Rischio agenti cancerogeni: Polveri di legno duro
Documento 24.05.2018
In allegato Documenti di riferimento per la Valutazione rischio esposizione agenti chimici cancerogeni polveri di legno duro Artt. 235 e 236, Allegati XLII e XLIII e Documentazione di riferimento IARC, ECHA, ACGIH, Guide e altro.
Disponibile in allegato articolo Documento completo e Allegati Riservati.
Numerosi studi hanno dimostrato che i cosiddetti legni duri possono dar luogo a polveri potenzialmente cancerogene. I legni teneri invece, non danno luogo, in generale, a polveri potenzialmente cancerogene. L’unico riferimento accettato anche dal D.Lgs. 81/2008 per differenziare tra legni duri e teneri e quindi procedere alla valutazione di esposizione agenti cancerogeni, con i limiti opportuni, è l’elenco pubblicato nel volume 62 delle monografie sulla valutazione dei rischi cancerogeni per la salute umana “Wood Dust and Formaldehyde” dallo IARC, Lione 1995 e la monografia "Wood Dust" IARC 2012.
Il D.Lgs. 81/2008 include le polveri di legno duro sia:
- come agente cancerogeno il cui valore limite di esposizione non deve comunque superare il limite tabellato - art. 235 (allegato XLIII)
- nelle attività lavorative che comportano la presenza di sostanze o miscele cancerogene o mutagene o di processi industriali - art. 236 (ALLEGATO XLII)
Attualmente il Valore limite di esposizione professionale alle polveri di legno duro di cui all'ALLEGATO XLIII del D.Lgs. 81/2008 è di 5 mg/m3, con la Direttiva (UE) 2017/2398 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2017 che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro (Modifica alla VI Direttiva particolare ai sensi dell'articolo 16, paragrafo 1 della direttiva 89/391/CEE), da recepire entro il 17 Gennaio 2020, il limite viene abbassato a 2 mg/m3, con un transitorio di cinque anni, dall'entrata in vigore il 16 Gennaio 2018 fino 17 gennaio 2023 in cui il limite è di 3 mg/m3.
Premessa
Le polveri di legno duro sono generalmente presenti nelle industrie ove avviene la lavorazione del legno. Tutte le lavorazioni meccaniche del legno producono polvere. Peraltro, la quantità e le dimensioni delle particelle sono determinate dal tipo di macchina utilizzata e dalle caratteristiche del materiale lavorato: si può trovare polvere fine, segatura più o meno grossa, trucioli, schegge, ecc., ovunque vi sia una macchina. E’ possibile incontrare polveri anche là dove esse vengono raccolte: durante la pulizia dei filtri dei macchinari, durante la loro sostituzione o durante lo svuotamento dei contenitori o dei depositi della polvere. Inoltre le polveri aerodisperse tendono a depositarsi uniformemente sull’intera superficie dei locali interessati, in particolare là dove solitamente non si transita e non si pulisce. Le polveri si distinguono in diverse categorie a seconda del diametro aerodinamico; le differenti dimensioni modificano difatti il livello di assorbimento dell’organismo umano, in particolare:
Polveri Inspirabili: polveri che possono entrare nell’organismo per mezzo delle vie aeree (naso e bocca)
Polveri Inalabili: polveri aventi per il 50% un taglio dimensionale di 100 µm (micron), inalate e trattenute nelle prime vie respiratorie, cioè naso e bocca.
Polveri Toraciche: polveri aventi per il 50% un taglio dimensionale di 10 µm e penetranti nell’area compresa tra la laringe e i bronchi Polveri respirabili: polveri aventi per il 50% un taglio dimensionale di 5 µm e penetranti nelle vie respiratorie conciliate, ossia negli alveoli dei polmoni.
Vedasi: Esposizione lavborativa a polveri di legno INAIL 2012
Polveri da legno duro
Il D.Lgs. 81/2008 include le polveri da legno duro sia:
- come agente cancerogeno il cui valore limite di esposizione non deve comunque superare il limite previsto - art. 235 (allegato XLIII)
- nelle attività lavorative che comportano la presenza di sostanze o miscele cancerogene o mutagene o di processi industriali - art. 236 (ALLEGATO XLII)
Numerosi studi hanno dimostrato che i cosiddetti legni duri possono dar luogo a polveri potenzialmente cancerogene. I legni teneri invece, non danno luogo a polveri potenzialmente cancerogene.
La prima discriminate da effettuare per la valutazione di esposizione agenti cancerogeni è il tipo del legno in lavorazione (e di conseguenza le sue polveri): se duro o tenero.
L’unico riferimento accettato anche dal D.Lgs 81/2008 per differenziare tra legni duri e teneri e quindi procedere alla valutazione di esposizione agenti cancerogeni è l’elenco pubblicato nel volume 62 delle monografie sulla valutazione dei rischi cancerogeni per la salute umana “Wood Dust and Formaldehyde” edito dallo IARC, Lione 1995.
Estratto Monografie IARC Vol. 62 (1995)
Legni duri (estratto):
Genere e specie
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Nome comune inglese
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Nome comune italiano
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Hardwood (legno duro)
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Acer
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Maple
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Acero
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Alnus
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Alder
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Ontano
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Betula
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Birch
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Betulla
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Carya
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Hickory
|
Hickory
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Carpinus
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Hornbeam, white beech
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Carpino o faggio bianco
|
Legni teneri (estratto)
Softwood (Legno dolce)
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Abies
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Fir
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Abete
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Chamaecyparis
|
Cedar
|
Cedro
|
Cupressus
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Cypress
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Cipresso
|
Larix
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Larch
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Larice
|
Picea
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Spruce
|
Picea-Abete
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Pinus
|
Pine
|
Pino
|
Pseudotsuga menziesii
|
Douglas fir
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Douglas
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Sequoia sempervirens
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Redwood
|
Sequoia
|
Codifica
Codice CAS: ---
Numero EINECS: ---
Classe IARC: 1 Monografie IARC Vol. 62 (1995)
Formula bruta: ---
Famiglia chimica: Polveri
Sinonimi: Wood dust
Regolamento REACH: Sostanza soggetta a restrizioni secondo l'Allegato XVII
Regolamento (CE) 1907/2006
REACH - Allegato XVII
Sostanza soggetta a restrizione (allegato XVII): Wood powder
- occorre attenersi alle restrizione di immissione nel mercato oppure all’uso delle sostanze come elencate nell’Allegato XVII del Regolamento REACH.
I fornitori devono inserire informazioni relative all'autorizzazione e alla restrizione nella sezione 15 della scheda dati di sicurezza o fornire altro tipo di informazioni secondo quanto previsto dall'articolo 32 del REACH.
Attività
Esposizioni a polveri di legno in attività di costruzione mobili ed armadietti; nella rifinitura di pannelli in compensato; segherie e stabilimenti che effettuano una prima lavorazione del legno, falegnamerie, costruzione porte e finestre, costruzione imbarcazioni in legno, installazione e rifinitura di pavimenti in legno, costruzione di modelli, produzione di carta, edilizia, taglio e trasporto tronchi.
Tipologie di aziende
Agricoltura. Associazione validata in azienda
Allestimento di stand e di scenografie per interni. Associazione validata in azienda
Attività di vendita di generi alimentari. Associazione validata in azienda
Carico, scarico, facchinaggio di qualunque merce. Associazione validata in azienda
Costruzione di infissi, imballaggi, bauli. Associazione validata in azienda Associazione reperita in letteratura
Costruzione di mobili ed arredamenti. Associazione validata in azienda Associazione reperita in letteratura
Costruzione di mobili, infissi ed affini. Imballaggi. Falegnamerie. Associazione validata in azienda
Costruzione, riparazione, manutenzione e demolizione di mezzi di trasporto in legno. Associazione validata in azienda Associazione reperita in letteratura
Finitura di manufatti in legno. Associazione validata in azienda
Laboratori di falegnameria per la riparazione e il restauro di mobili ed infissi in legno. Associazione validata in azienda Associazione reperita in letteratura
Lavorazione e fabbricazione di oggetti in sughero. Associazione reperita in letteratura
Lavori di finitura delle costruzioni. Associazione validata in azienda
Lavori generali totali o parziali di costruzione, finitura, manutenzione, riparazione, demolizione e ristrutturazione. Associazione reperita in letteratura
Prima lavorazione dei tronchi di legno. Associazione validata in azienda Associazione reperita in letteratura
Produzione di calzature in legno, forme da scarpe e da cappelli, tacchi, bottami. Associazione reperita in letteratura
Produzione di carte e cartoni. Associazione reperita in letteratura
Produzione di macchine, attrezzi, utensili ed arnesi in legno. Associazione reperita in letteratura
Produzione di oggetti ed articoli vari in legno, artistici e decorativi. Associazione validata in azienda Associazione reperita in letteratura
Produzione di paste per carte e cartoni. Associazione reperita in letteratura
Produzione di sfogliati, compensati, paniforti, elementi in legno lamellare. Associazione reperita in letteratura
Produzione di strumenti musicali in legno, modelli per fonderia. Associazione validata in azienda Associazione reperita in letteratura
Produzione di tavolette per pavimenti, perline per rivestimenti, cornici, attrezzi ginnici e sportivi. Associazione validata in azienda Associazione reperita in letteratura
Produzione di tranciati. Associazione reperita in letteratura
Produzione di truciolo, lana o farina di legno, punte di legno. Associazione reperita in letteratura
Silvicoltura. Associazione reperita in letteratura
Trasformazione meccanica del legname in manufatti. Associazione validata in azienda
Organi Bersaglio
Evidenza sufficiente: Cavità naso-sinusali Naso-faringe
Evidenza limitata: ---
Numerosi studi epidemiologici hanno rilevato eccesso di rischio per tumori delle cavità nasali e dei seni paranasali, in particolare l'adenocarcinoma delle cavità nasali e dei seni paranasali risulta associato all'esposizione alle polveri di legno duro.
Disponibile in allegato Documento completo e Allegati Riservati
La norma
Per quanto riguarda l’esposizione a polvere di legno duro, in Italia il Valore Limite di esposizione Professionale (OEL) in vigore è quello dei D.Lgs. 81/2008 e corrisponde al recepimento delle Direttive Sociali Europee 38 e 37: il TLV per le polveri di legno - calcolato per un periodo di riferimento di otto ore - è di 5 mg/m3.
Il D.Lgs. 81/2008 include le polveri da legno duro sia:
- come agente cancerogeno il cui valore limite di esposizione non deve comunque superare il limite previsto - art. 235 (allegato XLIII)
- nelle attività lavorative che comportano la presenza di sostanze o miscele cancerogene o mutagene o di processi industriali - art. 236 (ALLEGATO XLII)
D.Lgs. 81/2008
Titolo IX SOSTANZE PERICOLOSE
...
Capo II
Protezione da agenti cancerogeni e mutageni
...
Sezione II Obblighi del datore di lavoro
Art. 235. Sostituzione e riduzione
1. Il datore di lavoro evita o riduce l'utilizzazione di un agente cancerogeno o mutageno sul luogo di lavoro in particolare sostituendolo, se tecnicamente possibile, con una sostanza o una miscela o un procedimento che nelle condizioni in cui viene utilizzato non risulta nocivo o risulta meno nocivo per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
2. Se non è tecnicamente possibile sostituire l'agente cancerogeno o mutageno il datore di lavoro provvede affinché la produzione o l'utilizzazione dell'agente cancerogeno o mutageno avvenga in un sistema chiuso purché tecnicamente possibile.
3. Se il ricorso ad un sistema chiuso non è tecnicamente possibile il datore di lavoro provvede affinché il livello di esposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile.
L'esposizione non deve comunque superare il valore limite dell'agente stabilito nell'allegato XLIII.
Art. 236. Valutazione del rischio
1. Fatto salvo quanto previsto all'articolo 235, il datore di lavoro effettua una valutazione dell'esposizione a agenti cancerogeni o mutageni, i risultati della quale sono riportati nel documento di cui all'articolo 17.
2. Detta valutazione tiene conto, in particolare, delle caratteristiche delle lavorazioni, della loro durata e della loro frequenza, dei quantitativi di agenti cancerogeni o mutageni prodotti ovvero utilizzati, della loro concentrazione, della capacità degli stessi di penetrare nell'organismo per le diverse vie di assorbimento, anche in relazione al loro stato di aggregazione e, qualora allo stato solido, se in massa compatta o in scaglie o in forma polverulenta e se o meno contenuti in una matrice solida che ne riduce o ne impedisce la fuoriuscita. La valutazione deve tener conto di tutti i possibili modi di esposizione, compreso quello in cui vi è assorbimento cutaneo.
3. Il datore di lavoro, in relazione ai risultati della valutazione di cui al comma 1, adotta le misure preventive e protettive del presente capo, adattandole alle particolarità delle situazioni lavorative.
4. Il documento di cui all'articolo 28, comma 2, o l'autocertificazione dell'effettuazione della valutazione dei rischi di cui all'articolo 29, comma 5, sono integrati con i seguenti dati:
a) le attività lavorative che comportano la presenza di sostanze o miscele cancerogene o mutagene o di processi industriali di cui all'allegato XLII, con l'indicazione dei motivi per i quali sono impiegati agenti cancerogeni;
b) i quantitativi di sostanze ovvero miscele cancerogene o mutagene prodotti ovvero utilizzati, ovvero presenti come impurità o sottoprodotti;
c) il numero dei lavoratori esposti ovvero potenzialmente esposti ad agenti cancerogeni o mutageni;
d) l'esposizione dei suddetti lavoratori, ove nota e il grado della stessa;
e) le misure preventive e protettive applicate ed il tipo dei dispositivi di protezione individuale utilizzati;
f) le indagini svolte per la possibile sostituzione degli agenti cancerogeni e le sostanze e le miscele1 eventualmente utilizzati come sostituti.
5. Il datore di lavoro effettua nuovamente la valutazione di cui al comma 1 in occasione di modifiche del processo produttivo significative ai fini della sicurezza e della salute sul lavoro e, in ogni caso, trascorsi tre anni dall'ultima valutazione effettuata.
6. Il rappresentante per la sicurezza può richiedere i dati di cui al comma 4, fermo restando l'obbligo di cui all'articolo 50, comma 6.
...
ALLEGATO XLII Elenco di sostanze, miscele e processi
ELENCO DI SOSTANZE, MISCELE E PROCESSI
1. Produzione di auramina con il metodo Michler.
2. I lavori che espongono agli idrocarburi policiclici aromatici presenti nella fuliggine, nel catrame o nella pece di carbone.
3. Lavori che espongono alle polveri, fumi e nebbie prodotti durante il raffinamento del nichel a temperature elevate.
4. Processo agli acidi forti nella fabbricazione di alcool isopropilico.
5. Il lavoro comportante l'esposizione a polvere di legno duro
ALLEGATO XLIII Valori limite di esposizione professionale
Nome agente
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EINECS (1)
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CAS (2)
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Valore limite esposizione professionale
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osservazioni
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Misure transitorie
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Mg/m3 (3)
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Ppm (4) |
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Polveri di legno
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-
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-
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5,00 (5) (6)
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- |
-
|
-
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(1) EINECS: Inventario europeo delle sostanze chimiche esistenti (European Inventory of Existing Chemical Susbstances).
(2) CAS: Numero Chemical Abstract Service.
(3) mg/m3 = milligrammi per metro cubo d'aria a 20° e 101,3 Kpa (corrispondenti a 760 mm di mercurio).
(4) ppm = parti per milione nell'aria (in volume: ml/m3).
(5) Valori misurati o calcolati in relazione ad un periodo di riferimento di otto ore.
(6) Frazione inalabile; se le polveri di legno duro sono mescolate con altre polveri di legno, il valore limite si applica a tutte le polveri di legno presenti nella miscela in questione[/panel]
Ma secondo le Linee Guida del Coordinamento Tecnico delle Regioni (allegato articolo), tale Valore Limite è alquanto elevato e scarsamente giustificato sul piano tecnico-sanitario per i seguenti motivi:
- l’esposizione a polveri di legno, oltre a patologie tumorali, può indurre patologie respiratorie allergiche anche a concentrazioni molto inferiori al valore limite;
- attualmente è possibile contenere tecnicamente l’esposizione a polveri di legno ben al di sotto dei 5 mg/m3.
La nuova Direttiva (UE) 2017/2398 che modifica la Direttiva 2004/37/CE (da recepire entro il 17 Gennaio 2020) abbassa il limite a 2 mg/m3, tuttavia per cinque anni il limite sarà più alto: 3 mg/m3 per permettere alle aziende di adeguarsi, vedi tabella estratta Direttiva di cui sotto:
A. VALORI LIMITE PER L’ESPOSIZIONE PROFESSIONALE
Nome agente
|
N. CE (1)
|
N. CAS (2)
|
Valori limite (3)
|
Osservazioni
|
Misure transitorie
|
mg/m3 (4)
|
ppm (5)
|
f/ml (6)
|
Polveri di legno duro
|
-
|
-
|
2 (7)
|
-
|
-
|
-
|
Valore limite: 3 mg/m3 fino al 17 gennaio 2023
|
(1) N. CE (ossia EINECS, ELINCS o NLP): è il numero ufficiale della sostanza all’interno dell’Unione europea, come definito nell’allegato VI, parte 1, punto 1.1.1.2, del regolamento (CE) n. 1272/2008.
(2) N. CAS: numero di registrazione CAS (Chemical Abstract Service).
(3) Misurato o calcolato in relazione a un periodo di riferimento di 8 ore.
(4) mg/m3 = milligrammi per metro cubo di aria a 20 °C e 101,3 kPa (corrispondenti alla pressione di 760 mm di mercurio).
(5) ppm = parti per milione per volume di aria (ml/m3).
(6) f/ml = fibre per millilitro.
(7) Frazione inalabile: se le polveri di legno duro sono mischiate con altre polveri di legno, il valore limite si applica a tutte le polveri di legno presenti nella miscela in questione.
Direttiva (UE) 2017/2398 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2017 che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro (Modifica alla VI Direttiva particolare ai sensi dell'articolo 16, paragrafo 1 della direttiva 89/391/CEE)
Entrata in vigore: 16.01.2018
GUUE L 345/87 del 27.12.2017
Valori Limite Enti
OSHA Permissible Exposure Limit (PEL):
General Industry: 29 CFR 1910.1000 Table Z-1 -- 15 mg/m3 TWA (Listed under Particulates Not Otherwise Regulated - Total dust)
Construction Industry: 29 CFR 1926.55 Appendix A -- 15 mg/m3 TWA (Listed under Particulates Not Otherwise Regulated - Total dust)
Maritime: Maritime: 29 CFR 1915.1000 Table Z-Shipyards -- 15 mg/m3 TWA (Listed under Particulates Not Otherwise Regulated - Total dust)
|
American Conference of Governmental Industrial Hygienists (ACGIH) Threshold Limit Value (TLV):
Western red cedar: 0.5 mg/m3 TWA*; Sensitizer; Appendix A4 - Not Classifiable as a Human Carcinogen Classifiable as Human Carcinogen
All other species: 1 mg/m3TWA*
Carcinogenicity Oak and beech: Appendix A1 - Confirmed Human Carcinogen
Birch, mohagan, teak, walnut: Appendix A2 - Suspected Human Carcinogen
All other wood dusts: Appendix A4 - Not Classifiable as a Human Carcinogen
* Inhalable fraction, see Appendix C, paragraph A
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National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH)
Recommended Exposure Limit (REL): 1 mg/m3 TWA; Appendix A - NIOSH Potential Occupational Carcinogens
|
Valori Limite di Soglia (ACGIH)
In questa sezione vengono riportati i valori limite di esposizione in ambiente di lavoro stabiliti dall’American Conference of Governmental Industrial Hygienists.
I Threshold Limit Values (TLV) si riferiscono alla concentrazione dell’inquinante in atmosfera e rappresentano la condizione per cui la maggior parte dei lavoratori esposta in modo continuo all’inquinante non sviluppa patologie.
I TLV si basano su informazioni provenienti da esperimenti industriali, da studi epidemiologici sull’uomo, da studi sperimentali su animali e, quando possibile dalla combinazione dei tre.
Sono previste tre categorie di TLV. Il TLV-TWA (Time Weighted Average) rappresenta la concentrazione media di inquinante ponderata nel tempo riferita ad una giornata lavorativa di 8 ore ed a una settimana di 40 ore a cui un lavoratore può essere esposto in modo continuo senza sviluppare patologie. Il TLV-STEL (Short Term Exposure Limit) rappresenta una concentrazione TWA di 15 minuti che non deve essere superata in qualsiasi momento durante la giornata lavorativa. Il TLV-C (Ceiling) rappresenta la concentrazione che non deve essere mai superata durante qualsiasi momento dell'attività lavorativa.
La notazione "cute" si riferisce alla possibilità di assorbimento dell’inquinante attraverso la via cutanea.
La notazione "sen" si riferisce al potenziale sensibilizzante dell’inquinante. L’assenza della notazione "sen" non implica necessariamente che l’agente non sia in grado di dare origine a sensibilizzazione ma indica la scarsità di informazioni e di evidenze scientifiche.
La notazione "IFV" si riferisce alla frazione inalabile in fase vapore. E' usata quando un materiale possiede una tensione di vapore tale da doversi considerare in entrambe le fasi (particellare e di vapore).
All’interno di questa sezione si riporta anche la classificazione di cancerogenicità attribuita dall’ ACGIH che si basa sulle seguenti 5 classi:
A1: sostanze confermate come cancerogene per l’uomo
A2: sostanze sospette di essere cancerogene per l’uomo
A3: sostanze cancerogene per gli animali
A4: sostanze non classificabili come cancerogene per l’uomo;
A5: sostanze non sospette di essere cancerogene per l’uomo.
La definizione di ogni TLV si basa sugli effetti avversi che compaiono alla più bassa esposizione. Gli effetti critici sono indicati insieme ai TLV e forniscono una guida per valutare se gli effetti dei componenti di una miscela debbano essere considerati indipendenti o additivi. Di seguito si riportano le abbreviazioni utilizzate per gli effetti critici.
alp |
Alopecia |
emrg |
Emorragia |
nsl |
Nasale |
alt |
Alitosi |
fbrp |
Fibrosi polmonare |
oclr |
Danno oculare |
anm |
Anemia |
fbrs |
Fibrosi |
ortc |
Orticaria |
anst |
Anestesia |
ffmt |
Febbre da fumi metallici |
oss |
Ossa |
ansm |
Anosmia |
fgt |
Fegato |
otts |
Ototossico |
anss |
Anossia (cellulare) |
flrs |
Fluorosi |
pfr |
Porfirine |
argr |
Argiria |
fnpl |
Funzione polmonare |
plmn |
Polmone |
asbs |
Asbestosi |
gnts |
Genotossico |
pnmc |
Pneumoconiosi |
asfs |
Asfissia |
gstr |
Gastrointestinale |
ren |
Reni |
asm |
Asma |
imnt |
Immunotossicità |
rprd |
Riproduttivo |
brls |
Berilliosi |
incol |
Inibitore colinesterasi |
rspr |
Respiratorio |
brnc |
Bronchite |
ipss |
Ipossia |
sdrs |
Siderosi |
bssn |
Bissinosi |
irrt |
Irritazione |
sen |
Sensibilizzazione |
cfl |
Cefalea |
lcm |
Leucemia |
sencard |
Sensibilizzazione cardiaca |
cglz |
Coagulazione |
lrg |
Laringe |
slcs |
Silicosi |
clnrg |
Colinergico |
mbmc |
Membrane mucose |
sndrR |
Sindrome di Raynaud |
clrc |
Cloracne |
mc |
Massa corporea |
sng |
Sangue |
cncr |
Cancro |
mcst |
Mucosrasi |
sscv |
Sistema cardiovascolare |
cns |
Cianosi |
mhb |
Meta emoglobinemia |
ssnc |
Sistema nervoso centrale |
cnvl |
Convulsioni |
mlz |
Milza |
ssnp |
Sistema nervoso periferico |
crbemg |
Carbossiemoglobina |
mrtmpr |
Morte improvvisa |
stnn |
Stannosi |
crrs |
Corrosione |
mscl |
Muscoli |
svl |
Sviluppo |
cute |
Cute |
mstl |
Mesotelioma |
trd |
Tiroide |
dc |
Diminuzione cognitiva |
mtbl |
Metabolismo |
trgn |
Teratogeno |
dnt |
Denti |
mtpl |
Metaplasia |
tsmsc |
Tossina muscolare |
dpgm |
Depigmentazione |
ncrs |
Necrosi |
urn |
Urinario |
drmt |
Dermatiti |
npls |
Neoplasia |
ustn |
Ustioni |
dstm |
Disturbi metabolici |
nrcs |
Narcosi |
vrt |
Vertigini |
emb/fet |
Danni all'embrione o al feto |
nrlg |
Neurologico |
vsc |
Vescica |
edmpln |
Edema polmonare |
nrpt |
Neuropatia |
vst |
Vista |
enfpln |
Enfisema polmonare |
nrts |
Neurotossicità |
|
|
emsd |
Emosiderosi |
ns |
Nausea |
|
|
Il processo di valutazione del rischio
Nella logica del D.Lgs. 81/2008, vi è il concetto fondamentale di miglioramento continuo e di programmazione degli interventi.
Il D.Lgs. 81/2008, Titolo IX (protezione dei lavoratori da Agenti Cancerogeni e Mutageni) prevede a carico delle varie figure coinvolte nel sistema di sicurezza e protezione aziendale (datore di lavoro, responsabile del servizio di prevenzione e sicurezza, medico competente, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza), particolari obblighi e compiti volti alla prevenzione dei rischi per la salute, alla modifica degli adempimenti organizzativi procedurali, comportamentali e tecnici, quali:
- valutazione dell’esposizione a polveri di legno duro;
- attuazione di tutte le misure tecnologicamente attuali previste per il contenimento della quantità di polvere nell’aria ambiente;
- mantenimento e controllo tramite il monitoraggio ambientale del valore limite di esposizione che non deve essere superato (valore limite di esposizione personale 5 mg/m³);
- istituzione e/o aggiornamento del registro di esposizione per il lavoratori esposti alla polvere di legno duro (agente cancerogeno) nel quale è riportato, per ciascuno di essi, l’attività svolta;
- limitazione del numero dei lavoratori esposti a polveri di legno duro con la segregazione delle lavorazioni ove è possibile;
- formazione ed informazione degli esposti da effettuare con continuità e/o quando si verificano modifiche al ciclo produttivo;
- raccolta, immagazzinamento delle polveri di legno duro, ai fini dello smaltimento, utilizzando contenitori ermetici etichettati;
- fornitura di idonei Dispositivi di Protezione Individuale con l’elaborazione di una relativa procedura per la pulizia, la sostituzione ed il controllo prima e dopo ogni utilizzazione.
In particolare
D.Lgs. 81/2008
Art. 237. Misure tecniche, organizzative, procedurali
Art. 238. Misure tecniche
Art. 239. Informazione e formazione
Art. 240. Esposizione non prevedibile
Art. 241. Operazioni lavorative particolari
Art. 242. Accertamenti sanitari e norme preventive e protettive specifiche
Art. 243. Registro di esposizione e cartelle sanitarie
Art. 244. Registrazione dei tumori
Art. 245. Adeguamenti normativi
...
Campionamento
Secondo quanto prescritto dal D.Lgs. 81/2008, le procedure di misura prevedono l’utilizzo quanto più possibile di sistemi che consentano il prelievo in zona respiratoria quindi campionamenti personali della frazione inalabile (in base alla Norma UNI EN 481:1994, particelle con diametro aerodinamico compreso nel range 0 - 100 µm)
Una tipica linea di campionamento delle polveri è costituita da:
- una pompa personale
- un opportuno preselettore che contiene la membrana di captazione. Preselettori: CONO, IOM, BUTTON (problema dei proiettili)
- Membrane in fibra di vetro, PVC, esteri misti di cellulosa(diametro 25 o 37 mm, porosità variabile a seconda del materiale da 0,8 a 8 μm)
Le membrane vengono pesate, prima e dopo il campionamento, su bilancia di precisione alla VI cifra decimale, previo condizionamento di 24 - 48 ore sotto cappa ad umidità e temperatura controllate.
UNI EN 481:1994
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Definizione delle frazioni granulometriche per la misurazione delle particelle aerodisperse.
Versione italiana della norma europea EN 481 (edizione lug. 1993). Definisce le convenzioni di campionamento per le frazioni granulometriche delle particelle che devono essere utilizzate per valutare i possibili effetti sanitari derivanti dall'inalazione di particelle aerodisperse nell'ambiente di lavoro. Queste sono derivate da dati sperimentali ottenuti su adulti sani.
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D.Lgs. 81/2008 Testo Unico Salute e Sicurezza Lavoro
Valutazione rischio chimico: il modello Stoffenmanager
MOVARISCH - Valutazione Rischio Chimico 2018
Linee guida VR chimico lavoro UE
UNI/TR 11707:2018: Modelli Valutazione rischio chimico
Esposizione lavorativa a polveri di legno