Tutela dal fumo passivo e luoghi di lavoro / Marzo 2022
ID 16089 | 18.03.2022 / Documento completo in allegato
Quadro normativo sulla tutela dal fumo passivo e luoghi di lavoro. Si escludono i rischi e le norme derivanti dal fuoco da sigarette e loro divieto in merito. Il divieto di fumo e conseguentemente, se pertinente, l'eliminazione del fumo passivo o la limitazione a locali adeguati / all'aperto, è la soluzione definitiva a tale rischio. E' da considerare, inoltre l'aumento negli ultimi anni della diffusione delle sigarette elettroniche e dei prodotti di nuova generazione da inalazione senza combustione (“Heat non Burn”) che possono ridurre il rischio del fumo passivo.
Il fumo rappresenta un problema di sanità pubblica a livello mondiale ed è causa di molteplici malattie, compresi i tumori. Chi respira fumo passivo ha molte probabilità di ammalarsi rispetto ai non esposti.
L'esposizione al fumo passivo sul posto di lavoro e in casa è associata a malattie evitabili, tra cui il cancro. La figura 1 mostra una panoramica degli effetti dannosi per la salute causati dall'uso di tabacco e dall'inalazione di fumo passivo. Le abitazioni sono spesso un luogo di esposizione al fumo passivo.
Figura 1. Conseguenze per la salute causalmente collegate al consumo di tabacco e all'esposizione al fumo passivo
In Europa esistono differenze relative alle diverse modalità di attuazione dei divieti di fumo all'interno delle abitazioni, con percentuali di case senza fumo variabili dal 31 % a più del 90 % tra i vari paesi. Una maggiore protezione dall'esposizione al fumo passivo è auspicabile e realizzabile da parte di fumatori e non fumatori, mediante il divieto di fumo all'interno delle proprie case e automobili.
Nei paesi europei in cui è ancora consentito fumare sul posto di lavoro, l'adozione di politiche antifumo generalizzate come stabilito all'articolo 8 della convenzione quadro per la lotta contro il tabagismo (FCTC) dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), è l'opzione migliore per garantire che tutti i cittadini che lavorano siano tutelati dal fumo passivo in maniera uniforme e completa. Nella raccomandazione del Consiglio, del 30 novembre 2009, relativa agli ambienti senza fumo, basata sul sopraccitato articolo 8, gli Stati membri sono invitati a creare ambienti senza fumo nei luoghi di lavoro chiusi, nei luoghi pubblici chiusi e nei trasporti pubblici. La portata e il grado di esecuzione di tali divieti varia da paese a paese.
Il Ministro della Sanità riporta che il fumo rappresenta uno dei più gravi problemi di sanità pubblica a livello mondiale, ed è causa di molteplice malattie dell’apparato cardiovascolare e respiratorio, tra cui il tumore polmonare.
Ogni anno, per queste patologie, si contano 90.000 morti in Italia e 3 milioni nel mondo, e la causa ultima di queste, nel 90% circa dei casi, è il fumo di sigaretta. Lo IARC (International Agency for Research on Cancer), in forza di uno studio condotto in 12 nazioni diverse, ha inserito il fumo passivo nel gruppo 1 degli agenti cancerogeni, classificandolo quindi come agente certo e dimostrato (Vedi MonograPhs IARC Volume 83 / 2004).
Chi respira fumo passivo ha una probabilità di ammalarsi di tumore del 20/30% superiore rispetto ai non esposti, pertanto l’associazione del fumo passivo all’ambiente di lavoro comporta un significativo aumento del rischio.
Esposizione al fumo passivo UE in esercizi commerciali (quali bar e ristoranti) e sul posto di lavoro
Un sondaggio commissionato nel 2012 dall'Unione europea su oltre 12 000 persone in 27 paesi (EU-27) ha rivelato che più del 25 % degli intervistati è stato esposto almeno occasionalmente al fumo passivo sul luogo di lavoro (il 19 % dei fumatori e il 17 % dei non fumatori). La percentuale complessiva degli intervistati esposti più intensamente (per più di 5 ore al giorno) è risultata pari al 3 % (il 5% dei fumatori e l'1 % dei non fumatori). In generale, il 14 % di coloro che si sono recati in un ristorante nei 6 mesi precedenti al sondaggio ha affermato di aver visto qualcuno fumare all'interno del locale. Questa percentuale era più alta nel caso dei bar (28%).
Le percentuali degli intervistati che hanno riferito di essere stati esposti al fumo passivo presso esercizi commerciali come bar e ristoranti e sul luogo di lavoro nel 2009 e nel 2012, complessivamente (UE-27) e per paese, sono illustrate nella figura 2.
Figura 2 - Percentuali degli intervistati nell'Unione europea che hanno riferito di essere stati esposti al fumo passivo presso esercizi commerciali come bar e ristoranti e sul posto di lavoro nel 2009 e nel 2012, complessivamente e per paese / esposizione al fumo passivo nell'UE-27 nel 2009 e nel 2012.
Pericoli dal fumo di sigaretta
Nel fumo di sigaretta sono stati identificate 4.000 sostanze. Alcune di queste: acroleina, formaldeide, ammoniaca, ossidi di azoto, materie particellate, monossido di carbonio (CO), benzene, amine aromatiche, cianuri, nicotina, idrocarburi aromatici policiclici (IPA), sono noti cancerogeni, altre sono irritanti delle mucose, altre interferiscono con il trasporto dell’ossigeno, altre determinano dipendenza.
L'esposizione passiva è quantitativamente più ricca per il contenuto in benzopirene (3 volte superiore), toluene (6 volte superiore), dimetilnitrosammina (50 volte superiore) del fumo inalato direttamente. Di seguito sono riportate le norme di riferimento e la loro applicazione negli ambienti di lavoro.