Protocollo d’intesa sulla Terra dei fuochi
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Protocollo d’intesa sulla Terra dei fuochi
19.11.2018
Il protocollo d’intesa sulla Terra dei fuochi, siglato da presidente del Consiglio dei ministri, sei ministri e Regione Campania, investe anche il Snpa, in particolare Ispra e Arpa Campania.
Contenuto fondamentale dell’accordo è il Piano d’azione per il contrasto ai roghi di rifiuti, che fa capo a un’unità di coordinamento presieduta da un delegato del presidente del Consiglio dei ministri, ed è articolato in tre ambiti di intervento.
Il Piano prevede una serie di azioni, nel breve-medio periodo, in chiave di tutela della salute della popolazione nei novanta comuni della cosiddetta Terra dei fuochi, compresi tra le province di Napoli e Caserta. Secondo ambito di intervento, la tutela dell’ambiente e degli ecosistemi. Infine, si rafforza il presidio del territorio per prevenire gli incendi dolosi di rifiuti, con particolare attenzione ai siti di trattamento dei rifiuti e con il coinvolgimento dei militari dell’operazione Strade Sicure.
Il primo ambito di intervento prescrive, tra l’altro, di implementare una banca dati sul sistema di trattamento dei rifiuti campano, di rendere operativo il Registro regionale dei tumori, di potenziare il monitoraggio della qualità dell’aria (azioni in cui è coinvolta l’agenzia ambientale regionale).
Sul fronte della tutela ambientale, d’altronde, sono ovviamente chiamati in causa gli enti del Snpa: il Piano prevede, tra l’altro, azioni di risanamento ambientale nei Siti contaminati di interesse nazionale, un accordo Stato-Regione Campania sulla qualità dell’aria, interventi per la rimozione dei rifiuti combusti o abbandonati, verifiche rafforzate in fase di rilascio e di rinnovo delle autorizzazioni agli impianti di gestione dei rifiuti.
Un piano, petanto, che si sviluppa in tre ambiti: quello della salute, della tutela ambientale e del presidio del territorio. Sono previste “25 azioni di prevenzione – ha spiegato Il Ministro – e anche misure da far scattare qualora ci dovesse essere un incendio di rifiuti, tutto secondo la logica del chi fa cosa”.
Misure repressive come il daspo ambientale e preventive come le fidejussioni bancarie e assicurative esigibili saranno inserite nel disegno di legge TerraMia che il Ministro presenterà a gennaio, subito dopo l’approvazione della legge di Bilancio.
Il secondo ambito di intervento riguarda, invece, la “Tutela ambientale ed ecosistemica” e prevede nel dettaglio, tra gli ambiti di intervento: il Rafforzamento delle attività di spegnimento dei roghi, interventi di ripristino nella aree protette colpite; il risanamento dei Siti di interesse nazionale; le segnalazioni di danno ambientale o minaccia imminente di danno al di fuori dei Siti di interesse nazionale; un accordo tra Stato e regioni sulla qualità dell’aria nella regione Campania; la rimozione dei rifiuti abbandonati e dei rifiuti combusti; verifiche in fase di rilascio/aggiornamento/ rinnovo delle autorizzazioni.
Il terzo e ultimo ambito di intervento concerne un “Presidio e controllo del territorio per la prevenzione degli incendi di rifiuti”.
Le misure lo riguardano sono numerose: azioni di sensibilizzazione e informazione rivolte ai cittadini per il contrasto del fenomeno; azioni concernenti i piani per il coordinamento delle attività di controllo e vigilanza sui siti di stoccaggio di rifiuti sensibili e di prevenzione e contrasto dei roghi di rifiuti; l’impiego di contingenti di rinforzo delle Forze di polizia e rinforzo del contingente di personale delle forze armate nell’operazione Strade sicure; il rafforzamento delle attività di monitoraggio sullo stato dei siti e sulla valutazione del rischio da parte del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco; l’aggiornamento del censimento delle aree da indagare e dei siti interessati da abbandono e rogo di rifiuti e messa a sistema degli impianti di gestione dei rifiuti.
E, ancora, l’elaborazione di linee guida per prescrizioni anti incendio e verifiche nei provvedimenti di autorizzazione alla realizzazione ed esercizio di impianti di trattamento dei rifiuti; il rafforzamento delle attività di monitoraggio sullo stato dei siti e sulla valutazione del rischio da parte del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; la realizzazione di una rete di monitoraggio del territorio attraverso postazioni fisse e l’utilizzo di droni e altri velivoli a pilotaggio da remoto; l’implementazione della rete di sicurezza e videosorveglianza attraverso un sistema centrale di controllo permanente; la prevenzione e il controllo nelle aree nazionali protette; l’aggiornamento del portale PROMETEO e applicazioni mobili per il coinvolgimento dei cittadini; il rafforzamento dei presidi territoriali, delle verifiche degli ispettorati del lavoro e della formazione delle polizie locali, con particolare riguardo al tema della contraffazione.
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Fonte: MATTM