Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi
In allegato Lista di controllo per il sopralluogo di valutazione del rischio legionellosi.
Il rischio Legionellosi (biologico) può essere presente in tutte le attività con impianti che comportano un moderato riscaldamento dell’acqua (da 25 a 42°C) e la sua nebulizzazione (cioè la formazione di microgocce aventi diametri variabili da 1 a 5 micron) tra cui impianti idrosanitari e di condizionamento (strutture turistico-alberghiere, termali, sanitarie, acque di processo, ecc).
L'esposizione ad agenti biologici sui luoghi di lavoro è normato dal Titolo X del suddetto D. Lgs 81/2008, la legionella è classificata al gruppo 2 tra gli agenti patogeni.
L'elaborazione del documento "Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi | Min Salute 2015" si è basata sulle conoscenze presenti nella letteratura scientifica internazionale e ha tratto spunto anche da quanto riportato nelle linee guida prodotte a livello internazionale (WHO), europeo (EWGLI) e nazionale/regionale (Regione Emilia Romagna).
Approvato in Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 7 maggio 2015, il documento intende riunire, aggiornare e integrare tutte le indicazioni riportate nelle precedenti linee guida nazionali e normative: ‘Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi’, pubblicate in G.U. del 5 maggio 2000; “Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-recettive e termali” e “Linee guida recanti indicazioni ai laboratori con attività di diagnosi microbiologica e controllo ambientale della legionellosi” (G.U. n 28 del 4 Febbraio 2005 e G.U. n 29 del 5 Febbraio 2005).
Le linee guida sono state aggiornate alla luce delle nuove conoscenze scientifiche, con l’ausilio tecnico-scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità e di figure istituzionali esperte del settore.
Le “Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi” pubblicate nel 2000, sono state il primo documento nazionale finalizzato a fornire agli operatori sanitari informazioni aggiornate sulla legionellosi, sulle diverse fonti di infezione, sui metodi diagnostici e di indagine epidemiologica ed ambientale. In tale documento era compresa la revisione della Circolare 400.2/9/5708 del 29.12.93 "Sorveglianza delle legionellosi" per l'aggiornamento della scheda di sorveglianza.
Il 4 febbraio 2005 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale N.28 un accordo tra il Ministero della Salute e le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, avente ad oggetto
“Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-recettive e termali”. Tale accordo è stato elaborato al fine di offrire ai direttori di strutture turistico-recettive e termali gli elementi di giudizio per la valutazione del rischio legionellosi in dette strutture e un insieme di suggerimenti tecnico-pratici, basati sulle evidenze scientifiche più aggiornate per ridurre al minimo tale rischio.
Inoltre, come riportato nel D. Lgs 81/2008 e successive modifiche e integrazioni, il rischio di esposizione a Legionella in qualsiasi ambiente di lavoro richiede l‟attuazione di tutte le misure di sicurezza appropriate per esercitare la più completa attività di prevenzione e protezione nei confronti di tutti i soggetti presenti considerando che al Titolo X del suddetto D. Lgs 81/2008 la Legionella è classificata al gruppo 2 tra gli agenti patogeni.
Le misure di sicurezza si dovranno realizzare a seguito del procedimento di valutazione del rischio, indicato sempre al menzionato Titolo X e si dovranno attuare in conformità ai disposti del Titolo I (del citato Decreto Legislativo) riferendosi a quanto riportato negli Artt. 15 e 18.
L'elaborazione del documento si è basata sulle conoscenze presenti nella letteratura scientifica internazionale e ha tratto spunto anche da quanto riportato nelle linee guida prodotte a livello internazionale (WHO), europeo (EWGLI) e nazionale/regionale (Regione Emilia Romagna).
Con il presente documento si intende quindi riunire, aggiornare e integrare in un unico testo tutte le indicazioni riportate nelle precedenti linee guida nazionali e normative, pertanto esso le sostituisce integralmente.
Le linee guida sviluppano diversi aspetti:
1 - Aspetti generali: in cui viene definita la “legionellosi”, le fonti di infezione, le modalità di trasmissione, la frequenza della malattia con relative sintomatologie e le diagnosi di laboratorio per la ricerca di Legionella in campioni di provenienza umana o ambientale.
2 - Sorveglianza e indagine epidemiologica: dove viene esplicitato il sistema di notifica e le relative procedure per il registro nazionale della legionellosi. Il medico che pone la diagnosi deve compilare la scheda di sorveglianza che deve essere inviata alla ASL di competenza, al CNESPS (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute) e al DMIPI (Dipartimento di Malattie Infettive, parassitarie ed Immunomediate).
3 - Protocollo di controllo del rischio legionellosi prevede tre fasi sequenziali e correlate tra loro:
- valutazione del rischio
- gestione del rischio
- comunicazone del rischio per le struttura turistico-recettive, gli stabilmenti termali, le strutture sanitare.
E’ necessario che il Protocollo venga applicato in ogni struttura (sia civile che industriale) nel quale siano presenti impianti potenzialmente a rischio legionellosi. Questa parte, rivolta in particolare a tecnici progettisti, impiantisti, albergatori e loro associazioni di categoria, responsabili strutture ed edifici pubblici, responsabili della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei siti civili, industriali, produttivi, viene sviluppata più in dettaglio rispetto all’edizione del 2000.
4 - Metodi di prevenzione e controllo della contaminazione del sistema idrico. La sezione rimanda ad una rassegna dei metodi attualmente più utilizzati che possono essere adottati singolarmente o in combinazione, sulla base della valutazione del singolo impianto:
- Filtrazione al punto di utilizzo
- Trattamento termico (shock termico / disinfezione)
- Irraggiamento UV
- Clorazione
- Disinfezione con biossido di cloro
- Disinfezione con monoclorammina
- Disinfezione con perossido di idrogeno
- Disinfezione con acido peracetico
5 - Indicazioni per la progettazione, la realizzazione e la gestione degli impianti: passa in rassegna gli impianti idrosanitari, gli impianti aeraulici e quelli di rafreddamento a torri evaporative.
In sintesi
Legionellosi
Con il termine “Legionellosi” sono indicate tutte le forme di infezioni causate da varie specie di batteri appartenenti alla famiglia della Legionella.
Fino ad oggi sono state individuate più di 40 specie diverse e il numero dei casi dal 1997 ad oggi risulta essere in costante crescita non tanto per un progressivo aumento della diffusione del batterio bensì per una maggiore conoscenza e notifica della presenza di Legionella.
Come ci si ammala
Respirando acqua contaminata diffusa in aerosol: cioè in goccioline finissime.
La malattia non si contrae bevendo acqua contaminata e neppure per trasmissione tra uomo e uomo.
Forme cliniche
Può manifestarsi sotto due forme:
- Febbre di Pontiac. Incubazione: 1-2 giorni. Sintomi: forte febbre, dolori muscolari, mal di testa e disturbi intestinali. Non c’è polmonite anche se è presente la tosse.
- Malattia del Legionario. Incubazione: 2-10 giorni. Sintomi: febbre elevata, dolori muscolari, mal di testa e disturbi intestinali, dolori al torace, insufficienza renale.
Spesso confusa con polmonite
Impianti a rischio
Tutti quelli che comportano un moderato riscaldamento dell’acqua (da 25 a 42°C) e la sua nebulizzazione (cioè la formazione di microgocce aventi diametri variabili da 1 a 5 micron) tra cui impianti idrosanitari e di condizionamento
Soggetti a rischio
Può colpire anche persone sane e in buona salute, tuttavia sono più a rischio soggetti:
- di sesso maschile
- in età avanzata
- fumatori
- consumatori di alcool
- affetti da malattie croniche e con immunodeficienza acquisita in seguito ad interventi terapeutici o infezione da HIV.
Come si sviluppa il batterio
La sola presenza di batteri non costituisce pericolo per le persone. I batteri divantano pericolosi quando:
- la temperatura varia da 25 a 42°C (la crescita dei batteri è massima a 37°C)
- c’è presenza di ossigeno ed elementi nutritivi
- esistono le condizioni per la formazione di microgocce (da 1 a 5 micron)
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segue
Min. Salute 2015
Info e download
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