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Rapporti ISTISAN 20/10
L’industria della moda e del tessile rappresenta in Italia il secondo settore manifatturiero. Le attuali conoscenze legate all’utilizzo di sostanze chimiche nei processi produttivi hanno portato, nel tempo, a individuare gli effetti sulla salute che tali utilizzi possono produrre, soprattutto allergie cutanee. Tale problematica è evidenziata dalle numerose notifiche RAPEX (Rapid Alert System for non-food dangerous products) registrate per la categoria tessile che, nel periodo 2013-2018, hanno rappresentato circa il 15% delle notifiche complessive per articoli con rischio chimico. L’Istituto Superiore di Sanità, Accredia (Ente Italiano di Accreditamento), il Ministero della Salute e l’Associazione Tessile e Salute hanno organizzato il Convegno “Chimica, moda e salute” da cui sono emersi il quadro delle attuali criticità e la necessità di dover implementare una rete di prevenzione e sorveglianza delle dermatiti e aggiornare le disposizioni per il controllo delle sostanze chimiche come punto di partenza per una visione più salutare della moda.
La presenza di sostanze chimiche nei prodotti tessili non è al momento regolamentata nell’Unione Europea (UE) da un unico corpus legislativo.
È comunque in vigore un complesso di normative che regolamentano parte del ciclo di vita degli articoli o includono divieti o limitazioni all’uso di alcune sostanze che possono essere presenti negli articoli tessili. Queste normative sono:
- Regolamento (CE) 1907/2006, noto come Regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and restriction of CHemicals) (Europa, 2006);
- Regolamento (UE) 528/2012 sui prodotti biocidi, noto come BPR (Biocidal Products Regulation) (Europa, 2012);
- Regolamento (CE) 850/2004 sugli inquinanti organici persistenti, noto come Regolamento POP (Persistent Organic Pollutants) (Europa, 2004);
- Direttiva 2001/95/CE sulla Sicurezza Generale dei Prodotti, nota come GPSD (General Product Safety Directive) (Europa, 2001);
- Direttiva 2009/48/CE sulla sicurezza dei giocattoli (Europa, 2009). Questo contributo presenta una panoramica delle norme cogenti e volontarie che sono in vigore attualmente nell’UE per le sostanze chimiche in questo ambito.
Sostanze chimiche utilizzate nel comparto tessile
Le sostanze chimiche usate nel comparto tessile si suddividono in:
- sostanze ausiliarie: coprono una vasta gamma di funzioni, dalla pulizia delle fibre naturali agli agenti che rendono i prodotti tessili più resistenti all’acqua, alle macchie, alle pieghe, ai batteri e alla muffa.
- coloranti:
- sostanze per il finissaggio.
Tra le principali sostanze chimiche troviamo: Formaldeide; Ftalati; Metalli pesanti.
Le sostanze chimiche in uso nel TAC possono essere pericolose e diventare rilevanti nella valutazione del rischio come nel caso degli ftalati.
Gli ftalati sono utilizzati nel settore tessile/calzaturiero per conferire alle materie plastiche flessibilità, malleabilità ed elasticità e, infatti, risultano presenti in stampe su magliette, in scarpe di plastica o borse con parti in plastica morbida ma possono rivelarsi tossici per le loro proprietà di interferenti endocrini.
Gli ftalati sono plastificanti ottenuti dal processo di esterificazione dell’acido ftalico con un alcool e si categorizzano, con proprietà ed effetti differenti, a seconda del peso molecolare.
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