Valutazione rischio MMC ripetitivi ISO 11228-3 OCRA | Dettagliata
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25 Novembre 2024 | ||
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Valutazione rischio MMC ripetitivi ISO 11228-3 OCRA| Dettagliata ID 8462 | 28.05.2019 Disponibile la Parte 2 del Documento sulla Valutazione del rischio di movimento dei carichi (ripetitivi) Valutazione dettagliata del rischio, che “deve” essere effettuata in accordo con la norma ISO 11228-3 in quanto norma di cui all’All. XXXIII del D.Lgs. 81/2008, da considerarsi tra quelle previste dall’Art. 168 c. 3 come criteri di riferimento per gli obblighi del DL per il rischio MMC. In questo secondo documento, è illustrata la Procedura di Valutazione dettagliata del rischio MMC, da utilizzare nel caso di non accettabilità della Valutazione semplice, in accordo con la norma UNI ISO 11228-3 (Valutazione dettagliata UNI ISO 11228-3 Appendice C) Download Documento VR MMC ISO 11228 OCRA | Dettagliata Preview Valutazione MMC ripetitivi UNI ISO 11228-3 Doc. 1/2 Valutazione rischio MMC ripetitivi ISO 11228-3 OCRA | Semplice Doc. 2/2 Valutazione rischio MMC ripetitivi ISO 11228-3 OCRA | Dettagliata Il presente documento (di 61 pagine) risulta essere così strutturato: Premessa D.Lgs. 81/2008 ALLEGATO XXXIII MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI UNI ISO 11228-3:2009 La norma stabilisce le raccomandazioni ergonomiche per compiti lavorativi ripetitivi che implicano la movimentazione manuale di bassi carichi ad alta frequenza. La norma fornisce una guida sull'identificazione e valutazione dei fattori di rischio comunemente associati alla movimentazione di bassi carichi ad alta frequenza, consentendo di conseguenza la valutazione dei relativi rischi per la salute per la popolazione lavorativa. Excursus Introduzione La movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza (lavoro ripetitivo) può causare dolore e affaticamento, che possono portare a disordini muscolo-scheletrici, riduzione della produttività e peggioramento del coordinamento della postura e dei movimenti. Quest'ultimo fattore può aumentare il rischio di errori e determinare di conseguenza un abbassamento della qualità e situazioni di pericolo. Una buona progettazione ergonomica e una corretta organizzazione del lavoro sono requisiti base per evitare gli effetti avversi menzionati. I fattori di rischio nel lavoro ripetitivo includono la frequenza delle azioni, la durata dell'esposizione, le posture e il movimento dei segmenti del corpo, le forze richieste dal lavoro, l'organizzazione del lavoro, il controllo del lavoro, le esigenze connesse ai risultati del lavoro (per esempio qualità, precisione del compito) e il livello di addestramento/abilità. Ulteriori fattori possono includere fattori ambientali quali clima, rumore, vibrazioni e illuminazione. Le raccomandazioni fornite dalla presente parte della ISO 11228-3 si basano sulle evidenze scientifiche disponibili concernenti la fisiologia e l'epidemiologia del lavoro manuale. La conoscenza è, comunque, limitata e le linee guida suggerite sono soggette a variazioni in base ai risultati delle future ricerche. La norma definisce le raccomandazioni ergonomiche per compiti di lavoro ripetitivi che 'coinvolgono la movimentazione manuale di carichi leggeri ad alta frequenza. Fornisce una guida all'identificazione e alla valutazione dei fattori di rischio comunemente associati alla movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza, consentendo pertanto la valutazione dei rischi per la salute della popolazione lavorativa. Le raccomandazioni si applicano alla popolazione lavorativa adulta e sono destinate a fornire una ragionevole protezione a quasi tutti gli adulti in buona salute. Le raccomandazioni concernenti i rischi per la salute e le misure di controllo si basano in larga parte su studi sperimentali relativi al carico muscolo-scheletrico, al disagio/dolore e alla resistenza/affaticamento correlati ai metodi di lavoro. Per la valutazione delle posture lavorative, fare riferimento alla ISO 11226. L’appendice C, fornisce tutte le informazioni rilevanti per l'applicazione del metodo OCRA (Occupational Repetitive action) in conformità con questa parte della ISO 11228, per la valutazione dettagliata del rischio. I punti da C.2 a C.5 descrivono in dettaglio, fase per fase, in che modo si determina l'indice OCRA; il punto C.6 fornisce i mezzi per la determinazione delle azioni tecniche per la fase 1; i punti C.7, C.8 e C.9 spiegano, rispettivamente, come determinare i livelli di forza, analizzare le posture e i movimenti e identificare e valutare i differenti fattori e i relativi moltiplicatori applicati nella fase 2; il punto C.1 fornisce informazioni in merito ai criteri adottati per la classificazione dell'indice OCRA (fase 3) oltre ai modelli di previsione della prevalenza prevista di persone affette (PA) da una o più UL-WMSD; mentre il punto C.11 fornisce esempi applicativi dell'uso del metodo OCRA per la valutazione dei compiti ripetitivi. Indice OCRA Dove: ... Fase 3 (Punto C.5 Appendice C) Ottenere l'indice di rischio secondo l'indice OCRA confrontando, per ogni arto superiore, il numero di ATA eseguite durante un turno di lavoro (ottenuto nella fase 1) e il numero di RTA (determinato nella fase 2) usando l'equazione (C.1). Quindi usare il prospetto C.5 per valutare il rischio e determinare le conseguenti azioni necessarie. I "valori critici" dell'indice OCRA riferiti nel prospetto C.5 dovrebbero essere utilizzati come ausilio per un migliore inquadramento della valutazione del rischio e per guidare ogni azione preventiva conseguente con maggiore efficacia, piuttosto che essere trattati come valori rigidi che dividono i risultati tra "rischio" e "nessun rischio". Per esempio, sebbene sia teoricamente corretto affermare che un valore dell'indice OCRA pari a 3,4 rappresenti un rischio incerto, e che un valore dell'indice OCRA di 3,6 rappresenti un rischio definito, e egualmente corretto affermare che la differenza tra questi due valori e trascurabile e che l'utilizzatore dovrebbe prestare attenzione alle tendenze evidenziate dai risultati OCRA (usando anche i metodi di previsione forniti). Identificazione delle azioni tecniche Le azioni tecniche, TA, implicano attività muscolo-scheletriche degli arti superiori. Non dovrebbero essere identificate dal movimento di una singola articolazione, ma piuttosto con un movimento complesso che coinvolge una o più articolazioni e segmenti nel completamento di una semplice operazione lavorativa. I metodi di analisi dei compiti generalmente utilizzati in ambito industriale identificano i movimenti elementari di una specifica operazione per determinare il tempo necessario per portarla a termine. I due metodi più comuni, trattati nei riferimenti sono: - analisi cronometrica, e - sistemi a tempo predeterminato, PTS, quali MTA (analisi del tempo di movimento), MTS (sistema del tempo di movimento), WF (fattore di lavoro), i sistemi di misurazione tempi e metodi MTM 1, MTM 2, MTM 3, MTM V, MTM MEK e MTM UAS e MODA PTS (sistemi di analisi modulare a tempo predeterminato). Le azioni tecniche sono simili (anche se non identiche) agli elementi presi in considerazione nei metodi di analisi dei compiti elencati qui sopra. Quindi, questi sono più facilmente riconosciuti dai tecnici dato che la loro identificazione e i metodi di analisi dei compiti puntano entrambi alla descrizione dei movimenti tecnici eseguiti dall'operatore per completare un ciclo di lavoro. Il prospetto C.6 fornisce i criteri per l'identificazione delle azioni come azioni tecniche. ...segue in allegato ... Analisi della postura, dei tipi di movimento e della loro ripetitività Le posture e i movimenti degli arti superiori durante i compiti ripetitivi sono di fondamentale importanza nel contribuire al rischio dei diversi disordini muscolo-scheletrici. Nella letteratura tecnica vi e ampio accordo per quanto riguarda il danno potenziale derivante da posture e movimenti incongrui di ogni articolazione, da posture mantenute per lungo tempo (anche se non estreme), e da movimenti specifici, ripetitivi dei vari segmenti. L'analisi delle posture e dei movimenti e focalizzata su ciascun singolo segmento degli arti superiori (mano, polso, gomito, spalla) ed e mirata al controllo della presenza e delle modalità temporali (frequenza, durata) nel ciclo delle posture statiche e dei movimenti dinamici che coinvolgono ciascuno dei segmenti/articolazioni considerati. La descrizione può essere più o meno analitica ma deve considerare almeno: a) azioni tecniche che richiedono posture o movimenti di un singolo segmento oltre un livello critico di escursione angolare (il livello critico di escursione angolare può essere determinato secondo i criteri disponibili nella letteratura); La combinazione di questi fattori descrittivi (postura/tempo) conduce alla classificazione dello sforzo per ciascun segmento preso in considerazione. Per identificare i cosiddetti livelli critici di escursione angolare (posture e movimenti incongrui), si dovrebbe fare riferimento a ISO 11226 e, se necessario, a dati e proposte disponibili nella letteratura sono abbastanza convergenti, sebbene differenti nel livello di dettaglio analitico (inclusione/esclusione di alcuni tipi di movimento, valori di escursione critica dei movimenti principali, ecc.). Una descrizione accurata della postura e dei movimenti può inoltre essere considerata un elemento predittivo per le patologie specifiche degli arti superiori, che possono essere previsti per i lavoratori esposti alla presenza di altri elementi di rischio (frequenza, forza, durata, ecc.). La descrizione/valutazione delle posture e dei movimenti deve essere effettuata su un ciclo rappresentativo per ciascuno dei compiti ripetitivi esaminati. Ciò implica la descrizione della durata delle posture e/o dei movimenti dei quattro principali segmenti anatomici (sia destro sia sinistro): - postura e movimenti del braccio in relazione alla spalla (flessione, estensione, abduzione); Per semplificare l'analisi delle posture e dei movimenti, perché l'azione sia definita come "impegnativa", e necessario verificare che, durante il movimento, il segmento/articolazione abbia un'escursione con un angolo maggiore del 40% - 50% della massima escursione angolare (o una posizione incongrua per la presa con la mano). Un alto impegno articolare è quantificato con punteggi differenti estrapolati da dati sulla percezione soggettiva dell'impegno della articolazione. Quando si studiano le posture e i movimenti della spalla, è necessario menzionare uno studio che mostra la presenza di un rischio aumentato di disordini a carico della spalla quando il braccio e mosso o mantenuto più o meno a livello della spalla (elevazione estrema) per più del 10% della durata del ciclo. Per quanto riguarda i tipi di presa considerati, alcuni di essi (pinza, presa palmare, presa a uncino, presa ristretta) sono considerati meno favorevoli della presa di forza, e sono quindi classificati come implicanti un impegno medio/elevato. Le figure che seguono illustrano i principali movimenti delle articolazioni degli arti superiori (vedere figura C.6 e figura C.7) e, per la mano, i diversi tipi di presa (vedere figura C.8). Nota La valutazione della postura implica le seguenti cinque fasi operative. a) Descrivere le posture e/o i movimenti, separatamente per le articolazioni destra e sinistra. b) Stabilire se esiste un impegno articolare in un'area "a rischio" (posture e/o movimenti incongrui), e definire la sua durata all'interno del ciclo: - 1/10 dal 10% al 24% della durata del ciclo; c) Trovare il corrispondente moltiplicatore per la postura, PM (vedere prospetto C.2). d) Stabilire la presenza della ripetitività di certi movimenti; questa può essere individuata con precisione osservando la presenza di azioni tecniche o di gruppi di azioni tecniche uguali per almeno il 50% della durata del ciclo, oppure la presenza di posizioni statiche mantenute per almeno il 50% della durata del ciclo, o ancora per una durata molto breve del ciclo (meno di 15 s ma ovviamente caratterizzati dalla presenza di azioni degli arti superiori). e) Considerare il corrispondente moltiplicatore per la ripetitività corrispondente, ReM. ... 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