UNI ISO/TR 15916:2018 Sicurezza dei sistemi a idrogeno
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27 Novembre 2024 | ||
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UNI ISO/TR 15916:2018 Sicurezza dei sistemi a idrogeno Pubblicato da UNI il rapporto tecnico ISO/TR 15916:2018 che fornisce le linee guida di base per la sicurezza dei sistemi ad idrogeno nelle forme gassose e liquide. Insieme al Preview del TR, le raccomandazioni di sicurezza di Lindle. Considerazioni di base per la sicurezza dei sistemi a idrogeno Il rapporto tecnico fornisce le linee guida per l'uso dell'idrogeno nelle forme gassose e liquide, nonché la sua conservazione in una di queste o altre forme (idruri). Identifica i principali problemi di sicurezza, pericoli e rischi e descrive le proprietà dell'idrogeno rilevanti per la sicurezza. I requisiti di sicurezza dettagliati associati a specifiche applicazioni dell'idrogeno sono trattati in norme internazionali separate. Da Lindle: Effetti fisiologici e protezione dell’ambiente L’idrogeno non è né tossico né nocivo, non ha alcun effetto fisiologico, ma se inalato in alta concentrazione può causare asfissia per sostituzione dell’ossigeno dell’aria. I sintomi dell’asfissia possono includere vertigini, nausea, perdita di mobilità e di conoscenza. In ogni caso, deve essere vietato l’accesso alle persone in ambienti in cui la concentrazione di idrogeno è alta, perché il rischio di esplosione è molto elevato. Nota: il limite per rischio di asfissia con idrogeno è H2>17%, ma il limite per rischio incendio/esplosione è H2>4%. L’idrogeno liquido o quello gassoso appena evaporato possono causare ustioni da freddo se vengono a contatto con la pelle o con gli occhi; lo stesso può accadere in caso di contatto con tubazioni o apparecchiature non adeguatamente isolate che contengono idrogeno liquido. Produzione, stoccaggio e trasporto L’idrogeno è l’elemento più diffuso nell’universo, ma sulla Terra non esiste nella sua forma elementare; per questo motivo deve essere prodotto con processi industriali piuttosto costosi: - steam reforming (facendo reagire idrocarburi con acqua in un forno ad alta temperatura) Viene di solito stoccato e trasportato a temperatura ambiente in forma gassosa a 200 bar, in bombole singole o assemblate in pacchi, o in bomboloni fissati in modo inamovibile su un contenitore per gas ad elementi multipli (carro bombolaio o trailer); in alternativa può essere stoccato e trasportato a pressione ambiente, sotto forma di liquido criogenico in contenitori termicamente isolati. I rischi principali - Incendio Una perdita di idrogeno può facilmente innescarsi, anche con deboli scintille (di origine elettrica, elettrostatica o meccanica). Una perdita di idrogeno compresso innescata produce una fiamma invisibile, molto stretta e direzionale, che concentra energia su una piccola superficie. A causa della sua bassa densità e viscosità vi è rischio di fuga dai circuiti e da materiali normalmente impermeabili agli altri gas. - Esplosione L’idrogeno può formare miscele potenzialmente esplosive con aria, ossigeno ed altri gas comburenti. Si possono generare esplosioni ad esempio in caso di: - ritorni di ossigeno dal cannello; Una esplosione causata da idrogeno può avere luogo in spazi confinati (es.: piccole stanze non aerate, container, recipienti), per miscelazione con aria o ossigeno. - Basse temperature (idrogeno liquido) L’idrogeno liquido può essere pericoloso per la sua bassa temperatura (-253 °C a 1 bar): - Ustioni da freddo Evaporazione idrogeno liquido Evaporazione di idrogeno liquido all’interno di un serbatoio criogenico può creare un incremento di pressione, e quindi un rilascio dalle valvole di sicurezza. Infragilimento dei materiali Per quanto detto precedentemente, l’idrogeno ad alta pressione può rendere fragili materiali normalmente duttili, provocando un effetto corrosione che risulta molto pericoloso. |
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