Incidente funivia di Stresa del 23 Maggio 2021
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Incidente funivia di Stresa del 23 Maggio 2021
ID 13616 | Update 26.05.2022 /DiGIFeMa Relazione intermedia di indagine sull’incidente del 23 maggio 2021
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Poco prima delle 12, è avvenuta la caduta della cabina della funivia Stresa/Mottarone, nella zona intorno a Stresa nel Verbano: 14 i morti, tra cui un bambino di 9 anni, mentre un altro bimbo di 5 è rimasto ferito.
La funivia a circa 100 metri dalla stazione di arrivo è precipitata dopo la rottura del cavo trainante e il mancato funzionamento del freno di emergenza ad azione sulle 2 funi portanti. (prime ricostruzioni - ndtr).
La mancata attivazione del freno ha fatto sì che la cabina, dopo la rottura del cavo, abbia preso velocità, iniziando a scendere, finendo così catapultata fuori dalle 2 funi portanti, dopo l'urto con alberi e un traliccio di sostegno dell'impianto.
La chiamata di emergenza è stata lanciata, intorno alle 12.15, da una persona che si trovava in zona e che ha assistito alla caduta della cabina della funivia, avvenuta un centinaio di metri a valle della stazione che sorge sulla cima del Mottarone, a 1492 metri di quota.
L’impianto a cui appartiene la funivia collega Stresa e la cima del Mottarone risale al 1963 e sostituisce un vecchio percorso ferroviario del 1911; strutturata in due tronconi, ciascuno con due cabine dalla portata di 35 persone.
I lavori furono affidati alla ditta Piemonte Funivie e l’impianto fu inaugurato nel 1970. Poi nel 2009, a completamento dell’opera, è stata costruita dalla società Leitner una seggiovia biposto. Le revisioni dell’impianto risalgono al 2002 (revisione straordinaria), poi nel 2014 una revisione generale. La riapertura nel 2016 e rinnovate le stazioni di riferimento della funivia tra ottobre-dicembre 2016. (fonti varie)
Aggiornamenti
Pubblicata la relazione intermedia di indagine (interim report) sull’incidente del 23 maggio 2021
La commissione di indagine istituita dalla DiGIFeMa per lo svolgimento dell’inchiesta tecnica di sicurezza – nelle more della conclusione delle proprie attività – ha predisposto ai sensi della legge (Art. 24, C.2 D.Lgs. 50/2019) la relazione intermedia d’indagine ad un anno dall’evento.
La relazione intermedia si conclude con tre raccomandazioni indirizzate alle competenti Autorità di sicurezza affinché, su tutti gli impianti a fune utilizzanti teste fuse, si proceda ad un controllo straordinario finalizzato a migliorare il monitoraggio dello stato di efficienza e delle condizioni di sicurezza dell’esercizio degli impianti stessi.
[box-note]Update Corriere 31 Maggio 2021
Gli elementi chiave dell’inchiesta sull’incidente alla funivia del Mottarone del 23 maggio 2021: il forchettone che ha disattivato i freni e la testa fusa, l’elemento che potrebbe essersi spezzato causando la rottura della fune traente.
Primi tre indagati accusati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose gravissime nei confronti di un bambino (unico sopravvissuto) e di rimozione od omissione dolosa di cautele aggravata dal disastro.
La procuratrice Olimpia Bossi spiega che i fermati «sono stati coinvolti in un fatto concreto che è determinate rispetto all’incidente. Abbiamo accertato che il sistema di emergenza dei freni era manomesso, nel senso che era stato apposto un forchettone, un blocco dei freni, un meccanismo che tiene aperte le ganasce che dovrebbero bloccare la cabina sul cavo portante in caso di rottura del cavo trainante».
Si è parlato a lungo di questo meccanismo, ma fino ad ora si pensava che qualcuno l’aveva lasciato istallato per errore, se l’era dimenticato sulle ganasce dei freni dopo un intervento. Invece, l’accusa è molto più grave. «Era stato applicato per evitare continui disservizi e blocchi della funivia. Il sistema presentava delle anomalie e avrebbe avuto bisogno di un intervento radicale con un blocco anche consistente nel tempo dell’impianto», spiega la Procuratrice.
«Il freno non è stato attivato volontariamente? Sì sì, lo hanno ammesso», ha detto il tenente colonnello Alberto Cicognani, nella mattinata. A tirare in ballo Perocchio (che deve essere ancora sentito dagli inquirenti) e il titolare Nerini è stato Tadini, il capo operativo del servizio.
Quegli interventi tecnici - ha spiegato la procuratrice - erano stati «richiesti ed effettuati», uno il 3 maggio, ma «non erano stati risolutivi e si è pensato di rimediare: nella convinzione che mai si sarebbe potuto verificare una rottura del cavo, si è corso il rischio che ha purtroppo poi determinato l’esito fatale».
Quella che la procuratrice definisce una scelta «molto sconcertante» è stata portata avanti pur di evitare una riparazione adeguata del sistema frenante che probabilmente avrebbe portato a una lunga chiusura dell’impianto, le cui casse erano state messe già a dura prova dal lockdown. «Non è stata la scelta di un singolo, ma condivisa e non limitata a quel giorno - ha detto Bossi - È stata una scelta legata a superare problemi che avrebbero dovuto essere risolti con interventi più decisivi e radicali invece che con telefonate volanti»
Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha istituito una Commissione Ispettiva con il compito di “individuare le cause tecniche e organizzative” che hanno provocato il gravissimo incidente della funivia di Stresa. Il Capo del Dipartimento per i trasporti e la navigazione del Mims, Mauro Bonaretti, ha firmato il decreto istitutivo della Commissione di esperti, presieduta dal prof. Gabriele Malavasi, che dovrà redigere una relazione dettagliata da presentare al Ministro sulle cause tecniche e organizzative che hanno provocato l’incidente.
Questa Commissione, voluta da Ministro in considerazione della gravità di quanto accaduto, svolgerà approfondimenti specifici, che si aggiungono agli accertamenti della Direzione Generale per le Investigazioni Ferroviarie e Marittime - DGFEMA, organismo investigativo indipendente previsto dalla normativa europea. DGFEMA ha avviato un’inchiesta finalizzata ad accertare le cause dirette ed indirette dell’incidente e per individuare le azioni più opportune per evitare il ripetersi di eventi analoghi, fermo restando l’accertamento delle eventuali responsabilità, di esclusiva competenza della magistratura.
Intanto, gli uffici competenti del Mims hanno informato che la revisione generale dell’impianto è avvenuta nell’agosto del 2016, i controlli si sono poi susseguiti a luglio del 2017 e successivamente, tra novembre e dicembre 2020, sono stati effettuati controlli specifici sulle funi. In particolare, a novembre del 2020 sono stati effettuati controlli magnetoscopici sulle funi portanti, sulle funi traenti e sulla fune soccorso. Infine, a dicembre 2020 è stato effettuato da una società specializzata l’esame visivo delle funi tenditrici.
Documenti e normativa di riferimento:
Esercizio/manutenzione impianti fune trasporto pubblico persone
Capo Servizio Impianti a fune
Regolamento (UE) 2016/424 - Impianti a fune e norme armonizzate 2019
Collegati
Esercizio e manutenzione impianti a fune trasporto pubblico persone
Decreto Milleproroghe 2021 | Impianti a fune
Linee guida progetto definitivo/esecutivo infrastruttura impianti a fune
Regolamento (UE) 2016/424 - Impianti a fune | Testo consolidato e NTA
Regolamento (UE) 2016/424: Impianti a fune
Norme armonizzate Regolamento (UE) 2016/424 Impianti a fune
D.P.R. 11 luglio 1980 n. 753
D.D. n. 288 del 17 settembre 2014
Decreto 18 febbraio 2011
Decreto 11 maggio 2017
D.D. n. 337 del 16 Novembre 2012
Decreto 18 febbraio 2011
Decreto MIT n. 203 del 1° dicembre 2015
Regolamento (UE) 2016/424: Impianti a fune
Decreto Dirigenziale n.144 del 18 maggio 2016
Decreto 11 maggio 2017
D.D. n. 166 del 13 maggio 2019
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