Peste Suina Africana - Piano di sorveglianza e prevenzione Italia 2021
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Peste Suina Africana - Piano di sorveglianza e prevenzione in Italia 2021
Dati storici sull’evoluzione epidemiologica della malattia
Nel corso del 2020, primo anno di applicazione del Piano, nel sistema informativo dedicato alla sorveglianza passiva per la Peste Suina Africana (PSA) nelle regioni indenni, sono stati debitamente registrati i campioni raccolti sul territorio e riportati in dettaglio in allegato 1 in calce al presente documento. Non sono stati segnalati casi sospetti, e non si sono avuti esiti positivi agli esami diagnostici.
L’attività ha inoltre in qualche modo risentito delle problematiche legate alla pandemia da COVID19 per quanto riguarda alcuni record che non hanno trovato un riscontro di prelievi caricati nel sistema e relativamente ad alcuni deficit di risultati di laboratorio inseriti nel sistema.
Piano di sorveglianza della PSA in Italia
La Peste Suina Africana (PSA) è presente in Italia, limitatamente alla Regione Sardegna, sin dal 1978; il resto del territorio nazionale è invece libero dall’infezione.
La corrente situazione epidemiologica nel mondo e ancor più in Europa, dove la malattia ha coinvolto sia i suini domestici che i cinghiali, rappresenta motivo di preoccupazione per l’Italia in forza del possibile ingresso dell’infezione per contiguità da popolazioni di cinghiali infetti, nonostante il “fronte endemico” non abbia ancora coinvolto i paesi direttamente confinanti con l’Italia (es. Austria, Slovenia).
Il rischio più imminente risulta piuttosto legato alla trasmissione indiretta dell’infezione ed in particolare al “fattore umano”: alimenti/materiali contaminati possono essere veicolati da trasportatori, turisti, lavoratori stranieri, viaggiatori anche a grande distanza dal luogo di origine dell’infezione.
Le attività di cui al Piano del 2020 sono state implementate compatibilmente con le misure di gestione dell'epidemia Covid-19 e comunque sempre ricomprese nelle attività ritenute ‘non differibili’ nell’ambito delle disposizioni nazionali di gestione della pandemia. Il 2020 è stato il primo anno di applicazione del Piano di sorveglianza ed è stato concomitante con l’epidemia da Covid-19, pertanto le Regioni e Province Autonome si sono costantemente confrontate con l’Autorità Centrale ed il Centro di Referenza Nazionale per lo Studio delle Pesti Suine presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche (CEREP) relativamente a talune criticità derivanti dall’applicazione delle misure contemplate dal Piano e al fine di individuare in corso d’opera gli opportuni correttivi.
Per quanto detto sopra, si ritiene necessario mantenere in essere il sistema di sorveglianza passiva elaborato, monitorando costantemente la situazione epidemiologica europea ed internazionale, rafforzando dove necessario il sistema dei controlli, incrementando la diffusione delle informazioni e la conoscenza della malattia e l’implementazione delle misure di biosicurezza.
Descrizione del programma
Piano di sorveglianza della PSA in Italia
Obiettivo generale: proteggere il patrimonio suinicolo nazionale da eventuali incursioni del virus PSA sul territorio continentale.
Obiettivi specifici: aggiornamento del sistema nazionale di allerta precoce per la PSA, miglioramento quali-quantitativo della sorveglianza passiva negli allevamenti di suini e nelle popolazioni di cinghiali, messa in atto di iniziative per l’informazione e la formazione degli stakeholders.
Tenuto conto del riconosciuto ruolo epidemiologico dei cinghiali, in base a specifici criteri di azione che saranno nel caso implementati dalle Regioni e Province Autonome nell’ambito dei Piani di gestione regionali della fauna selvatica, è prevista la possibilità di ricorrere ad iniziative per la gestione numerica della popolazione di cinghiali, elaborate in base ad una valutazione del rischio di introduzione e diffusione della malattia.
Inoltre, in vista dell’imminente entrata in vigore dell’Animal Health Law, che contempla anche la Peste Suina Classica (PSC) tra le malattie transfrontaliere potenzialmente di maggior impatto sulla zootecnia e sulla fauna selvatica, a partire dal 2021 è stato stabilito di aggiornare e revisionare il Piano di sorveglianza nazionale per la PSC al fine di applicare un incremento del livello di sorveglianza passiva per detta malattia, anche tenuto conto che le norme in materia prevedono la notifica di ogni caso sospetto di Pesti Suine (Decreto legislativo 20 febbraio 2004 n. 54; DLgs 55 del 20/02/2004) e la pronta esecuzione di test diagnostici per escludere o confermare la presenza dei virus competenti.
Fino al 2020 il Piano PSC è stato un piano di monitoraggio sierologico, con l’obiettivo di garantire, a posteriori, l’assenza di circolazione di stipiti a bassa virulenza non clinicamente rilevabili nel territorio nazionale, ormai indenne da diversi anni. Questo obiettivo appare ormai obsoleto (come anche il Piano) a causa della mutata situazione epidemiologica e, del resto, anche il Piano della Malattia Vescicolare in Italia, a cui quello della PSC era associato, è in fase di modifica.
Si è quindi deciso di associare il Piano PSC a quello della PSA sostituendo il monitoraggio sierologico (test ELISA) con la sorveglianza passiva (test RT-PCR): lo stesso campione raccolto in osservanza al Piano PSA negli allevamenti domestici (due campioni su base settimanale per regione nelle regioni indenni PSA) sarà quindi analizzato con metodi biomolecolari anche per la PSC.
Al momento si ritiene opportuno limitare la sorveglianza della PSC ai soli suini domestici, escludendo quindi i cinghiali, che verranno testati (per escludere l’infezione da entrambi i virus PSA e PSC) solo in caso di sospetto clinico o anatomo-patologico.
Per il 2021, si propone di utilizzare anche per il Piano PSC l’applicativo SINVSA all’interno della piattaforma Vetinfo già favorevolmente sperimentato per la sorveglianza passiva negli allevamenti domestici, con il valore aggiunto di ottimizzare le risorse dedicate al campionamento e alla gestione dei sistemi informativi. In SIMAN quindi, saranno caricati solo i casi realmente sospetti: morti in azienda con sintomi o lesioni riferibili a Pesti Suine o epidemiologicamente correlati a focolai accertati. Per quanto riguarda la sorveglianza passiva nei selvatici continuerà ad essere usata anche per il 2021 l’apposita funzionalità resa disponibile nell’applicativo SINVSA.
Sebbene la sorveglianza passiva della PSA in Sardegna sia basata su un campionamento diverso rispetto al territorio nazionale, anche per questa regione il Piano PSC potrà essere associato alla sorveglianza della PSA nei suini domestici.
Quanto sopra anche in considerazione della situazione epidemiologica attuale della PSC, presente in alcuni paesi dell’Est Europa e altre aree del pianeta, che richiede comunque di mantenere un certo livello di attenzione a possibili nuovi focolai che potrebbero insorgere in Italia veicolati per via indiretta attraverso fonti di contaminazione legate soprattutto al fattore umano, e nonostante la presenza e disponibilità di presìdi vaccinali su larga scala.
Il Piano di sorveglianza nazionale per la PSA si articola nei principali ambiti di seguito elencati:
b. sorveglianza passiva negli allevamenti di suini.
c. gestione della popolazione di cinghiali.
d. verifica dei livelli di applicazione delle misure di biosicurezza.
e. campagna di formazione ed informazione degli stakeholders.
Inoltre, al fine di responsabilizzare sia gli addetti del settore sia i comuni cittadini all’adozione di comportamenti corretti e ad incrementare la collaborazione con i servizi veterinari, è stato elaborato e pubblicato sul sito web del Ministero della Salute apposito materiale informativo, destinato ad allevatori, veterinari, turisti, trasportatori, per una diffusione capillare di informazioni relative alla malattia e soprattutto al rischio connesso alla sua eventuale presenza e diffusione.
...Segue in allegato
Fonte: Ministero della Salute
Tags: Ambiente Specie animali