Valutazione rischio diagnostica per immagini in ambito veterinario
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La valutazione del rischio nella diagnostica per immagini in ambito veterinario
INAIL, 2018
L’utilizzo di tecniche diagnostiche facenti uso sia di radiazioni ionizzanti (RI) che del principio fisico della risonanza magnetica (RM) ha visto notevolmente accrescere nell’ultimo ventennio le loro applicazioni in ambito veterinario, un settore il cui sviluppo è andato, in generale, via via aumentando con il crescere dell’attenzione e della cura dell’uomo nei confronti del mondo animale.
Le motivazioni sono legate a molteplici contesti: in primis la crescita esponenziale della presenza sempre più diffusa del possesso dei cosiddetti animali d’affetto, ovvero per lo più cani e gatti che molto spesso diventano parte integrante della propria abitazione o del contesto familiare in cui vengono presi in adozione. La spesa nei confronti di questa tipologia di animali per quanto attiene l’acquisto del cibo e per gli aspetti di cura sanitaria rappresenta oggi una voce sanitaria spesso molto importante nel budget di molte famiglie, pronte a volte anche a sacrificare altre tipologie di interessi per mantenere in salute e in piena forma il proprio amico fedele.
Gli animali domestici, anche quelli meglio accuditi dal proprio padrone, sono di fatto soggetti ad infortunio domestico alla stessa stregua dell’uomo, oltre che a tutte le forme di malattia generali e specifiche che appartengono alla specie di appartenenza. Inoltre il fatto di non vivere in cattività comporta per l’animale la perdita di buona parte dei riflessi istintivi propri della sua natura, come la caccia, la fuga, la difesa, l’istinto a cercare cibo per nutrirsi. Ecco perché se l’animale domestico viene portato al di fuori dell’ambiente in cui è ospitato viene a trovarsi completamente disorientato, incapace sia di difendersi che di percepire i pericoli del mondo circostante.
Di fatto se per l’uomo oggi l’ambiente in cui si registra il maggior numero di infortuni è quello domestico, anche per gli animali è facile immaginare una sorte analoga, anche se per motivi in parte diversi, quali l’incapacità di discernere molte tipologie di pericoli quali ingerire detersivi, scottarsi avvicinandosi inopportunamente ai fornelli o altre fonti di calore ad alta temperatura, cadere arrampicandosi da finestre e balconi.
Ma gli animali d’affetto non rappresentano l’unica utenza significativa del mondo veterinario: gli animali destinati ad attività ludico-sportive, come i cavalli da corsa e da ostacoli, rappresentano oggi in tutto il mondo una fonte incredibile di fruitori dei servizi veterinari e hanno spinto alcune case costruttrici - come è successo in Inghilterra, negli Stati Uniti e anche in Italia - ad investire nella realizzazione di apparecchiature diagnostiche completamente dedicate al mondo animale e a specifiche applicazioni in base alla specie, alla taglia e anche - in taluni casi - in funzione del distretto corporeo interessato.
Un altro mondo meno rilevante nei numeri, ma non per questo meno importante nelle applicazioni, è rappresentato da tutti gli animali addestrati, come i cani antidroga, i cani per i non vedenti o quelli impiegati per il ritrovamento di persone sotto le macerie a seguito di terremoti o di altre calamità naturali ed eventi incidentali. Questi animali seguono un percorso di selezione e di addestramento molto intenso della durata talvolta anche di diversi anni, vengono continuamente mantenuti in allenamento e lo stato di salute monitorato costantemente al fine di garantire la piena efficienza per far fronte a qualsiasi intervento.
Un’altra branca della diagnostica veterinaria è quella che afferisce alle riserve naturali in cui vengono tenuti alcuni generi animali che sono a rischio di estinzione. In questi ambiti non solo è importante la cura e la salvaguardia della salute dell’animale, ma la loro tutela sanitaria è anche propedeutica ad incentivarne la riproduzione, finalizzata al mantenimento in vita della specie.
Esiste poi anche un’altra branca legata all’impiego degli animali per la sperimentazione scientifica, consentita in Italia e in Europa nel rispetto di severe legislazioni e accordi internazionali, necessaria per la sperimentazione e la produzione di nuovi farmaci, per lo studio delle malattie e per la messa a punto di nuovi metodi di diagnosi e protocolli di cura. Il cosiddetto animale da laboratorio (tipicamente topi, ratti, cavie, conigli, ecc.) viene opportunamente prescelto sulla base del tessuto, dell’apparato o dell’organo oggetto di studio, che meglio si avvicina a quello dell’uomo.
Questo genere di sperimentazione preclinica rappresenta, in medicina in molti casi, una delle fasi cruciali per ottenere il benestare - da parte delle autorità competenti - al passaggio della sperimentazione sull’uomo.
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1. Introduzione
2. Anestesia dell’animale
2.1 Anestesia locale
2.2 Anestesia generale
3. La diagnosi per immagini sugli animali
4. Analisi dei rischi legati all’utilizzo di radiazioni ionizzanti e campi elettromagnetici nelle tecniche di diagnostica per immagini
4.1 Rischi legati all’utilizzo delle radiazioni ionizzanti
4.2 Rischi legati all’utilizzo delle apparecchiature di risonanza magnetica
5. L’attuale quadro normativo e le figure professionali coinvolte nella gestione dei rischi associati all’utilizzo di apparecchiature di diagnostica per immagini
5.1 Il quadro normativo per le radiazioni ionizzanti
5.2 Il quadro normativo in risonanza magnetica
6. Le indicazioni operative Inail in risonanza magnetica nella veterinaria del 2011
7. Aspetti generali inerenti la detenzione e l’autorizzazione all’impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti (di cui ai capi V e VI del d.lgs. 230/1995)
7.1 La non rilevanza radiologica
7.2 La comunicazione preventiva di pratica
7.3 Nulla osta di categoria A e B
8. L’installazione di impianti radiologici in ambito veterinario
9. Conclusioni
10. Bibliografia
11. Riferimenti normativi
12. Acronimi
Fonte: INAIL
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