Decostruzione selettiva: progetto di PdR in consultazione pubblica
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Decostruzione selettiva: progetto di prassi di riferimento in consultazione pubblica
UNI, 03.09.2019
Nel corso della riunione del Tavolo “Decostruzione selettiva”, svoltasi a Milano lo scorso 18 luglio, è stato approvato il progetto di prassi di riferimento UNI dal titolo “Decostruzione selettiva – Metodologia per la decostruzione selettiva e il recupero dei rifiuti in un’ottica di economia circolare”.
Il documento definisce una metodologia operativa per la decostruzione selettiva che favorisca il recupero (riciclo e riuso) dei rifiuti derivanti dalla costruzione e demolizione.
La metodologia è orientata alla compatibilità con la gestione digitale del processo e delle informazioni.
La Direttiva 2018/851/EU del 30/05/2018 fa esplicito riferimento, nel contesto delle attività di Costruzione e Demolizione, alla necessità di “incentivare la ricostruzione, il rinnovo e, se del caso, la ridestinazione dei prodotti, come pure piattaforme di condivisione” e di adottare “misure intese a promuovere la demolizione selettiva onde consentire la rimozione e il trattamento sicuro delle sostanze pericolose e facilitare il riutilizzo e il riciclaggio di alta qualità tramite la rimozione selettiva dei materiali, nonché garantire l’istituzione di sistemi di cernita dei rifiuti da costruzione e demolizione almeno per legno, frazioni minerali (cemento, mattoni, piastrelle e ceramica, pietre), metalli, vetro, plastica e gesso”.
La gestione dei rifiuti e lo svolgimento delle operazioni di recupero e smaltimento, nel contesto comunitario, deve far riferimento alla classificazione dei rifiuti secondo il Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER). L’elenco dei rifiuti, valido per tutti gli stati membri già ai sensi della Dir. 75/442/CEE, è stato completato con i codici CER attraverso la decisione 2000/532/CE, e modificato dalla Decisione 2014/955/UE, con l’inserimento di nuovi codici, oltre il Regolamento n. 1357/2014/UE che fornisce l’elenco di rifiuti che hanno caratteristica di “rifiuto pericoloso”, e l’ultima Dir. 2018/851/EU. I rifiuti speciali da C&D appartengono alla classe 17, la quale raccoglie quasi quaranta tipologie e relativi codici, tra i quali i rifiuti pericolosi sono indicati con il cosiddetto codice a specchio (tramite asterisco). Oltre alla classe 17, in cantiere vengono prodotti altri rifiuti, ad esempio gli imballaggi, classificati alla classe 15 o i RAEE della classe 16.
All’interno di un modello circolare la base è capire quali strade possono intraprendere i materiali recuperati dalle operazioni di decostruzione selettiva. La catalogazione dei materiali è solo uno degli obiettivi, che invece contempla anche l’individuazione delle possibilità di ricollocare i materiali all’interno del mercato.
L’attività di elaborazione della prassi di riferimento, coordinata da UNI, ha visto il contributo degli esperti di RPT (Rete Professioni Tecniche) che hanno lavorato per predisporre un documento che delinei un processo per la decostruzione selettiva e il recupero dei rifiuti in un’ottica di economia circolare. La descrizione del processo prende in considerazione sia gli edifici esistenti (costruito) da ristrutturare o da demolire, sia quelli di nuova realizzazione (nuova costruzione): per i primi si deve compilare il database dei materiali utilizzati, mentre per i secondi deve essere utilizzato il database dei materiali in fase di indagine destinabili al riciclo ed al riuso.
RPT, l'associazione fondata nel 2013 che riunisce i professionisti tecnici italiani, si propone di:
- promuovere l’utilizzo delle conoscenze tecniche e scientifiche del settore affinché le attività connesse siano coerenti con i principi dello sviluppo sostenibile e della bioeconomia,
- promuovere l’integrazione delle professioni tecniche e scientifiche nella società civile,
- elaborare principi etici e deontologici comuni,
- promuovere politiche globali per le costruzioni, l’ambiente, il paesaggio, il territorio, le risorse e i beni naturali, i rischi, la sicurezza, l’agricoltura, l’alimentazione.
Il progetto è ora sottoposto alla fase di consultazione pubblica, con scadenza il 2 ottobre 2019, con l’obiettivo raccogliere osservazioni da parte del mercato.
Fonte: UNI
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