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Worklimate | Esposizione occupazionale al caldo

ID 13674 | | Visite: 4728 | News SicurezzaPermalink: https://www.certifico.com/id/13674

Worklimate

Worklimate | Esposizione occupazionale al caldo

ID 13674 | Update 02.07.2024

Worklimate: Prototipo di piattaforma previsionale di allerta per la prevenzione dei rischi legati allo stress da caldo per i lavoratori

Impatto dello stress termico ambientale sulla salute e produttività dei lavoratori: strategie di intervento e sviluppo di un sistema integrato di allerta meteo-climatica ed epidemiologica per vari ambiti occupazionali

La popolazione mondiale, a causa del cambiamento climatico in atto, è sempre più esposta a condizioni di caldo particolarmente critiche per la salute che tendono a protrarsi anche oltre il periodo estivo e purtroppo la situazione è destinata ad aggravarsi nei prossimi anni anche se le emissioni di gas serra tenderanno a ridursi. I lavoratori, in particolare quelli che svolgono la maggior parte delle loro attività all’aperto, settore agricolo e delle costruzioni in primis, sono tra i soggetti più esposti agli effetti del caldo e in generale a tutti i fenomeni atmosferici.

Il progetto WORKLIMATE, condotto da CNR ed INAIL nell’ambito dei bandi per le ricerche in collaborazione (BRIC 2019) e con un ventaglio ampio e qualificato di enti di ricerca coinvolti, si prefigge come obiettivo generale quello di approfondire, soprattutto attraverso la banca dati degli infortuni dell’INAIL, le conoscenze sull’effetto delle condizioni microclimatiche (in particolare dello stress da caldo) sui lavoratori, con un’attenzione specifica alla stima dei costi sociali degli infortuni sul lavoro.

Oltre alla organizzazione di alcuni casi-studio ad hoc in aziende selezionate in zone del centro Italia, per studiare l’effetto del caldo sui lavoratori sul campo, sono state organizzate due indagini nazionali  per indagare:

- la percezione e la conoscenza degli effetti del caldo negli ambienti di lavoro 

- l’impatto dello stress da caldo sui lavoratori impegnati in ambito sanitario associato all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI) durante la pandemia COVID-19

L’obiettivo è  quello di individuare strategie di intervento per ridurre il rischio da caldo per il settore occupazionale. Sarà quindi sviluppato e reso operativo un sistema di allerta da caldo, integrato meteo-climatico ed epidemiologico, specifico per il settore occupazionale, rappresentato da una piattaforma previsionale web in cui sarà disponibile una previsione di rischio caldo fino a 5 giorni ad elevata scala di dettaglio spaziale e temporale (risoluzione 7km e dettaglio orario) per un soggetto standard che svolge una specifica mansione oltre che una web app con previsioni personalizzate sulla base delle caratteristiche individuali del lavoratore, dell’ambiente di lavoro (lavoro esposto al sole o in zone d’ombra), del vestiario indossato (con particolare riferimento ai DPI) e della tipologia di lavoro svolto. 

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I rischi nella stagione calda per i lavoratori.

L’esposizione quotidiana alle elevate temperature durante la stagione calda rappresenta un grave problema anche in ambito occupazionale, soprattutto per i lavoratori che svolgono la propria mansione in ambienti non condizionati, esposti per lunghi periodi di tempo alla radiazione solare, magari anche a contatto con superfici o macchinari che emettono calore e spesso indossando dispositivi di protezione individuale (DPI) che rendono difficile la dispersione del calore corporeo. L’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia ed il crescente aumento dell’età media dei lavoratori, hanno in molti casi accentuato il rischio. Oltre a questo, dobbiamo considerare che condizioni di caldo intenso sono sempre più frequenti durante la stagione estiva, ma anche nelle stagioni intermedie, in molti paesi europei con particolare riferimento a quelli che si affacciano sul bacino del mediterraneo. Secondo il National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti, il 2020 è stato il secondo anno più caldo degli ultimi 140 anni (dopo il 2016) mentre il 2019 è risultato il terzo anno più caldo mai registrato a livello globale. Per questo motivo sono sempre più numerosi gli studi che hanno analizzato l’impatto dello stress da caldo sulla salute e produttività dei lavoratori in termini di riduzione delle prestazioni cognitive e fisiche sul posto di lavoro e di aumento del rischio di infortunio. Assume quindi sempre maggiore rilevanza l’adozione di misure preventive volte a ridurre l’impatto del caldo sulla salute dei lavoratori.

I costi degli infortuni sul lavoro correlati allo stress termico.

I costi globali stimati per la perdita di tempo di lavoro ammontano in un recente studio per gli Stati Uniti a circa 280 miliardi nel 1995, arrivando a 311 miliardi nel 2010 pari quindi allo 0,5% del PIL, con una crescita stimata entro il 2030 ai 2,4-2,5 trilioni (pari quindi all’1% del PIL). Alcuni studi hanno stimato le spese sanitarie legate agli infortuni sul lavoro correlati allo stress termico con costi annuali medi pari a 1 milione di dollari in Spagna, 1 milione in Cina e 250.000 dollari in Australia. I Paesi in via di sviluppo e quelli con climi più caldi registrano perdite di produttività in proporzione al PIL ancora maggiori. I rischi legati allo stress termico occupazionale si osservano maggiormente nelle industrie con attività outdoor, nelle medie imprese e i lavoratori più colpiti sono di sesso maschile con una età compresa tra 25 e 44 anni.

Il prototipo della piattaforma previsionale realizzato da Inail e CNR

La piattaforma previsionale, disponibile al link sottoindicato, è stata realizzata all’interno del progetto in collaborazione Inail-CNR dal titolo “Impatto dello stress termico ambientale sulla salute e produttività dei lavoratori: Strategie di intervento e sviluppo di un sistema integrato di allerta meteo-climatica ed epidemiologica per vari ambiti occupazionali”. Il prototipo di sistema previsionale WORKLIMATE utilizza un indicatore ampiamente utilizzato in ambito occupazionale a livello internazionale per una prima valutazione (primo screening) dello stress da caldo, il Wet Bulb Globe Temperature (WBGT). Partendo da una analisi di letteratura sono state raccolte informazioni circa l’indicatore di stress termico e le relative soglie di rischio (climatologiche, biometeorologiche, epidemiologiche) utilizzate nei sistemi di allerta al momento sviluppati o che comunque sono stati utilizzati per applicazioni legate alla valutazione dello stress da caldo in ambito occupazionale, oltre che l’eventuale presenza di linee guida comportamentali o piani di gestione del rischio associati al servizio. La revisione ha messo in luce come la maggior parte delle nazioni europee non abbia ancora sviluppato un sistema di allerta termico specifico per il settore occupazionale e, nei casi in cui esso fosse presente, non è personalizzato, cioè calibrato in funzione delle caratteristiche del lavoratore, della sua attività e dell’ambiente di esposizione, ma fornisce informazioni generalizzate per l’ambito occupazionale.

Una previsione personalizzata per il lavoratore.

La previsione del rischio caldo è stata personalizzata su un profilo di lavoratore standard (alto 175 cm, peso 75 kg) non acclimatato al caldo, che svolge attività moderata o intensa direttamente esposto alla radiazione solare o all’ombra. Il lavoratore standard non indossa dispositivi di protezione individuale o comunque indossa un abbigliamento che non determina un ulteriore aumento del rischio. Le mappe mostrano la previsione del rischio caldo fino a tre giorni, in quattro momenti della giornata corrispondenti alle ore 8:00, 12:00, 16:00 e 20:00. La previsione del livello di rischio è definita dal rapporto percentuale tra il WBGT previsto e la soglia personalizzata di WBGT del lavoratore standard sopra descritto. Se il WBGT previsto si colloca al di sotto dell’80% della soglia personale di WBGT, il conseguente rischio sarà nullo (verde), se invece si colloca tra l’80 ed il 100% il rischio sarà basso (giallo). Nel caso in cui invece il WBGT previsto sia superiore alla soglia personale, il rischio potrà essere moderato (tra il 100 ed il 120%, arancione) oppure alto (oltre il 120%, rosso). Questa previsione sarà a breve integrata da una applicazione mobile che permetterà di ottenere previsioni personalizzate (web app) sulla base delle caratteristiche personali dei lavoratori (altezza, peso, attività fisica svolta, tipo di vestiario indossato) e dell’ambiente di lavoro (esposti al sole o in zone d’ombra), fornendo suggerimenti personalizzati anche sulla base della presenza di eventuali fattori di suscettibilità/vulnerabilità individuali.

Portale del progetto Worklimate

Piattaforma previsionale

Fonte: PAF/INAIL

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Tags: Sicurezza lavoro Rischio ambienti di lavoro

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