenzione degli impianti biogas di discarica, di ridurre le emissioni di metano, di prevenire l'inquinamento ambientale e di avere il pieno beneficio dell'energia rinnovabile da biogas. Nota 1 Nota 2 1 Scopo e campo di applicazione Il presente rapporto tecnico definisce gli aspetti di sicurezza e ambientali per gli impianti di biogas presenti nelle discariche. Questo documento include: - tutte le fasi del processo di produzione del biogas all’interno del corpo di discarica, dalla captazione sino al convogliamento ad apposito impianto di recupero energetico o a trattamento finale, Questo documento non include: - i metodi per gli studi sulla sicurezza e le valutazioni dei rischi che devono essere eseguiti prima dell'inizio della progettazione, della costruzione, delle operazioni o della manutenzione, Il presente documento è destinato ai gestori di impianto, ai progettisti e installatori di impianto e agli enti di controllo che rilasciano le autorizzazioni. 2 Riferimenti normativi Il presente rapporto tecnico rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nel presente rapporto tecnico come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l'ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti). UNI 10567, Geomembrane di polietilene per impermeabilizzazione di discariche controllate - Criteri generali per la saldatura ed il controllo dei giunti saldati, la qualificazione dei saldatori e delle procedure di saldatura UNI EN ISO 14001, Sistemi di gestione ambientale - Requisiti e guida per l’uso UNI ISO 45001, Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro - Requisiti e guida per l’uso 6 Requisiti di sicurezza e ambientali per la progettazione e la costruzione degli impianti 6.1 Generalità A premessa della trattazione si riporta in Figura 1 una rappresentazione schematica ‘tipologica’ dell’impianto biogas presente in discarica. Il sistema dell'impianto di biogas ‘tipo’ è costituito da una o più delle seguenti unità o dal loro insieme: - stoccaggio dei rifiuti nell’ammasso di discarica; sistemi di captazione presenti nel corpo discarica e costituiti per la maggior parte da elementi statici di cui si elencano i principali: - pozzi di captazione in corso d’opera, Legenda Figura 1 - Impianto biogas di discarica Figura 2 - Pozzo biogas di discarica Figura 3 - Testa pozzo di captazione Questo punto esplicita i requisiti di sicurezza ed ambientali da considerare in fase di progettazione e costruzione dell’impianto biogas, a partire dai punti di prelievo all’interno della discarica fino alla consegna della miscela combustibile ‘biogas’ ai motori e/o al sistema di trattamento finale. Lo stoccaggio dei rifiuti in discarica dev’essere progettato e realizzato in modo da garantire la tutela dell’ambiente nonché la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle popolazioni attigue. La progettazione e la costruzione degli impianti biogas deve avvenire mettendo in atto tutte le precauzioni affinché tutto il biogas venga captato ed estratto dal corpo discarica (e quindi non si disperda in emissione libera) ed affinché non siano inibiti i naturali processi di biogassificazione all’interno dell’ammasso dei rifiuti. Nota 1 Nota 2 Nota 3 Nota 4 Nota 5 Nota 6 Nota 7 APPENDICE C (informativa) C.1 Generalità Si riportano alcune specifiche non esaustive, in merito alla natura dei principali rischi professionali ed ambientali relativi agli impianti biogas di discarica. C.2 Rischi professionali Tagli, abrasioni Si riferisce alle attività lavorative che riguardano operazioni di: - installazione, posa, montaggio e smontaggio manuale, aggancio/sgancio parti e componenti impiantistiche; Scivolamento, inciampo e caduta a livello Si riferisce alle attività lavorative in possibile/potenziale presenza di: - fondo di appoggio sconnesso e/o in pendenza; Caduta in profondità Si riferisce alle attività lavorative in aree con possibile/potenziale presenza di quote diverse da quella del piano di calpestio, nonché alla potenziale caduta all'interno dei pozzi di captazione in fase di innalzamento o di apertura del pozzo. Rumore Rumorosità dell’area di impianto, rumorosità dei mezzi d’opera, delle apparecchiature e delle macchine presenti nell’area, nonché utilizzo di mezzi d’opera, apparecchiature e macchine. Vibrazioni Utilizzo di mezzi d’opera, apparecchiature e macchine per periodi prolungati. Elettrocuzione Si riferisce alle attività lavorative che possono riguardare: - contatti accidentali con apparecchiature o parti in tensione normalmente isolate; Ustione Si riferisce alle attività lavorative in possibile/potenziale presenza di: - incendio per innesco casuale di biogas in pressione; - contatto accidentale con parti calde mezzi d’opera, pezzi caldi dei motori. Incendio - incendio per innesco casuale del biogas presente nel pozzo di captazione; - sviluppo accidentale di incendio (es. dalle attività di saldatura, da surriscaldamento cavi elettrici, dall’innesco del combustibile dei mezzi d’opera, dall’innesco dei vapori del combustibile dei mezzi d’opera). Esplosione - determinazione di atmosfera potenzialmente esplosiva in seguito ai processi “produttivi” d’impianto; Rischio chimico (vedere appendice E) Si riferisce alle attività lavorative in possibile/potenziale presenza di: - sostanze volatili e/o polveri da rifiuti in aerodispersione; Rischio biologico Si riferisce alle attività lavorative che possono riguardare: - presenza di agenti biologici nei rifiuti; Effetti irritativi e allergizzanti Si riferisce alle attività lavorative che possono riguardare: - contatto accidentale con gas, vapori e condense di biogas; Radiazioni ionizzanti Si riferisce alle attività lavorative in ambiente esterno con esposizione ai raggi solari. Urti, impatti, schiacciamento Si riferisce alle attività lavorative che possono riguardare: - caduta del carico e/o del materiale durante la movimentazione, l’installazione, il posizionamento ed il montaggio; Investimento Si riferisce alle attività lavorative in possibile/potenziale presenza di mezzi d’opera o macchine operatrici in movimento, in transito nelle aree di lavoro. Ambienti sospetti d’inquinamento o confinati (vedere appendice D) Si riferisce alle attività lavorative in possibile/potenziale presenza di ambienti sospetti di inquinamento o confinati. Il rischio di asfissia è correlabile alla migrazione di volumi di biogas nel corpo discarica poichè il biogas può provocare asfissia in spazi confinati (quali ad esempio pozzi, cunicoli o camere interrate della discarica). C.3 Rischi ambientali Si riferiscono principalmente ai processi derivanti dalla degradazione dei rifiuti abbancati in discarica ovvero, per questo specifico caso, ai processi derivanti dalla presenza di biogas di discarica, nonché derivanti dalla progettazione e dalle attività di costruzione degli impianti di captazione ed infine dalla metodologia di gestione di queste installazioni e dei processi correlati: Intensificazione dell’effetto serra Dovuto al rilascio in atmosfera di CO2 e, principalmente di CH4 contenuti nel biogas (vedere appendice A). Il rapporto ‘AR6’ (9) evidenzia come il metano (CH4): - considerando un orizzonte temporale di 20 ANNI sia caratterizzato da un GWP (Global Warming Potential) 81,2 volte maggiore rispetto a quello dell’anidride carbonica (CO2); Impatti olfattivi Il primo disagio che si avverte nei pressi di un impianto discarica è determinato dalle emissioni di odori dovuti alla presenza di alcuni microcomponenti odorigeni nel biogas quali gli esteri, i composti dello zolfo (come l’idrogeno solforato), gli alchilbenzeni, il limonene, i mercaptani, la putrescina, i tiofenili, i tioalcoli, i tioacidi, le poliammine e altri idrocarburi che vengono emessi in atmosfera. Il flusso di biogas non captato diffonde in atmosfera i microcomponenti olfattivamente percepibili e gli agenti metereologici li spostano sul territorio. In Italia, dal 19 dicembre 2017, con l’introduzione dell’art.272-bis al Testo Unico Ambientale, viene ufficializzato il fatto che le emissioni odorigene rappresentano una forma di emissione in atmosfera e che pertanto possono essere presi provvedimenti, decisioni o misure (tecniche e/o gestionali) per la loro prevenzione e limitazione, introducendo una specifica possibilità per la normativa regionale e per le Autorità Competenti, in sede di autorizzazione, di prevedere misure di prevenzione e limitazione appositamente definite per le emissioni odorigene. Incendio ed esplosione La letteratura tecnica evidenzia le caratteristiche di infiammabilità ed esplosività del biogas. La cosiddetta infiammabilità del biogas è dovuta principalmente alla presenza del metano (CH4) e dell’idrogeno molecolare (H2), gas altamente infiammabili ed in grado di formare miscele esplosive in aria entro certi intervalli di concentrazione. Gli intervalli di infiammabilità/esplosività di metano e idrogeno sono rispettivamente: - per il metano (CH4) in aria: - 5 % vol (LFL Lower Flammability Limit) - per l’idrogeno molecolare (H2) in aria: - 4 % vol (LFL Lower Flammability Limit) e la reazione tra il combustibile (CH4, H2) ed il comburente (O2) non è spontanea ma avviene ad opera di un innesco esterno (quale ad esempio una scintilla, una fonte di calore). Tuttavia il campo di infiammabilità del biogas è differente da quello del metano a causa della presenza di gas inerti (principalmente anidride carbonica e azoto) che modificano il rapporto di infiammabilità descritto per il solo metano. I diagrammi di infiammabilità del biogas variano a seconda del biogas preso in considerazione, poiché ogni biogas è caratterizzato da specifiche macro e micro componenti e da specifiche concentrazioni di queste macro e micro componenti. Il rischio di esplosione in discarica è latente quanto più la miscela di metano ed aria satura è circoscritta in ambienti confinati (es. quadri elettrici, pozzetti interrati, fosse settiche per lo scarico dei liquami, ecc…) dove il biogas, migrando, si può accumulare. Fitotossicità La vegetazione nelle vicinanze del sito di discarica può subire dei danni dovuti principalmente alla deficienza di ossigeno alle radici delle piante laddove avviene la graduale sostituzione del biogas all’ossigeno; la carenza di ossigeno alle radici può causare la morte della vegetazione per asfissia. Altro fattore che può contribuire alla deficienza di ossigeno è la presenza di metano nel biogas, che, sebbene non abbia effetti diretti sulla crescita delle piante, è soggetto a ossidazione batterica da parte dei batteri metanotrofi che richiedono ossigeno sottraendolo dunque alle piante. C.4 Rischi sinergici dalla combinazione di più tipologie di rischio Tutti i rischi ambientali evidenziati sino ad ora possono manifestarsi contestualmente ed in concomitanza con rischi professionali. Per eliminare e, laddove non sia possibile l’eliminazione, ridurre tutti i rischi ambientali e professionali, sono necessarie precauzioni, azioni di monitoraggio e l’applicazione di misure e tecniche mirate. Tra queste azioni riveste importanza fondamentale quella di una captazione efficiente che abbia come obiettivo quello di impedire la dispersione del biogas. APPENDICE D (informativa) Si riporta uno stralcio (10) in merito alle tipologie di ambienti confinati e rischi associati. Si può affermare che nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati non vi sia una definizione univoca di tali ambienti, a causa della loro eterogeneità e della loro non semplice individuazione. Secondo il documento 80-106/1979 del NIOSH, il National Institute of Occupational Safety and Health (ente Americano responsabile nel condurre ricerche e nel fornire indicazioni ai fini della prevenzione di infortuni e malattie professionali nei luoghi di lavoro), per spazio confinato si deve intendere uno spazio che per conformazione possiede le seguenti caratteristiche: - ha aperture limitate per l’accesso e l’uscita; Sulla base di tale definizione però, sarebbero da escludere dal computo degli ambienti confinati, quegli ambienti, come le vasche esterne, che non presentano aperture limitate per l’accesso o una delle altre caratteristiche. Le caratteristiche indicate dalla definizione di ambiente confinato del NIOSH, non devono essere considerate tutte e quattro obbligatoriamente presenti ai fini dell’individuazione dell’ambiente confinato. Ai fini della valutazione dei rischi, la Direttiva NIOSH, fornisce il prospetto D.1 relativo alla classificazione degli spazi confinati, riportando le misure di sicurezza da adottare per le varie situazioni in esame. Certifico Srl - IT | Rev. 0.0 2023 Collegati |
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