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Pavimenti industriali: UNI 11146:2005
Il Documento allegato illustra la norma UNI 11146:2005, suddiviso in 2 parti, nella parte 1a viene inizialmente approfondito il tema della Planarità dei pavimenti (requisiti e metodi), d'interesse anche per il D.Lgs. 81/2008, nella parte 2a è riportato l'Estratto norma con tutti gli altri aspetti trattati dalla stessa.
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Parte 1a
Planarità pavimento industriale: requisiti previsti da UNI 11145:2005
La planarità di un pavimento industriale interessa sia aspetti tecnici legati alla logistica e che aspetti di sicurezza e giene.
In allegato Estratto della norma UNI 11146:2005 che da indicazioni sulla progettazione, costruzione e collaudo di pavimenti industriali ed indica, in particolare:
- Classificazione dei pavimenti industriali in base all'utilizzo - Tolleranze sulla planarità - Tolleranze sull'orizzontalità - Classificazione dei pavimenti industriali di calcestruzzo in base alla resistenza all'abrasione - Metodo di prova della planarità
Pavimentazuoni conformi
Le contestazioni in ambito edilizio, più della metà ha come oggetto del contendere una pavimentazione industriale in calcestruzzo.
Il motivo di tale situazione si può valutare analizzando le comuni modalità di progettazione e di realizzazione di queste opere, che fino alle recenti evoluzioni normative, non erano considerate strutture e realizzate unicamente sulla base di voci di capitolato, senza alcuna progettazione preliminare.
Nel 2009, attraverso l’entrata in vigore delle NTC2008 (ora NTC2018), sono stati introdotti anche in Italia gli Stati Limite di Esercizio (SLE), che hanno ampliato il concetto di struttura definito dalla Legge n. 1086/1971. Ciò ha consentito di considerare le pavimentazioni industriali in calcestruzzo strutture a tutti gli effetti, e che quindi il progettista è tenuto a dimensionare.
Salvo aspetti contrattuali tra le parti, che comunque devono garantire il rispetto dei requisti del D.Lgs. 81/2008 (in relazione all'attività), può essere presa a "regola dell'arte", per la realizzazione di pavimenti industriali la norma:
UNI 11146:2005 Pavimenti di calcestruzzo ad uso industriale Pavimenti di calcestruzzo ad uso industriale Criteri per la progettazione, la costruzione ed il collaudo.
Il D.Lgs. 81/2008 all'Allegato IV riporta per i pavimenti i seguenti requisiti:
D.Lgs. 81/2008 ... Allegato IV ... 1.3.1.4. avere le superfici dei pavimenti, delle pareti, dei soffitti tali da poter essere pulite e deterse per ottenere condizioni adeguate di igiene. ... 1.3.2. I pavimenti dei locali devono essere fissi, stabili ed antisdrucciolevoli nonché esenti da protuberanze, cavità o piani inclinati pericolosi 1.3.3. Nelle parti dei locali dove abitualmente si versano sul pavimento sostanze putrescibili o liquidi, il pavimento deve avere superficie unita ed impermeabile e pendenza sufficiente per avviare rapidamente i liquidi verso i punti di raccolta e scarico. 1.3.4. Quando il pavimento dei posti di lavoro e di quelli di passaggio si mantiene bagnato, esso deve essere munito in permanenza di palchetti o di graticolato, se i lavoratori non sono forniti di idonee calzature impermeabili. ... 1.3.15.1. Le parti di pavimento contornanti i forni di qualsiasi specie devono essere costituite di materiali incombustibili. Sono, tuttavia, ammessi pavimenti di legno duro e stagionato nei casi in cui ciò, in relazione al tipo di forno ed alle condizioni di impianto, non costituisca pericolo. ... 1.3.16. I pavimenti e le pareti dei locali destinati alla lavorazione, alla manipolazione, all'utilizzazione ed alla conservazione di materie infiammabili, esplodenti, corrosive o infettanti, devono essere in condizioni tali da consentire una facile e completa asportazione delle materie. ... 1.4.9. I pavimenti degli ambienti di lavoro e dei luoghi destinati al passaggio non devono presentare buche o sporgenze pericolose e devono essere in condizioni tali da rendere sicuro il movimento ed il transito delle persone e dei mezzi di trasporto. ... 1.11.2.2. I refettori devono essere ben illuminati, aerati e riscaldati nella stagione fredda. Il pavimento non deve essere polveroso e le pareti devono essere intonacate ed imbiancate. ... 6.5.3. Le stalle devono avere pavimento impermeabile ed essere munite di fossetti di scolo per le deiezioni liquide, da raccogliersi in appositi bottini collocati fuori dalle stalle stesse secondo le norme consigliate dalla igiene.[/panel]
La planarità è lo stato di una superficie piana che non presenta irregolarità, sia convesse che concave. La planarità è indipendente dalla pendenza e dall’orizzontalità.
Il grado di planarità di una pavimentazione deve essere definito contrattualmente, anche ai fini della scelta del metodo costruttivo. Il valore che, da normativa UNI 11146:2005, viene richiesto ad una pavimentazione in calcestruzzo é pari a +/- 4 millimetri su 1 metro, +/-5 millimetri su 2 metri e +/-6 millimetri su 3 metri.
UNI 11146:2005 -- 5. CLASSIFICAZIONE I pavimenti di calcestruzzo ad uso industriale sono suddivisi nei tipi elencati nel prospetto 1, in base all'impiego previsto.
Tipo |
Campi d'impiego prevalenti |
Condizioni di carico più frequenti7) |
1 |
Uffici, marciapiedi, cantine, disimpegni |
Statiche e dinamiche non comprese nei tipi successivi |
2 |
Autorimesse, piazzali |
Automezzi su pneumatici di massa totale ≤3,5 t |
3 |
- Magazzini e industria con uso occasionale di transpallets, presenza di scaffalature leggere - Piazzali autorimesse |
- Carrelli elevatori con pneumatici di massa totale ≤2,5 t - Scaffalature aventi carico massimo ≤0 kN/appoggio - Automezzi su pneumatici di massa totale ≤13 t |
4 |
Magazzini grande distribuzione e industria con uso intensivo di carrelli elevatori, presenza di scaffalature |
- Carrelli elevatori con pneumatici di massa totale >2,5 t - Transpallet con massa totale ≤1 t - Carrelli elevatori con ruote piene di massa totale ≤4,5 t - Scaffalature aventi carico massimo ≤30 kN/appoggio - Automezzi su pneumatici di massa totale ≤30 t |
5 |
Industria, scaffalature, moli e banchine portuali e carichi speciali, piazzali |
- Transpallets con massa totale >1 t - Carrelli elevatori con ruote piene di massa totale >4,5 t - Scaffalature aventi carico massimo >30 kN/appoggio - Automezzi su pneumatici di massa totale >30 t |
Prospetto 1 Classificazione dei pavimenti industriali in base all'utilizzo
6 REQUISITI I pavimenti di calcestruzzo ad uso industriale devono soddisfare i seguenti principali requisiti.
6.1 Planarità
6.1.1 Generalità
Il grado di planarità di una pavimentazione deve essere definito progettualmente, anche ai fini della scelta del metodo costruttivo. I limiti di accettazione della planarità sono definiti nel prospetto 2.
Distanze tra i punti di controllo |
1 m |
2 m |
4 m |
Tolleranza |
±4 mm |
±5 mm |
±6 mm |
*) Scostamento di concavità o convessità rispetto al piano nominale determinato dal regolo utilizzato per la misurazione. |
Prospetto 2 Tolleranze sulla planarità *)
Nota Tolleranze più restrittive di quelle indicate, per esempio per magazzini destinati a stoccaggio con alte scaffalature ed impiego di carrelli elevatori a grande altezza, non sono contemplate nella presente norma e devono essere eventualmente specificate nel progetto.
6.1.2 Metodo di misurazione La planarità deve essere verificata utilizzando o il metodo descritto nell'appendice A o altri metodi che consentano una precisione uguale o maggiore. Allo scopo di verificare la corretta posa del pavimento industriale, le tolleranze richieste devono essere verificate entro e non oltre le 72 h successive al getto e lontano almeno 50 cm dai pozzetti, dai giunti di costruzione e dagli spiccati in elevazione.
6.1.3 Criteri di accettazione La pavimentazione è accettata alla verifica di due condizioni: - almeno il 90% delle misurazioni preventivamente concordate deve essere conforme ai valori di riferimento; - il 10% delle misurazioni preventivamente concordate non può comunque superare il valore di riferimento aumentato del 25% in ogni singola rilevazione.
6.2 Orizzontalità
Quanto previsto nel presente punto è applicabile quando nel pavimento non siano previste pendenze per il deflusso dell'acqua. In tal caso si applica il punto 6.3.
Il pavimento industriale di calcestruzzo viene normalmente raccordato agli elementi circostanti già posizionati in quota e livello stabiliti (soglie, chiusini, basamenti, piani di scarico, ecc.) che costituiscono i raccordi del pavimento. In tali casi, l'orizzontalità non necessariamente risulta requisito applicabile.
I riferimenti dei piani quotati devono essere stabiliti progettualmente e marcati su pilastri e muri con tratti precisi ed indelebili a cura del committente. I riferimenti quotati devono essere verificati dalla direzione lavori.
In assenza di punti di raccordo, il progetto deve stabilire la quota di riferimento rispetto a caposaldi prefissati. (soglie, chiusini, basamenti, piani di scarico, ecc.).
Le tolleranze riferite alla quota di riferimento devono essere quelle definite nel prospetto 3.
Distanza tra i punti di controllo |
≤10 m |
≤25 m |
≤50 m |
≤100 m |
Tolleranza |
±15 mm |
±20 mm |
±25 mm |
±35 mm |
Prospetto 3 Tolleranze sull'orizzontalità
6.3 Pendenza
Quanto previsto nel presente punto è applicabile quando non sia richiesto il soddisfacimento del requisito di orizzontalità (vedere punto 6.2).
Per evitare ristagni d'acqua è necessario prevedere pendenze non minori di 15 mm/m. Le pendenze per il deflusso delle acque verso i punti di raccolta, devono essere espresse in millimetri al metro e devono essere indicate dal progettista. Per rispettare tali pendenze, la quota di colmo deve essere determinata misurando la distanza tra il punto più lontano e il punto di raccolta delle acque. Il grado di planarità dei pavimenti in pendenza deve essere misurato con il metodo di controllo riportato nell'appendice A.
6.4 Imbarcamento (Curling)
L'imbarcamento (vedere punto 3.4) reale del pavimento deve rispettare i valori prefissati nel progetto.
6.5 Resistenza all'abrasione, all'usura e all'urto
I pavimenti di calcestruzzo ad uso industriale possono essere suddivisi, in base al tipo di trattamento superficiale previsto, in tre classi, come illustrato nel prospetto 4.
Classe |
Condizioni di traffico più frequenti |
Tipo di trattamento 1) |
A |
- Pedonale - Automezzi su pneumatici di massa totale ≤30 T - Carrelli elevatori su pneumatici |
- Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 2 kg/m2 con metodo "a spolvero" di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 5*) |
B |
- Carrelli elevatori, con ruote piene, di massa totale ≤4,5 T - Transpallets con massa totale ≤0,5 T - Automezzi su pneumatici di massa totale >30 T |
- Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 3 kg/m2 , con metodo "a spolvero" di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 6*). - Applicazione di strato di usura a basso spessore, di almeno 6 kg/m2 , con metodo "a spolvero" di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati metallici |
C |
- Carrelli elevatori, con ruote piene, di massa totale >4,5 T - Transpallets con massa totale >0,5 T |
- Applicazione di strato di usura ad alto spessore, di almeno 15 kg/m2 , con metodo "a pastina" di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non minore di 6*). |
D |
- Usi speciali, diversi dai precedenti |
- Applicazione di strato di usura ad alto spessore, di almeno 15 kg/m2 , con metodo "a pastina" di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati, aventi durezza non inferiore a 7,5*). - Applicazione di strato di usura ad alto spessore, di almeno 30 kg/m2 , con metodo "a pastina" di prodotto premiscelato a base di cemento e di aggregati metallici. |
1) Altri tipi di trattamento sono possibili, purché la durezza sia equivalente a quella ottenuta con i sistemi elencati nel prospetto. *) Scala (Mohs). Nota Nell'impossibilità di conoscere con certezza l'effettiva intensità di traffico, è consigliabile adottare la classe superiore a quella di riferimento. |
Prospetto 4 Classificazione dei pavimenti industriali di calcestruzzo in base alla resistenza all'abrasione
...
Fig. 2 - Stesura CLS pompato
Fig. 3 - Stesura staggiato CLS
Fig. 4 - Elicotteratura calcestruzzo
Fig. 5 - Stesura manuale resina
Fig. 6 - Stesura resina ...
Taglio di pavimenti industriali in calcestruzzo
Il calcestruzzo si espande o si ritira seguendo le variazioni di umidità e temperatura.
I giunti di contrazione realizzati nelle pavimentazioni in calcestruzzo nelle prime ore seguenti il getto hanno lo scopo di creare sezioni meno resistenti nel calcestruzzo per governare la posizione dove le fessure risultanti dai cambiamenti dimensionali avranno luogo.
La loro profondità dovrebbe essere pari ad un quarto dello spessore della pavimentazione con un minimo di 2.5 cm.
Questi giunti possono essere realizzati con diverse tecnologie che condizionano la tempistica degli interventi.
La norma italiana UNI 11146 tratta di questi giunti in:
3.3.3 Giunto di deformazione
(di dilatazione e di controllo o contrazione)
Giunto che ha lo scopo di assorbire i movimenti termoigrometrici della piastra di calcestruzzo:
- dilatazioni dovute a escursioni termiche (nel caso di pavimentazioni esterne),
- contrazioni dovute al ritiro igrometrico del calcestruzzo (sempre presente, ma di particolare rilievo per le pavimentazioni interne protette dall'escursione termica). ...
9.2.7.3 Giunti di controllo o contrazione
Sono definiti nel punto 3.3.3. I tagli per i giunti devono essere realizzati al più presto, sempre in funzione delle condizioni climatiche, ambientali, del tipo di cemento e del rapporto acqua/cemento. I giunti lungo il perimetro interno dell'edificio, da realizzare per limitare le deformazioni in una zona ritenuta a rischio, devono essere progettualmente indicati.
Nota Le protezioni antinfortunistiche della macchina tagliagiunti normalmente non consentono di prolungare i tagli oltre 15 centimetri dagli spiccati in elevazione: si ritiene pertanto accettabile la conseguente relativa fessurazione di prolungamento del taglio.
Appendice A
Metodo di prova per la misura della planarità
Appoggiare al pavimento un regolo diritto e rigido di due metri di lunghezza, alle cui estremità sono applicati dei tasselli di legno da (50 × 50) mm, con spessore rispondente alla tolleranza concessa. Un terzo tassello delle stesse dimensioni deve essere inserito tra regolo e pavimento.
La figura A.1 illustra il procedimento e i possibili esiti della prova.
Figura A.1 Procedimento di prova per la misura della planarità Legenda 1 Regolo 2 Spessore rispondente alla planarità richiesta 3 Tasselli
Appoggiando il regolo sul pavimento si avranno i seguenti casi:
Caso 1 Il regolo tocca il pavimento: Planarità fuori tolleranza
Caso 2 Il regolo non tocca il pavimento e il tassello non passa sotto il regolo: Planarità entro tolleranza
Caso 3 Il regolo non tocca il pavimento e il tassello passa sotto il regolo: Capovolgere il regolo A regolo capovolto sono possibili i seguenti casi:
Caso 3A Il tassello non passa: Planarità entro tolleranza
Caso 3B Il tassello passa: Planarità fuori tolleranza
Il metodo per verificare la planarità.
Esistono in commercio specifici strumenti computerizzati per "mappare" la planarità di un pavimento:
Fig. 1. - Misura di planarità
Misurazione e criteri di accettabilità (condizioni)
UNI 11146:2005
6.1.2 Metodo di misurazione La planarità deve essere verificata utilizzando o il metodo descritto nell'appendice A o altri metodi che consentano una precisione uguale o maggiore. Allo scopo di verificare la corretta posa del pavimento industriale, le tolleranze richieste devono essere verificate entro e non oltre le 72 h successive al getto e lontano almeno 50 cm dai pozzetti, dai giunti di costruzione e dagli spiccati in elevazione.
6.1.3 Criteri di accettazione La pavimentazione è accettata alla verifica di due condizioni: - almeno il 90% delle misurazioni preventivamente concordate deve essere conforme ai valori di riferimento; - il 10% delle misurazioni preventivamente concordate non può comunque superare il valore di riferimento aumentato del 25% in ogni singola rilevazione.
Parte 2a
UNI 11146:2005
La norma UNI 11146:2005 illustra i Pavimenti di calcestruzzo ad uso industriale e definisce i criteri da utilizzare per la progettazione, la costruzione ed il collaudo dei pavimenti di calcestruzzo ad uso industriale.
La norma UNI 11146:2005 definisce i criteri per la progettazione, l'esecuzione ed il collaudo dei pavimenti di calcestruzzo ad uso industriale, denominati anche "pavimenti industriali", costituiti da una piastra di calcestruzzo e da eventuali trattamenti superficiali atti a migliorare le prestazioni della superficie.
La norma non si applica a pavimentazioni di calcestruzzo per uso stradale o aeroportuale.
http://store.uni.com/catalogo/index.php/uni-11146-2005.html
Il presente documento è elaborato sulla norma UNI 11146:2005 (Edizione 2005).
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Attenzione: documento elaborato su norma UNI 11146:2005, possibili riferimenti ad altre norme riportate non più in vigore.
La presente norma non si applica a pavimentazioni di calcestruzzo per uso stradale o aeroportuale.
La norma definisce i criteri per la progettazione, l'esecuzione ed il collaudo dei pavimenti di calcestruzzo ad uso industriale, denominati anche "pavimenti industriali", costituiti da una piastra di calcestruzzo e da eventuali trattamenti superficiali atti a migliorare le prestazioni della superficie. ________
3 Termini e definizioni
Ai fini della presente norma si applicano i seguenti termini e definizioni:
3.1 supporto: Insieme integrato degli strati disposti sotto il pavimento (1).
3.1.1 Sottofondo: Strato o sistema di strati sottostanti la massicciata. Il sottofondo può essere costituito dal terreno naturale oppure da un sistema composto dal terreno naturale e da strati di terreno interposti tra il suolo e la massicciata con funzioni di bonifica o di riempimento.
3.1.2 massicciata: Mono o multistrato avente la funzione di trasmettere al suolo le sollecitazioni meccaniche impresse dai carichi alla pavimentazione (2).
3.2 Pavimento di calcestruzzo
Insieme di piastra di calcestruzzo e strato di usura.
3.2.1 Strato di separazione
Strato che separa il pavimento di calcestruzzo dal supporto. Può essere composto da:
- strato di scorrimento (vedere UNI 7998); - strato impermeabilizzante (vedere UNI 7998); - barriera al vapore; - ecc.
3.2.2 Strato (o manto) di usura
Strato superiore di un pavimento utilizzato come pavimentazione finita (3).
3.3 Giunto
Discontinuità nella piastra di calcestruzzo o in altri elementi costruttivi, che interessa tutto lo spessore o parte di esso (4).
3.3.1 Giunto di isolamento
Giunto che isola la pavimentazione da elementi fissi e/o singolari (muri, pilastri, travi di fondazione, pozzetti, ecc.), che serve a limitare l'innesco di fessure dovute alla impedita deformabilità della pavimentazione in prossimità di tali elementi.
3.3.2 Giunto di costruzione
Giunto che suddivide la pavimentazione in moduli di cui è prevista la realizzazione in tempi diversi. Estesi a tutto lo spessore, sono spesso organizzati in modo da trasmettere parte del carico presente su una piastra alla piastra adiacente. Si cerca in tal modo di ridurre il gradino di deformazione dovuto a un diverso schema di carico delle due piastre, che risulterebbe di ostacolo alla circolazione dei mezzi e oggetto di precoce deteriora- mento.
3.3.3 Giunto di deformazione (di dilatazione e di controllo o contrazione)
Giunto che ha lo scopo di assorbire i movimenti termoigrometrici della piastra di calce- struzzo: dilatazioni dovute a escursioni termiche (nel caso di pavimentazioni esterne), contrazioni dovute al ritiro igrometrico del calcestruzzo (sempre presente, ma di parti- colare rilievo per le pavimentazioni interne protette dall'escursione termica).
3.4 Imbarcamento (curling)
Deformazione delle piastre di calcestruzzo dovuta alle contrazioni differenziali tra le superfici superiore ed inferiore della piastra a causa della diversa velocità di evaporazione dell'acqua sulle due superfici. La deformazione si manifesta come un incurvamento concavo bidirezionale della piastra e sollevamento degli spigoli.
Nota Questo fenomeno si manifesta su tutti i pavimenti di calcestruzzo ed è una conseguenza dell'elevato rapporto tra superficie esposta all'aria e sezione della pavimentazione. La superficie superiore è infatti direttamente esposta all'evaporazione; quella inferiore è invece a contatto con il sottofondo e quindi meno interessata da tale fenomeno. Il calcestruzzo esposto all'aria è pertanto soggetto ad un'evaporazione più rapida, e quindi ad un maggior ritiro di quello a contatto con il sottofondo. Piastre sottili (cioè con un elevato rapporto superficie/sezione), così come piastre realizzate su supporti impermeabili (barriere al vapore, pavimenti vecchi, solette, ecc.) tendono a subire un maggior imbarcamento delle piastre realizzate su supporto drenante.
3.5 Vita utile di progetto (5)
Periodo ipotizzato in cui una struttura deve essere usata per le sue finalità d'uso con manutenzioni anticipate ma senza che siano necessari sostanziali restauri.
3.6 Caposaldo
Punto fisso, non modificabile accidentalmente, rispetto al quale si imposta la quota di riferimento del pavimento da realizzare.
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1) Definizione tratta dalla UNI 7998:1979. 2) Definizione tratta dalla UNI 7998:1979. 3) Definizione tratta dalla UNI 13318:2002. 4) Definizione tratta dalla UNI 13318:2002. 5) Definizione tratta dalla UNI ENV 1991-1.
3.7 Planarità
La planarità è lo stato di una superficie piana che non presenta irregolarità, sia convesse che concave. La planarità è indipendente dalla pendenza e dall'orizzontalità.
4 Tipologie costruttive
I pavimenti industriali di calcestruzzo sono suddivisi nelle seguenti tipologie.
4.1 Pavimento su terreno
Nella figura 1 è illustrata la sequenza tipica di strati che caratterizza i pavimenti di calce- struzzo realizzati su terreno.
Figura 1 Pavimento su terreno
Legenda
1 Strato di usura 2 Piastra di calcestruzzo 3 Strato di separazione*) 4 Massicciata 5 Rilevato 6 Strato di bonifica 7 Suolo a Pavimento di calcestruzzo b Sottofondo
*) Lo strato di separazione può essere composto da: - barriere al vapore; - barriere ai liquidi; - barriere di scorrimento; - ecc.
4.2 Pavimento su soletta
Nella figura 2 è illustrata la sequenza tipica di strati che caratterizza i pavimenti di calcestruzzo realizzati su soletta
Figura 2 Pavimento su soletta
Legenda
1 Strato di usura 2 Piastra di calcestruzzo 3 Strato di separazione 4 Armatura integrativa (6) 5 Soletta a Getto integrativo
4.3 Pavimento collaborante con soletta
Nella figura 3 è illustrata la sequenza tipica di strati che caratterizza i pavimenti di calcestruzzo collaboranti realizzati su soletta.
Figura 3 Pavimento collaborante con soletta
Legenda
1 Strato di usura 2 Armatura integrativa 3 Soletta a Getto calcestruzzo ...
4.5 Pavimento su strato coibente
Nella figura 5 è illustrata la sequenza tipica di strati che caratterizza i pavimenti di calcestruzzo realizzati su strato coibente.
Figura 5 Pavimento su strato coibente
Legenda
1 Strato di usura 2 Piastra di calcestruzzo 3 Strato isolante 4 Supporto
______________
(6) Come previsto dalla legislazione vigente. Al momento della pubblicazione della norma, è in vigore la legge n° 1086 del 5 novembre 1971 "Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso, ed a struttura metallica" (G.U. N° 321 del 21-12-1971).
segue in allegato
UNI 11146:2005 Pavimenti di calcestruzzo ad uso industriale - Criteri per la progettazione, la costruzione ed il collaudo
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