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Linea guida trattamento dipendenza tabacco e nicotina

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Linea guida trattamento dipendenza tabacco e nicotina Min  Salute 2023

Linea guida per il trattamento della dipendenza da tabacco e da nicotina

ID 19891 | 28.06.2023 / In allegato

La dipendenza da fumo di tabacco e da nicotina rappresenta un serio problema per la salute pubblica essendo uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie (WHO, 2023a).

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, WHO) il fumo di tabacco rappresenta una delle principali cause prevenibili di malattia e morte prematura in tutto il mondo (WHO, 2023b).

La WHO calcola che più di 8 milioni di persone perdono la vita ogni anno per i danni da tabagismo. A questi si aggiungono 1,2 milioni di non fumatori esposti al fumo passivo (WHO, 2023a; GBD 2019).

La regione europea della WHO ha la più alta prevalenza di fumo di tabacco tra gli adulti (28%), e uno dei più alti tassi di prevalenza del fumo tra le donne (19%) (WHO, 2023c).

Il consumo di tabacco è la prima causa di morbilità e mortalità prevenibile nella regione europea dove contribuisce ampiamente alla disuguaglianza sanitaria (WHO, 2023a; WHO, 2023b).

Anche in Italia il fumo di tabacco rimane la principale causa di morbilità e mortalità prevenibile (GBD 2017), con preoccupanti dati relativi ai consumi tra i giovani: come riportato nel Rapporto Nazionale sul Tabagismo 2018, in cui si evidenzia che il 47% della popolazione scolastica (11-17 anni) ha già avuto un contatto con il tabacco, mentre il 4,5% degli studenti intervistati ha iniziato a fumare la prima sigaretta a 9-10 anni e ben il 43,7% ha iniziato a fumare la prima sigaretta a 11-13 anni (Pacifici., 2018a).

Il consumo di tabacco rappresenta uno dei principali fattori di rischio modificabili, ai quali si può ricondurre il 60% del carico di malattia (burden of disease), in Europa e in Italia (Ministero della Salute, 2020a).

In particolare, nel nostro Paese si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco più di 70.000 morti l’anno (Gallus et al., 2011). Oltre il 25% di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età.

Il fumo non è responsabile solo del tumore del polmone e di altre 11 neoplasie (U.S. Department of Health and Human Service, 2014), ma rappresenta anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie non neoplastiche, fra cui la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) ed è uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare: un fumatore ha un rischio di mortalità, a causa di una coronaropatia, superiore da 3 a 5 volte rispetto a un non fumatore.

Un individuo che fuma per tutta la vita ha il 50% di probabilità di morire per una patologia direttamente correlata al fumo e la sua vita potrebbe non superare un’età compresa tra i 45 e i 54 anni (Ministero della Salute, 2022). L'articolo 14 della Convenzione quadro sul controllo del tabacco della WHO (WHO, 2003) richiede che siano istituiti servizi per smettere di fumare a livello nazionale.

Gli approcci consigliati nella Convenzione includono: brevi consigli a livello di cure primarie, linee telefoniche nazionali per smettere di fumare, terapie sostitutive della nicotina con copertura dei costi e l'uso di tecnologie digitali e mobili per responsabilizzare coloro che vogliono smettere.

L’intervento per la cessazione del fumo produce risultati efficaci sulla salute della comunità riducendo l’impatto economico-sanitario legato alla cura delle patologie fumocorrelate. L’Italia nel 2008 ha ratificato e dato esecuzione alla Convenzione quadro con la legge n. 75 del 18 marzo 2008 (Repubblica Italiana, 2008).

Nel 2018 solo 23 paesi (inclusi solo sei paesi a reddito medio e un paese a basso reddito) hanno offerto un supporto completo per la cessazione ai tabagisti in cerca di aiuto per smettere (WHO, 2019).

Il rafforzamento dell’attuazione dell’FCTC è un fattore chiave nel raggiungimento degli obiettivi sanitari legati ai traguardi disviluppo sostenibile entro il 2030.
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