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Linea di indirizzo per l’attivazione del Piano mirato di prevenzione rischio biologico indoor

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Linea di indirizzo per l attivazione del Piano mirato di prevenzione rischio biologico indoor

Linea di indirizzo per l’attivazione del Piano mirato di prevenzione rischio biologico indoor / RL 2024

ID 23192 | 26.12.2024 / In allegato

D.d.s. 6 dicembre 2024 - n. 19079 Approvazione documento «Linea di indirizzo per l’attivazione del Piano mirato di prevenzione rischio biologico indoor a valenza regionale da realizzare a cura delle ATS (BURL n. 50 del 13.12.2024)

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LINEA DI INDIRIZZO PER L’ATTIVAZIONE DEL PIANO MIRATO DI PREVENZIONE RISCHIO BIOLOGICO INDOOR A VALENZA REGIONALE DA REALIZZARE A CURA DELLE ATS

PREMESSA

Gli obiettivi regionali

Il PRP 2020-2025 affronta i rischi potenziali/esistenti per la salute mediante una visione organica delle relazioni tra salute umana, animale e dell’ecosistema e pone, come strumento per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile del pianeta, un approccio combinato degli aspetti economici, sociali e ambientali che impattano sul benessere delle persone e sullo sviluppo delle società.

Il lavoro del Tavolo Tecnico Rischio Biologico (Ta.Te., allegato D del Piano Regionale Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro DGR 6869 del 2 agosto 2022) nasce, nell’ambito del PRP 2021- 2025, che, con il macro-obiettivo MO04, pone l’attenzione sulle problematiche in materia di igiene e sicurezza del lavoro.

Le azioni da compiere in questo ambito sono meglio dettagliate con l’OBIETTIVO 6 PP06_OS01: Promuovere l’approccio proattivo dei Servizi ASL deputati alla tutela della salute e sicurezza del lavoratore orientato al supporto/assistenza alle imprese (ovvero ai datori di lavoro), al sostegno, alla autovalutazione e gestione dei rischi, al ruolo dei lavoratori (RLS) nell’organizzazione della salute e sicurezza aziendale, tramite l’ attivazione di uno specifico Piano Mirato di Prevenzione (PMP) in “settori” specifici individuati in ciascuna Regione sulla base delle specificità territoriali (diversi dai comparti Edilizia e Agricoltura).

La mission del tavolo tecnico è declinata con l’AZIONE 6, che, ai fini dell’attuazione del PRP, prevede la realizzazione di un PMP a valenza regionale relativo all’esposizione ad agenti biologici, nello specifico al virus SARS-CoV-2, mediante la costituzione di un Tavolo Tecnico coordinato dalla DG Welfare, composto da ATS, UOOML, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e parti sociali, il cui compito è approfondire l’efficacia delle misure tecniche a protezione delle infezioni respiratorie dei lavoratori in ambiente chiuso, definendo linee di indirizzo.

Seppure la predetta azione preveda uno “specifico” riferimento “al virus SARS-CoV-2”, considerato il ridursi della rilevanza del rischio nei luoghi di lavoro, l’attività del Ta.Te. si è concentrata nell’ambito più generale delle azioni da intraprendere per la prevenzione delle esposizioni ad agenti biologici, ai fini del mantenimento di una buona qualità dell’aria attraverso la corretta gestione della ventilazione, argomento oggetto del presente documento.

Il rischio biologico indoor

Nelle linee guida tecniche ILO sul rischio biologico del giugno 2022, viene posto l’accento sul fatto che gli agenti biologici possono rappresentare una grave minaccia per la salute in numerosi settori e luoghi di lavoro in tutto il mondo e possono causare malattie professionali e correlate al lavoro.

Pertanto, la corretta gestione del rischio biologico sia nei luoghi di lavoro che nelle comunità può aiutare a prevenire e controllare le minacce sanitarie globali e l’individuazione di nuovi strumenti per la gestione del rischio specifico dovrebbe avere la massima priorità.

Il termine rischio, intuitivamente, richiama l’attenzione su una situazione pericolosa, il cui accadimento potrebbe determinare un danno. Quando il rischio riguarda l’esposizione ad agenti biologici patogeni o potenzialmente tali, la percezione del pericolo spesso non è immediata.

La qualità dell’aria che respiriamo negli ambienti indoor come le abitazioni, gli uffici, gli ospedali, le scuole dal punto di vista chimico, fisico e biologico è strettamente correlata alla qualità dell’aria esterna, al tipo di ambiente considerato, alle persone eventualmente presenti e all’efficienza dei sistemi di aerazione.

L’uomo, gli animali, gli arredi, la polvere e gli impianti di condizionamento, se non correttamente gestiti, sono sicuramente tra le principali fonti di contaminazione microbiologica.

Le patologie legate alla qualità dell’aria indoor vengono comunemente raggruppate in due distinte tipologie, quelle note come Sindrome dell’Edificio Malato (Sick Bulding Syndrome, SBS) e quelle definite come Malattie Correlate all’Edificio (Bulding RelatedIllness, BRI).

Entrambe dipendono strettamente dal microclima e dall’esposizione agli agenti chimici, fisici e biologici eventualmente presenti e si manifestano in seguito alla permanenza in un dato ambiente; nel primo caso i sintomi regrediscono e spesso scompaiono con l’allontanamento da quell’ambiente, nel secondo no.

Le indicazioni normative in tema di qualità dell’aria nei luoghi di lavoro

Il sistema di gestione del rischio dovrebbe basarsi sul concetto di miglioramento continuo attraverso un ciclo di pianificazione, implementazione, revisione e miglioramento dei processi e delle azioni che un'organizzazione intraprende per raggiungere i propri obiettivi.

Il d.ls 81/2008 individua, come prima azione da compiere, che il datore di lavoro, nell’ambito della valutazione di tutti i rischi, valuti anche il rischio biologico e da indicazione circa quali siano gli elementi da prendere in considerazione ai fini della stessa valutazione, a cui devono partecipare, oltre al datore di lavoro, anche il RSPP, il medico competente in collaborazione con i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza.

In materia di aerazione dei luoghi lavorativi chiusi, l’art. 64 del d.lgs.81/2008 prevede che “i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano sottoposti a regolare pulitura, onde assicurare condizioni igieniche adeguate” e, in combinato con l’art.63, rimanda all’allegato IV del D.Lgs. 81/2008 per l’individuazione dei “Requisiti dei luoghi di lavoro” che nel, paragrafo 1.9, titolato: Microclima, prevede che:

“1.9.1.1. Nei luoghi di lavoro chiusi, è necessario far sì che tenendo conto dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici ai quali sono sottoposti i lavoratori, essi dispongano di aria salubre in quantità sufficiente ottenuta preferenzialmente con aperture naturali e quando ciò non sia possibile, con impianti di areazione.
1.9.1.2. Se viene utilizzato un impianto di aerazione, esso deve essere sempre mantenuto funzionante.
Ogni eventuale guasto deve essere segnalato da un sistema di controllo, quando ciò è necessario per salvaguardare la salute dei lavoratori.
1.9.1.3. Se sono utilizzati impianti di condizionamento dell’aria o di ventilazione meccanica, essi devono funzionare in modo che i lavoratori non siano esposti a correnti d’aria fastidiosa.
1.9.1.4. Gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori.
1.9.1.5. Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata deve essere eliminato rapidamente.”

La misura da veicolare e la scheda di autovalutazione

Come originariamente previsto dalla succitata AZIONE 6 dell’OBIETTIVO 6 PP06_OS01 del PRP 2021-2025, i lavori del Ta.Te. Rischio biologico indoor, nel 2022, hanno riguardato le problematiche scaturite dalla pandemia da Sars-Cov-2, individuando come di interesse luoghi/strutture sia pubblici che privati, quali:

1. Ambienti di tipo sanitario
2. Scuole
3. Uffici
4. Strutture ricettive di grande affluenza (palestre, luoghi ricreativi, ristorazione ospitalità)

Di fatto, la pandemia del 2020-2021 ha portato l’attenzione su aspetti di vita quotidiana “dati per scontati”, tra cui l’importanza di una adeguata areazione dei locali al fine di assicurare una buona qualità dell’aria, allo scopo di ridurre l’esposizione ad agenti chimici e biologici che possono causare danni alla salute delle persone.

Pertanto, pur considerando il ridursi della rilevanza del rischio da trasmissione del virus SARS- Cov-2, dall’autunno 2023, il Ta.Te.regionale ha lavorato alla impostazione di un PMP dedicato alla diffusione delle misure volte ad assicurare una buona qualità dell’aria negli ambienti chiusi e verifica della adozione di sistemi di gestione degli impianti aeraulici.

La corretta gestione del microclima nei luoghi di lavoro consistente nella realizzazione di misure atte a valutare e mantenere ottimale la qualità dell’aria in ambienti indoor rappresenta una tematica che interessa sia lavoratori che cittadini, in generale, e risulta sempre più cogente visto che, con il cambiamento climatico, i sistemi di condizionamento dell’aria stanno divenendo essenziali per il mantenimento del benessere di chi lavora negli ambienti chiusi, quando l’areazione naturale non può essere attuata oppure non è sufficiente ad assicurare un buon ricambio dell’aria.

Questa problematica è ancora più cogente in ambienti, come gli ospedali, dove possono esserci locali affollati, come i Pronto Soccorso, e luoghi chiusi per i quali non è sempre possibile utilizzare una areazione naturale, anche in considerazione dell’inquinamento dell’aria esterna.

Per tale motivo il presente PMP individua come comparto di interesse le strutture ospedaliere sede di Pronto Soccorso.

Pertanto, i lavori del tavolo, nel biennio 2023-2024, sono stati dedicati all’approntamento di una check list di autovalutazione da applicarsi, negli ospedali, nell’ambito della valutazione e gestione della qualità dell’aria in generale, con un approfondimento sul rischio da legionella, senza dimenticare i rischi a cui sono esposti i lavoratori che effettuano la manutenzione degli impianti stessi. La scheda di autovalutazione predisposta dal Ta.Te. è parte integrante del presente documento ed è organizzata in sezioni volte a raccogliere informazioni circa la tipologia di impianto presente presso la struttura indagata, l’attuazione di sistemi di controllo, manutenzione e pulizia degli impianti.

La scheda si conclude con la raccolta di informazioni in merito ai lavoratori a cui sono affidate le attività di verifica delle condizioni di igiene e funzionalità degli impianti stessi.

Si precisa che, nella stesura della check list, sono stati presi in considerazione non solo i requisiti previsti, in materia di igiene e sicurezza dei luoghi di lavoro, dal d.lgs. 81/2008 ma anche varie fonti bibliografiche.

In particolare, documenti di riferimento fondamentali a cui si è attinto sono stati: 

- l’Accordo Stato Regioni n. 2636 del 5 ottobre 2006 - “Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di Climatizzazione”;

- l’Accordo del 7 Febbraio 2013 tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano: “Procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria”;

- il documento del Ministero della Salute: “Linee Guida Italiane per la prevenzione e il controllo della legionellosi” del 7 maggio 2015;

- “Linee guida per la prevenzione della legionella nelle torri di raffreddamento” a cura di ATS Brescia - dicembre 2018.

Le indicazioni dell’Accordo Stato Regioni (ASR) n. 2636/2006 scaturiscono dall’assunto che un impianto di climatizzazione che non svolge idoneamente le sue funzioni, perché non ben progettato e non manutenuto con regolarità, può rappresentare esso stesso una fonte di contaminazione e/o impurità dell’aria, per questo, nel documento vengono date indicazioni in merito alla pianificazione della manutenzione e ai requisiti igienici per le operazioni di manutenzione degli impianti di climatizzazione.

E’ fondamentale l’indicazione riportata nel documento in merito al fatto che deve essere data la priorità alla manutenzione preventiva, effettuata secondo una periodicità stabilita, consistente nella sostituzione o riparazione di componenti o apparecchiature prima che avvenga l’avaria, rispetto alla manutenzione correttiva, che dovrà essere messa in atto al momento del guasto dell’impianto.

Pertanto, al fine di salvaguardare le condizioni igieniche degli impianti devono essere effettuati regolari controlli e procedure di sanificazione inclusa l'eventuale sterilizzazione dei componenti. Al termine di queste operazioni è necessario, inoltre, assicurarsi, tramite ispezione, che non sia in corso nessun danno all’impianto e che non ci siano più residui degli eventuali biocidi utilizzati.

Altre indicazioni prese in considerazione nella stesura della check list, sono quelle de “La procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria” del 2013 che, partendo da quanto previsto dalle Linee guida del 2006, le modifica per quanto concerne:

- la possibilità di valutare lo stato di manutenzione e quello igienico dell’impianto mediante l’ispezione visiva che può essere svolta indipendentemente da quella tecnica.
- la periodicità di esecuzione delle due tipologie di ispezioni (visiva e tecnica) non predeterminata, ma programmabile sulla base degli esiti di quelle precedenti.

Inoltre, la Procedura Operativa del 2013 ribadisce la necessità dell’istituzione di un registro degli interventi effettuati sull’impianto, già previsto dall’ASR del 2006, fornendo anche una check list delle verifiche oggetto dell’ispezione visiva che unitamente ad un modello di rapporto dei risultati dell’ispezione tecnica dovranno essere allegati al suddetto registro.

 Quanto riportato nei suddetti documenti viene ripreso per dare indicazioni specifiche in tema di valutazione del rischio, del relativo piano di controllo e della gestione del rischio specifico dalle “Linee Guida Italiane per la prevenzione e il controllo della legionellosi” del 7 maggio 2015, poi tenute in considerazione nella stesura delle Linee guida per la prevenzione della legionella nelle torri di raffreddamento” del dicembre 2018.

In particolare, nel capitolo 5. (Indicazioni per la progettazione, la realizzazione e la gestione degli impianti) delle Linee guida sulla Legionella, viene ribadito che, al fine di ridurre la probabilità di una contaminazione batterica grave, le misure di prevenzione da attuare sono:

- la corretta progettazione e realizzazione degli impianti tecnologici che comportano un riscaldamento dell’acqua e/o la sua nebulizzazione, quali: gli impianti idro-sanitari, gli impianti di condizionamento con umidificazione dell’aria ad acqua, gli impianti di raffreddamento a torri evaporative o a condensatori evaporativi, gli impianti che distribuiscono ed erogano acque termali, le piscine e le vasche idromassaggio.
- l’adozione di misure preventive (manutenzione e disinfezione) atte a contrastare la moltiplicazione e la diffusione di Legionella negli impianti a rischio.

Infine, per la parte della check list che tratta degli appalti dei servizi di ispezione e bonifica degli impianti di climatizzazione e delle misure di prevenzione e protezione da mettere in atto al fine di ridurre i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, è stato presa come riferimento la pubblicazione INAIL del 2017: “Impianti di climatizzazione: salute e sicurezza nella attività di ispezione e bonifica”, che, per le varie fasi di lavoro, individua i rischi a cui sono esposti i lavoratori e i dispositivi di protezione individuale da utilizzarsi nello svolgimento dei vari compiti.

[...] Segue in allegato

Fonte: Regione Lombardia

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