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Manuale per la gestione dei rifiuti | Università di Bologna

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Manuale gestione rifiuti Universita di Bologna

Manuale per la gestione dei rifiuti | Università di Bologna 2020

ID 24217 | 03.07.2025 / Manuale in allegato

Il Manuale descrive le tipologie dei rifiuti prodotti dall’Alma Mater Studiorum Università di Bologna (Ateneo) nell’ambito delle proprie attività di didattica, ricerca e socio assistenziale, le modalità di raccolta e di gestione interne all’ateneo, le procedure di conferimento di rifiuti speciali e assimilati agli impianti autorizzati ed al sistema di riciclaggio degli Enti Locali e dei gestori comunali che svolgono tali servizi.

Figura 1 Tavola sinottica delle voci dell indice

Fig. 1 - Tavola sinottica delle Voci dell’Indice

[...]

Classificazione e codifica dei rifiuti

I rifiuti sono classificati secondo l’origine in urbani o speciali, e in base alle loro caratteristiche di pericolosità in pericolosi o non pericolosi.
I rifiuti prodotti in Ateneo nell’ambito delle proprie attività didattiche, di ricerca e socioassistenziali sono tutti rifiuti speciali. Tra questi quelli che non vengono prodotti nelle aree di laboratorio, sono assimilabili agli urbani se non pericolosi. L’effettiva l’assimilazione ai rifiuti urbani, dei rifiuti speciali non pericolosi, per qualità e quantità, viene stabilita dal Regolamento comunale del Comune di riferimento, come definito dall’art. 198 c2, lettera g) del D.Lvo.152/2006 e s.m.i., e può quindi essere differente per le diverse sedi dell’Ateneo.

I rifiuti prodotti nei laboratori di ricerca, didattica e di attività socioassistenziali non sono assimilabili agli urbani, pertanto i laboratori sono raggruppati in Unità Locali: in alcuni casi le unità locali coincidono con i dipartimenti o con altre strutture di didattica/ricerca, in altri più laboratori sono accorpati in un’unica Unità Locale. L’elenco delle UL e dei relativi responsabili e delegati è aggiornato in intranet nelle pagine del Nu.Te.R. 

L’Ateneo non paga la tassa sui rifiuti ai comuni delle sue sedi sulle aree (misurate in m2) adibite a laboratorio perché i rifiuti ivi prodotti devono essere gestiti in maniera alternativa, conferendoli alle ditte autorizzate e vincitrici della gara d’appalto.

CER

La codifica di un rifiuto avviene tramite l’assegnazione di un codice CER, e se questa ricade su di un CER con asterisco (cioè pericoloso ai sensi della direttiva 2008/98/CE e s.m.i.), di uno o più codici di pericolo HP (Reg. UE 1357/2014), nonché l’eventuale attribuzione di pericolosità secondo ADR.

I diversi tipi di rifiuti inclusi nell'elenco sono definiti specificatamente mediante il codice a tre coppie di numeri XX.YY.ZZ (la prima coppia indica il capitolo, la seconda la categoria e la terza la tipologia specifica). Di conseguenza, per identificare un rifiuto nell'elenco occorre procedere come segue:

Identificare la fonte che genera il rifiuto consultando i capitoli da 01 a 12 o da 17 a 20 per risalire al codice a sei cifre riferito al rifiuto in questione, ad eccezione dei codici dei suddetti capitoli che terminano con le cifre 99. Occorre rilevare che è possibile che un determinato impianto o stabilimento debba classificare le proprie attività in capitoli diversi.

Se nessuno dei codici dei capitoli da 01 a 12 o da 17 a 20 si presta per la classificazione di un determinato rifiuto, occorre esaminare i capitoli 13, 14 e 15 per identificare il codice corretto.

Se nessuno di questi codici risulta adeguato, occorre definire il rifiuto utilizzando i codici di cui al capitolo 16.

Se un determinato rifiuto non è classificabile neppure mediante i codici del capitolo 16, occorre utilizzare un codice XX.YY.99, rifiuti non specificati altrimenti, previa richiesta e autorizzazione regionale.

I rifiuti elencati nell’elenco CER possono essere di quattro tipi:

- pericolosi assoluti, quindi sempre e in ogni condizione, contrassegnati dall’asterisco (*);
- non pericolosi assoluti, se non contrassegnati da asterisco;
- pericolosi o non pericolosi a seconda della loro composizione. Infatti, alcune voci sono doppie, i cosiddetti codici “a specchio”: una voce è contrassegnata con asterisco e l’altra no. In tal caso i rifiuti sono chiamati a specchio pericolosi (*), oppure
- a specchio non pericolosi.

[...]

1.2.3 ADR

In linea di principio i rifiuti derivanti dal fine vita delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche non saranno soggetti ad ADR se le apparecchiature stesse non sono state trasportate in ADR dal produttore (dell’apparecchiatura elettrica e elettronica) all’acquirente nel momento dell’acquisto. In ogni caso va valutato se in un’apparecchiatura elettrica/elettronica a fine vita l’eventuale componente pericoloso è separabile o non separabile:

- separabile: la parte pericolosa va inviata a smaltimento/riciclo separatamente;
- non separabile: se la parte pericolosa è inferiore alla QL, allora NO ADR (come nella maggior parte dei casi). Altrimenti va trasportato in ADR.

Pertanto è necessario ragionare caso per caso. Inoltre, con riferimento alla comunicazione di dicembre 2015 di CDC RAEE, ANCI, e altre associazioni di categoria, i seguenti RAEE non sono sottoposti ad ADR:

- apparecchi refrigeranti: ai sensi delle disposizioni speciali 119 e 291;
- TV e Monitor: ai sensi del punto 1.1.3.1 b);
- Lampade Fluorescenti: ai sensi del punto 1.1.3.10.

[...] segue in allegato

Fonte: Alma Mater Studiorum Università di Bologna

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Università di Bologna 2020
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Tags: Ambiente Rifiuti

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