Trattato di Washington sull’Antartide
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Trattato di Washington sull’Antartide / Stato 2020
ID 18059 | 12.11.2022 / In allegato
Firmato: Washington il 1° dicembre 1959
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- Download Stato 17 aprile 2020
Ratificato e reso esecutivo: Legge 29 novembre 1980, n. 963
L'Antartide, dal punto di vista giudirico, è un territorio non assoggettato alla sovranità di alcuno Stato; esistono tuttavia delle rivendicazioni territoriali che sono state però sospese con l'entrata in vigore del Trattato Antartico.
Il Trattato sull'Antartide regola la presenza dei Paesi interessati sul continente. E' stato stipulato a Washington il 1 dicembre 1959 fra 12 dei Paesi partecipanti all'Anno Geofisico Internazionale (1957-58) ed è entrato in vigore il 23 giugno 1961.
Lo spirito del Trattato è quello di favorire gli usi pacifici del continente e di assicurare la conservazione della flora, della fauna e dell'ambiente naturale nell'interesse dell'umanità.
Rivendicazioni Regioni antartiche
L'attuale sistema di amministrazione internazionale dell'Antartide trova origine nel tentativo di risolvere il conflitto tra gli interessi particolari di alcuni Stati (Argentina, Australia, Cile, Francia, Norvegia, Nuova Zelanda, Regno Unito) che, a vario titolo, rivendicano diritti di sovranità territoriale su alcuni settori del continente, e l'interesse generale della comunità internazionale al mantenimento della pace, alla libertà di ricerca scientifica, alla tutela dell'ambiente.
A conclusione dell'anno geofisico internazionale - che ha visto la partecipazione della comunità scientifica alla più grande fase di esplorazione del continente antartico - venne adottato il Trattato Antartico, firmato a Washington il 1° Dicembre 1959 da 12 Stati (Belgio, Giappone, Unione Sovietica, Sud Africa e Stati Uniti d’America oltre ai 7 Stati che rivendicano diritti di sovranità sul continente antartico) ed entrato in vigore nel 1961.
Il Trattato, che si applica all’area inclusa tra il Polo Sud ed il 60° Parallelo Latitudine Sud, ebbe il merito di realizzare un equo compromesso tra interessi nazionali e interessi generali attraverso una serie di principi-base che ancora oggi costituiscono il fondamento della cooperazione internazionale in materia di gestione dell'Antartide e sui quali è stato progressivamente costruito il sistema di regole, misure e procedure, che prende il nome di "Sistema del Trattato Antartico".
Il Sistema, oltre al Trattato del 1959, include:
- la Convenzione sulla protezione delle foche (CCAS, conclusa nel 1972);
- la Convenzione sulle risorse marine viventi (CCAMLR, adottata nel 1980), che si applica in un’area geografica più estesa del Trattato. Infatti, il suo limite esterno consiste nella cosiddetta “convergenza antartica";
- il Protocollo di Madrid (firmato nel 1991 ed entrato in vigore nel 1998), che prevede, fra l’altro, il divieto di sfruttamento delle risorse minerarie.
Il Protocollo è integrato da 6 Annessi:
i primi 5 (1. Valutazione di impatto ambientale, 2. Flora e fauna, 3. Smaltimento dei rifiuti, 4. Prevenzione dell’inquinamento marino, 5. Aree protette)
costituiscono il corpus originario del Protocollo, il sesto annesso, concernente la responsabilità a seguito della mancata azione in caso di emergenze ambientali, è stato aggiunto nel 2005.
Nel 1988 era stata adottata anche una convenzione che regolava lo sfruttamento delle risorse minerarie (CRAMRA) che non è mai entrata in vigore a causa delle numerose proteste dei gruppi ambientalisti e degli Stati terzi rispetto al Sistema del Trattato Antartico.
Attualmente 50 paesi sono parti contraenti del Trattato, di questi solo 27 sono Parti consultive (con diritto di voto e di veto in quanto tutte le decisioni del Trattato devono essere prese con l'unanime consenso delle Parti consultive). Ai sensi dell’art. IX par. 2 del Trattato può diventare Parte consultiva lo Stato che dimostri il suo interesse per l’Antartide svolgendo considerevoli attività di ricerca nell’area, quali, per esempio, la costruzione di una base o l’organizzazione di una spedizione scientifica.
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