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Il disastro ambientale di Minamata

Il disastro ambientale di Minamata

Il disastro ambientale di Minamata / Avvelenamento da mercurio

ID 23638 | 16.03.2025 / Scheda allegata - Minamata disease revisited - Shigeo Ekinoa.

Minamata sorge nell’isola di Kyushi, sulle sponde dell’omonimo fiume, ed è proprio grazie a questa grande disponibilità di acqua che il colosso Chisso Corporation nel 1908 decide di iniziare lì la produzione di una quantità di sostanze chimiche, tra le quali diversi fertilizzanti, acido acetico, ottanolo, acetilene (che serviva da combustibile per le lampade), cloruro di vinile. La scelta è azzeccata, l’azienda cresce rapidamente.

Subito, però, inizia a provocare danni all’economia locale, fino a quel momento basata sulla pesca: i primi risarcimenti ai pescatori sono del 1926, cui ne seguiranno altri nel 1943, chiamati “compensi dell’amicizia”. Intanto, nel 1932, è iniziata un’altra importante produzione: quella di acetaldeide, un intermedio chimico fondamentale in innumerevoli reazioni (utile per creare coloranti o aromatizzanti), la cui sintesi richiede mercurio come catalizzatore.

A partire dal 1932 la Chisso utilizza per le fasi di produzione anche il mercurio, che, insieme ad altre sostanze inquinanti, viene poi riversato nel canale Hyakken Harbour che sfocia nel fiume Minamata. La popolazione continua ad usare il fiume per bere, pescare e irrigare i campi.

Minamata 3

Fig, 1 - La fabbrica Chisso nel 1960

La fabbrica intanto incrementa la produzione: nel 1938 produce 210 tonnellate di acetaldeide, tra il 1932 e il 1958 passa dalla produzione di 210 tonnellate a 45.000 tonnellate annue. La ditta sa già dal 1948 che il mercurio sta creando danni al territorio e alla popolazione.

Nel 1960 cambia il procedimento e la ditta sostituisce il mercurio con altri catalizzatori, ma il mercurio usato tra il 1932 e il 1958 è stato sversato nelle acque del canale di scolo ad Hyakken Harbour e da lì ha raggiunto lentamente la baia, contaminando tutto quello che incontrava nella sua avanzata: dai molluschi fino ai tonni, cioè la base della dieta di decine di migliaia di residenti nei villaggi della costa.

Nel 1955 si verificano i primi casi di intossicazione tra i gatti della baia. Molti di loro presentano una forma di crisi nervosa a causa della quale continuano a girare su loro stessi fino a morire, per questo la malattia viene inizialmente chiamata «malattia del gatto danzante». Nella baia galleggiano pesci morti e rigonfi. Nel giro di poco tempo anche cani e altri animali iniziano a soffrire della stessa malattia.

Nel 1956 la malattia colpisce anche gli uomini e porta alla morte numerosi nuclei familiari, tanto che i medici iniziano a indagare sulla «strana malattia» che provoca convulsioni, paralisi e morte. La popolazione è convinta che si tratti di una maledizione e i malati sono considerati iettatori: vengono isolati e ritenuti colpevoli di aver commesso qualche peccato. Nel 1957 la malattia si diffonde e colpisce più di 200 persone, delle quali il 35% muore in breve tempo.

Il governo locale non sa che fare, così chiama dei ricercatori. Essi indagano e notano che la malattia si diffonde soprattutto tra le famiglie di pescatori, che si nutrono quasi esclusivamente di pesci e molluschi; anche gli animali domestici dei pescatori sono i più colpiti perché mangiano gli scarti. Alla fine delle indagini arriva un responso dai ricercatori: «La malattia di Minamata è quasi sicuramente dovuta ad avvelenamento da metalli pesanti, causato dall’ingestione di pesci e molluschi contaminati».

Non si riesce però a capire quali metalli, perché la Chisso non aiuta le ricerche, anzi, le ostacola. Solo l’anno dopo arrivano i risultati delle analisi: le acque del canale di scolo della fabbrica sono completamente sature di mercurio, tanto che la Chisso decide di costruire un impianto di riciclo, non per bonificare l’ambiente, ma per recuperare il mercurio, che è costoso.

Dall'analisi ai capelli dei malati si riscontrano concentrazioni altissime di mercurio: tra 500 e 700 ppm. (concentrazioni oltre la quale iniziano i danni da avvelenamento è di 50 ppm ca). La Chisso, teme ripercussioni, quindi chiude il canale e sposta lo scarico direttamente nella baia, sperando che la diluizione delle sostanze nel mare ne abbassi la tossicità, ma aggrava ancora di più la situazione: tutti i pesci e le alghe della baia muoiono, centinaia di persone e di animali si ammalano.

Hajime Hosokawa, il direttore del centro medico della Chisso decide di indagare per conto suo e inizia a dare da mangiare ad alcuni gatti del cibo misto ai fanghi della baia e dopo due mesi i gatti iniziano a «danzare» e muoiono. Le autopsie evidenziano l’avvelenamento acuto da mercurio. La Chisso mette tutto a tacere e ordina Hosokava di non rivelare i risultati dei test.

Nel 1961 c’è nuovo mistero: la nascita di un grande numero di bambini malformati, anche da madri rimaste incinte dopo la fine dell’utilizzo del mercurio da parte della fabbrica. Dopo numerosi test si scopre che il mercurio si comporta in modo opposto a molti altri metalli pesanti, che non oltrepassano placenta. Infatti il mercurio si accumula e agisce anche dopo anni, si concentra nella placenta, disintossicando la madre, e compromettendo in modo gravissimo lo sviluppo del feto.

I bambini nati malformati per avvelenamento da mercurio non hanno uno sviluppo normale degli arti e degli organi interni, sono spastici, epilettici, soffrono di tremendi dolori ai nervi, hanno malattie mentali e spesso muoiono molto giovani.

Minamata 3

Fig. 2 - Bambino malforme

Dopo le autopsie dei bambini deceduti e dei malati, la Chisso non può più negare le proprie responsabilità e viene messa sotto processo. I primi processi sono guidati da giudici corrotti dalla stessa azienda responsabile, ma nel 1970 si arriva a una sentenza definitiva, grazie anche agli studi e alla testimonianza del dottor Hosokawa, che pochi mesi dopo muore per tumore dovuto ad eccessiva esposizione a metalli pesanti.

Il disastro non è si è limitato a Minamata: quasi 3.000 persone delle coste nipponiche hanno sviluppato intossicazioni da mercurio fino agli anni 2000. In totale, dal 1930 al 2000 più di 2.000 persone sono morte e più di 15.000 sono state avvelenate dal mercurio sversato dalla Chisso nella baia.

Nel 2013 l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) ha creato la «Convenzione di Minamata» a cui hanno aderito 152 Paesi alla data news (16 marzo 2025 / ndr), per l’eliminazione totale del mercurio di origine antropica.
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Minamata disease revisited: An update on the acute and chronic manifestations of methyl mercury poisoning - Shigeo Ekinoa (Figure 3 / 4)

Minamata JP

Minamata JP 2

Fig. 3 - The map of Japan (A), Kyushu Island (B), Shiranui Sea (C), and Minamata Bay (D)

Distribution of anthropogenic HG

Fig. 4 - Distribution of anthropogenic HG

Prof.ssa Russo Francesca

seguono allegati

Attached

Journal of the Neurological Sciences 262 (2007) 131–144
Minamata disease revisited: An update on the acute and chronic manifestations of methyl mercury poisoning
Shigeo Ekinoa, 
Mari Susab, Tadashi Ninomiyaa, Keiko Imamuraa, Toshinori Kitamurac 

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