Regolamento 1143/2014 sulle specie esotiche invasive: UE deferisce Italia e altri paesi alla Corte di giustizia
ID 20248 | 27.08.2023 / In allegato Ricorso Commissione
Biodiversità: la Commissione decide di deferire alla Corte di giustizia 6 Stati membri che non hanno impedito l'introduzione di specie esotiche invasive che danneggiano la natura europea
La Commissione ha deciso in data 26 gennaio 2023 di deferire:
Italia (Procedura INFR(2021)2016), Bulgaria, Irlanda, Grecia, Lettonia, e Portogallo alla Corte di giustizia dell'UE per la mancata attuazione di diverse disposizioni del regolamento (UE) n. 1143/2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l'introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive ("regolamento sulle specie esotiche invasive" o "regolamento IAS"). Le specie esotiche invasive sono piante e animali introdotti accidentalmente o deliberatamente in un'area in cui normalmente non si trovano. Il regolamento IAS prevede misure da adottare in tutta l'UE in relazione alle specie esotiche invasive incluse nell'elenco dell'Unione.
I 6 Stati membri non hanno elaborato, attuato e comunicato alla Commissione un piano d'azione (o una serie di piani d'azione) per contrastare i principali vettori di introduzione e di diffusione delle specie esotiche invasive di rilevanza per l'UE.
Nel giugno 2021 la Commissione ha pertanto inviato lettere di costituzione in mora a 18 Stati membri (Belgio, Bulgaria, Cechia, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia), e successivamente pareri motivati a 15 di essi (Belgio, Bulgaria, Cechia, Cipro, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia) nel febbraio 2022.
Da allora 11 Stati membri hanno adempiuto ai loro obblighi e 1 di essi adotterà tempestivamente le misure mancanti. Tuttavia, nonostante alcuni progressi, i restanti 6 Stati membri (Bulgaria, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia e Portogallo) non hanno affrontato interamente le carenze segnalate. La Commissione ritiene che gli sforzi profusi finora dalle autorità di questi 6 Stati membri siano stati insoddisfacenti e insufficienti e ha pertanto deciso di deferirli alla Corte di giustizia dell'UE.
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Il regolamento sulle specie esotiche invasive, entrato in vigore il 1º gennaio 2015 e vertente sulle specie considerate "di rilevanza unionale", comprende attualmente 88 specie – ad esempio piante quali il giacinto d'acqua e animali quali il calabrone asiatico o il procione – che richiedono un intervento a livello europeo. Gli Stati membri devono adottare misure efficaci per prevenire l'introduzione deliberata o accidentale nell'UE di tali specie, individuarle e adottare misure di eradicazione rapida in una fase precoce dell'invasione o, se le specie sono già ampiamente radicate, adottare misure per eradicarle, tenerle sotto controllo o impedire che si diffondano ulteriormente.
Nell'ambiente europeo vi sono almeno 12 000 specie esotiche, il 10-15% delle quali è invasivo. Le specie esotiche invasive possono provocare l'estinzione locale di specie indigene a causa della concorrenza su risorse limitate quali cibo e habitat, dell'interriproduzione o della diffusione di malattie. Possono alterare il funzionamento di interi ecosistemi compromettendone la capacità di fornire servizi preziosi, come l'impollinazione, la regolazione delle acque o il controllo delle inondazioni. Il calabrone asiatico, ad esempio, introdotto accidentalmente in Europa nel 2005, è predatore di api mellifere autoctone, riduce la biodiversità locale degli insetti autoctoni e in generale incide sui servizi di impollinazione.
Le specie esotiche invasive hanno spesso un impatto economico significativo nella misura in cui riducono i rendimenti dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca: ad esempio, alla noce di mare (Mnemiopsis leidyi), introdotta accidentalmente nel Mar Nero, è imputata la drastica diminuzione di almeno 26 stock ittici commerciali del Mar Nero, tra cui acciughe e sgombri. Le specie invasive possono danneggiare le infrastrutture, ostacolare il trasporto o ridurre la disponibilità di acqua bloccando le vie navigabili o ostruendo le tubazioni delle acque industriali.
Le specie esotiche invasive possono rappresentare un problema serio anche per la salute umana: provocano infatti gravi allergie e irritazioni cutanee (come le ustioni causate dal panace gigante, Heracleum mantegazzianum) e fungono da vettori di pericolosi agenti patogeni e malattie (i procioni trasmettono malattie agli animali e agli esseri umani).
In tale contesto l'azione preventiva, oggetto della decisione odierna di deferimento alla Corte, è un investimento essenziale in quanto è molto più efficace e meno costoso prevenire l'introduzione di specie invasive che affrontare e mitigare i danni della loro diffusione.
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