Vademecum attrezzature captazione e separazione fumi saldatura EN ISO 21904-1:2020 /
Ed. 2.0 Ottobre 2024
Documento di raccordo tra la norma di prodotto EN ISO 21904-1:2020 " Salute e sicurezza in saldatura e nei processi correlati - Attrezzature per la cattura e la separazione dei fumi di saldatura - Parte 1: Requisiti generali" ed i requisiti del D.Lgs 81/08 relativi al rischio chimico, con evidenza dei punti principali della EN ISO 21904-1:2020 in relazione al TUS Art. da 221 a 245Titolo IX sostanze pericolose.
La saldatura di metalli, un processo industriale diffuso in molte realtà industriali, è sicuramente tra le attività più critiche per la salute dei lavoratori addetti.
Il rischio chimico della saldatura deriva principalmente dallo sviluppo dei fumi, complesse miscele di componenti chimici inorganici ed organici, anche cancerogeni, che si libera durante la fase di riscaldamento ed eventuale fusione del pezzo da saldare.
[box-info]Si segnalano le norme Ed. 2024:
UNI EN ISO 10882-1:2024
Salute e sicurezza in saldatura e nei processi correlati - Campionamento delle particelle in sospensione e dei gas nella zona respiratoria del saldatore - Parte 1: Campionamento delle particelle in sospensione
UNI EN ISO 10882-2:2024
Salute e sicurezza in saldatura e nei processi correlati - Campionamento delle particelle in sospensione e dei gas nella zona respiratoria del saldatore - Parte 2: Campionamento dei gas[/box-info]
Classificazione IARC Fumi di saldatura
I fumi di saldatura sono classificati nella IARC Monograph 118 Welding, Molybdenum Trioxide, and Indium Tin Oxide (2018) che ha aggiornato la IARC Monograph 49 Chromium, Nickel and Welding (1990).
I fumi di saldatura sono stati riclassificati come "cancerogeni" per l'uomo (Gruppo 1) nel 2018 (IARC Monograph 118), classificazione aggiornata dalla precedente come "possibili cancerogeni" per l'uomo (Gruppo 2B) del 1989 (IARC 49, 1990).
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La EN ISO 21904-1:2020 definisce i requisiti generali che sono necessari all'attrezzatura di ventilazione per mantenere a livelli accettabili l'esposizione ai fumi.
Saldatura e processi correlati generano fumi e gas, che, se inalati, possono essere dannosi per la salute umana. Pertanto, si deve esercitare un controllo dei fumi e dei gas generati per ridurre al minimo l'esposizione dei lavoratori.
Il metodo di controllo più efficace consiste nella cattura dei fumi e dei gas nei pressi della loro sorgente prima che entrino nella zona respiratoria di un lavoratore o nell'ambiente del luogo di lavoro in genere.
L'attrezzatura di ventilazione utilizzata per la cattura dei fumi e dei gas deve essere adeguata allo scopo dal momento che una cattura inefficiente può risultare in un'elevata esposizione e potrebbe essere nociva per la salute dei lavoratori. È quindi importante che essa aderisca ai requisiti definiti di fabbricazione, materiali e progettazione e fornisca avvertenze in caso di malfunzionamento.
La EN ISO 21904-1:2020 definisce i requisiti generali che sono necessari all'attrezzatura di ventilazione per mantenere a livelli accettabili l'esposizione ai fumi.
La EN ISO 21904-1:2020 è una norma di tipo C come indicato nella ISO 12100.
La EN ISO 21904-1:2020 è pertinente in particolare per i seguenti gruppi di portatori di interesse che rappresentano gli attori del mercato in relazione alla sicurezza del macchinario:
- fabbricanti di macchine (piccole, medie e grandi imprese);
- organismi per la salute e la sicurezza (di regolamentazione, organizzazioni per la prevenzione degli incidenti, sorveglianza del mercato, ecc.).
Altri possono essere interessati dal livello di sicurezza del macchinario ottenuto con i mezzi previsti dal presente documento dai sopra menzionati gruppi di portatoti di interesse:
- utilizzatori di macchine/datori di lavoro (piccole, medie e grandi imprese);
- utilizzatori di macchine/dipendenti (per esempio unioni sindacali, organizzazioni per persone con esigenze particolari);
- fornitori di servizi, per esempio per la manutenzione (piccole, medie e grandi imprese);
- consumatori (nel caso di macchinario destinato all'utilizzo da parte dei consumatori).
Per le macchine che rientrano nello scopo e campo di applicazione di una norma di tipo C e che sono state progettate e costruite secondo i requisiti di detta norma, i requisiti di detta norma di tipo C hanno la precedenza.
Il Documento raccorda in modo trasversale la norma di prodotto e i requisti del TUS, evidenziando i punti principali della norma EN ISO 15012-4:2016, in relazione al rischio chimico fumi di saldatura, con inserito parte del "Vademecum per il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori nelle attività di saldatura metalli - RL", presenti informazioni dell’Industrial Ventilation ACGIH 2007.
Altre norme delle serie
UNI EN ISO 21904-2:2020
Salute e sicurezza in saldatura e nei processi correlati - Attrezzature per la cattura e la separazione dei fumi di saldatura - Parte 2: Requisiti per le prove e la marcatura dell'efficacia della separazione
Recepisce: EN ISO 21904-2:2020
Adotta: ISO 21904-2:2020
Data entrata in vigore: 23 aprile 2020
Sostituisce: UNI EN ISO 15012-1:2013
La norma specifica un metodo per sottoporre a prova l'attrezzatura per la separazione dei fumi di saldatura al fine di determinare se la sua efficacia di separazione soddisfa i requisiti specificati. Il metodo specificato non si applica alle prove di cartucce filtranti indipendenti dall'attrezzatura nella quale sono destinate ad essere utilizzate.
UNI EN ISO 21904-3:2018
Salute e sicurezza nei processi di saldatura e affini - Requisiti, prove e marcatura delle apparecchiature per la filtrazione dell'aria - Parte 3: Determinazione dell'efficienza di captazione dei dispositivi torcia di saldatura aspirante
Recepisce: EN ISO 21904-3:2018
Adotta: ISO 21904-3:2018
Data entrata in vigore: 12 aprile 2018
La norma definisce un metodo di laboratorio per misurare l'efficienza di captazione dei fumi di saldatura dei sistemi di estrazione sulla torcia. La procedura prescrive solo una metodologia, lasciando all'utente la selezione dei parametri di prova, in modo che possa essere valutato l'effetto di diverse variabili.
È applicabile ai sistemi integrati sulla torcia e ai sistemi in cui un sistema di estrazione separato è collegato alla torcia di saldatura vicino all'area dell'arco. La metodologia è adatta per l'uso con tutti i processi di saldatura a filo continuo, tutti i tipi di materiale e tutti i parametri di saldatura.
Il metodo può essere utilizzato per valutare gli effetti di variabili quali portata di estrazione, posizione dell'ugello di estrazione, portata del gas di protezione, geometria della saldatura, angolo della torcia di saldatura, velocità di emissione dei fumi, ecc., sull'efficienza di captazione.
UNI EN ISO 21904-4:2020
Salute e sicurezza in saldatura e nei processi correlati - Attrezzature per la cattura e la separazione dei fumi di saldatura - Parte 4: Determinazione della portata minima del volume d'aria dei dispositivi di cattura
Recepisce: EN ISO 21904-4:2020
Adotta: ISO 21904-4:2020
Data entrata in vigore: 23 aprile 2020
La norma specifica due metodi per stabilire la portata minima del volume d'aria. Un metodo è dedicato all'utilizzo con cappe, ugelli e ugelli a fessura con un rapporto tra lunghezza della fessura e diametro del tubo di 8:1 o minore. L'altro metodo è dedicato all'utilizzo con dispositivi di estrazione a pistola.
Sostituisce: UNI EN ISO 15012-2:2008
A. UNI EN ISO 21904-1:2020
UNI EN ISO 21904-1:2020 Salute e sicurezza in saldatura e nei processi correlati - Attrezzature per la cattura e la separazione dei fumi di saldatura - Parte 1: Requisiti generali
Recepisce: EN ISO 21904-1:2020
Adotta: ISO 21904-1:2020
Data entrata in vigore: 23 aprile 2020
Sostituisce: UNI EN ISO 15012-4:2016
La norma definisce i requisiti generali per l'attrezzatura di ventilazione utilizzata per catturare e separare i fumi generati dalla saldatura e dai processi correlati, per esempio saldatura ad arco e taglio termico. La norma specifica inoltre i dati delle prove da marcare sui dispositivi di cattura.
Essa si applica alla progettazione e alla fabbricazione di parti dell'attrezzatura, comprese cappe per saldatura, condotti, unità di filtro, motori dell'aria, sistemi che informano sul funzionamento non sicuro e pratiche sul luogo di lavoro per garantire un lavoro sicuro in relazione all'esposizione.
Scopo e campo di applicazione
La norma EN ISO 21904-1:2020 definisce i requisiti generali per le attrezzature di ventilazione utilizzate per catturare e separare i fumi generati dalla saldatura e dai processi correlati, per esempio la saldatura ad arco e il taglio termico.
Il presente documento specifica anche i dati di prova da marcare sui dispositivi di cattura. Si applica alla produzione e alla fabbricazione delle parti dell'attrezzatura, comprese cappe per la saldatura, condotti, unità filtranti, motori per l'estrazione dell'aria, sistemi che informano del funzionamento insicuro e pratiche del luogo di lavoro per garantire la sicurezza del lavoro per quanto concerne l'esposizione.
I pericoli significativi sono elencati nel punto 4. Non sono trattati i pericoli elettrici, meccanici e pneumatici.
Il presente documento è applicabile a:
- sistemi di ventilazione di scarico locale (LEV), escluse le tavole di pescaggio;
- attrezzatura mobile e stazionaria;
- attrezzature di separazione utilizzate per la saldatura e i processi correlati;
Il presente documento non è applicabile a:
- ventilazione generale, sistemi di reintegro dell'aria o di movimento dell'aria;
- sistemi di condizionamento dell'aria;
- polvere di smerigliatura.
La norma EN ISO 21904-1:2020 si applica ai sistemi progettati e fabbricati dopo la sua pubblicazione.
Figura - Impianto di aspirazione localizzato fisso
Figura - Attrezzatura di aspirazione localizzata mobile
[...]
PERICOLI SIGNIFICATIVI
L'esposizione ai fumi e ai gas di saldatura generati da saldatura e processi correlati può essere nociva per la salute. Il controllo dell'esposizione solitamente può essere ottenuto utilizzando un'attrezzatura di ventilazione ma qualsiasi guasto a questa attrezzatura, quale, per esempio, una progettazione carente e l'utilizzo di parti realizzate con materiali inadeguati, può dare luogo a una ridotta efficacia di estrazione e quindi a una sovra-esposizione e a danni alla salute.
Gli effetti comuni sulla salute comprendono patologie respiratorie, ma durante la saldatura si può verificare, e quindi deve essere presa in considerazione, l'esposizione a sostanze cancerogene.
I requisiti dell'attrezzatura di ventilazione dipendono dal livello di controllo necessario.
REQUISITI E VERIFICHE
[...]
MARCATURA
Ogni macchina deve essere marcata in modo distinto e permanente in conformità al punto 6.4.4 della ISO 12100:2010 e punto 16.4 della IEC 60204-1:2005.
Se i requisiti del presente documento sono rispettati, il fabbricante può etichettare l'attrezzatura come conforme al presente documento.
Marcatura dell'efficacia di separazione
Se il requisito di cui al punto 5.4 è soddisfatto, il fabbricante può etichettare l'attrezzatura W3 come indicato nell'appendice B.
Marcatura di cappe e ugelli di cattura
Il dispositivo di cattura deve essere marcato in modo chiaramente visibile e permanente con le seguenti informazioni:
a) la portata volumetrica minima dell'aria, Qmin;
b) le dimensioni del campo di aspirazione, Lx e Ly, alla portata volumetrica minima dell'aria;
c) la distanza, d, dal piano di ingresso del dispositivo di cattura al piano di misurazione;
d) facoltativo: un riferimento al presente documento (cioè ISO 21904-1).
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ETICHETTE PER L'ATTREZZATURA PER LA SEPARAZIONE DEI FUMI DI SALDATURA
figura Etichette per l'attrezzatura per la separazione dei fumi di saldatura
Legenda
1 RAL 5005 (blu)
2 RAL 9003 (bianco)
3 RAL 9004 (nero)
a 50 mm o 100 mm
η efficacia massica di separazione
NOTA La marcatura con W3 è facoltativa.
Figura - Filtro W3
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B. VADEMECUM ATTIVITÀ DI SALDATURA METALLI
Le attività di saldatura sono presenti in quasi tutte le realtà metalmeccaniche (industriali ed artigianali), con tecnologie variegate ed esigenze di produzione molto diversificate. Il presente documento è limitato alla saldatura di metalli ed è particolarmente attento alla saldatura di acciaio inox al cromo, per le forti implicazioni sul piano della salute e la sempre maggiore diffusione.
Materiali
L’attività di saldatura metalli è un processo industriale che porta ad unire due parti metalliche (materiale base), con l’ausilio di un sistema di riscaldo e fusione locale di materiale.
A volte è possibile aggiungere ai pezzi da unire altro materiale di composizione opportuna (materiale di apporto), oltre che utilizzare l’ausilio di pressione statica, martellamento o altre azioni meccaniche.
Principali tecnologie
La realtà produttiva delle attività di saldatura dei materiali metallici prevede un ciclo tecnologico semplice, con ambienti di lavoro impostati su un modello comune, ma che appaiono molteplici e diversificati nelle singole realtà produttive anche in funzione della tecnologia impiegata.
In particolare si distinguono le seguenti categorie di saldatura di metalli:
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Gestione del rischio da agenti chimici pericolosi
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Contenuti minimi del Documento di Valutazione del rischio da agenti chimici di cui all'art.223 del D.Lgs 81/2008.
Benché il D.Lgs. 81/08, nelle more dei Decreti previsti all’art. 232 c. 2 e c. 3, stabilisca che la responsabilità della valutazione di rischio IRRILEVANTE sia a carico del Datore di Lavoro, considerando la specificità del comparto, si ritiene che il giudizio di rischio IRRILEVANTE non possa essere assunto in presenza di una delle seguenti condizioni:
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Le misurazioni
Qualora le conclusioni della valutazione portino ad un giudizio conclusivo di rischio non irrilevante per la salute, deve essere affrontata la problematica delle misurazioni (art. 225 D.Lgs 81/08).
Al di là dei requisiti intrinseci delle modalità di campionamento e analisi risulta necessario premettere alcune considerazioni derivanti dall’analisi della peculiarità del comparto.
In particolare nelle piccole aziende che esercitano attività di saldatura conto terzi si è constatata una notevole variabilità, almeno infrasettimanale se non giornaliera, dei materiali utilizzati: in tali condizioni la scelta delle sostanze da campionare e del momento di campionamento riveste un’importanza determinante potendo condurre a risultati non rappresentativi delle reali condizioni espositive. Inoltre, le metodiche di campionamento ed analisi devono necessariamente possedere requisiti di sufficiente sensibilità.
L’art. 225 del D.Lgs 81/08 prevede la possibilità di omettere l’effettuazione delle misurazioni quando “si possa dimostrare con altri mezzi in conseguimento di un adeguato livello di prevenzione e di protezione”.
Indicativamente, oltre al ben noto “ciclo chiuso”, si ritiene che un adeguato livello di prevenzione e protezione possa essere ragionevolmente raggiunto, per esempio, in presenza di:
- impianto di aspirazione localizzata asservito a tutte le postazioni con le caratteristiche di cui ai punti seguenti;
- manutenzione programmata, verifica periodica dell’efficienza dell’impianto con misurazioni della velocità di cattura ai singoli punti di captazione.
"2. Salvo che possa dimostrare con altri mezzi il conseguimento di un adeguato livello di prevenzione e di protezione, il datore di lavoro, periodicamente ed ogni qualvolta sono modificate le condizioni che possono influire sull'esposizione, provvede ad effettuare la misurazione degli agenti che possono presentare un rischio per la salute, con metodiche standardizzate di cui è riportato un elenco meramente indicativo nell'allegato XLI o in loro assenza, con metodiche appropriate e con particolare riferimento ai valori limite di esposizione professionale e per periodi rappresentativi dell'esposizione in termini spazio temporali."
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Misure tecniche di prevenzione del rischio chimico e cancerogeno
Nel rispetto di quanto previsto dal D.Lgs 81/08 i principi di prevenzione cui deve attenersi il datore di lavoro nella programmazione degli interventi di miglioramento sono quelli di prevenzione primaria ovvero:
- la sostituzione, quando possibile, di una sostanza o preparato con uno a minore tossicità.
- minimizzare la formazione dei fumi che si possono originare durante le lavorazioni.
I seguenti accorgimenti pratici ed organizzativi (misure collettive) possono essere un ottimo sistema di prevenzione del rischio legato ad agenti chimici:
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Impianti di aspirazione localizzata
I flussi di inquinanti emessi durante le fasi di lavoro a caldo sono aspirati attraverso terminali di captazione definiti cappe, per essere successivamente allontanati e convogliati in impianti di abbattimento, nel rispetto delle vigenti normative in materia di tutela ambientale.
I terminali di captazione si possono distinguere in cappe chiuse, riceventi e catturanti:
- Cappe chiuse: sono costituite da un sistema che circonda la sorgente e non sono utilizzabili per sistemi dove è necessario l'intervento del personale. Questo tipo di cappa rappresenta il sistema più efficace e da preferirsi, poiché più si riesce ad avvolgere la sorgente inquinante, minore sarà la portata necessaria.
- Cappe riceventi: sono realizzate in maniera da catturare gli agenti inquinanti interponendosi sul “cammino” della massa fluida inquinante. Il principio di funzionamento si basa sulla spontanea cattura di elementi contaminati rilasciati da un particolare processo come ad esempio un processo a “caldo” durante il quale i vapori o fumi prodotti da una sorgente calda tendono a salire con moti convettivi
verso la cappa o un processo in cui le particelle di dimensioni medio-grande vengono rilasciate con una velocità sufficiente da raggiungere la cappa stessa.
- Cappe catturanti: l’effluente è aspirato verso la cappa per mezzo di un flusso d’aria direzionale, che realizza l’opportuna velocità di cattura alla distanza voluta. La cappa deve essere posizionata relativamente vicino alla fonte inquinante per contenere i costi di esercizio, in quanto i volumi di aria necessari a garantire la velocità di cattura crescono notevolmente. Tale sistema è applicabile a processi dove si rende necessario l’intervento dell’operatore. Le cappe catturanti possono essere distinte in superiori, laterali e inferiori.
Per il controllo delle concentrazioni di inquinanti prodotti negli ambienti industriali è necessaria una corretta progettazione dei sistemi di aspirazione: di fondamentale importanza sono la scelta dell’organo di captazione e la determinazione della portata di aspirazione necessaria per ottenere adeguate velocità di cattura là dove servono.
Allo scopo la progettazione deve essere affidata a persone di specifica competenza in campo impiantistico e d’igiene industriale, in grado di effettuare i necessari calcoli previsionali o di applicare correttamente criteri largamente sperimentati e pubblicati in numerose pubblicazioni tecniche.
Requisiti minimi degli impianti di aspirazione localizzata (rif.:Industrial Ventilation ACGIH 2007 26th Edition e altre pubblicazioni):
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C. NORME TECNICHE
UNI EN ISO 10882-1:2024
Salute e sicurezza in saldatura e nei processi correlati - Campionamento delle particelle in sospensione e dei gas nella zona respiratoria del saldatore - Parte 1: Campionamento delle particelle in sospensione
UNI EN ISO 10882-2:2024
Salute e sicurezza in saldatura e nei processi correlati - Campionamento delle particelle in sospensione e dei gas nella zona respiratoria del saldatore - Parte 2: Campionamento dei gas
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D. NORMATIVA
D.Lgs 81/08 (da Art. 221 a 245) Titolo IX sostanze pericolose
Capo I Protezione da agenti chimici
Art. 221. Campo di applicazione
1. Il presente capo determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che derivano, o possono derivare, dagli effetti di agenti chimici presenti sul luogo di lavoro o come risultato di ogni attività lavorativa che comporti la presenza di agenti chimici.
2. I requisiti individuati dal presente capo si applicano a tutti gli agenti chimici pericolosi che sono presenti sul luogo di lavoro, fatte salve le disposizioni relative agli agenti chimici per i quali valgono provvedimenti di protezione radiologica regolamentati dal decreto legislativo del 17 marzo 1995, n. 230, e successive modificazioni.
3. Le disposizioni del presente capo si applicano altresì al trasporto di agenti chimici pericolosi, fatte salve le disposizioni specifiche contenute nei decreti ministeriali 4 settembre 1996, 15 maggio 1997, 28 settembre 1999 e nel decreto legislativo 13 gennaio 1999, n. 41, nelle disposizioni del codice IMDG del codice IBC e nel codice IGC, quali definite dall'articolo 2 della direttiva 93/75/CEE, del Consiglio, del 13 settembre 1993, nelle disposizioni dell'accordo europeo relativo al trasporto internazionale di merci pericolose per vie navigabili interne (ADN) e del regolamento per il trasporto delle sostanze pericolose sul Reno (ADNR), quali incorporate nella normativa comunitaria e nelle istruzioni tecniche per il trasporto sicuro di merci pericolose emanate alla data del 25 maggio 1998.
4. Le disposizioni del presente capo non si applicano alle attività comportanti esposizione ad amianto che restano disciplinate dalle norme contenute al capo III del presente titolo.