Rapporto salute mentale 2020
Min Saliute 2021
La tutela della salute mentale riveste un ruolo centrale nella programmazione degli interventi sanitari e sociali in tutti i Paesi più industrializzati, anche in considerazione delle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO), che ne sottolinea da anni il peso in termini di “burden of disease” per i sistemi sanitari e sociosanitari.
Come ricorda l’Oms, “è di cruciale importanza intraprendere azioni per migliorare le condizioni di vita quotidiane, iniziando dal momento della nascita, proseguendo durante la prima infanzia, l’adolescenza, la costruzione della famiglia, l’età lavorativa e infine la vecchiaia.
Un’azione lungo tutte queste fasi della vita costituisce un'opportunità sia per migliorare la salute mentale nella popolazione, sia per ridurre il rischio in quei disturbi mentali correlati alle disuguaglianze sociali”.
L’attuale programmazione italiana affonda le sue radici in una normativa che, pur risalendo al 1978 (Legge di riforma sanitaria 23 dicembre 1978, n. 833; legge 13 maggio 1978, n. 180-“Legge Basaglia”) ha completamente cambiato il paradigma di approccio del nostro Paese sia alla salute in generale che alla salute, al disagio e alla malattia mentale.
Il Piano attualmente vigente (“Piano di azioni nazionale per la salute mentale - PANSM” siglato in Conferenza Unificata il 13 gennaio 2013) e i suoi 4 documenti di approfondimento (residenzialità per adulti, semi-residenzialità e residenzialità in età evolutiva, percorsi di cura per patologie ad alta complessità e/o ad alta prevalenza, Linee di indirizzo sui disturbi neuropsichiatrici e neuropsichici dell’infanzia e della adolescenza) sono il quadro di riferimento in cui si inscrivono tutti i più recenti indirizzi strategico-programmatici ed organizzativi di livello nazionale e di livello regionale e locale.
Tra le priorità condivise, una delle più qualificanti è proprio la necessità di poter contare su un sistema informativo nazionale che fornisca una base di dati integrata, incentrata sul paziente, finalizzati alla valutazione di efficacia, efficienza ed appropriatezza degli interventi attivati delle organizzazioni sanitarie.
Oggi è possibile affermare che il sistema informativo per la salute mentale (SISM) rappresenta lo strumento cardine per programmare a livello dell’erogazione dell’assistenza, regionale e locale, nonché per disegnare strategie di livello nazionale, modulate su tempi medio-lunghi, in considerazione dei trend della prevalenza dei principali disturbi mentali, a cui sono associati diversi gradi di disabilità, sofferenze individuali e della rete familiare, nonché pesanti costi economici e sociali.
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