Relazione stato conservazione attrezzatura a pressione UNI 11706
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Relazione stato conservazione attrezzatura a pressione UNI 11706
ID 17822 | 16.10.2022 / Documento completo allegato - Modelli relazione
Il Documento, estratto dalla UNI 11706, tratta della valutazione dello stato di conservazione di una attrezzatura a pressione, anche in accordo con il DM 11 aprile 2011, e riporta modelli esempio di relazione tecnica.
La valutazione prevede le seguenti azioni da eseguire nell'ordine:
1) analisi preliminare, che tenga conto del progetto, della storia di esercizio dell'apparecchio, dei dati di ispezioni precedenti, di incidenti, riparazioni e/o modifiche;
2) individuazione e caratterizzazione dei potenziali meccanismi di danno;
3) pianificazione ed esecuzione dei controlli;
4) valutazione del danno accumulato e determinazione dell’ulteriore esercibilità;
5) stesura della relazione tecnica.
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Excursus
Il DM 11 aprile 2011 all’Allegato II punto 4.3.2.1, (4. Verifica delle attrezzature del gruppo GVR), prevede una verifica di integrità decennale che consiste nell’accertamento dello stato di conservazione delle varie membrature mediante:
- esame visivo delle parti interne ed esterne accessibili ed ispezionabili,
- esame spessimetrico
- altri eventuali prove,
eseguiti da personale adeguatamente qualificato incaricato dal datore di lavoro, che si rendano necessari:
a) data la non completa ispezionabilità dell’attrezzatura:
b) qualora emergessero dubbi sulla condizione delle membrature;
c) a fronte di situazioni evidenti di danno;
d) in base alle indicazioni del fabbricante per attrezzature costruite e certificate secondo le direttive di prodotto (97/23/CE, 87/404/CEE, 90/488/CEE).
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La UNI/TS 11706:2018 può essere considerata indirettamente/non approvata MLPS (non riportati riferimenti in appendice) specifica tecnica emanata ai sensi dell’Art. 3. del Decreto 1° dicembre 2004 n. 329 (Specifiche tecniche relative all’esercizio delle attrezzature e degli insiemi).
Art. 3. Specifiche tecniche relative all’esercizio delle attrezzature e degli insiemi
1. Su richiesta del Ministero delle attivita' produttive le eventuali specifiche tecniche concernenti l’esercizio delle attrezzature e degli insiemi di cui all’articolo 1 sono elaborate in collaborazione con l’ISPESL e con l’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI), tenendo conto delle normative emanate dal Comitato europeo di normazione, sentite le associazioni di categoria interessate, e successivamente approvate dal Ministero delle attivita' produttive di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
La UNI/TS 11706:2018 ha lo scopo di definire le modalità e le procedure per valutare lo stato di conservazione delle attrezzature e degli insiemi a pressione in esercizio relativamente al degrado strutturale e metallurgico del materiale. La norma tratta i meccanismi di danno a evoluzione normalmente lenta i cui effetti non risultano rilevabili all’esame visivo. Nella norma è riportato un elenco dei meccanismi di danno potenzialmente attivi sulle attrezzature, che include una descrizione qualitativa del fenomeno di danno e l’indicazione delle possibili metodologie di misura e di controllo.
I controlli definiti UNI/TS 11706:2018 sono da considerarsi integrativi a quelli già previsti dal DM 11 aprile 2011.
Estratto
UNI 11706:2018
Attrezzature a pressione - Valutazione dello stato di conservazione delle attrezzature e degli insiemi a pressione a seguito del degrado strutturale e metallurgico da esercizio dei materiali
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0 INTRODUZIONE
... (1)
(1) In particolare: Decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 11 aprile 2011, Allegato II, punto 4.3.2.1.
1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
La presente norma ha lo scopo di definire le modalità per valutare lo stato di conservazione delle attrezzature e degli insiemi a pressione in esercizio relativamente al degrado metallurgico del materiale.
La norma tratta i meccanismi di danno a evoluzione normalmente lenta i cui effetti non risultano rilevabili all’esame visivo.
Non sono trattati meccanismi di danno tenso-corrosivi che possono comunque generare effetti non rilevabili all’esame visivo ma che sono caratterizzati da una cinetica più rapida.
Sono inoltre esclusi i meccanismi di danno dovuti a fatica e scorrimento viscoso, già trattati dalle altre parti della serie UNI/TS 11325 (parti 2, 4 e 11).
Nella norma è riportato un elenco di riferimento dei meccanismi di danno potenzialmente attivi sulle attrezzature con la descrizione qualitativa del fenomeno di danno e l’indicazione delle possibili metodologie di misura.
La documentazione prodotta nell’ambito della procedura RBI (Risk Based Inspection) secondo la UNI/TS 11325-8 costituisce ausilio all’applicazione della presente norma.
2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presente specifica tecnica come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l’ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti).
UNI 8065 Trattamento dell'acqua negli impianti termici ad uso civile
3 TERMINI E DEFINIZIONI
Ai fini del presente documento si applicano i termini e le definizioni seguenti:
3.1 degrado metallurgico: Evoluzione microstrutturale anomala, diminuzione delle proprietà tensili, diminuzione della tenacità.
3.2 manuale di istruzioni (o manuale d’uso e manutenzione): Documento, redatto dal fabbricante, contenente tutte le informazioni utili ai fini della sicurezza per quanto riguarda il montaggio, l’assemblaggio, la messa in servizio, l’impiego, la manutenzione e i controlli da parte dell’utilizzatore.
3.3 manuale operativo: Documento redatto dall’utilizzatore, in cui sono descritte le regole e le procedure operative adottate nell’esercizio in sicurezza di attrezzature a pressione.
3.4 meccanismo di danno del materiale: Processo che induce micro e/o macro modificazioni dannose nel materiale, nel corso del tempo, che sono nocive per le sue caratteristiche fisico-chimiche (qualità e proprietà meccaniche).
4 GENERALITÀ
4.1 Requisiti di competenza del personale
L'incaricato della valutazione deve essere una persona competente con almeno 5 anni di esperienza documentata nella valutazione di stabilità di componenti in esercizio e di verifiche di progetto ed esercizio di attrezzature a pressione.
4.2 Tempi di esecuzione
La valutazione deve essere effettuata non oltre i 40 anni dalla data di inizio dell’effettivo esercizio dell’attrezzatura. La valutazione deve essere opportunamente anticipata qualora il fabbricante o l’utilizzatore abbiano previsto, relativamente ai meccanismi di danno trattati nella presente norma, degli intervalli di verifica inferiori.
E’ comunque raccomandata l’esecuzione di un’analisi preliminare per l’individuazione dei meccanismi di danno (vedere i punti 5.1 e 5.2), non oltre 10 anni dalla messa in servizio o dalla verifica primo impianto (2).
(2) Questa verifica potrebbe essere eseguita in corrispondenza della prima verifica di integrità decennale.
4.3 Attività
La valutazione dello stato di conservazione dell’attrezzatura prevede le seguenti azioni da eseguire nell'ordine:
1) analisi preliminare, che tenga conto del progetto, della storia di esercizio dell'apparecchio, dei dati di ispezioni precedenti, di incidenti, riparazioni e/o modifiche;
2) individuazione e caratterizzazione dei potenziali meccanismi di danno;
3) pianificazione ed esecuzione dei controlli;
4) valutazione del danno accumulato e determinazione dell’ulteriore esercibilità;
5) stesura della relazione tecnica.
5 PROCEDURA DI VALUTAZIONE
5.1 Analisi preliminare
5.1.1 Generalità
L’incaricato deve raccogliere i dati e i documenti riportati nei punti che seguono.
5.1.2 Dati originali di progetto
Per la valutazione dello stato di conservazione sono necessari i seguenti dati di progetto:
- disegni di progetto (o disegni isometrici nel caso di linee) contenenti l’indicazione delle dimensioni (compresi tolleranze e sovra spessori di corrosione) e dei materiali impiegati;
- condizioni di progetto (pressione, temperatura, ecc.);
- condizioni nominali dei fluidi di processo;
- ove richiesto, eventuali calcoli di progetto.
Quando siano stati effettuati interventi quali modifiche, sostituzioni, riparazioni, devono essere disponibili i dati relativi all’intervento, completi dei disegni (o disegni isometrici nel caso di linee) contenenti le indicazioni necessarie per descrivere compiutamente l’intervento stesso e i suoi effetti.
5.1.3 Dati di esercizio
I dati di esercizio necessari per la valutazione dello stato di conservazione dell’attrezzatura devono comprendere almeno i seguenti:
- storia delle condizioni di esercizio in termini di pressione, temperatura, tempo di esercizio, fluidi di processo, condizioni ambientali;
- documentazione relativa a ogni rilevante variazione delle condizioni di esercizio passate e/o previste in futuro per l'attrezzatura.
5.1.4 Dati di manutenzione
I dati di manutenzione necessari per la valutazione dello stato di conservazione dell’attrezzatura devono comprendere almeno i seguenti:
- eventuali piani di controllo e relativi registri di controllo manutentivi;
- esito di precedenti controlli e ispezioni eseguiti dall’utilizzatore e verifiche da parte degli enti di controllo;
- riepilogo di eventuali azioni correttive, quali riparazioni, modifiche e sostituzioni.
5.2 Individuazione e caratterizzazione dei potenziali meccanismi di danno
Questa attività include:
1) l’analisi dei processi passati, di quelli attuali e di quelli programmati;
2) l’individuazione dei meccanismi di danno potenzialmente attivi sulle attrezzature: in Appendice A sono riportati meccanismi di danno che rientrano nel campo di applicazione della presente norma;
3) l’individuazione, per ogni meccanismo attivo, dei parametri critici.
I risultati dell’analisi devono essere riportati sulla relazione tecnica (vedere il punto 5.5).
5.3 Pianificazione ed esecuzione dei controlli
Sulla base dei risultati dell’analisi di cui al punto 5.1 e dell’individuazione dei meccanismi di danno di cui al punto 5.2 deve essere stilato un piano dei controlli, che includa almeno:
- il meccanismo cui il controllo si riferisce;
- la pianificazione temporale;
- i tipi di controlli da eseguire;
- i componenti interessati e la loro localizzazione;
- l’estensione iniziale del controllo.
Dei controlli eseguiti sulla base del piano dei controlli, deve essere mantenuta documentazione da allegare alla relazione tecnica (vedere il punto 5.5).
5.4 Valutazione del danno e implicazioni sull’esercibilità del componente
I risultati dei controlli eseguiti sulla base del piano dei controlli di cui al punto 5.3 devono essere esaminati e analizzati per valutare l’eventuale stato di danno delle attrezzature.
In funzione dell’esito dei controlli deve essere definita l’ulteriore esercibilità delle attrezzature, compresa l’individuazione di eventuali limitazioni e/o variazioni dei parametri di progetto, nonché la tipologia e la tempistica dei successivi interventi.
5.5 Relazione tecnica
La valutazione effettuata deve essere documentata in una relazione tecnica che includa:
- l’analisi delle condizioni iniziali desunte dall’esame dei dati e dei documenti raccolti;
- l’individuazione dei meccanismi di danno e delle zone critiche dell’attrezzatura;
- il piano dei controlli;
- l’esito dei controlli eseguiti, comprese le eventuali estensioni;
- le considerazioni conclusive relative alla valutazione del danno e all’esercibilità del componente;
- l’indicazione degli eventuali successivi interventi che si rendano necessari, con la relativa tempistica.
Nel caso in cui l’attività di analisi faccia emergere l’assenza di possibili meccanismi di danno in base al punto 5.2, la relazione tecnica deve comunque essere predisposta per dare evidenza della valutazione eseguita.
Nota
In Appendice B (informativa) sono riportati alcuni casi di esempio di relazione tecnica.
APPENDICE A MECCANISMI DI DANNO (normativa)
La presente appendice contiene l’elenco e la descrizione dei meccanismi di danno ai fini dell’applicazione della presente norma.
Nota
I prospetti seguenti riportano, tra i possibili metodi di valutazione, anche metodi non invasivi che, singolarmente, non sempre forniscono risposte esaustive sul meccanismo di danno in oggetto (queste limitazioni sono riportate nella colonna “svantaggi”). Tali metodi forniscono comunque un contributo alla valutazione complessiva dell’entità del fenomeno.
prospetto A.1 Addolcimento
prospetto A.2 Infragilimento caustico
prospetto A.3 Attacco da idrogeno
prospetto A.4 Infragilimento da invecchiamento
prospetto A.5 Sensibilizzazione
prospetto A.6 Carburazione
prospetto A.7 Decarburazione
prospetto A.8 Grafitizzazione
prospetto A.9 Segregazione
prospetto A.10 Infragilimento da fase Sigma
prospetto A.11 Temper embrittlement
prospetto A.12 Fragilizzazione 475
...
APPENDICE B RELAZIONE TECNICA - CASI DI ESEMPIO (informativa)
B1. Esempio 1: recipiente a pressione
B2. Esempio 2: corpo cilindrico di generatore di vapore
B.3 Esempio 3: recipiente a pressione
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segue in allegato
Certifico Srl - IT | Rev. 0.0 2022
©Copia autorizzata Abbonati
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Decreto 1 dicembre 2004 n. 329
UNI EN 16991:2018 Metodologia RBI (Risk Based Inspection)
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Relazione stato conservazione attrezzatura a pressione UNI 11706 Esempio 3 Rev. 00 2022.docx Certifico S.r.l. Rev. 0.0 2022 |
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