Piano di conservazione e gestione del lupo
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Piano di conservazione e gestione del lupo / MATTM 2002 / 2019
ID 16305 | 01.04.2022 / Allegato Piano di conservazione e gestione del lupo 2002 / 2019
Ed. Marzo 2019
Ed. Luglio 2002
Il presente Piano ha lo scopo principale di guidare la conservazione e gestione del lupo in Italia attraverso il coordinamento delle azioni da intraprendere ai diversi livelli istituzionali (comunitario, nazionale, regionale) per assicurare la persistenza del lupo e minimizzare i conflitti con le attività antropiche.
Principio fondamentale che sta alla base del presente Piano di Azione è la necessità di un approccio integrato che affronti in modo organico le differenti tematiche della conservazione del lupo. Nessuna azione può quindi risultare efficace se non inserita in un programma organico di interventi mirato a raccogliere le informazioni necessarie a migliorare nel tempo la comprensione dell’ecologia del lupo, a promuovere il coinvolgimento di tutte le componenti sociali nella conservazione di questo predatore, ad attenuare le più gravi minacce attualmente presenti, a rendere coerenti ed organiche le politiche locali di intervento.
I suoi obiettivi specifici sono:
- Costituire il documento di riferimento per la conservazione e gestione della specie in tutto il suo areale e per tutte le sue implicazioni economiche e sociali.
- Fornire un quadro delle norme e delle azioni che verranno intraprese per la conservazione e gestione della specie.
- Fornire un quadro completo delle azioni critiche per la gestione del lupo in Italia.
- Fornire le linee guida per il ruolo dell’Italia nel coordinamento con i Paesi dell’intero arco alpino.
Il Piano è organizzato in tre parti:
- Nella prima si riferisce dello stato della popolazione di lupo in Italia, suddivisa nelle sue due componenti principali di popolazione alpina e appenninica (o peninsulare).
- Nella seconda si espongono gli obiettivi della conservazione del lupo e la struttura di governo delle azioni necessarie al raggiungimento di quegli obiettivi.
- Nella terza, sono esposte in maniera sistematica tutte le azioni necessarie al raggiungimento e mantenimento degli obiettivi.
Il presente piano è stato redatto su incarico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ed è frutto della collaborazione di molti specialisti i quali, oltre a discutere e sintetizzare valutazioni ed analisi nel corso della preparazione del Piano, hanno anche fornito dati non pubblicati utilizzati per definire le azioni contenute nel Piano. Questo Piano non intende riassumere lo stato delle conoscenze sulla biologia del lupo in Italia, per la quale si rimanda alla letteratura scientifica in materia: vengono qui menzionati solo alcuni lavori scientifici e alcuni dati tecnici particolarmente rilevanti a giustificare le azioni del Piano.
Affinché il Piano possa raggiungere i suoi obiettivi, saranno necessari la condivisione e la partecipazione di tutte le amministrazioni competenti (Ministeri interessati, Regioni, Province autonome, Parchi Nazionali). Le Amministrazioni competenti provvederanno alle attività previste nel presente Piano nell’ambito delle risorse finanziarie, umane e strumentali disponibili a legislazione vigente.
Il termine temporale di riferimento per l’applicazione del Piano e per la verifica del conseguimento degli obiettivi è di 5 anni.
Il presente Piano d’Azione non esaurisce il percorso da intraprendere per l’applicazione di una politica nazionale di conservazione e gestione del lupo, ma identifica i princìpi generali ed alcuni passi necessari per la definizione di tale politica, assicurando un percorso decisionale aperto, condizione indispensabile per arrivare ad una duratura coesistenza dell’uomo con il lupo. L’approccio seguito dal presente piano di azione tende quindi ad assicurare un’adeguata flessibilità degli indirizzi e delle azioni. Anche in relazione all’estrema dinamicità dello status del lupo, che dopo aver raggiunto la soglia dell’estinzione negli anni ’70 è oggi in una fase di rapida espansione, ogni strategia di conservazione della specie non può essere intesa come immodificabile, ma al contrario dovrà essere periodicamente riconsiderata per permettere correzioni ed aggiornamenti che tengano conto dell’aumento delle conoscenze sulla specie e del mutamento delle condizioni ambientali, sociali ed economiche.
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