Radiazioni ionizzanti sotto controllo: nuove norme ISO

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Radiazioni ionizzanti sotto controllo

Nel nostro quotidiano siamo esposti a radiazioni ionizzanti: sono generate da fonti naturali, come la terra e l’acqua, o hanno origine artificiale come nel campo medico, dove sono largamente utilizzate a fini terapeutici e diagnostici. Una eccessiva esposizione può però essere l’origine di gravi malattie: il randon, ad esempio, un gas radioattivo di origine naturale, risulta la seconda causa di cancro ai polmoni.

Tenuto conto della varietà delle tipologie e delle condizioni di esposizione, l’ISO ha nel tempo elaborato una serie di norme per valutare e gestire l’esposizione alle radiazioni, misurare i rischi e mantenerli entro limiti di sicurezza. Alle norme già pubblicate ora se ne aggiungono altre 2 in tema di controllo dosimetrico del personale medico e sul randon rilasciato dai materiali da costruzione.

In campo medico, il crescente uso di radionuclidi comporta la necessità di efficaci programmi di sorveglianza che controllino l’esposizione del personale alle radiazioni.

La nuova ISO 16637:2016“Radiological protection - Monitoring and internal dosimetry for staff members exposed to medical radionuclides as unsealed sources” specifica i requisiti per la progettazione di programmi volti a monitorare i lavoratori esposti al rischio di contaminazione interna per via inalatoria in medicina nucleare per immagini o in uso terapeutico. Essa va a completare la serie di norme:

- ISO 20553;
- ISO 27048;
- ISO 28218

utilizzate per la sorveglianza e la valutazione dosimetrica.

Il randon è un gas radioattivo potenzialmente pericoloso che si trova naturalmente nel suolo, ma che può anche essere rilasciato da materiali da costruzione: questo processo è noto come “randon exhalation”.

La ISO 11665-9:2016 “Measurement of radioactivity in the environment - Air: radon-222 - Part 9: Test methods for exhalation rate of building materials” definisce un metodo per determinare il tasso di esalazione del randon da materiali da costruzione. La norma è stata recentemente integrata dalla ISO 11665-11:2016 “Measurement of radioactivity in the environment - Air: radon-222 - Part 11: Test method for soil gas with sampling at depth” che specifica i requisiti generali per le tecniche di campionamento in situ della concentrazione di attività del randon-222 rilasciato per volatilizzazione dal terreno: essa fornisce una serie di metodi di prova per differenti contesti che vanno dalle miniere sotterranee agli edifici pubblici.

Come spiega Alain Rannou, presidente dell’ISO/TC 85/SC 2 che ha elaborato le norme, la richiesta di metodi di prova e di programmi di monitoraggio normalizzati è in continuo aumento, così come risulta sempre più stringente la domanda di requisiti legali in materia di gestione delle attività che presentano un rischio di esposizione alle radiazioni. “E’ stata fortemente sentita la necessità di disporre di una metodologia comune per rendere comparabile tra un Paese e l’altro la valutazione dei tassi di esalazione di randon nei materiali da costruzione. La ISO 11665-11 ci fornisce la soluzione, oltre ad aiutare gli enti preposti a stabilire a livello legislativo i limiti di sicurezza”.

Alle norme già citate elaborate dall’ISO/TC 85/SC 2 sono in corso di definizione le:

ISO 11665-12 “Measurement of radioactivity in the environment - Air: radon-222 - Part 12: Determination of the diffusion coefficient in waterproof materials: membrane one-side activity concentration measurement method”

ISO 11665-13 “Measurement of radioactivity in the environment - Air: radon-222 - Part 13: Determination of the diffusion coefficient in waterproof materials: membrane two-side activity concentration measurement method”.

Fonte UNI

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Radiological protection
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