FAQ Radon ISS
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FAQ Radon ISS
ID 17239 | 02 Agosto 2022 / Raccolta FAQ in allegato
Raccolta FAQ ISS relative al radon riguardanti:
- Le proprietà del radon e da dove proviene
- Gli effetti sulla salute del radon
- Quanto radon c’è in Italia
- Come si misura
Le proprietà del radon e da dove proviene
Cosa è il radon?
Il radon (Rn) è un gas inerte (inodore e incolore) e radioattivo, prodotto dal decadimento del radio, a sua volta prodotto da decadimenti successivi dell’uranio, presente in quantità diverse in tutta la crosta terrestre.
Anche se non è percepibile con i nostri sensi, il radon può essere rivelato con semplici strumenti di misura.
Per ulteriori informazioni su questo argomento e su argomenti correlati consultare la pagina Quanto radon c’è …
Qual è l’unità di misura della concentrazione di radon?
L’unità di misura della concentrazione di radon in aria è il Bq/m3. Il Becquerel (Bq) indica il numero di decadimenti di radon che avvengono in un secondo. Quindi, ad esempio, una concentrazione di 100 Bq/m3 indica che in un metro cubo di aria ogni secondo 100 atomi di radon decadono emettendo radiazioni (di tipo alfa).
In realtà solo una piccola parte degli atomi di radon decade in un secondo, in quanto la vita media di un atomo di radon è di circa 5 giorni e mezzo. Quindi se a una concentrazione di radon di 100 Bq corrispondono 100 atomi che decadono in un secondo in un metro cubo, in quello stesso metro cubo sono presenti altri circa 48 milioni di atomi di radon (che decaderanno successivamente).
Perché si trova il radon nelle case?
Il radon è un gas nobile, ossia non interagisce chimicamente con gli altri elementi. Per questo motivo, una volta formatosi in seguito al decadimento del radio, può diffondersi dal luogo di origine (suolo, materiale da costruzione) e percorrere grandi distanze prima di decadere a sua volta. In generale, il meccanismo che permette al radon di penetrare nei luoghi chiusi è la piccola depressione che esiste tra l’interno degli edifici ed il suolo, dovuta alla differenza di temperatura tra l’interno (più caldo) dell’edificio e l’esterno (più freddo). Tale depressione provoca l‘aspirazione dell’aria dal suolo, ricca di radon, verso l’interno dell’edificio.
Il radon è presente solo nelle cantine e nei luoghi sotterranei?
No, questa è una errata convinzione (purtroppo alquanto diffusa) e probabilmente legata al fatto che il peso atomico del radon è sensibilmente superiore al peso molecolare medio dell’aria. In realtà il radon è presente in tutti gli ambienti chiusi ed è presente anche all’aperto (ma in concentrazioni molto inferiori che nei luoghi chiusi).
Una parziale stratificazione del radon causata dal suo peso relativo a quello dell’aria si potrebbe riscontrare solo su una scala di molte centinaia di metri.
Chi fosse interessato ad approfondire questo argomento può leggere l’interessante articolo di Arrigo Cigna e Giovanni Baudino pubblicato nel 2008 sulla rivista americana Health Physics, Vol.95, pag.255-256.
In generale, la concentrazione di radon è maggiore negli ambienti chiusi che sono a diretto contatto con il suolo (in quanto il suolo è la principale sorgente di provenienza del radon) e quindi, tranne in alcuni casi, è maggiore nei piani più bassi di un edificio. Tuttavia, nei locali sotterranei dove è presente un impianto per il ricambio forzato dell’aria, è frequente trovare concentrazioni di radon inferiori a quelle riscontrate nei locali ai piani superiori dello stesso edificio.
Per ulteriori informazioni su questo argomento e su argomenti correlati vai alla pagina Effetti sulla salute.
Gli effetti sulla salute del radon
Il radon è un rischio per la salute?
L’esposizione al radon negli ambienti di vita e lavoro aumenta il rischio di contrarre un tumore polmonare, in modo proporzionale alla concentrazione di radon e al tempo di esposizione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il radon è la seconda causa di tumore al polmone, dopo il fumo di sigaretta e, per i non fumatori, è la prima causa.
Perché il radon è un rischio per la nostra salute?
L’esposizione al radon costituisce un rischio per la salute per via delle radiazioni ionizzanti emesse dai suoi prodotti di decadimento.
Il radon che viene inalato è espirato quasi totalmente prima che decada (una piccola quantità si trasferisce nei polmoni, nel sangue e, quindi, negli altri organi), mentre i prodotti di decadimento del radon inalati si depositano sulle pareti dell’apparato respiratorio e da qui irraggiano (soprattutto tramite le radiazioni alfa) le cellule dei bronchi.
Le radiazioni ionizzanti possono produrre (con una probabilità tanto maggiore quanto più alta è la quantità di radon inalata) dei danni al DNA di tali cellule, danni che, se non correttamente riparati dagli appositi meccanismi cellulari, possono evolversi in un tumore al polmone.
Se la concentrazione di radon misurata nella mia abitazione è superiore ad un livello di riferimento previsto dalle normative, c’è un rischio immediato di contrarre un tumore al polmone?
L’entità del rischio dipende non solo dalla concentrazione di radon a cui è esposti, ma anche da quanto dura l’esposizione. L’aumento del rischio di contrarre un tumore polmonare connesso con l’esposizione al radon è stato stimato per esposizioni di radon protratte per lunghi periodi di tempo (25-30 anni).
Quanti tumori al polmone sono dovuti al radon in Italia?
Il rischio attribuibile al radon in Italia è stato valutato dall’ISS sulla base dei più recenti studi epidemiologici, dei dati di concentrazione di radon rappresentativi dell’esposizione della popolazione italiana nelle abitazioni, e della mortalità per tumore polmonare: 3200 casi ogni anno (la stima oscilla da un minimo di 1100 a un massimo di 5700 in relazione alle incertezze delle stime di rischio).
Esiste una concentrazione di radon al di sotto della quale non si corrono rischi?
Il rischio di sviluppare un tumore al polmone aumenta in modo lineare con la concentrazione di radon. Ad oggi non è stata trovata una concentrazione di soglia al di sotto della quale il rischio sia zero. Per cui, anche concentrazioni basse di radon possono far aumentare, anche se di poco, il rischio di tumore al polmone.
Il radon è causa anche di altri tipi di tumore oltre a quello polmonare?
Dagli studi effettuati fino ad oggi, non esistono evidenze significative che mettono in relazione il radon con altri tipi di tumore.
A parità di concentrazione di radon, il rischio è maggiore per gli uomini o per le donne?
Dagli studi effettuati in questi ultimi anni, non sono emerse differenze di rischio tra uomini e donne.
I bambini sono più a rischio rispetto agli adulti?
Gli studi effettuati fino ad oggi non permettono di stabilire se il rischio di tumore polmonare connesso all’esposizione al radon sia più alto per i bambini rispetto agli adulti.
A parità di concentrazione di radon, il rischio è maggiore per i fumatori o per i non fumatori?
Il rischio di contrarre un tumore polmonare è maggiore per i fumatori. Tale rischio è 25 volte più alto per chi fuma un pacchetto di sigarette al giorno, rispetto a chi non fuma per niente.
Al numero totale di tumori polmonari attribuibili al radon in una certa zona contribuiscono maggiormente le persone esposte ad alte concentrazioni di radon?
No, la maggior parte dei tumori attribuibili al radon colpisce persone esposte a concentrazioni medio-basse.
In generale, pur essendo maggiore il rischio per le persone esposte a concentrazioni più alte, il loro numero è notevolmente inferiore rispetto a quello delle persone esposte a concentrazioni medio-basse.
Cosa occorre fare per ridurre il rischio di tumore polmonare?
In primo luogo, se si è fumatori, bisogna fare di tutto per smettere di fumare. Infatti il rischio di tumore polmonare connesso all’esposizione al radon è molto più alto per i fumatori, a causa degli effetti combinati di radon e fumo di sigaretta. Vedi la pagina Effetti sulla salute.
In secondo luogo, bisogna misurare la concentrazione di radon nella propria abitazione e, soprattutto nel caso questa risultasse elevata, procedere a ridurla attraverso specifiche azioni di risanamento.
Nel caso si abbia intenzione di abitare in un edificio di nuova costruzione, è possibile ridurre più facilmente l’ingresso del radon al suo interno (ed il rischio ad esso associato) accertandosi che semplici azioni di prevenzione siano intraprese in fase di costruzione dell’edificio.
Per ulteriori informazioni su questo argomento e su argomenti correlati vai alla pagina Effetti sulla salute.
Quanto radon c’è in Italia
Il valore della concentrazione media nazionale, stimato nell’ambito della prima indagine nazionale degli anni 89-98, è pari a circa 70 Bq/m3. Tale valore è più alto rispetto alla media mondiale, valutata intorno a 40 Bq/m3.
Nell’ambito delle Regioni vi è una situazione molto eterogenea, con concentrazioni medie inferiori a 30 Bq/m3 (Basilicata, Calabria, Marche) fino a concentrazioni superiori a circa 100 Bq/m3 (Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Lazio).
La situazione è ancor più eterogenea all’interno delle singole Regioni, dove i valori misurati nei singoli edifici (abitazioni, scuole, luoghi di lavoro) variano tra pochi Bq/m3 ad alcune migliaia di Bq/m3.
Successivamente alla prima indagine nazionale, diverse Regioni hanno effettuato ulteriori campagne di misura, su scala regionale e/o sub-regionale, che hanno coinvolto un numero di abitazioni maggiore (rispetto a quelle campionate nell’ambito dell’Indagine Nazionale), al fine di aumentare la conoscenza della distribuzione territoriale della concentrazione di radon.
Occorre sempre sottolineare che l’unico modo per valutare adeguatamente la concentrazione di radon in un particolare luogo (ad es. la propria abitazione) è quello di eseguire una misura diretta con dispositivi e protocolli adeguati.
Quanto sono rappresentativi i valori medi di concentrazione di radon che si trovano su siti internet di enti non istituzionali?
Si possono trovare facilmente in internet mappe o tabelle dove sono riportati i valori medi di concentrazione di radon misurati in determinate zone, ad es. una Regione o un Comune.
In generale, per essere considerato “rappresentativo”, il valore medio della concentrazione di radon negli edifici di un Comune o di una Regione deve essere stato ottenuto tramite indagini effettuate su un campione “rappresentativo” della popolazione di quella regione, ad es. su un campione sufficientemente numeroso di abitazioni estratte casualmente dall’elenco completo di tutte le abitazioni di quel Comune o di quella Regione.
Talvolta, invece, i valori medi che vengono riportati su siti di enti non istituzionali si riferiscono a misure effettuate su richiesta di singoli cittadini o, comunque, effettuate nell’ambito di indagini non rappresentative dell’esposizione al radon della popolazione (ad esempio, indagini effettuate solo in abitazioni al piano terra), o includono misure effettuate in locali non abitati come le cantine, o sono ottenute misurando solo in inverno, ecc.).
In questi casi, i valori riportati forniscono quasi sempre valori sovrastimati, cioè superiori (anche di molto) ai valori medi che si ottengono con indagini rappresentative negli edifici del territorio in esame. Infatti: le misure di concentrazione di radon effettuate su richiesta di singoli cittadini sono in prevalenza richieste da chi ritiene di avere un’elevata concentrazione di radon nella propria abitazione.
Le misure di concentrazione di radon effettuate nelle abitazioni (o altri locali) al solo piano terra forniscono generalmente risultati più elevati in quanto la concentrazione di radon è generalmente più alta al piano terra rispetto ai piani superiori, in quanto la principale sorgente di radon è il suolo.
Le misure di concentrazione di radon effettuate in locali non abitati, come le cantine, forniscono generalmente risultati più elevati sia perché tali locali sono generalmente posti in seminterrati o sotterranei, sia perché non essendo abitati questi locali hanno spesso un ricambio d’aria inferiore.
Le misure di concentrazione di radon effettuate solo durante l’inverno forniscono generalmente risultati più elevati in quanto la concentrazione di radon tende ad essere superiore in inverno che in estate.
In ogni caso si rammenta che il modo più affidabile, nonché semplice ed economico, per conoscere la concentrazione di radon nella propria abitazione è fare una misura con dispositivi e protocolli adeguati.
Come fare per sapere quanto radon c’è nella propria abitazione (o nel proprio luogo di lavoro)
Perché è utile misurare la concentrazione di radon nella propria abitazione (o nel proprio luogo di lavoro)?
La misura della concentrazione di radon nella propria abitazione (o nel proprio luogo di lavoro) è l’unico modo con cui è possibile valutare il rischio associato all’esposizione al radon.
Non è possibile effettuare tale valutazione, conoscendo solo il livello medio di radon presente nella regione in cui è presente l’abitazione/luogo di lavoro (ad esempio attraverso la consultazione di “mappe” del radon).
È possibile prevedere quanto radon c’è nella propria abitazione/luogo di lavoro consultando una “mappa” di radon?
No. L’unico modo per sapere quanto radon c’è nella propria abitazione è misurare la concentrazione di radon al suo interno per mezzo di piccoli ed economici strumenti di misura.
Le “mappe” di radon sono uno strumento utile per identificare le zone nelle quali è più alta la probabilità di trovare edifici con elevate concentrazioni di radon, ma non forniscono alcuno strumento per prevedere quanto radon c’è nella propria abitazione. Anche in una zona identificata sulle mappe come “a basso contenuto di radon” possono trovarsi abitazioni con alte concentrazioni di radon.
Come si può misurare la concentrazione di radon in casa?
È possibile misurare la concentrazione di radon nella propria casa mediante l’uso di piccoli ed economici dispositivi (rivelatori) da posizionare all’interno di uno o più locali della propria abitazione (generalmente camera da letto e/o stanza da pranzo).
Le ARPA di alcune Regioni, oltre che il Servizio Radon dell’Istituto di Radioprotezione dell’ENEA, forniscono su richiesta (generalmente a pagamento) un servizio di misura di radon. La singola misura di radon ha generalmente un costo non superiore a qualche decina di euro.
(Per ulteriori informazioni su questo argomento e su argomenti correlati vai alla sottosezione Come si misura il radon).
Per quanto tempo è necessario “esporre” i rivelatori di radon nella propria abitazione (o luogo di lavoro), al fine di misurare correttamente la concentrazione media annuale?
E’ necessario esporre i rivelatori per un periodo di un anno (eventualmente diviso in due semestri consecutivi), al fine di misurare correttamente la concentrazione media annuale.
La concentrazione di radon nei luoghi chiusi è generalmente più alta in inverno che in estate, anche se questo vale in media e non in tutte le situazioni (alcune eccezioni sono possibili). Questa variabilità stagionale rende le misure effettuate su periodi più brevi di un anno non rappresentative della concentrazione media annuale, la quale è proporzionale al rischio di tumore polmonare.
[...] Segue in allegato
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