Relazione sulla situazione energetica nazionale al 2017
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Relazione sulla situazione energetica nazionale al 2017
20 Luglio 2018
Direzione generale Sicurezza approvvigionamenti e Infrastrutture energetiche
La Relazione sulla situazione energetica nazionale è un documento di natura consuntiva composto da 3 parti che illustrano in maniera sintetica l’andamento del settore energetico nel 2017.
La prima parte consta di nove capitoli dove vengono analizzati i principali eventi che nel corso del 2017 hanno caratterizzato il settore energetico: l’evoluzione del mercato internazionale dei principali prodotti (petrolio, gas, carbone e fonti rinnovabili), il quadro nazionale (la domanda e l’offerta di energia in Italia con un dettaglio sulle singole fonti energetiche), gli impieghi finali dei diversi settori, gli usi energetici delle famiglie e le spese sostenute, i prezzi dei principali prodotti, le misure per migliorare l’efficienza energetica, il valore aggiunto del settore, le imposte sugli usi dell’energia e la spesa per ricerca e sviluppo del settore.
La seconda parte è dedicata alle monografie che quest’anno riguardano “ La povertà energetica delle famiglie”, “L’indagine sui consumi energetici delle famiglie – Nuova edizione”, l “Organismo Nazionale di Stoccaggio”, “ La filiera del petrolio: il valore aggiunto e le sue principali caratteristiche strutturali” e “Gli impatti occupazionali connessi alla diffusione delle fonti rinnovabili”.
L’ultima parte contiene 3 appendici: una di tipo statistico (appendice A), dedicata ai principali fenomeni inerenti l’energia in Italia. Le statistiche qui mostrate rappresentano un sunto ragionato di quelle previste dal Sistema statistico nazionale (Sistan) che, per il settore dell’energia, vede coinvolti diversi soggetti ed amministrazioni. Il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) produce le statistiche del gas naturale, del petrolio e del carbone; Terna è il fornitore delle statistiche sull’elettricità; il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) è il titolare delle informazioni sulle fonti rinnovabili; l’ISTAT fornisce i dati di contabilità nazionale e delle statistiche socio- demografiche e ambientali ed ENEA, in particolare, quelli sull’efficienza energetica. L’appendice B) riporta, in un “box”, il confronto tra produzione statistica ordinaria e il monitoraggio degli obiettivi sulle fonti rinnovabili (Fonte GSE). L’appendice C) contiene una scheda riepilogativa della nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN) approvata con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico e del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in data 10 novembre 2017.
Nel 2017, in un contesto internazionale segnato da un ulteriore rafforzamento della ripresa economica mondiale e da prezzi delle materie prime che si sono riportati su livelli elevati, l’Italia ha confermato di avere un sistema energetico sostenibile in cui rinnovabili ed efficienza energetica sono centrali, coerentemente con il percorso indicato con l’approvazione della Strategia energetica nazionale nel novembre scorso.
Le fonti energetiche rinnovabili (FER) hanno consolidato il proprio ruolo di primo piano nel sistema energetico nazionale confermandosi una componente centrale dello sviluppo sostenibile del Paese, con ricadute occupazionali ed economiche importanti. Nonostante il venire a mancare di una parte della generazione idroelettrica, per effetto della bassa piovosità, si stima che nel 2017 le FER abbiano coperto il 17,7% dei consumi finali lordi di energia, il valore più elevato mai registrato e che risulta al di sopra degli obiettivi europei al 2020. Con riferimento al solo settore elettrico, l’incidenza delle FER - calcolate applicando i criteri di calcolo della direttiva 2009/28/CE - sul consumo interno lordo di energia elettrica al netto dei pompaggi è stimata pari al 34,2%, in lieve aumento rispetto al dato 2016 (34,0%). Si stima che nel 2017 alle attività legate alla realizzazione e gestione di nuovi impianti alimentati da FER siano corrisposte circa 70.000 unità di lavoro permanenti e 44.000 temporanee.
Si conferma il buon livello di efficienza energetica del nostro paese: l’indice ODEX per l’intera economia italiana nel 2016 (ultimo anno disponibile) è stato pari a 92,7 confermando i miglioramenti registrati a partire dall’anno 2005 (anno di riferimento 2000 posto pari a 100). L’intensità energetica del PIL si è attestata intorno 106,7 tonnellate equivalenti di petrolio (tep) per milione di euro, con un decremento complessivo pari al 4,9% rispetto al 2013, uno dei valori più bassi dei paesi dell’area OCSE.Tale miglioramento è frutto dei molti strumenti di promozione adottati (dalle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, al nuovo Conto Termico, ai Titoli di efficienza energetica) che hanno portato a rilevanti risparmi di energia e, conseguentemente, alla riduzione delle emissioni: complessivamente, nel periodo 2005-2017, si stima che con le misure per l’efficienza energetica siano stati risparmiati 13,4 milioni di tep all’anno di energia primaria e oltre 3,5 miliardi di euro l’anno di mancate importazioni che hanno alleggerito la bolletta energetica del paese.
La progressiva incidenza delle FER e la riduzione dell’intensità energetica hanno contribuito, negli ultimi anni, alla riduzione della dipendenza del nostro Paese dalle fonti di approvvigionamento estere. La quota di fabbisogno energetico nazionale soddisfatta da importazioni nette rimane elevata (pari al 76,5%) ma più bassa di circa 6 punti percentuali rispetto al 2010.
Nel 2017, riprende a crescere, dopo un decennio di riduzione quasi continua, la domanda di energia primaria (+1,5% rispetto al 2016); questa è soddisfatta sempre meno dal petrolio (che comunque rappresenta un terzo del totale), dai combustibili solidi (al 6,1%) e dall’energia elettrica importata (al 4,9%). Cresce invece il contributo del gas (al 36,2%) e si conferma quello delle fonti rinnovabili (pari a poco meno di un quinto).
Aumenta anche la domanda finale di energia, cresciuta dell’1,7%, che prosegue la tendenza positiva manifestatasi negli ultimi tre anni, una crescita trainata dall'agricoltura, i bunkeraggi, gli usi civili e quelli industriali. In controtendenza invece il settore dei trasporti che mostra un lieve decremento.
In termini economici, le imprese appartenenti ai settori della fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata e della fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio generano un valore aggiunto che cresce del 2,7% rispetto all’anno precedente.
Permane il divario di costi energetici che svantaggia il nostro Paese: il differenziale fra i prezzi dei prodotti energetici in Italia e nell’Unione Europea rimane positivo ma è ripreso il processo di convergenza iniziato qualche anno fa. Si conferma un significativo premio pagato dalle imprese italiane per l’energia elettrica e uno più lieve per il gas acquistato dalle famiglie. Ciò è anche il risultato della maggiore pressione fiscale che nel nostro paese colpisce i prodotti energetici: nel 2016, ultimo dato disponibile, ogni tep di energia utilizzata era gravata da una imposta di 384 euro, un valore superiore del 64% alla media europea.
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Relazione e appendici
Sintesi
Il monitoraggio statistico-energetico: dati del primo semestre 2018
I prezzi dei carburanti e i consumatori
Le rinnovabili nel 2017
Fonte: MISE
Tags: Impianti Impianti energy