Scarico dei rifiuti radioattivi in mare / Convenzione OSPAR
Appunti Ambiente | ||
30 Novembre 2024 | ||
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Scarico dei rifiuti radioattivi in mare / Convenzione OSPAR ID 17406 | 20.08.2022 / Documento completo in allegato Premessa Nel 1981 l’International Atomic Energy Agency (IAEA), riporta che nei passati tre decenni 50/60/70 molti Stati hanno avuto il vantaggio di usare l’oceano come discarica, precisamente associa il termine “disposal medium” (mezzo di smaltimento) per certi tipi di rifiuti radioattivi. L’AEA riporta che negli anni Cinquanta e Sessanta i controlli sullo smaltimento di rifiuti radioattivi nei fondali oceanici erano fatti dagli stessi Stati, e non c’erano controlli internazionali. Solo nel 1972 con la Convenzione di Londra per la prevenzione all’inquinamento marino, nota come London Dumping Convention, IAEA ebbe la responsabilità di definire il livello di radioattività dei materiali radioattivi che potevano essere scaricati in mare, e fornire raccomandazioni sullo smaltimento che divennero operative nel 1978. Il meeting internazionale del 1979 doveva fare il punto sui contenitori di rifiuti radioattivi proprio alla luce delle responsabilità della IAEA sullo smaltimento in mare, e nonostante ancora si dovesse fare il punto sulle tecnologie di smaltimento migliori per non rilasciare radioattività nel mare, si continuò a smaltire in mare certamente sino al 1982. Fig. 1 - Scarico di fusto in mare Fig. 2 - Stato fusto in mare recuperato Migliaia di contenitori sono stati smaltiti dal 1946 al 1972 da diversi Stati senza gli standard di tenuta richiesti successivamente da NEA e IAEA. Nel 1981 la IAEA aggiorna le Linee Guida per i contenitori di rifiuti radioattivi da scaricare in mare pubblicate qualche anno prima dalla Nuclear Energy Agency (NEA) sulla base delle esperienze di smaltimento avvenute dal 1967 al 1976. Stima dei fusti radioattivi smaltiti in mare (IAEA) Dal 1946 al 1967 furono smaltiti tra Atlantico e Pacifico 86.500 contenitori (a maggioranza fusti) di rifiuti radioattivi dagli Stati Uniti, 117.544 dalla Gran Bretagna nell’Atlantico dal 1949 al 1970, 2.365 dall’Olanda nell’Atlantico dal 1965 al 1972, e 1.661 dal Giappone nel Pacifico dal 1955 al 1969. Si tratta di 74 milioni di chili finiti sotto il mare in contenitori che ripescati nel ’76, dopo appena 15 anni, presentavano segni di deterioramento. La Convenzione di OSPAR del 1992 La Convenzione OSPAR si è conclusa a Parigi il 22 settembre 1992. Riunisce e aggiorna il 1972 Convenzione di Oslo sullo scarico di rifiuti in mare e la Convenzione di Parigi del 1974 sulle fonti di inquinamento marino a terra. Il nome è anche una combinazione di "Oslo" e "Parigi". Per quanto concerne lo scarico dei rifiuti radioattivi, su tale pratica vige un divieto totale e permanente imposto dalla Convenzione OSPAR, Convenzione Oslo-Parigi - Convenzione per la tutela dell'ambiente marino dell'Atlantico nord orientale e per la eliminazione sostenibile delle piattaforme petrolifere off-shore in disuso - Convenzione adottata nel 1992 da 15 Paesi europei (Germania, Belgio, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Svezia , Norvegia, Islanda e Svizzera) e dall'Unione europea (per quest'ultima la ratifica é avvenuta nel novembre 1997). OSPAR Timeline La Decisione 98/249/CE ha concluso la Convenzione OSPAR, per conto dell’Unione europea (UE), nota all’epoca come Comunità europea. La Convenzione OSPAR punta a prevenire ed eliminare l’inquinamento marino e quindi a proteggere la zona marittima dell’Atlantico nordorientale dagli effetti avversi delle attività umane. L'uso di materiali radioattivi e lo smaltimento e lo scarico dei rifiuti radioattivi è soggetto a una rigorosa regolamentazione concordata a livello internazionale. Nel corso del loro utilizzo, quantità di sostanze radioattive possono essere immesse nell'ambiente, previa autorizzazione regolamentare, da impianti nucleari come centrali nucleari e da impianti non nucleari come ospedali e impianti petroliferi e di gas. Queste scariche possono portare a un'ulteriore esposizione alle radiazioni per l'uomo e altri organismi. Scarichi liquidi da impianti nucleari nel 2019 segue in allegato Collegati |
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