Relazione 2016 Legge Quadro alcol e problemi correlati
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Relazione 2016 Legge Quadro in materia di alcol e problemi alcol correlati
Relazione 2016 del Ministro della Salute al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della Legge 30.3.2001 n. 125 “Legge quadro in materia di alcol e problemi alcol correlati”
L’art. 8 della legge 30.3.2001 n. 125 dispone che il Ministro della Salute trasmetta al Parlamento una relazione annuale sugli interventi realizzati ai sensi della stessa legge da predisporre sulla base delle relazioni che le Regioni e Province Autonome sono annualmente tenute a trasmettere al Ministero ai sensi dell’art. 9 comma 2 della legge medesima.
La presente Relazione si riferisce agli interventi effettuati dalle Regioni nel corso dell’anno 2015 e dal Ministero della Salute nell’anno 2016.
La Relazione al Parlamento viene annualmente curata dalla Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria - Ufficio VI, avvalendosi anche di informazioni pertinenti fornite da diversi uffici delle Direzioni Generali del Ministero della Salute: Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria - Uff. VIII; Direzione Generale della Programmazione Sanitaria – Uff. VI; Direzione Generale della Comunicazione e dei Rapporti europei e internazionali – Uff. III. Per l’elaborazione della presente Relazione al Parlamento, il Ministero della Salute, inoltre, si è avvalso della collaborazione di diversi patners che hanno apportato contributi di notevole interesse scientifico e conoscitivo del fenomeno correlato al consumo di alcol.
Il Piano Nazionale Alcol e Salute (PNAS), approvato dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 29 marzo 2007 e pubblicato nella G.U. s. g. n. 88 del 16 aprile 2007, costituisce un documento programmatico di indirizzi concordati tra Ministero e Regioni, secondo le previsioni della legge 125/2001, con la finalità di promuovere l’implementazione di un insieme di strategie e azioni finalizzate a rafforzare le attività di prevenzione e a ridurre la mortalità e morbilità alcol correlate nel nostro Paese. In esso la riduzione dei danni causati dall’alcol, secondo gli orientamenti adottati nei più recenti Piani Sanitari Nazionali, viene riconosciuta come un importante obiettivo di salute pubblica e viene ribadita la necessità di politiche e azioni finalizzate ad attivare una corretta informazione e prevenzione, in grado di evidenziare gli aspetti di rischio legati all’abuso di alcol. Il PNAS contiene ed estende i principi e gli obiettivi indicati negli atti di indirizzo predisposti ed approvati in ambito comunitario e nella strategia europea dell’OMS.
Il PNAS aveva durata triennale (1 gennaio 2007-31 dicembre 2009) ma le indicazioni in esso contenute sono tutt’ora valide ed inserite tra gli obiettivi del Piano Nazionale di Prevenzione come punto di riferimento per le azioni di prevenzione di livello nazionale e regionale.
Il PNAS ha individuato otto aree strategiche di intervento prioritario ed indicato per ciascuna di esse le azioni da realizzare e i risultati attesi, secondo lo schema sotto indicato.
1. Informazione/educazione
Risultati attesi: nella popolazione generale, maggiore conoscenza e consapevolezza del danno; nei giovani, sviluppo delle abilità necessarie a resistere alle pressioni al bere.
Azioni: campagne tramite mass media; collaborazione con la scuola fin dalla materna, con programmi di prevenzione di ampia portata.
2. Bere e guida
Risultati attesi: riduzione numero incidenti, morti e feriti, specie tra i giovani.
Azioni: collaborazione per i controlli dell'aria espirata nei luoghi del divertimento giovanile e azioni preventive di comunità.
3. Ambienti e luoghi di lavoro
Risultati attesi: riduzione di incidenti e violenze sui luoghi di lavoro, soprattutto in quelli a rischio per la sicurezza di terzi.
Azioni: collaborazione con imprese e organizzazioni sindacali per educazione alla salute e tempestiva identificazione e trattamento dei soggetti a rischio.
4. Trattamento del consumo alcolico dannoso e dell’alcoldipendenza
Risultati attesi: disponibilità di trattamenti accessibili ed efficaci per i singoli e per le famiglie.
Azioni: formazione degli operatori della medicina di base per l’identificazione precoce dei soggetti a rischio e per l’ attuazione di interventi brevi di trattamento; approccio integrato ai problemi, che coinvolga, oltre ai servizi sociosanitari, i medici di medicina generale, i servizi sociali, i gruppi di auto aiuto, le istituzioni scolastiche, giudiziarie, il mondo del lavoro e le altre istituzioni interessate.
5. Responsabilità del mondo della produzione e distribuzione
Risultati attesi: maggiore responsabilizzazione e disponibilità alla collaborazione da parte del mondo della produzione e distribuzione, soprattutto per il rispetto dei limiti di età legali per la somministrazione e per il contrasto dell’accesso dei giovani alle bevande alcoliche; riduzione degli incidenti alcol correlati all’uscita degli ambienti dove si beve.
Azioni: monitoraggio permanente per la stima dell' impatto dell’alcol sulla salute e per la valutazione dei costi relativi, nonché per valutare l’ affidabilità delle politiche sociali ed economiche relative all'industria degli alcolici; programmi di formazione per accrescere il senso di responsabilità personale, etica e legale degli addetti alla vendita e somministrazione.
6. Capacità sociale di fronteggiare il rischio derivante dall’uso dell’alcol
Risultati attesi: incremento delle azioni di comunità finalizzate alla riduzione dei diversi problemi alcolcorrelati; maggiore sensibilità ai problemi da parte delle diverse istituzioni locali.
Azioni: assicurare agli operatori del settore non sanitario, quale quello educativo, sociale e giudiziario, un training professionale in campo alcologico, che favorisca un effettivo approccio multisettoriale ai problemi; promozione di programmi socio-sanitari che rafforzino la mobilitazione della comunità, lo sviluppo e l'azione di una leadership nella prevenzione dei problemi alcol correlati.
7. Potenzialità delle organizzazioni di volontariato e di mutuo aiuto
Risultati attesi: incremento del sostegno alle organizzazioni che promuovono iniziative di prevenzione o riduzione del danno alcol correlato.
Azioni: supporto alle organizzazioni che operano non solo a livello professionale ma anche a livello di azione civile e che possono collaborare a migliorare l’informazione e a sostenere lo sviluppo di politiche efficaci.
8. Monitoraggio del danno alcol correlato e delle relative politiche di contrasto
Risultati attesi: implementazione di un sistema informativo e di monitoraggio/sorveglianza sul consumo di alcol e sui modelli comportamentali connessi, sui danni alcol correlati e sulle politiche alcologiche realizzate a livello regionale e
locale.
Azioni: creazione, in collaborazione con tutte le Regioni, di una rete che costituisca una struttura efficace per il monitoraggio e la valutazione del consumo e dei modelli di consumo alcolico, del danno alcol correlato e dell’efficacia
degli interventi adottati.
La Relazione si compone delle seguenti:
PARTE I
1. IL QUADRO EPIDEMIOLOGICO
1.1 I consumi di bevande alcoliche e i modelli di consumo
Il consumo di bevande alcoliche nel Mondo ed in Europa
Il consumo di bevande alcoliche nella popolazione italiana
I modelli di consumo dei giovani
I modelli di consumo degli anziani
I comportamenti di consumo a rischio
L’alcol nelle Linee Guida
1.2 L’alcoldipendenza
1.3 La morbilità e la mortalità alcol correlate
Dimissioni ospedaliere con diagnosi di patologie totalmente alcol attribuibili
Le stime di mortalità dell’Istituto Superiore di Sanità
Gli incidenti stradali
2. LA SPESA FARMACEUTICA PER LA TERAPIA FARMACOLOGICA DELLE ALCOLDIPENDENZE
PARTE II
3. I SERVIZI ALCOLOGICI E L'UTENZA DOPO L'EMANAZIONE DELLA LEGGE 30.3.2001 N.125 ANNO 2015
3.1 Il personale dei Servizi
3.2 Le caratteristiche demografiche dell’utenza
3.3 I consumi alcolici dell’utenza
3.4 I modelli di trattamento
3.5 La collaborazione dei Servizi con gli Enti e le Associazioni del volontariato, privato sociale e privato
Le Associazioni di Auto Mutuo Aiuto – AICAT, AA
Tabelle e grafici
PARTE III
4. GLI INTERVENTI DEL MINISTERO DELLA SALUTE IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 30.3.2001 N. 125
4.1 Gli interventi di indirizzo
4.2 Gli interventi in materia di informazione e comunicazione
4.3 L'utilizzo dei finanziamenti previsti dalla legge 125/2001 ai fini del monitoraggio
4.4 La partecipazione alle politiche internazionali
PARTE IV
5. I CONSUMI ALCOLICI E I MODELLI DI CONSUMO NELLE REGIONI
6. LA RILEVAZIONE DEGLI INTERVENTI E DELLE ATTIVITA’ DELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 30.3.2001 n. 125
6.1 Iniziative adottate per favorire l’accesso ai trattamenti sanitari e assistenziali e per migliorarne la qualità
6.2 Iniziative adottate per favorire l’informazione, la prevenzione e l’educazione sui danni alcol correlati
6.3 Iniziative adottate per garantire adeguati livelli di formazione e aggiornamento del personale addetto
6.4 Iniziative adottate per promuovere la ricerca e la disponibilità di formazione specialistica a livello universitario
6.5 Iniziative adottate per favorire le associazioni di auto-mutuo aiuto e le organizzazioni del Privato sociale no profit
6.6 Strutture di accoglienza realizzate o presenti sul territorio per i fini di cui all’art.11
6.7 Protocolli di collaborazione o convenzioni stipulate con enti e associazioni pubbliche o private operanti per le finalità della legge
6.8 Attività di collaborazione con le competenti istituzioni dell’Amministrazione dell'Interno, municipali o altre per il rispetto delle disposizioni in materia di pubblicità, vendita e guida
6.9 Attività o progetti messi in atto per assicurare la sicurezza sui luoghi di lavoro
6.10 Provvedimenti adottati per assicurare l’erogazione a carico del Servizio Sanitario Nazionale dei farmaci per terapie antiabuso o anticraving dell’alcolismo
6.11 Progetti o iniziative di particolare rilevanza realizzati dalle Regioni in adesione agli orientamenti e ai principi della legge 125/2001
Fonte: Ministero della Salute
Per approfondimenti:
RISCHIO ALCOL LAVORO-CORRELATO: LA NORMATIVA
LINEE DI INDIRIZZO RISCHIO ALCOL E STUPEFACENTI LAVORO
RISCHIO ALCOL E STUPEFACENTI: DVR E PROCEDURA CONTROLLO
MANUALE DI ALCOLOGIA - ASL BRESCIA
Tags: Sicurezza lavoro Rischio alcol e sostanze stupefacenti