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Europe, Rome

Vademecum sicurezza aerosol

ID 17500 | | Visite: 11984 | Documenti riservati Full PlusPermalink: https://www.certifico.com/id/17500

Vademecum sicurezza aerosol   Rev 1 0 2024

Vademecum sicurezza e ambiente aerosol / Tutta la disciplina - Aprile 2024

ID 17500 | Update Rev. 1.0 del 14.04.2024 / In allegato Vademecum

Tutta la disciplina Tecnico/Normativa inerente la sicurezza e l'ambiente degli aerosol: DPR n. 741/1982 | CLP | TUA | ADR 

Il presente vademecum illustra, anche con il supporto di immagini e tabelle, le prescrizioni teniche normative relative ai generatori aerosol.

Update Rev. 1.0 del 04 Aprile 2024

- Inserito paragrafo 9.1: Armadi stoccaggio - EN 14470-2
- Inserito capitolo ADR 6.2.6.
- Aggiornate norme tecniche
- Miglioramenti grafici

Per generatore aerosol s'intende l'insieme costituito da un recipiente non riutilizzabile di metallo, vetro o materia plastica, contenente un gas compresso, liquefatto o disciolto sotto pressione, insieme o non ad un liquido, una pasta o una polvere e munito di un dispositivo di prelievo che permetta la fuoriuscita del contenuto sotto forma di particelle solide o liquide in sospensione gassosa, sotto forma di schiuma, di pasta o di polvere o allo stato liquido.

Da questa definizione si capisce che l’aerosol è un formulato unico, diverso da tutti gli altri, perché è costituito non solo dalla presenza di diverse sostanze chimiche, ma anche dal tipo di contenitore e dalla fase di riempimento e di confezionamento. A seconda della natura del prodotto concentrato (costituito dal principio attivo e dagli additivi), dal propellente, dal solvente o co-solvente, nonché del tipo di contenitore, il prodotto dispensato sarà uno spray liquido, una schiuma, una pasta o una polvere. Per esempio, la schiuma può essere un sapone da barba, una pasta un antiadesivo per saldatura, la polvere uno spray di talco ed il liquido un deodorante. Gli aerosol sono utilizzati nell’industria chimica nella produzione di diversi prodotti (cosmetici, prodotti per la casa, insetticidi, farmaci, vernici, ecc.) che vengono emessi in forma dispersa per l’azione di un gas liquefatto o compresso.

Il vademecum risulta essere così strutturato:
Premessa
1. Definizione di generatore aerosol
2. Componenti infiammabili
3. Aerosol infiammabili
4. Aerosol infiammabili e CLP
5. Etichettatura
6. Aerosol - ADR
7. Aerosol - rifiuti
8. Norme tecniche
9. Requisiti per lo stoccaggio
9.1 Armadi stoccaggio - EN 14470-2 [Rev. 1.0 2024]

Gli aerosol sono delle particelle liquide o solide disperse da un gas propellente. I formulati a base di spray aerosol sono costituiti dal prodotto, dal propellente, dal co-solvente, dagli additivi e dal contenitore con tutti i suoi componenti. Gli spray aerosol sono utilizzati in quasi tutte le industrie specialistiche.

I propellenti utilizzati negli aerosol sono sostanze gassose che sotto pressione passano allo stato liquido all’interno di una bomboletta di allumino o di banda stagnata.

Nel 1926 l’ingegnere chimico svedese Erik Rotheim ebbe l’idea che un gas liquefatto sotto pressione una volta portato a pressione ambiente tramite una valvola potesse diffondere il contenuto della bomboletta sotto forma di aerosol staccandosi da esso una volta immesso nell’ambiente.

Nel 1941 si realizzarono su larga scala nel corso della seconda guerra mondiale le prime bombolette spray con erogatore per diffondere un insetticida contro gli insetti che tormentavano i soldati

Negli anni ’50 dello scorso secolo le bombolette aerosol si diffusero anche in Europa.

Quando un propellente di gas liquefatto o una miscela di propellenti è immesso nel contenitore per con il prodotto si stabilisce un equilibrio tra il propellente liquefatto e una fase di vapore e occupa la parte superiore del contenitore.

La pressione esercitata detta tensione di vapore è una caratteristica di ciascun propellente a una data temperatura. Poiché la pressione del vapore è esercitata in modo uguale in tutte le direzioni ed è indipendente dalla quantità di fase liquefatta presente, quando la valvola è aperta la fase liquida è sospinta in alto attraverso il tubo di immersione e fuoriesce dal contenitore.

Quando il propellente fuoriesce evapora a causa della diminuzione di pressione e lascia il principio attivo sotto forma di goccioline liquide sospese nell’aria.

Quando la valvola è chiusa si ristabilisce rapidamente l’equilibrio tra la fase liquefatta del propellente e la fase vapore. Pertanto, la pressione all’interno del contenitore rimane virtualmente costante e il prodotto può essere rilasciato continuamente ad una velocità uniforme e con la stessa propulsione.

Immagine 1   Bomboletta di vernice aerosol

Immagine 1 - Bomboletta di vernice aerosol

Una formulazione per aerosol è composta da due componenti: il prodotto e il propellente. Il prodotto è una sostanza attiva combinata con ingredienti aggiuntivi o co-solventi necessari per realizzare un miscuglio stabile ed efficace.

Il prodotto può presentarsi sotto forma di soluzione, sospensione, emulsione o in polvere. Il propellente fornisce la forza per espellere il prodotto dal contenitore.

Quando il propellente è un gas liquefatto o una miscela di gas liquefatti, può anche fungere da solvente o veicolo per il prodotto.

Un propellente è una sostanza chimica con una tensione di vapore maggiore della pressione atmosferica a 40 °C. I tipi di propellenti che possono essere usati negli aerosol includono clorofluorocarburi, idrocarburi, idroclorofluorocarburi e idrofluorocarburi e gas compressi.

Tuttavia, in ossequio al Protocollo di Montreal volto a ridurre la produzione e l’uso di quelle sostanze che minacciano lo strato di ozono entrato in vigore nel 1989, i CFC sono stati sostituiti da miscele di idrocarburi volatili come propano, n-butano e isobutano. I propellenti usati per gli alimenti come la panna spray sono il biossido di carbonio e il monossido di diazoto. Possono anche essere utilizzati il dimetiletere e l’etilmetiletere che tuttavia presentano lo svantaggio di essere infiammabili.

L’utilizzo dei CFC è limitato ad aerosol ad uso farmaceutico per il trattamento dell’asma e della broncopneumopatia cronica ostruttiva.

Normativa di riferimento

Direttiva 75/324/CEE ADD - Direttiva del Consiglio del 20 maggio 1975 per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative agli aerosol 75/324/CEE. (GU L 147/40 del 9.6.1975)
- Decreto del Presidente della Repubblica 21 luglio 1982, n. 741 - Attuazione della direttiva (CEE) n. 324 del 1975 relativa ai generatori aerosol. (GU n.284 del 14.10.1982)

Definizione di generatore aerosol

Definizione DPR 741/1982

DPR 741/1982

Art. 1.
Ai fini del presente decreto, per generatore aerosol si intende l'insieme costituito da un recipiente non riutilizzabile di metallo, vetro o materiale plastico, contenente un gas compresso, liquefatto o disciolto sotto pressione, insieme o non ad un liquido, una pasta o una polvere e munito di un dispositivo di prelievo che permetta la fuoriuscita  del contenuto sotto forma di particelle solide o liquide in sospensione gassosa, sotto forma di schiuma, di pasta o di altra polvere o allo stato liquido.

Art. 2.
Le disposizioni del presente decreto non si applicano ai generatori aerosol aventi il recipiente di capacità totale inferiore a 50 millilitri e a quelli aventi il recipiente di capacità totale superiore:

a) a mille millilitri, quando il recipiente è in metallo;
b) a 220 millilitri, quando il recipiente è in vetro ovvero, se in plastica, non è suscettibile di produrre schegge in caso di rottura;
c) a 150 millilitri, quando il recipiente èin vetro non protetto ovvero, se in plastica, produce schegge in caso di rottura.

Si intende come capacità totale il volume espresso in millilitri di un recipiente aperto definito all'orlo della sua apertura.

Definizione ADR

ADR capitolo 1.2.1 Definizioni

Aerosol o Generatore di aerosol, un oggetto costituito da un recipiente non ricaricabile rispondente alle disposizioni del 6.2.6, costruito in metallo, vetro o materia plastica, contenente un gas compresso, liquefatto o disciolto sotto pressione, con o senza liquido, o pasta o polvere, e munito di un dispositivo di dispersione che permetta di espellere il contenuto sotto forma di particelle solide o liquide in sospensione in un gas, o sotto forma di schiuma, pasta o polvere, o ancora allo stato liquido o gassoso.

Componenti infiammabili

Il contenuto di un aerosol è considerato infiammabile se contiene componenti classificati come infiammabili:

a) per "liquido infiammabile" si intende un liquido avente un punto di infiammabilità non superiore a 93 °C;

b) per "solido infiammabile" si intende una sostanza o una miscela solida facilmente combustibile o che può causare o contribuire a causare un incendio per sfregamento. I solidi facilmente infiammabili sono sostanze o miscele in polvere, granulari o pastose, che sono pericolose se possono prendere fuoco facilmente per breve contatto con una sorgente d'accensione, come un fiammifero che brucia, e se la fiamma si propaga rapidamente;

c) per "gas infiammabile" si intende un gas o una miscela di gas con un campo di infiammabilità con l'aria a 20 °C e a una pressione normale di 1,013 bar. Tale definizione non si applica alle sostanze e miscele piroforiche, autoriscaldanti o idroreattive, che non sono mai utilizzate come componenti di aerosol.

Aerosol infiammabili

Un aerosol è "non infiammabile", "infiammabile" o "estremamente infiammabile" in funzione del suo calore chimico di combustione e del contenuto in massa di componenti infiammabili, nel seguente modo:

a) l'aerosol è classificato come "estremamente infiammabile" se contiene una quantità di componenti infiammabili superiore all'85% e il calore chimico di combustione è pari o superiore a 30 kJ/g;

b) l'aerosol è classificato come "non infiammabile" se contiene una quantità di componenti infiammabili inferiore all'1% e il calore chimico di combustione è pari o inferiore a 20 kJ/g;

c) tutti gli altri aerosol saranno sottoposti alle seguenti procedure di classificazione in base alla loro infiammabilità o sono classificati come "estremamente infiammabili". La prova della distanza di accensione, la prova di accensione in spazio chiuso e la prova di infiammabilità per le schiume aerosol.

[...]

Aerosol infiammabili e CLP

Il regolamento (CE) n. 1272/2008 sulla classificazione, etichettatura e confezionamento di sostanze e miscele (CLP) è il regolamento che allinea la precedente normativa europea in materia di classificazione, etichettatura e confezionamento delle sostanze chimiche al sistema armonizzato delle Nazioni Unite Classificazione ed Etichettatura delle Sostanze Chimiche (UN GHS). I suoi obiettivi principali sono facilitare il commercio internazionale di prodotti chimici e mantenere l'attuale livello di protezione della salute umana e dell'ambiente.

Una specifica categoria di pericolo è dedicata all'infiammabilità degli aerosol ai sensi del capitolo 2.3 del GHS delle Nazioni Unite e dell'allegato I, capitolo 2.3 del CLP dell'UE.

2.3. Aerosol

2.3.1. Definizioni

Gli aerosol, vale a dire i generatori di aerosol, sono recipienti non ricaricabili in metallo, vetro o materia plastica, contenenti un gas compresso, liquefatto o disciolto sotto pressione, con o senza liquido, pasta o polvere e muniti di un dispositivo di dispersione che permette di espellere il contenuto sotto forma di particelle solide o liquide in sospensione in un gas, sotto forma di schiuma, di pasta o di polvere, o allo stato liquido o gassoso.

2.3.2. Criteri di classificazione

2.3.2.1. Gli aerosol sono classificati in una delle tre categorie di questa classe di pericolo, a seconda delle loro proprietà infiammabili e del loro calore di combustione. Sono da considerare per la classificazione nella categoria 1 o 2, se contengono oltre l'1 % dei componenti (in massa) classificati come infiammabili in base ai seguenti criteri enunciati in questa parte:

- gas infiammabili (cfr. punto 2.2),
- liquidi con un punto di infiammabilità ≤ 93 °C, che includono i liquidi infiammabili in base al punto 2.6,
- solidi infiammabili (cfr. punto 2.7),

o se il loro calore di combustione è almeno 20 kJ/g.

NOTA 1: tra i componenti infiammabili non sono comprese le sostanze o le miscele piroforiche, autoriscaldanti o idroreattive, poiché tali componenti non sono mai utilizzati come contenuti di aerosol.

NOTA 2: gli aerosol non rientrano nel campo di applicazione dei punti 2.2 (Gas infiammabili), 2.5 (Gas sotto pressione), 2.6 (Liquidi infiammabili) o 2.7 (Solidi infiammabili). A seconda del loro contenuto, gli aerosol possono tuttavia rientrare nel campo di applicazione di altre classi di pericolo, ivi compresi i relativi elementi di etichettatura.

2.3.2.2. Un aerosol deve essere classificato in una delle tre categorie di questa classe in funzione dei suoi componenti, del suo calore chimico di combustione e, se del caso, dei risultati della prova di infiammabilità delle schiume (per gli aerosol di schiuma) e delle prove di distanza di accensione e di accensione in spazio chiuso (per gli aerosol spray) secondo le figure da 2.3.1(a) a 2.3.1(c) del presente allegato e le sottosezioni 31.4, 31.5 e 31.6 della parte III del RTDG, Manuale delle prove e dei criteri delle Nazioni Unite. Gli aerosol che non soddisfano i criteri di inclusione nella categoria 1 o 2 devono essere classificati nella categoria 3.

Nota: Gli aerosol che contengono più dell’1 % di componenti infiammabili o aventi un calore di combustione di almeno 20 kJ/g e non soggetti alle procedure di classificazione in base all’infiammabilità previste nella presente sezione devono essere classificati come aerosol di categoria 1.

Figura 2.3.1(a) Aerosol

Figura 2 3 1 a   Aerosol

Figura 2.3.1 b - Aerosol spray

Figura 2 3 1 b   Aerosol spray

[...]

Etichettatura

Prescrizioni GHS e UN

Tabella prescrizioni etichettatura GHS-UN

Vademecum aerosol   Tabella prescrizioni GHS UN

Prescrizioni DPR 741/1982

Fatto salvo il regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, su ogni generatore aerosol o su una etichetta ad esso applicata, nel caso in cui non sia possibile apporre diciture particolari sul generatore aerosol a causa delle sue piccole dimensioni (capacità massima pari od inferiore a 150 ml) si devono apporre in lingua italiana, in caratteri visibili, leggibili ed indelebili, le seguenti indicazioni):

a) il nome, l'indirizzo o il marchio depositato del responsabile dell'immissione sul mercato del generatore aerosol;

b) il simbolo di conformità' al presente decreto, ossia il simbolo "E" (epsilon rovesciato);
Vademecum aerosol   Simbolo epsilon rovesciato

c) le indicazioni in codice che identificano la partita di riempimento;

d) le diciture:

Fatto salvo il regolamento (CE) n. 1272/2008, come modificato dal regolamento (UE) n. 487/2013, su ogni generatore aerosol si devono apporre, in modo visibile, leggibile e indelebile, e seguenti indicazioni:

- quando l'aerosol è classificato come "non infiammabile" secondo i criteri del punto 1.9, l'avvertenza "Attenzione" e gli altri elementi dell'etichetta per aerosol di categoria 3 di cui all'allegato I, tabella 2.3.1, del regolamento (CE) n. 1272/2008;
- quando l'aerosol è classificato come "infiammabile" secondo i criteri del punto 1.9, l'avvertenza "Attenzione" e gli altri elementi dell'etichetta per aerosol di categoria 2 di cui all'allegato I, tabella 2.3.1, del regolamento (CE) n. 1272/2008;
-  quando   l'aerosol è classificato come "estremamente infiammabile" secondo i criteri del punto 1.9,   l'avvertenza "Pericolo" e gli altri elementi dell'etichetta per aerosol di categoria 1 di cui all'allegato I, tabella 2.3.1, del regolamento (CE) n. 1272/2008;
- se l'aerosol è un prodotto di consumo il consiglio di prudenza P102 di cui all'allegato IV, parte 1, tabella 6.1, del regolamento (CE) n. 1272/2008;
- le ulteriori precauzioni d'impiego che informano i consumatori dei pericoli specifici del prodotto; se il generatore aerosol è accompagnato da istruzioni d'uso separate, queste devono recare tali precauzioni d'impiego supplementari.

e) il contenuto netto in peso ed in volume.
Vademecum aerosol   Simbolo stimato

Immagine 2 - Esempio etichetta aerosol estremamente infiammabile

Vademecum aerosol   Esempio etichettatura

Aerosol - ADR

ADR capitolo 1.2.1 Definizioni

Aerosol o Generatore di aerosol, un oggetto costituito da un recipiente non ricaricabile rispondente alle disposizioni del 6.2.6, costruito in metallo, vetro o materia plastica, contenente un gas compresso, liquefatto o disciolto sotto pressione, con o senza liquido, o pasta o polvere, e munito di un dispositivo di dispersione che permetta di espellere il contenuto sotto forma di particelle solide o liquide in sospensione in un gas, o sotto forma di schiuma, pasta o polvere, o ancora allo stato liquido o gassoso.

Numeri ONU:

UN 1950 AEROSOL, asfissianti
UN 1950 AEROSOL, corrosivi
UN 1950 AEROSOL, corrosivi, comburenti
UN 1950 AEROSOL, infiammabili
UN 1950 AEROSOL, infiammabili, corrosivi
UN 1950 AEROSOL, comburenti
UN 1950 AEROSOL, tossici
UN 1950 AEROSOL, tossici, corrosivi
UN 1950 AEROSOL, tossici, infiammabili
UN 1950 AEROSOL, tossici, infiammabili, corrosivi

...

UN 1950 AEROSOL, infiammabili

Classe 2 Gas

Codice di classificazione: 5F

Etichettatura secondo ADR

Vademecum aerosol   Etichetta 2

[...]

Disposizioni speciali

190 I generatori d'aerosol devono essere muniti di un dispositivo di protezione contro ogni fuoriuscita accidentale del contenuto. I generatori d'aerosol aventi una capacità non superiore a 50 ml, contenenti soltanto componenti non tossici, non sono sottoposti alle disposizioni dell'ADR.

327 I generatori di aerosol e le cartucce di gas scartati e inviati in conformità al 5.4.1.1.3 possono essere trasportati sotto i nn. ONU 1950 o 2037, a seconda dei casi, ai fini del riciclaggio o dello smaltimento. Non hanno bisogno di essere protetti contro i movimenti e le perdite accidentali, a patto che siano adottate misure che impediscano un aumento pericoloso della pressione e la costituzione di atmosfere pericolose. I generatori d'aerosol scartati, ad eccezione di quelli che presentano perdite o deformazioni importanti, devono essere imballati secondo l'istruzione d'imballaggio P207 e la disposizione speciale PP87, o anche in conformità dell'istruzione d'imballaggio LP200 e la disposizione speciale L2. Le cartucce di gas scartate, ad eccezione di quelle che presentano perdite o deformazioni importanti, devono essere imballate secondo l'istruzione d'imballaggio P003 e le disposizioni speciali d'imballaggio PP17 e PP96, o secondo l'istruzione d'imballaggio LP200 e la disposizione speciale d'imballaggio L2. I generatori d'aerosol e le cartucce di gas che presentano perdite o deformazioni importanti devono essere trasportati in recipienti a pressione di soccorso o imballaggi di soccorso, a patto che siano adottate misure adeguate che impediscano un aumento pericoloso della pressione.

NOTA: Per il trasporto via mare, i generatori di aerosol e le cartucce di gas scartate non devono essere trasportati in contenitori chiusi. Le cartucce di gas scartate, che contenevano gas non infiammabili e non tossici del gruppo A o O della classe 2, e che sono state perforate non sono soggette alle disposizioni dell'ADR.

344 Le disposizioni del 6.2.6 devono essere rispettate.

625 I colli contenenti questi oggetti devono portare l'iscrizione, ben leggibile ed indelebile: "UN 1950 AEROSOL".

Vademecum sicurezza aerosol   Immagine 4   Collo generatori di aerosol

Immagine 4 - Collo generatori di aerosol 

...

Aerosol - rifiuti

Sono rifiuti pericolosi ai sensi dell’art.183, comma 1 lettera b, i rifiuti che presentano una o più delle seguenti caratteristiche definite nell’allegato 1 della parte IV del decreto 152/2006:

HP 1 "Esplosivo": rifiuto che può, per reazione chimica, sviluppare gas a una temperatura, una pressione e una velocità tali da causare danni nell'area circostante. Sono inclusi i rifiuti pirotecnici, i rifiuti di perossidi organici esplosivi e i rifiuti autoreattivi esplosivi.

HP 2 "Comburente": rifiuto capace, in genere per apporto di ossigeno, di provocare o favorire la combustione di altre materie.

HP 3 "Infiammabile":

- rifiuto liquido infiammabile: rifiuto liquido il cui punto di infiammabilità è inferiore a 60°C oppure rifiuto di gasolio, carburanti diesel e oli da riscaldamento leggeri il cui punto di infiammabilità è superiore a 55°C e inferiore o pari a 75°C;
- rifiuto solido e liquido piroforico infiammabile: rifiuto solido o liquido che, anche in piccole quantità, può infiammarsi in meno di cinque minuti quando entra in contatto con l'aria;
- rifiuto solido infiammabile: rifiuto solido facilmente infiammabile o che può provocare o favorire un incendio per sfregamento;
- rifiuto gassoso infiammabile: rifiuto gassoso che si infiamma a contatto con l'aria a 20°C e a pressione normale di 101,3 kPa;
- rifiuto idroreattivo: rifiuto che, a contatto con l'acqua, sviluppa gas infiammabili in quantità pericolose;
- altri rifiuti infiammabili: aerosol infiammabili, rifiuti autoriscaldanti infiammabili, perossidi organici infiammabili e rifiuti autoreattivi infiammabili.

Articolo 183 TUA (Definizioni)

1. Ai fini della parte quarta del presente decreto e fatte salve le ulteriori definizioni contenute nelle disposizioni speciali, si intende per:

b)  "rifiuto pericoloso": rifiuto che presenta una o più caratteristiche di cui all'allegato I della parte quarta del presente decreto;

Il Codice CER dei contenitori aerosol vuoti è 15 01 11*.

Vademecum aerosol   Codice CER

...

Immagine 6 - Esempio Etichetta Rifiuto bombolette spray vuote

Vademecum aerosol   Etichetta rifiuto Bomboletta spray vuota

Norme tecniche

- UNI EN 15009:2021 Contenitori aerosol - Generatori aerosol compartimentali

- UNI EN 14848:2020 Contenitori aerosol - Contenitori metallici con bocchello di 25,4 mm - Dimensioni delle coppelle delle valvole

- UNI EN 15007:2017 Contenitori per aerosol - Contenitori a banda stagnata - Dimensioni delle bombole a due e tre pezzi

- UNI EN 14849:2006 Contenitori per aerosol - Contenitori di vetro - Dimensioni delle valvole per aerosol

- UNI EN 15006:2007 Contenitori di metallo per aerosol - Contenitori di alluminio - Dimensioni per aperture di 25,4 mm

- UNI EN 14847:2006 Contenitori per aerosol - Contenitori a banda stagnata - Dimensioni per aperture di 25,4 mm

- UNI EN 15010:2007 Contenitori per aerosol - Contenitori di alluminio - Tolleranze delle dimensioni fondamentali in rapporto con il mandrino

- UNI EN ISO 90-3:2001 Contenitori metallici leggeri - Definizioni e determinazione delle dimensioni e delle capacità - Bombole aerosol

- UNI EN 14850:2006 Contenitori per aerosol - Contenitori di metallo con apertura di 25,4 mm - Misurazione dell’altezza di contatto

- UNI EN 16856:2020 Dispositivi portatili di aerosol per scopi antincendio

- UNI EN 15008:2017 Contenitori per aerosol - Contenitori di alluminio - Dimensioni delle bombole composte da un unico pezzo con apertura di 25,4 mm

- UNI EN 14854:2022 - Imballaggi in vetro - Dimensioni dell'imboccatura per contenitori di vetro per aerosol e spray [Rev. 1.0 2024]

Requisiti per lo stoccaggio

I generatori aerosol (bombole spray, recipienti del tipo aerosol) devono essere stoccati dietro una griglia metallica che consenta la fuoriuscita di gas e nello stesso tempo trattenga i contenitori. Per tutti i gas occorre garantire una sufficiente aerazione. Dove non è possibile disporre di una ventilazione naturale (ad es. nelle cantine) è obbligatorio installarne una artificiale. In tal senso lo stoccaggio in gabbie all’aperto costituisce un vantaggio, poiché rende superfluo l’aerazione. Le bombole di gas non possono essere stoccate vicino a sostanze combustibili.

 Immagine 7 - Armadio per aerosol

Vademecum aerosol   Armadio stoccaggio

Tabella - Tipi di stoccaggio: Pericoli/Provvedimenti

Vademecum aerosol   Tipi di stoccaggio   Pericoli   Provvedimenti

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1.0 14.04.2024 - Inserito paragrafo 9.1: Armadi stoccaggio - EN 14470-2
- Inserito capitolo ADR 6.2.6.
- Aggiornate norme tecniche
- Miglioramenti grafici
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